sporgenze ancora tese e tiepide per il corpo che avevano racchiuso, era caduto per terra accanto a due piccole pantofole di velluto. Sulla pettiniera
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brigantaggio, i reumi cronici che vi aveva buscato e che lo obbligavano a camminare di traverso erano suoi, niente altro che suoi — e nessuno se ne
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testolina ricciuta non v'era una sola dramma di cervello. A quindici anni Angelica parlava come parla un bambino di quattr'anni e rideva, rideva sempre
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: tornare a casa più che in fretta per riattaccare il sonno perduto. — Tornerò domattina per la fede di decesso. — Può dire stamattina, è già il tocco
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Le maschere uscivano a crocchi ed a coppie dal teatro; il veglione, quella notte, era animatissimo. Attraversando la piazza, sotto i fanali di luce
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La zia Severina entrò nella sua camera, spingendo l'uscio col piede perchè tutte e due le mani erano occupate a reggere il candeliere e i doni avuti
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e tosto le passò per la mente il gaio volto ridanciano di chi aveva scritti quei versi sul taccuino, dopo una cena di capodanno, a occhi lustri e
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dieci notti passate a quel modo non udì neppure. Un altro udì, l'Alto, l'Invisibile, che rispose al bambino : — Saluta tua madre, salutala lieve lieve
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Nel chiarore argenteo delle stelle che illuminavano da sole il paesaggio, il campanile si ergeva sul mucchio delle piccole case, a guisa di
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