Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Incomincio anche oggi dall'arrosto ... lo voglio mangiare  a  modo mio! Che buon odore! ... (Mangiando avidamente.) Fate
Che buon odore! ... (Mangiando avidamente.) Fate entrare  a  una a una le persone che vogliono udienza.
buon odore! ... (Mangiando avidamente.) Fate entrare a una  a  una le persone che vogliono udienza.
 a  Sua Maestà! Salute a Sua Maestà! (Si ode un prolungato
a Sua Maestà! Salute  a  Sua Maestà! (Si ode un prolungato squillo di tromba.)
avete fatto tanto male  a  tutti ... lasciatemi dire ... che nessuno, naturalmente,
lasciatemi dire ... che nessuno, naturalmente, può pensare  a  farvi un po' di bene. Per questo voi siete destinato a
a farvi un po' di bene. Per questo voi siete destinato  a  morire il giorno delle nozze della Reginotta! Però ... Però
Regina! Io, intanto, mangio la frutta. (Torna  a  sedersi a tavola, e sbuccia e mangia fichi, prugne, pere,
Regina! Io, intanto, mangio la frutta. (Torna a sedersi  a  tavola, e sbuccia e mangia fichi, prugne, pere, pesche,
non parla, le ripete:) Regina, raccontate ... (E si rimette  a  mangiare la frutta.)
 a  tal punto molte voci. Gli assembrati si levano come un sol
un sol uomo, e iportabandiere del giornalismo cominciano  a  sfilare dinanzi al padiglione. - Sai tu - chiede a Foscolo
a sfilare dinanzi al padiglione. - Sai tu - chiede  a  Foscolo l'Alfieri - a quanti ascendano i nuovi organi di
al padiglione. - Sai tu - chiede a Foscolo l'Alfieri -  a  quanti ascendano i nuovi organi di mistificazione che oggi
i nuovi organi di mistificazione che oggi si istituirono  a  Milano per la bisogna delle elezioni? ... - Da seicento ad
onta di tante circostanze  a  noi sfavorevoli. A Mentana, io ho veduto i mercenari
onta di tante circostanze a noi sfavorevoli.  A  Mentana, io ho veduto i mercenari fuggire colle baionette
ha brontolato anche oggi perché sono stato tutto il giorno  a  pescare; ma il peggio è che, avendo il vestito buono, ho
calzoni e una macchia di sugna alla giacchettina. Tornando  a  casa, verso le cinque, son salito su dall'usciolino di
su dall'usciolino di cucina, per cambiarmi il vestito.  A  pranzo mia sorella mi ha detto: - Giannino, anche oggi è
mi ha detto: - Giannino, anche oggi è venuto il maestro  a  fare il rapporto della tua assenza; se seguiti così, lo
lo dirò certamente al babbo... quando torna. - Domani andrò  a  scuola. - Meno male. E hai portato a casa un altro
torna. - Domani andrò a scuola. - Meno male. E hai portato  a  casa un altro serpente? - Ho risposto di no, che uno
all'impuro fuoco. Forse perdona, forse perdona il Signore  a  lui, non a te, mai.
fuoco. Forse perdona, forse perdona il Signore a lui, non  a  te, mai.
se vi rassegnerete  a  rinunziare di essere Re ... e a distribuire al popolo quel
se vi rassegnerete a rinunziare di essere Re ... e  a  distribuire al popolo quel che avete mangiato in tanti anni
l'alba.  A  poco a poco, dietro gli alberi, il cielo si schiarisce fino
l'alba. A poco  a  poco, dietro gli alberi, il cielo si schiarisce fino al
voglio farne l'esperimento  a  mie spese ... Ed ecco, dal dispiacere mi si è smosso di
dal dispiacere mi si è smosso di nuovo l'appetito! Anche  a  voi, è vero, Eccellenza?
(A tutti indicando il Reuccio e la Reginotta:) ono venuta  a  posta per loro! (Prende per mano il Re e la Regina, e li fa
giorno sono rana - il Reuccio e la Reginotta hanno impedito  a  quelle ... (indica le Cameriere) a quelle talpe, di
Reginotta hanno impedito a quelle ... (indica le Cameriere)  a  quelle talpe, di ammazzarmi a sassate!
... (indica le Cameriere) a quelle talpe, di ammazzarmi  a  sassate!
Re, il Reuccio e la Reginotta si precipitano riconoscenti  a  baciare le mani alla Fata.)
pochi giorni dopo, andò in camera  a  cercare il suo babbo (il quale si era corretto del
"Che ti ha fatto?" "Con la scusa che ho sbagliato  a  rispondere nell'Aritmetica, mi ha messo in penitenza ... "
carabinieri! ... " "Senti, babbo; io non voglio più andare  a  scuola." "Io farei come te. A che serve la scuola? La
io non voglio più andare a scuola." "Io farei come te.  A  che serve la scuola? La scuola non è altro che un supplizio
perché l'Aritmetica non vuole entrarmi nella testa! Sta'  a  vedere che un libero cittadino non è padrone di non saper
dovessero studiare! ... " "Pretensioni ridicole! Se viene  a  dirlo a me, non dubitare che lo servo io." "Dovresti andare
studiare! ... " "Pretensioni ridicole! Se viene a dirlo  a  me, non dubitare che lo servo io." "Dovresti andare a
dirlo a me, non dubitare che lo servo io." "Dovresti andare  a  trovarlo!" "Vi anderò sicuro: e gli dirò che i maestri
che i loro scolari sappiano la lezione ... ma obbligarli  a  studiare, no, no, mille volte no." "La volontà è libera, ne
ragioni! Che forse la parola venne data all'uomo, perché  a  scuola stesse zitto? Lascia fare a me: domani vado a
data all'uomo, perché a scuola stesse zitto? Lascia fare  a  me: domani vado a trovarlo, e gli dirò il fatto mio."
perché a scuola stesse zitto? Lascia fare a me: domani vado  a  trovarlo, e gli dirò il fatto mio."
