Piccola collezione «Margherita» MATILDE SERAO DONNA PAOLA Disegni di A. TERZI incisioni del prof. ORLANDO
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JACK LA BOLINA (A. V. Verdi) MEMORIE LUOGOTENENTE DI VASCELLO Prezzo L. 3,50 ROMA ENRICO VOGHERA tipografo-editore
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. - Il castello fantasma. CESARE PASCARELLA. - Le memorie di uno smemorato - Con disegni dell'autore. Altri volumi di: L. PANZACCHI, G. FALDELLA, A
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. - Con disegni di A. Terzi. OGNI VOLUME L. I.
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Terzi. Incisioni in legno di A. Foli, E. Zaniboni, prof. E. Ballerini ed Orlando, ecc. OGNI VOLUME L. I.
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d'autunno; io correva nelle vie infangate, affrettandomi a una casa dove qualcuno che mi amava moriva. Correvo col capo chino sotto la pioggia
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; vestita di nero, portando al collo un ramo di corallo rosso. Questa volta non mi guardò. Tutto il mio essere sobbalzò a lei. Mentre si dirigeva
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accostavo a lui per seguire il fantasma. - Grazie - disse l'uomo trionfante. II fantasma sorrise dolcemente, ed io, che volevo urlare di dolore
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ricevuti, ai trasporti fittizii, ai baci inutili e fiacchi, agli entusiasmi posticci, a questa commedia piena di fango. Era per lei tutto. Per fare quello
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amo - Non dovete amarmi -mormorò lei senza scomporsi, seguitando a sorridere. - E perchè? - Perchè ho marito - ribattè ella, ma placidamente. E gli
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sovrastava alla terrazza della villa, una fila di lumi correva sino a Napoli; alta la solitudine, alto il silenzio. Le imposte del balcone che davano
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dovete almeno rispettarlo, dovete essergli fedeli e obbedienti, conservargli il vostro corpo e la vostra anima, anche a costo di morire di dolore. E
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Francesco II aveva dato la costituzione e quindi l'amnistia; gli emigrati napoletani, a cui l'esilio era duplice dolore, ritornavano, dopo dodici
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rustici. A Ventaroli arrivarono notizie vaghe, paurose: si avanzavano i Garibaldini, si avanzavano i Piemontesi, ma le truppe borboniche tenevano tutta la
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un supremo pericolo, andarono a dormire. Donna Cariclea si ritirò nella sua stanzuccia, che era proprio sopra l'arco del portone. Aveva appena appena
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Se non a tutti è concesso arrivare a queste altitudini operose di sogno, tutti possiamo, però, mettere in noi e attorno a noi, la poesia di un sogno
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, ogni mattina, ci dà un senso di smarrimento, come se ci misurassimo impotenti a trascorrere la nuova giornata. Ogni passo che noi facciamo, ci sembra
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, marito di Titania, marito tenero e dispettoso, malcontento che Titania si sia rifiutata a un suo lieve capriccio, decide di infliggerle una singolare
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: caratteri pieni di passione irrompente e, spesso, impacciati e taciturni: anime piene di poesia e, per lo più, inabili a esprimere quello che è la loro
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di questo romanzo dimenticato una di quelle acute e irrimediabili tristezze a cui neppure la indulgente e assolvente filosofia dell'autore osa trovare
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Eccovi una storia intima; storia non mia, ma d'un amico; storia tenue, stravagante ed arcana. Non credo di commettere nessuna indiscrezione, a
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col sommo delle dita, spiccate allora allora dal labbro; e via di corsa, preso il cappello a volo in anticamera, era in quattro salti sulla strada
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Geronimo Balbi conosceva questo frizzo del suo arguto genitore, e non provò nessun gusto a sentirselo ripetere dall'uomo contro cui era stato
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cosa avete, colleghi? - gridò il magnifico Gian Giacomo Imperiale, accorrendo a sua volta. - Niente, niente; si discorreva qui coll'amico Gian Luca
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. - Andare voi!... voi, a pregare, a supplicare, come un postulante d'impieghi in San Giorgio, o alla gabella dei Salumi! Oh dignità dei Balbi! - Signor padre
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La storia di Tribolino era finita. E qui Ascanio Denèa alzò gli occhi involontariamente a guardare il ritratto della marchesa Arduina. La bella
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del suo studio, senza mai mettere il naso fuori di là! Quando deve accamparsi, il buon generale studia il terreno intornò a sè, per saper bene dove si
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dev'essere errore. - Come? - esclamò il servitore, che incominciava anche lui a non internder più niente. - Non si cambia di casa? - Ma che? C'è tempo
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, diceva tra sè: eccoli, i miei roveti; qui ho lasciato un bioccolo di lana, qui a dirittura un pezzo di pelle. E rideva; un po' verde, alle volte, ma
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in ordine la casa; non doveva tardar troppo a riordinarsi la testa. Passeggiava, il signor Ascanio, passeggiava per i suoi stanzoni, colla superba
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inconvenienti. I saloni troppo vasti son freschi d'estate, quando l'uso vuole che si vada in campagna, a leticar coi mosconi e con le vespe; ma son gelati
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Quando fu ritornato a casa, il signor Ascanio guardò con aria di compassione i suoi stanzoni, i suoi cornicioni, i suoi stucchi. I mobili
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egli stava prendendo dal terzo palchetto una bracciata di Grevio o di Gronovio, e già si disponeva a muovere un piede dal quinto al quarto scalino
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sopraffare. - Amici noi? - esclamò. - Dacchè t'ho dato a balìa, non ho mai più avuto il piacere di vederti. - Senti! - ribattè l'omettino. - E son pure
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a stare nel vano di quella finestra, a guardare in quell'altra, donde gli apparve la figliuola di Bendinello Sauli. Tu la vedi ora dipinta in quel
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giovani? ecco una ragione di freddezza scambievole. O ci s'è visti e praticati troppo? eccone un'altra. S'arriva così fino a prender moglie, a far
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