, curandone, da buona toscana, più il disegno che il colorito. "Amore campagnolo è un eccellente studio, pittoresco e psicologico a un tempo: è forse il
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- Guarda l'Assuntina come si spiccia, come fa trillare il fuso! Già, chi fa per sè, fa per tre, dice il proverbio. E.... a quando le nozze? - domandò
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, che radunava i polli, si fece animo e le disse: - Sposa, avreste per carità un cantuccio nella stalla per farci passar la notte a questa disgraziata? La
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consolarla e suo marito, il capoccia Tonio, addoloratissimo lui pure, la guardava triste e imbarazzato senza sapere a che santo votarsi. Poi, tutt'ad un
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L'Assuntina, figlia di altri contadini del vicinato, restava a bocca aperta a sentire i racconti della Virginia ed invidiava l'amica, che andava dai
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Tonio e la Santa intanto principiavano a pensare alla dote e al corredo per la Virginia, perchè ormai, se capitava una buona occasione, era tempo di
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commossa, così maravigliata che a stento poteva parlare. E quando l'Assuntina, che le faceva da Cicerone, chiacchierando e gestendo con tanta enfasi
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Ogni giorno i due giovani si vedevano come se si incontrassero per caso, ora restando sull'uscio delle camere a chiacchierare, dimentichi del tempo
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rimediarci? O prima o poi doveva pur ritornare a casa. Tutti brontolavano e Cencio pareva lì lì per mandare ogni cosa all'aria. A Pasqua ci si arrivava presto
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Le avevano detto e ripetuto tante volte, da che era nata, che aveva portato disgrazia, che avrebbe fatto meglio a morire appena venuta al mondo
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riuscirono a toglierlo di là: vi restò tutta la notte, e all'alba nel tornare al lavoro, lo trovarono intirizzito e che batteva i denti. - Bista, vi siete
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L'Annaccia . . . . . . . . . ˮ 61 Povera Sara . . . . . . . . . ˮ 87 A veglia . . . . . . . . . . ˮ 103 La citta di nessuno . . . . . . ˮ 135 Predestinata
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cos'era avvenuto in quell'anima semplice, mite, affettuosa, che ora ritrovava fredda, piena di reticenze e come spaventata dinanzi a lui? Vi era di
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? Per quaranta tarì! Massaru Turi non voleva passar per stupido: i quaranta tarì gli toccavano e li voleva e se non glieli davano, lui mandava a monte
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- Passa l'Annaccia! passa l'Annaccia! Era il grido pauroso che si sentiva di quando in quando a traverso la campagna, ripetuto da una casa all'altra
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La chiamavano la Gegia pizzicata, perchè aveva il viso butterato dal vaiolo; questo però non impediva che avesse il damo. Dovevano sposarsi a Pasqua
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allegra il ciel l'aiuta,, pensava lui e, con la Gegia, le cose sarebbero andate bene; e allora c' era andato a veglia. In paese invece dicevano che si
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sotto a questo usciva una specie di busto nettissimo, benchè rattoppato in più punti. Una mattina, col pretesto di dare dei dolci al bimbo, me le
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Il giorno dopo, aprendo la finestra della camera a pianterreno, m'accorsi di un insolito viavai, di un parlar concitato di molte donne, che parevano
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