la più agognata per il nostro Gigino era il cappello  a  tuba. Un giorno, sfogandosi con la Veronica, la cameriera
la Veronica, la cameriera che per il solito lo accompagnava  a  spasso, arrivò fino a dire: "Credilo, Veronica, per un
che per il solito lo accompagnava a spasso, arrivò fino  a  dire: "Credilo, Veronica, per un cappello a tuba darei
arrivò fino a dire: "Credilo, Veronica, per un cappello  a  tuba darei tutti i miei libri di scuola." "O perché non se
"E perché ridi?" domandò Gigino impermalito. "Rido, perché  a  vedere un ragazzo, come lei, col cappello a tuba, mi
"Rido, perché a vedere un ragazzo, come lei, col cappello  a  tuba, mi parrebbe di vedere un fungo porcino." "Povera
ti compatisco ... " "La mi compatisca quanto la vuole, ma  a  me i ragazzi vestiti da ominini grandi mi somigliano tante
via di sotterfugio; e ritiratosi nella sua camera, si pose  a  spazzolarlo e a strigliarlo, come se fosse stato un
e ritiratosi nella sua camera, si pose a spazzolarlo e  a  strigliarlo, come se fosse stato un cavallo. Quel povero
povero cappello in alcuni punti era diventato bianchiccio  a  cagione del pelo andato via: ma Gigino, senza perdersi
del naso. Gigino non se ne dette per inteso: e andandosi  a  guardare nello specchio, cominciò a dire gongolando dalla
per inteso: e andandosi a guardare nello specchio, cominciò  a  dire gongolando dalla gioia: "Ecco qui ... non sono più il
mi riconoscerebbe! ... Bisogna convenire che il cappello  a  tuba è quello che fa parere uomini ... Se gli uomini
... E il maestro? ... Scommetto che, se andassi  a  scuola con questo cappello, anche il maestro avrebbe un po'
delle botteghe." "Che mi credi un ragazzo?" E senza stare  a  dir altro, Gigino ritornò in camera; e dopo due minuti era
mezzo alla strada, con in testa il suo bellissimo cappello  a  tuba, ritinto a nuovo. La gente si voltava a guardarlo, e
con in testa il suo bellissimo cappello a tuba, ritinto  a  nuovo. La gente si voltava a guardarlo, e rideva: ma lui si
cappello a tuba, ritinto a nuovo. La gente si voltava  a  guardarlo, e rideva: ma lui si pavoneggiava ed era contento
Gigino incontrò due monelli di strada, che incominciarono  a  girargli d'intorno e a fargli delle grandi riverenze e dei
di strada, che incominciarono a girargli d'intorno e  a  fargli delle grandi riverenze e dei grandi salamelecchi,
con quanto fiato avevano in gola: "Sor Dottore, buon giorno  a  lei! ... Ben arrivato sor Dottore!" Altri monelli
cosa per aver le ali come un uccello e tornarsene volando  a  casa dalla sua mamma, si provò più volte a farsi largo e a
volando a casa dalla sua mamma, si provò più volte  a  farsi largo e a svignarsela, ma i monelli, riunitisi in
a casa dalla sua mamma, si provò più volte a farsi largo e  a  svignarsela, ma i monelli, riunitisi in cerchio, gli
gridò piangendo. "Io vado per i fatti miei, e non do noia  a  nessuno ... e non voglio che nessuno dia noia a me ... "
non do noia a nessuno ... e non voglio che nessuno dia noia  a  me ... " "Bravo Cappellone, urlò un ragazzaccio, più
testa. Figuratevi lo scoppio delle risate! Appena tornato  a  casa, il nostro amico si chiuse in camera per bagnarsi con
fresca un bel graffio sul naso, raccapezzato in mezzo  a  quel gran parapiglia.
una Strega mi ha detto: Se vuoi campare fino  a  cento anni devi chiedere al Re una porzione di capretto ...
porzione di capretto ... Maestà, Maestà fatemi campare fino  a  cento anni!
un paio di mesi da vere talpe! (Le Cameriere cominciano  a  rattrappirsi, e, trasformate in grosse talpe, si dànno a
a rattrappirsi, e, trasformate in grosse talpe, si dànno  a  scavarsi le tane.)
porta era dedicata  a  Venere, forse per l'amenità e piacevolezza del luogo. Era
già chiamata Vercellina, perchè da essa si va direttamente  a  Vercelli; indi Magenta in memoria della battaglia
in quel borgo il 4 giugno 1859, che portò la libertà  a  Milano. _ Dalla porta stessa entrò nel 1805 Napoleone I,
_ Dalla porta stessa entrò nel 1805 Napoleone I, che veniva  a  Milano a cingere la celebre corona ferrea. Nella casa al
stessa entrò nel 1805 Napoleone I, che veniva a Milano  a  cingere la celebre corona ferrea. Nella casa al numero 9,
terribile prova della lontananza e dell'isolamento, tornava  a  Milano più innamorato che mai, coll'anima piena di
principali città dell'Unione, soffermandosi di preferenza  a  Berlino, a Pietroburgo, a Parigi, a Pest, dove era stato
città dell'Unione, soffermandosi di preferenza a Berlino,  a  Pietroburgo, a Parigi, a Pest, dove era stato chiamato per
soffermandosi di preferenza a Berlino, a Pietroburgo,  a  Parigi, a Pest, dove era stato chiamato per dirigervi i
di preferenza a Berlino, a Pietroburgo, a Parigi,  a  Pest, dove era stato chiamato per dirigervi i suoi
Unione alla classe dei nullabbienti. Era venuto da Pest  a  Parigi colla ferrovia a pressione atmosferica; da Parigi a
nullabbienti. Era venuto da Pest a Parigi colla ferrovia  a  pressione atmosferica; da Parigi a Saint Jean de Maurienne
a Parigi colla ferrovia a pressione atmosferica; da Parigi  a  Saint Jean de Maurienne colla Messaggeria pneumatica dei
munizione, fuggire davanti ai nostri giovani militi.  A  Mentana, per un’ora, i volontari hanno potuto passeggiare
del campo di battaglia sopra mucchi di cadaveri nemici. Ma  a  Mentana dopo l’eroismo di tanti prodi caduti e mutilati sul
e quella voce ebbe colore di un fatto positivo talché  a  me stesso fu assicurato da gente che veritiera mi sembrava,
coll’aggiungervi: «gli ho veduti». Maledizione! Fino  a  che punto può giungere la perversità umana! e quale lezione
Ricordiamola questa recente storia: poi ditemi come si fa  a  non intingere la penna nel fiele, a non temperarla col
poi ditemi come si fa a non intingere la penna nel fiele,  a  non temperarla col pugnale!
