Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Il divenire della critica

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Dorfles, Gillo 1 occorrenze

Picely ; i tedeschi Beckmann, Koepf, Franken, Mohr, e molti altri; gli argentini Delgado, Polesello, Nougues; i brasiliani Aguirre, Roberto e Cordeiro; il danese Aagard; l’olandese Andriessen; gli spagnoli Yturralba e Camarero (quest’ultimo direttore del Centro de Calculo dell’Università di Madrid, uno dei centri più efficienti e impegnati). Molti di questi artisti erano presenti alla grande mostra «Arteonica» organizzata nel 1971, appunto da W. Cordeiro, a San Paolo, che può essere considerata come un punto d’arrivo per la messa in atto delle diverse tendenze e dei diversi apporti della computer art di tutto il mondo. Ebbene, chi osservi le opere esposte a San Paolo (come quelle che a suo tempo fecero parte della «Cybernetic Serendipity») noterà che una qualche analogia le contraddistingue: quella che potremmo definire un’«aria di famiglia». Pur nella varietà e nella complessità dei tracciati, pur nella perfezione delle composizioni, si nota quasi sempre l’assenza d’un elemento che è di solito caratteristico d’ogni opera d’arte: quell’elemento di disturbo che interviene a modificare, magari a contrastare, il naturale svolgersi d’un’operazione sino a un certo punto impeccabile e senza il quale sembra che l’opera non abbia la possibilità di costituirsi a organismo a sé stante e autonomo. È proprio questo elemento di disturbo, che invano cercheremmo di definire e di identificare (e che potremmo forse, secondo la vecchia definizione di Ruskin, riconoscere in una «perfezione geometrica organicamente trascesa»), a permetterci di trasformare il mero dato scientifico, geometrico, matematico in una entità vivente, dotata di autonomia creativa.

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