La folla a poco a poco dirada.
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(Gérard, che è rimasto come impietrito a quella condanna, si scuote. – Vede Maddalena che lo implora cogli occhi, ed egli corre a lei per condurla a
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Mathieu con una scopa si mette a spazzare il locale che in breve diverrà Tribunale, per trasformarsi a sera in club.
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(Ed ecco a un tratto uscire alcune pastorelle che in vaghe pose si fanno intorno a Fléville che meravigliato le guarda.
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Il piccolo ometto impassibile e silenzioso si avvicina a Gérard e sta in piedi innanzi a lui attendendone gli ordini.
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(Allora da quella folla dorata erompe un urlo di sdegno. Fléville si scusa colla Contessa. – L’Abatino è rosso e si agita a gran gesti, furibondo
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(La Contessa si avvicina a Chénier.)
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(L’Incredibile si avvicina a Gérard.)
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(Il cittadino Cancelliere, il sinistro ometto, appare dalla porta del piccolo stanzino; muto sempre, impassibile, si avvicina a Gérard, gli pone
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È a lui che principalmente si rivolge il Maestro di Casa con piglio altezzoso, borioso ed ironico impartendo ordini. Dal giorno che Gérard fu
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La Sezione prima del Tribunale Rivoluzionario (Comitato di Salute pubblica). – Vasto stanzone a piano terreno ridotto per una metà (quella di
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Nel fondo: l’ex «Cours-la-Reine» che diagonalmente attraversa la scena, allargandosi a destra, restringendosi a sinistra, difeso dalla Senna, che gli
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(E passa altera, trionfante; la vera Legray guarda inconsciente la donna che va a morire per lei.
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silenzio. La sventurata donna si lascia cadere sulla panca. Il pubblico guarda indifferente. Maddalena spaventata si serra presso a Gérard
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La scena a destra: nel primo piano un altare dedicato a Marat, sopportante il suo busto, avanti al quale stanno appese collane di fiori appassiti
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Il cortile delle prigioni di San Lazzaro (ex convento di San Vincenzo di Paola ridotto a carcere).
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(Chénier pallidissimo guarda quella fanciulla e stendendo la mano verso di lei la costringe a ascoltarlo.)
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Mathieu si allontana rapidamente col biglietto, ruvidamente ributtando a spintoni la folla che gli è intorno.)
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(La carretta s’avvia. I gendarmi a cavallo le fanno largo. E il portone le si richiude dietro.
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(A un tratto dalle stanze superiori e contigue si sente il rumore dei fucili e delle sciabole dei gendarmi)
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(E I giurati rientrano. Il capo presenta a Dumas, per mezzo del Cancelliere, il verdetto. Il silenzio è sommo.)
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(Da via Delfino sbocca un carretto tutto a fronzoli e fiori, illuminato a palloncini: chi lo spinge è Parpignol)
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(Marcello si avvicina a sua volta al letto e se ne scosta atterrito; intanto entra Colline che depone del danaro sulla tavola presso a Musetta)
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febbraio; al di qua, a sinistra, un Cabaré ed il piccolo largo della barriera, a destra il boulevard d’Enfer; a sinistra quello di S.ᵗ Jacques.
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(guidato dalla voce di Mimì, Rodolfo finge di cercare mentre si avvicina ad essa: Mimì si china a terra e cerca a tastoni; Rodolfo colla sua mano
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Il Cabaré ha per insegna il quadro di Marcello «Il passaggio del Mar Rosso,» ma sotto invece a larghi caratteri vi è dipinto «Al porto di Marsiglia
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(siedono a tavola, fingendo d’essere ad un lauto pranzo)
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Ampia finestra dalla quale si scorge una distesa di tetti coperti di neve. A destra un camino. Una tavola, un letto, un armadio, quattro sedie, un
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(Musetta accorre col bicchiere dell’acqua e ne dà un sorso a Mimì)
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(Rodolfo e Mimì, a braccio, attraversano la folla avviati al negozio della modista)
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(tutti bevono. Benoit depone il bicchiere e si rivolge nuovamente a Marcello mostrandogli la carta)
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(Rodolfo scorge a terra il lume di Mimì e glie lo consegna senza far parola)
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A destra pure la imboccatura della via d’Enfer che mette in pieno Quartiere Latino.
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«Intelligente ed arguta, ribelle soprattutto a quanto sapesse di tirannia, non aveva che una regola: il capriccio».
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Così – se fu vita – vissero giorni lieti alternati a molti pessimi nella continua attesa del divorzio…».
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(Nel fondo, da via Vecchia Commedia, attraverso il crocicchio, passa un venditore di frutta secca, urlando a tutta gola)
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(Da via Delfino sbocca un carretto tutto a fronzoli e fiori, illuminato a palloncini; chi lo spinge è Parpignol.)
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(Mimì non potendo udire le parole, colto il momento opportuno, riesce a ripararsi dietro a un platano, avvicinandosi così ai due amici.)
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febbraio; al di qua, a sinistra, un Cabaret ed il piccolo largo della barriera, a destra il boulevard d’Enfer; a sinistra quello di Sᵗ. Jacques.
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(Marcello si avvicina a sua volta al letto e se ne scosta atterrito; intanto entra Colline che depone del danaro sulla tavola presso a Musetta.)
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(Guidato dalla voce di Mimì, Rodolfo finge di cercare mentre si avvicina ad essa: Mimì si china a terra e cerca a tastoni; Rodolfo colla sua mano
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Uscio nel mezzo, altro a sinistra.
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Il Cabaret ha per insegna il quadro di Marcello «Il passaggio del Mar Rosso», ma sotto invece, a larghi caratteri, vi è dipinto «Al porto di
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(Siedono a tavola, fingendo d’essere ad un lauto pranzo.)
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(Musetta accorre col bicchiere dell’acqua e ne dà un sorso a Mimì.)
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A destra, pure la imboccatura della via d’Enfer, che mette in pieno Quartiere Latino.
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(Rodolfo e Mimì, a braccio, attraversano la folla avviati al negozio della modista.)
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(Tutti bevono. Benoît depone il bicchiere e si rivolge a Marcello mostrandogli la carta.)
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Così – se fu vita – vissero giorni lieti alternati a molti pessimi nella continua attesa del divorzio…».
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«Intelligente ed arguta, ribelle soprattutto a quanto sapesse di tirannia, non aveva che una regola: il capriccio».
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