portanti le note giornaliere dal dieci settembre fino  a  questo giorno, e riferire l'itinerario di ciascun
di chimica onde sia ponderata e decomposta. - Numero sette:  a  voi quest'altro cartone! fate l'inventario dei mobili,
dall'alto del suo pulpito, non cessava di impartire ordini  a  questi e a quelli. I suoi occhi grigi mandavano faville. In
del suo pulpito, non cessava di impartire ordini a questi e  a  quelli. I suoi occhi grigi mandavano faville. In termine di
i vostri duecento magnetizzatori hanno durato molta fatica  a  trattenere la nave per dieci minuti, vuol dire che abbiamo
navi volanti ne abbiamo trovato una perfettamente identica  a  questa ... Lo stesso disegno ... la stessa forza ... lo
non c'è dubbio ... Ah! ah! ... Questa nave fu fabbricata  a  Rio Janeiro dagli industriali Thompson e Stefany ... tre
tre anni sono, e fu venduta al Primate Michelet, il quale  a  sua volta la cedette al Bonafous pel servizio della retta
la cedettero ai Calzado, fabbricatori di carte da giuoco  a  Madrid, poi ... poi ... Dacché i Calzado vennero sfrattati
fu riveduta e segnalata da parecchi aereoscopi, dapprima  a  Torino, poi a Napoli, quindi a Parigi, più tardi a
e segnalata da parecchi aereoscopi, dapprima a Torino, poi  a  Napoli, quindi a Parigi, più tardi a Pietroburgo, a
aereoscopi, dapprima a Torino, poi a Napoli, quindi  a  Parigi, più tardi a Pietroburgo, a Berlino, a Lucerna.
dapprima a Torino, poi a Napoli, quindi a Parigi, più tardi  a  Pietroburgo, a Berlino, a Lucerna. Confrontiamo le date di
poi a Napoli, quindi a Parigi, più tardi a Pietroburgo,  a  Berlino, a Lucerna. Confrontiamo le date di queste
quindi a Parigi, più tardi a Pietroburgo, a Berlino,  a  Lucerna. Confrontiamo le date di queste apparizioni colla
Ci siamo ... ! Ecco ... ! Sta bene! ... L'avrei indovinato;  a  Torino una sorpresa notturna alle guardie del tesoro reale;
Torino una sorpresa notturna alle guardie del tesoro reale;  a  Napoli una sottrazione di monete antiche al pubblico Museo;
Napoli una sottrazione di monete antiche al pubblico Museo;  a  Parigi vincite considerevoli al maccao per parte di un
vincite considerevoli al maccao per parte di un truffatore;  a  Pietroburgo, a Vienna, a Lucerna altri fatti dell'egual
al maccao per parte di un truffatore; a Pietroburgo,  a  Vienna, a Lucerna altri fatti dell'egual genere ...
maccao per parte di un truffatore; a Pietroburgo, a Vienna,  a  Lucerna altri fatti dell'egual genere ... Dapertutto,
notti consecutive fece delle ascensioni fuori di torno,  a  fanali spenti. Eh! di là! Numero quattordici! conducetemi
... E noi lo conosceremo ... perdio! E s'io riesco  a  pigliar in mano un filo della matassa ... giuro districarla
un lungo viaggio! ... Il Torresani accennò col dito  a  diversi subalterni, i quali immediatamente gli si fecero
domando se anche ai tempi dell'inquisizione s'è mai pensato  a  infliggere un si terribile supplizio a un povero innocente.
s'è mai pensato a infliggere un si terribile supplizio  a  un povero innocente. Ma tutto ha un limite, e io comincio a
a un povero innocente. Ma tutto ha un limite, e io comincio  a  ribellarmi a questa indegna persecuzione. Un'ora fa sono
Ma tutto ha un limite, e io comincio a ribellarmi  a  questa indegna persecuzione. Un'ora fa sono entrato in
e ho messo una manciata di sale nella cazzeruola dove era  a  cuocere lo stufato. Il bello è che oggi c'è a pranzo anche
dove era a cuocere lo stufato. Il bello è che oggi c'è  a  pranzo anche l'avvocato Maralli! Meglio così: io in camera
con tutto quel sale, e sceso al pianterreno sono andato  a  far capolino all'uscio della stanza da desinare. È stato
momento ha messo in bocca un pezzo di stufato e s'è messo  a  tossire e a sbuffare come se avesse ingoiato un mulino a
messo in bocca un pezzo di stufato e s'è messo a tossire e  a  sbuffare come se avesse ingoiato un mulino a vento. Tutti
a tossire e a sbuffare come se avesse ingoiato un mulino  a  vento. Tutti si son messi a dire: - Che è? Che cos'è stato?
se avesse ingoiato un mulino a vento. Tutti si son messi  a  dire: - Che è? Che cos'è stato? - Ah!... Assaggiatelo!... -
generale di tosse e starnuti e tutti hanno incominciato  a  urlare: - Caterina! Caterina! - Io non ne potevo più dal
alle sei di mattina, in carrozza... Credono di farla  a  me, ma io starò all'erta!
ma quella fu proprio una disgrazia. Ero con Carluccio  a  giocare a palla in quella stanza, con l'uscio chiuso,
fu proprio una disgrazia. Ero con Carluccio a giocare  a  palla in quella stanza, con l'uscio chiuso, perché Virginia
di mia sorella, per vedere se rimbalzava di più, andava  a  colpire lo specchio sul cassettone, che, com'è naturale, si
una bottiglia d'acqua di Colonia. Allora pensammo di andare  a  giocare in giardino; ma ecco che dopo pochi minuti comincia
giocare in giardino; ma ecco che dopo pochi minuti comincia  a  pioviscolare. Fummo costretti a rifugiarci in soffitta e
dopo pochi minuti comincia a pioviscolare. Fummo costretti  a  rifugiarci in soffitta e rovistare tutte quelle antichità.
