Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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La fatica

169264
Mosso, Angelo 2 occorrenze
  • 1892
  • Fratelli Treves, Editori
  • Milano
  • Paraletteratura - Divulgazione
  • UNICT
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Questo tubo s' immetteva e si prolungava in un altro di gomma, AB, che andava a congiungersi con un timpano a leva, F, il quale per mezzo dell'asticella G scriveva i movimenti trasmessi dal cervello all' aria contenuta nell'apparecchio registratore. Riferisco un frammento preso dal mio scritto - sulla circolazione del sangue nel cervello dell' uomo dove ho studiato l'anemia e l'iperemia del cervello A. Mosso, Memorie della R. Accademia dei Lincei. Dicembre 1879. Il giorno 29 settembre 1877 ad un'ora, pom. prendo accordo col Dott. De Paoli per fare alcune osservazioni sull'anemia cerebrale. Fisso bene il disco di guttaperca sul capo di Bertino per scrivere i movimenti del cervello. La linea C della figura 2 rappresenta le pulsazioni come sono scritte dal cervello. Gli applico il mio idrosfigmografo sul braccio destro, per registrare contemporaneamente il polso di questa parte del corpo. Noi vediamo così nella linea A l' ingrossamento che succede nell' antibraccio ad ogni sistole del cuore, e nella linea C vediamo il fenomeno corrispondente nel cervello. Io avevo spiegato prima a Bertino di che si trattava, e lo aveva pregato di far bene attenzione a tutto ciò che avrebbe provato durante l'esperimento per sapercelo dire dopo. Il Dott. De Paoli si sedette innanzi a lui ed applicò i due pollici sopra le due grandi arterie che sentiamo pulsare nel collo e che si chiamano le carotidi. Quindi mentre io guardavo la penna dello strumento che registrava sopra un cilindro affumato i moti pulsatorî del cervello, il Dott. De Paoli cominciò a comprimere leggermente le arterie per chiuderle, quando vidi che scompariva il polso feci cessare. Era così tutto pronto per l'esperienza. Bertino non disse nulla. Si misse in moto l'apparecchio che fa girare il cilindro e cominciò a scriversi la linea C ed A (fig. 2). Nel punto segnato alfa si comprimono

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., che ha due colonnette di ottone L, M fatte a forchetta, nelle quali ciascuna porta due spranghe cilindriche di acciaio, distanti 4 centimetri l’una dall'altra, in modo che costituiscono le guide del corsoio metallico AB. Questo scorre con due aperture cilindriche nelle spranghe di acciaio sopra dette, e porta una matita la quale scrive l'altezza della contrazione sopra un foglio di carta D. Appena tracciata questa linea, nell'intervallo di riposo tra una contrazione e l'altra, si comprime il bottone C, che per mezzo di una leva fa scorrere di un millimetro verso il lato destro il telaio metallico sul quale trovasi disteso il foglio di carta D. Il telaio scorre con dolce attrito nell'incasso della piattaforma trasversale F. A questo modo si scrivono l' una accanto all' altra tutte le altezze successive alle quali fu sollevato il peso: e si ottiene un tracciato della fatica come quello della figura 7. Nelle esperienze fatte nel laboratorio si preferisce di scrivere sulla carta affumata di un cilindro che gira lentamente per mezzo di un orologio. Il corsoio registratore in tal caso porta una penna laterale come si vede nella figura 6. L’ apparecchio è alquanto più costoso, ma si ha il vantaggio di non essere obbligati a muovere noi la carta dopo ogni contrazione. Il corsoio N ha due uncini: ad uno si fissa la corda P colla quale lo si tira per mezzo della flessione delle dita. Questa corda porta alla sua estremità un forte anello Q, di cuoio, nel quale si introduce la prima falange del dito medio. All'altro uncino del corsoio che trovasi sulla faccia opposta, per mezzo di un'altra cordicella O si attacca un peso S, di 3, o 4, o più chilogrammi, come è indicato nella figura. La cordicella passa sopra una puleggia metallica. Siccome queste piccole corde si logorano facilmente, quando si lavora di continuo con grossi pesi, è meglio servirsi di corde di minugia, come quelle che si adoperano pei violoncelli. La figura 6 rappresenta l' apparecchio come è disposto nel momento di fare una esperienza. Vi

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