e rovistare tutte quelle antichità. Quando più tardi andai  a  pranzo, mi misi addosso una vecchia zimarra del nonno, che
 A  Domenico Oliva questo lavoro è fraternamente dedicato L.Z.
dedicato L.Z. L.Z.Dopo Roberta, romanzo pubblicato nel 1897  a  Milano ed oggi esaurito, io mi son taciuto circa
eran per darmi qualche ricompensa. Chiamato da Firenze  a  Modena per fondare e dirigere un giornale politico
quei di Modena conoscon bene ed ancor oggi rammentano. Solo  a  Roma, nell'autunno del 1900 potei riprendere e condurre a
a Roma, nell'autunno del 1900 potei riprendere e condurre  a  termine il presente lavoro e pubblicarlo dapprima in
è uno scrigno chiuso, e nulla vieta, anzi tutto concorre  a  far credere che i più inestimabili tesori vi sian
dei miei lavori letterarii, e la critica giungerà presto  a  confortare questa mia spontanea e sincera dichiarazione.
ai miei sonni quieti: forse, ripubblicandola e ritoccandola  a  mano a mano che se ne esaurivan le edizioni, mi sarebbe
sonni quieti: forse, ripubblicandola e ritoccandola a mano  a  mano che se ne esaurivan le edizioni, mi sarebbe stato
di autore sdegnoso e superbo, capace e nolente. Ma perché?  A  dispetto dei molti disinganni dei quali l'Arte e l'Italia
non sempre l'articolo pel giornale e la novella giovano  a  estrinsecare interamente un pensiero, ho lavorato con
con fiducia, forse con l'incoscienza di tutti gli artisti,  a  questo romanzo, e temo che presto mi metterò a un altro. Nè
gli artisti, a questo romanzo, e temo che presto mi metterò  a  un altro. Nè so, veramente, ciò che io ne attenda, se non
del mondo, se fossero ben diretti, marinari non secondi  a  nessuno? E tutti questi vantaggi, tutti questi favori della
di organizzare un esercito nazionale che potrebbe stare  a  fronte dei primi eserciti del mondo si contenta,
eserciti del mondo si contenta, agglomerando carabinieri,  a  guardie di sicurezza e di finanza di ridurre l’arte di
di sicurezza e di finanza di ridurre l’arte di governo  a  sprecare il denaro della nazione in spaventose spese
al punto da far compassione per non volerla mettere in mano  a  gente onesta e capace. E Marina ed Esercito se ne udite gli
ed Esercito se ne udite gli ufficiali: non sono capaci  a  far la guerra a chicchessia e solo si adoprano a reprimere
se ne udite gli ufficiali: non sono capaci a far la guerra  a  chicchessia e solo si adoprano a reprimere le aspirazioni
capaci a far la guerra a chicchessia e solo si adoprano  a  reprimere le aspirazioni nazionali, ad appoggiare gli atti
ancora di un prigioniero che ignoti nemici trascinano  a  una misteriosa destinazione. Sperò di trovare il signor
della Scala, dove convengono la sera gli uomini d'affari  a  consultare gli ultimi telegrammi di borsa, e incontrò per
mal vestito che da qualche tempo veniva nello studio  a  discorrere in gran segretezza col padrone. Il pignoratario
col padrone. Il pignoratario lo chiamò e cominciò  a  fargli un gran discorso a proposito del Mornigani e d'una
pignoratario lo chiamò e cominciò a fargli un gran discorso  a  proposito del Mornigani e d'una villa sul lago di Como...
villa sul lago di Como... ma Ferruccio non aveva il capo  a  queste cose. Lo piantò, traversò di nuovo la piazza della
approfittando delle prime giornate di primavera, uscivano  a  passeggiare in mezzo allo splendore delle loro belle
il suo riposo. Ferruccio traversò la piazza del Duomo quasi  a  corsa. In tre minuti fu in via Torino a chiedere del
del Duomo quasi a corsa. In tre minuti fu in via Torino  a  chiedere del principale. "Lui non c'è," disse la portinaia
"C'è la signora?" domandò esitando. "Lei sì, ma non so se  a  quest'ora può ricevere. Provi." Il ragazzo cominciò a
so se a quest'ora può ricevere. Provi." Il ragazzo cominciò  a  montare le scale a due gradini per volta. Arabella non era
ricevere. Provi." Il ragazzo cominciò a montare le scale  a  due gradini per volta. Arabella non era una conoscenza
delle monache, quando veniva in casa sua in Carrobbio  a  portare il pane e il latte della colazione. Ma la signora,
la prima volta, quando presso le feste di Natale venne  a  raccomandare la povera Stella. Incontratisi, avevano
e di morti o per meglio dire parlò lei, perché in quanto  a  lui, preso dalla soggezione e dal rispetto per la bella
e nossignora. La padroncina aveva promesso di raccomandarlo  a  suo suocero e forse Ferruccio dovette a lei se il
di raccomandarlo a suo suocero e forse Ferruccio dovette  a  lei se il principale gli aumentò lo stipendio alla fine
della bellezza e della bontà della sposina, poi  a  un tratto cessò di parlarne e non la nominò più come se
che il discorso cadeva naturalmente o era condotto da altri  a  nominare la signora Arabella, il ragazzo (e a vent'anni
da altri a nominare la signora Arabella, il ragazzo (e  a  vent'anni egli si sentiva un vero ragazzo) procurava di
come fanno certi timorati di Dio, quando sono costretti  a  guardare in faccia a una bella creatura. Da solo a solo,
timorati di Dio, quando sono costretti a guardare in faccia  a  una bella creatura. Da solo a solo, specialmente di notte,
a guardare in faccia a una bella creatura. Da solo  a  solo, specialmente di notte, quando si svegliava in mezzo a
a solo, specialmente di notte, quando si svegliava in mezzo  a  un sogno lusinghiero, si compiaceva di contemplarla nel
sogno lusinghiero, si compiaceva di contemplarla nel buio,  a  occhi aperti. Capiva che era una sciocchezza, una baia, un
tiene sopra un povero altare di campagna: finché si abituò  a  riporre la bella visione tra le squallide idee della sua
pagine della sua Filotea una splendida immagine di pizzo  a  fondo d'oro, a cui dava ogni tanto un'occhiata per far
sua Filotea una splendida immagine di pizzo a fondo d'oro,  a  cui dava ogni tanto un'occhiata per far belli gli occhi.
godeva insomma castamente di un bene, che non rubava  a  nessuno, e che nessuno gli poteva rubare, perché veniva
Questo primo fuoco del giovine commesso si sarebbe spento  a  poco a poco da sé, divorato da qualche altro fuoco più
primo fuoco del giovine commesso si sarebbe spento a poco  a  poco da sé, divorato da qualche altro fuoco più naturale,
alla famiglia Maccagno non avesse trascinato anche lui  a  dividere le ansie e i patimenti della poverina. Gli
non fece che ribadire e dare consistenza di patimento  a  un sentimento, a cui non aveva ancora trovato un nome. Fu
ribadire e dare consistenza di patimento a un sentimento,  a  cui non aveva ancora trovato un nome. Fu questo patimento
trovato un nome. Fu questo patimento che, traboccando  a  suo dispetto, gli trasse un fiume di lagrime il giorno che
gli trasse un fiume di lagrime il giorno che aiutò  a  portare la povera signora svenuta su per le scale. Fu
Cascine in cerca della signora Beatrice e che lo persuase  a  rimanere in una casa, dove ormai capiva di non aver più
Così il male, come la macchia d'olio, dilatandosi, usciva  a  deturpare le anime più innocenti. Era orribile il pensiero
suo padre dovesse andare in prigione! Ed egli aveva fino  a  ieri mangiato il pane di questo prepotente! Non capiva
alla signora Arabella." "Una disgrazia? venga avanti, vado  a  vedere se è ancora su. Di solito si ritira presto." La
il giovane nel salotto da pranzo, collocò una lampada  a  globo di vetro sul caminetto e andò ad avvertire la
tutte le forze della sua vita. Si pentiva d'essere venuto  a  confessare la sue vergogne alla signora, come se temesse di
che non si sarebbe mosso di lì, prima d'aver parlato  a  lei, la sola in cui c'era a sperare qualche cosa di bene. E
di lì, prima d'aver parlato a lei, la sola in cui c'era  a  sperare qualche cosa di bene. E stava così assorto, le mani
 a  terra presso la porta.
Quella mattina, dunque, appena Cecchino Bellucci venne  a  sedermi accanto in scuola, lo trattai di vigliacco perché
mi spiegò che in questi giorni essendo i suoi genitori  a  Napoli per la malattia di suo nonno, che sarebbe il babbo
accolto in casa del suo zio Gaspero il quale lo mandava  a  prendere a scuola tutti i giorni con l'automobile per lo
in casa del suo zio Gaspero il quale lo mandava a prendere  a  scuola tutti i giorni con l'automobile per lo scioffèr, e
per lo scioffèr, e che perciò non poteva trovarsi  a  solo a solo con me, almeno per un certo tempo. Dietro
per lo scioffèr, e che perciò non poteva trovarsi a solo  a  solo con me, almeno per un certo tempo. Dietro queste
tempo. Dietro queste spiegazioni mi calmai, e ci mettemmo  a  discorrere dell'automobile che è una cosa che mi interessa
pareva impossibile che lasciassero l'automobile nelle mani  a  un ragazzetto come Cecchino Bellucci. E siccome glielo
Detto fatto, una mezz'oretta prima dell'uscita cominciai  a  dimenarmi sulla panca, finché il professor Muscolo i disse:
il corpo, - risposi. - Non ne posso più... - Allora vada  a  casa... tanto c'è poco all'uscita. - E io, come s'era
Lo scioffèr discese, e quando fu entrato nella Banca,  a  un cenno di Cecchino, montai su e mi misi a sedere accanto
nella Banca, a un cenno di Cecchino, montai su e mi misi  a  sedere accanto a lui. - Ora vedrai se so mandarla anche da
un cenno di Cecchino, montai su e mi misi a sedere accanto  a  lui. - Ora vedrai se so mandarla anche da me, - mi disse. -
di gran carriera. Io lì per lì mi divertii molto e mi misi  a  sonar la tromba a tutt'andare ed era un ridere a veder
Io lì per lì mi divertii molto e mi misi a sonar la tromba  a  tutt'andare ed era un ridere a veder tutta la gente
e mi misi a sonar la tromba a tutt'andare ed era un ridere  a  veder tutta la gente sgambettar di qua e di là per
velocità vertiginosa, tanto che non si respirava. Cecchino  a  un tratto lasciò il manubrio e si abbandonò sul sedile,
come un cencio lavato. Dio mio, che momento! Solamente  a  ripensarci, mi sento rizzare i capelli sulla testa.
come una saetta, urlò con una voce formidabile che arrivò  a  coprire il rumore dell'automobile: - L'osso del collo!... -
rotte altre ossa non meno utili. Io ricordo appena che  a  un certo punto vidi dinanzi a me sorgere a un tratto dalla
utili. Io ricordo appena che a un certo punto vidi dinanzi  a  me sorgere a un tratto dalla terra come un grande fantasma
appena che a un certo punto vidi dinanzi a me sorgere  a  un tratto dalla terra come un grande fantasma bianco che si
sull'automobile... e poi più nulla. Dopo ho saputo che  a  una svoltata della strada eravamo andati contro una casa,
del Bellucci con un'altra automobile, che era corso  a  prendere a nolo appena si era accorto della nostra fuga, e
Bellucci con un'altra automobile, che era corso a prendere  a  nolo appena si era accorto della nostra fuga, e ci
nostra fuga, e ci trasportò tutti e due all'ospedale dove  a  Cecchino ingessarono la gamba destra e a me il braccio
all'ospedale dove a Cecchino ingessarono la gamba destra e  a  me il braccio sinistro. Io non mi potevo muovere, e
Io non mi potevo muovere, e dovettero accompagnarmi  a  casa in lettiga. Certo è stato un brutto azzardo, e i miei
è stata anche una bella soddisfazione per me il raccontare  a  tutti quelli che son venuti a farmi visita questa mia
per me il raccontare a tutti quelli che son venuti  a  farmi visita questa mia avventura: descrivendo la nostra
descrivendo la nostra corsa vertiginosa che faceva ripetere  a  ciascuno: - È stata una vera e propria corsa alla morte,
e propria corsa alla morte, come quella di Parigi! E oltre  a  questo, ho la soddisfazione di aver vinto a quello sballone
Parigi! E oltre a questo, ho la soddisfazione di aver vinto  a  quello sballone di Cecchino Bellucci dieci pennini nuovi e
qui! Via le bestie immonde! E alzatosi furibondo cominciò  a  malmenare, a percuotere le figlie, a spingerle, a
bestie immonde! E alzatosi furibondo cominciò a malmenare,  a  percuotere le figlie, a spingerle, a inseguirle attraverso
furibondo cominciò a malmenare, a percuotere le figlie,  a  spingerle, a inseguirle attraverso le sale, i giardini, i
cominciò a malmenare, a percuotere le figlie, a spingerle,  a  inseguirle attraverso le sale, i giardini, i cortili, fino
chiamandole coi nomi delle figlie; poi le condusse  a  palazzo, le fece salire a mensa, sui seggi delle tre
delle figlie; poi le condusse a palazzo, le fece salire  a  mensa, sui seggi delle tre Principesse: - Chiaretta,
dentro? E le baciava amorosamente. Tutta la Corte, seduta  a  mensa, rideva. Il Re aggrottò le ciglia. - Perché si ride?
in prigione, nei sotterranei delle torri. E riprese  a  baciare le tre bestie che grugnivano. La Corte rideva. -
cameriste. Il re le voleva vicine sempre, le accompagnava  a  passeggio, a mensa, a Corte, alle danze, ai ricevimenti. E
Il re le voleva vicine sempre, le accompagnava a passeggio,  a  mensa, a Corte, alle danze, ai ricevimenti. E ovunque le
voleva vicine sempre, le accompagnava a passeggio, a mensa,  a  Corte, alle danze, ai ricevimenti. E ovunque le tre scrofe
sono stato  a  girare col cavalier Metello che è un signore amico dì
la storia d'ogni monumento dall'a alla zeta. Mi ha portato  a  vedere il Colosseo che anticamente era un anfiteatro dove
schiavi con le bestie feroci, e le matrone si divertivano  a  veder mangiare i cristiani vivi. Com'è bella Roma per uno
sono stato iersera con mia sorella! Stamani andiamo con lei  a  fare una passeggiata a Ponte Molle. * * * Torno ora da
mia sorella! Stamani andiamo con lei a fare una passeggiata  a  Ponte Molle. * * * Torno ora da Ponte Molle, dove sono
Molle, ma lei non lo sapeva, e allora ci siamo rivolti  a  un uomo di lì il quale ha detto: - Si chiama Ponte Molle
Molle perché è sul Tevere che è sempre molle, ossia bagnato  a  questo modo, e non è come tanti altri fiumi che appena vien
poco fa per fissar la passeggiata di domani, si è messo  a  ridere a crepapelle, e poi, ritornato serio, ha detto: -
fa per fissar la passeggiata di domani, si è messo a ridere  a  crepapelle, e poi, ritornato serio, ha detto: - Questo
Molvius e anche Mulvius e v'è pure chi lo chiamava Milvius,  a  il nome che ha ora è forse una corruzione dell'antica
di sapere la storia romana come la sa lui; ma in quanto  a  me, dico la verità, mi persuadeva più la spiegazione che mi
che da tanto tempo mi vedo scappare davanti agli occhi.  A  casa non ci siamo che io, Virginia e Caterina. I miei
Virginia e Caterina. I miei genitori con Ada sono andati  a  passare una settimana da Luisa. La mamma è partita, dicendo
promettendole che sarò buono, che anderò tutti i giorni  a  scuola, che ritornerò a casa appena finite le lezioni, e
buono, che anderò tutti i giorni a scuola, che ritornerò  a  casa appena finite le lezioni, e obbedirò a mia sorella;
che ritornerò a casa appena finite le lezioni, e obbedirò  a  mia sorella; insomma sarò un ragazzo modello. Voglio
Voglio invocare tutti i santi del Paradiso che mi aiutino  a  cacciare le cattive tentazioni. Caterina dice che tutto sta
cacciare le cattive tentazioni. Caterina dice che tutto sta  a  cominciare; che non è poi una cosa tanto difficile esser
buoni per una settimana sola: basta volere. Non so come fa  a  sapere queste cose, lei che non è stata mai un ragazzo. Ma
per aver finalmente una bicicletta, credo che potrò fare  a  meno di gettare i sassi dietro i cani per la strada, e
crederei, Beatissimo Padre, che  a  rimunerare in qualche modo la fede ardente del sig. Duca,
sig. Duca, V. S. dovesse avere la benignità di conferire o  a  lui, o a suo fratello Don Rodrigo canonico della cattedrale
V. S. dovesse avere la benignità di conferire o a lui, o  a  suo fratello Don Rodrigo canonico della cattedrale di
il suo nome perché gli eretici Albigesi tremino da capo  a  piedi. Il suo costume è di andare per le corte spacciando
più arrabbiati. Quanti gliene capitano nelle mani costringe  a  professare la nostra fede con la formola ingiunta da V. S.
furono alla distanza di quattrocento metri si voltarono  a  guardare, e videro Leoncino, presso la macchia, che tirava
e videro Leoncino, presso la macchia, che tirava bastonate  a  destra e sinistra, urlando come un tacchino spaventato.
il valoroso caporale, appoggiatosi il bastone sulla spalla  a  uso fucile, tutto glorioso e trionfante tornò indietro a
a uso fucile, tutto glorioso e trionfante tornò indietro  a  raggiungere i suoi compagni, i quali gli si affollarono
dintorno, ansiosi di domandargli: "Dunque? Come è andata  a  finire?". "Bene." "Ti ha graffiato? ti ha morso?" "Si è
"Ti ha graffiato? ti ha morso?" "Si è provata due volte  a  prendermi il bastone coi denti per inghiottirlo." "L'hai
ma è fuggita in uno stato da far pietà ... se campa fino  a  domani è un miracolo." A questo racconto, i cinque ragazzi
da far pietà ... se campa fino a domani è un miracolo."  A  questo racconto, i cinque ragazzi si erano tanto
Arnolfo volle dargli perfino un gran bacio. Arrivati  a  casa, come è facile immaginarselo, andarono di corsa dal
gran prova di coraggio che aveva dato Leoncino, combattendo  a  corpo a corpo con una terribile volpe che pareva un leone.
di coraggio che aveva dato Leoncino, combattendo a corpo  a  corpo con una terribile volpe che pareva un leone.
macchia di Tentennino ... " "Dove?", gridarono i ragazzi  a  una voce. "Nella macchia di Tentennino? ... " E nel dir
... Se sapessi chi s'è preso il divertimento di bastonarla  a  questo modo, pover'a lui! ... " Leoncino, che aveva le
in pelle in pelle, uscì di corsa dalla stanza e andò  a  rinchiudersi in camera. Venuta la sera, disse allo zio che
Venuta la sera, disse allo zio che voleva tornarsene subito  a  casa sua, dal suo babbo e dalla sua mamma. Lo zio
suo babbo e dalla sua mamma. Lo zio Giandomenico si provò  a  sconsigliarlo e a farlo restare ancora per qualche giorno:
sua mamma. Lo zio Giandomenico si provò a sconsigliarlo e  a  farlo restare ancora per qualche giorno: ma non ci fu
ma intanto gli bisbigliarono in un orecchio: "Continua  a  combattere con le volpi impagliate: ma ricordati qualche
 A  quell'epoca - parlo del 1977 - l'Unione Europea
o tornava dalla scuola, aveva preso il vizio di fermarsi  a  tutte le cantonate per leggere i cartelli dei teatri.
tutta da ridere , allora Cesarino cominciava subito  a  spappolarsi dalle risa, tale e quale come se si fosse
il nostro Cesare non ebbe più bene di sé. Nel tornare  a  casa, andava fantasticando: "Se quelle cento lire le
essere sgobboni ... Qui basta avere un po' di genio!  A  buon conto, non bisogna dir nulla a nessuno; specialmente
avere un po' di genio! A buon conto, non bisogna dir nulla  a  nessuno; specialmente a' miei fratelli. Guai se Orazio e
fatto?" "Nulla ... Ho detto così per ischerzo." "Eppure,  a  vederti in viso, si direbbe ... " "Nulla, ti ripeto, nulla.
si direbbe ... " "Nulla, ti ripeto, nulla. Se fossi matto  a  confidarmi con te! ... " "Hai forse qualche segreto?"
Se te lo dicessi, saresti capacissimo di andarlo subito  a  raccontare alla mamma. La mascherata la farò ... oramai ho
"Quella per andare domenica al teatro Pagliano,  a  vincere il premio ... " "E il premio sarebbe?" "Cento lire
lire alla più bella maschera della serata. Non lo dire  a  nessuno ... ma la più bella maschera sarò io ... capisci?
anch'io ... " "Ma zitto, per carità: e non dir nulla  a  nessuno: specialmente a Pierino, che anderebbe subito a
zitto, per carità: e non dir nulla a nessuno: specialmente  a  Pierino, che anderebbe subito a rifischiarlo alla mamma."
a nessuno: specialmente a Pierino, che anderebbe subito  a  rifischiarlo alla mamma." "Ti pare che voglia dirlo a
a rifischiarlo alla mamma." "Ti pare che voglia dirlo  a  Pierino? Piuttosto mi taglierei la lingua ... Eccolo! ... è
gridò strillando come una calandra: "Ditemi, ragazzi, si fa  a  mosca-cieca?". "Abbiamo altro per la testa", rispose
"Abbiamo altro per la testa", rispose Cesare. "Giusto  a  mosca-cieca!", soggiunse Orazio. Pierino guardò
disse Orazio. "O dunque? ... " "Tu sei un gran curioso! E  a  farlo apposta non devi saper nulla! ... " "Nulla! il gran
ragazzucci della tua età." "Che vuoi che il premio lo diano  a  te?" "Sarebbe dato benino, e non canzono!" "Ma di che
Pierino, spalancando gli occhi. "A te no di certo. Ma forse  a  me ... ", disse Cesare. "E a me, soggiunse Orazio." "Che
"A te no di certo. Ma forse a me ... ", disse Cesare. "E  a  me, soggiunse Orazio." "Che andate in maschera, voialtri?"
"Allora ci vengo anch'io." "Ma zitto! E non dir nulla  a  nessuno: specialmente alla mamma." "Per chi mi avete preso?
fanno più figura." "Se volete queste cento lire, date retta  a  quel che vi dico. Domenica sera ci dobbiamo mascherare
tutti e tre, e la nostra mascherata deve somigliare  a  quella stampa colorita, che portò a casa l'altro giorno lo
deve somigliare a quella stampa colorita, che portò  a  casa l'altro giorno lo zio Eugenio ... " "Quale stampa? ...
Verdi ... quello che dice: La donna è mobile Col fiume  a  letto ... " "S'è capito, s'è capito", disse Orazio. "Io,
da Rigoletto!" "Al gobbo ti ci penso io: lascia fare  a  me ... " "E io?", domandò Pierino. "Tu ti vestirai da
"Io da figliola? Io per tua regola non faccio da figliola  a  nessuno: sono nato uomo e voglio mascherarmi da uomo: ne
contenti di questa bellissima trovata, cominciarono  a  ballare in tondo per la stanza, come se avessero già
è già fatta sera. Il cielo,  a  poco a poco, si copre di stelle. Appare, dietro gli alberi,
è già fatta sera. Il cielo, a poco  a  poco, si copre di stelle. Appare, dietro gli alberi, la
Si! (Si rimette  a  mangiare.)
 a  mangiare): Che buon odore!
agli esami per essere ammesso alla terza ginnasiale.  A  sentir lui, era sicurissimo di uscir vittorioso: ma invece,
vanità di vestirsi da giovinotto, si cresceva gli anni  a  manciate: quando poi voleva scusarsi della poca voglia di
poi voleva scusarsi della poca voglia di studiare, allora,  a  lasciarlo discorrere, ridiventava un bambino di nove o
col pensiero la storia burrascosa del famoso cappello  a  tuba, la risata delle galline per il suo golettone
le fumate di quel sigaro traditore, che lo aveva costretto  a  fare i gattini ... modo pulito per non dire che lo aveva
gattini ... modo pulito per non dire che lo aveva costretto  a  rimetter fuori alla luce del sole tutta la colazione
divorata con tanto gusto poche ore prima. E ripensando  a  tutte queste cose, e facendo nella sua testina un piccolo
queste cose, e facendo nella sua testina un piccolo calcolo  a  mezz'aria, venne finalmente a capacitarsi che questa vanità
testina un piccolo calcolo a mezz'aria, venne finalmente  a  capacitarsi che questa vanità di atteggiarsi a giovinotto
finalmente a capacitarsi che questa vanità di atteggiarsi  a  giovinotto prima del tempo, gli aveva fruttato più
giurò sul serio di voler mutar vita e di rassegnarsi oramai  a  rimaner ragazzo fino a tanto che il calendario non gli
mutar vita e di rassegnarsi oramai a rimaner ragazzo fino  a  tanto che il calendario non gli avesse regalato qualche
Ebbe in questo periodo di prova molte tentazioni: ma riuscì  a  spuntarle, e rimase sempre padrone del campo. Ma purtroppo
non volendo sfigurare di fronte agli altri, andò per tempo  a  chiudersi in camera: e lì si pettinò, si lisciò, e si
e una giacchettina di panno nero, che gli tornava  a  pennello. Quando sentì che il pianoforte accennava i primi
vide ... Vide un brulichio di cravatte bianche e di giubbe  a  coda di rondine. La giubba a coda di rondine era stata
cravatte bianche e di giubbe a coda di rondine. La giubba  a  coda di rondine era stata sempre la sua gran passione, il
dorato. Prova ne sia che una volta, essendo venuto il sarto  a  riportargli una giacchettina di velluto, gli domandò in
di velluto, gli domandò in tutta segretezza: "Scusi:  a  questa giacchettina non si potrebbero attaccare di dietro
Dunque, perché siamo ragazzi, dovremo sempre vestire  a  modo degli altri? ... " "Arrivedella sor Gigino." E il
mettessi la giubba del mio fratello Augusto? ... Augusto è  a  Roma ... e fino a lunedì non ritorna. La sua giubba mi
del mio fratello Augusto? ... Augusto è a Roma ... e fino  a  lunedì non ritorna. La sua giubba mi torna benissimo ... un
... un po' larga, se vogliamo, un po' lunga ... ma in mezzo  a  quella folla di ballerini e di ballerine, chi se ne
le coppie che ballavano, si sciolsero: la quadriglia rimase  a  mezzo, e tutti si affollarono per conoscere la causa di
questa famosa giubba." "Vediamola davvero." E lì dintorno  a  Gigino, il quale impermalito di far da zimbello ai curiosi,
frustato. Da quella sera in poi, Gigino, messo il capo  a  partito, si liberò dalla ridicola passione di vestirsi a
a partito, si liberò dalla ridicola passione di vestirsi  a  uso giovinotto , prima del tempo. E fece bene: perché i
come potrei fare  a  distribuire ...
fa piacere  a  Sua Maestà ...
tre feriti in attesa del convoglio che li trasportasse  a  Terni giunsero i soldati del papa e, degni seguaci degli
del papa e, degni seguaci degli inquisitori, si divertirono  a  trucidare quegli infelici nostri compagni a colpi di
si divertirono a trucidare quegli infelici nostri compagni  a  colpi di baionetta e col calcio dei fucili.
ce la portassimo  a  palazzo?
dalla fronte, prese un gran foglio di carta, e in mezzo  a  quello disegnò con la penna la figura cabalistica del suo
con la penna la figura cabalistica del suo concetto:  A  B R A K A D A B R A A B R A K A D A B R A B R A K A D A B A
con la penna la figura cabalistica del suo concetto: A B R  A  K A D A B R A A B R A K A D A B R A B R A K A D A B A B R A
la penna la figura cabalistica del suo concetto: A B R A K  A  D A B R A A B R A K A D A B R A B R A K A D A B A B R A K A
penna la figura cabalistica del suo concetto: A B R A K A D  A  B R A A B R A K A D A B R A B R A K A D A B A B R A K A D A
la figura cabalistica del suo concetto: A B R A K A D A B R  A  A B R A K A D A B R A B R A K A D A B A B R A K A D A A B R
figura cabalistica del suo concetto: A B R A K A D A B R A  A  B R A K A D A B R A B R A K A D A B A B R A K A D A A B R A
cabalistica del suo concetto: A B R A K A D A B R A A B R  A  K A D A B R A B R A K A D A B A B R A K A D A A B R A K A D
del suo concetto: A B R A K A D A B R A A B R A K  A  D A B R A B R A K A D A B A B R A K A D A A B R A K A D A B
del suo concetto: A B R A K A D A B R A A B R A K A D  A  B R A B R A K A D A B A B R A K A D A A B R A K A D A B R A
del suo concetto: A B R A K A D A B R A A B R A K A D A B R  A  B R A K A D A B A B R A K A D A A B R A K A D A B R A K A A
concetto: A B R A K A D A B R A A B R A K A D A B R A B R  A  K A D A B A B R A K A D A A B R A K A D A B R A K A A B R A
A B R A K A D A B R A A B R A K A D A B R A B R A K  A  D A B A B R A K A D A A B R A K A D A B R A K A A B R A K A
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A K A D A B A B R A K A D A A B R A K A D A B R A K A A B R  A  K A B R A A B R A B A La mente del signore non era punto
A D A B A B R A K A D A A B R A K A D A B R A K A A B R A K  A  B R A A B R A B A La mente del signore non era punto
B A B R A K A D A A B R A K A D A B R A K A A B R A K A B R  A  A B R A B A La mente del signore non era punto affaticata
A B R A K A D A A B R A K A D A B R A K A A B R A K A B R A  A  B R A B A La mente del signore non era punto affaticata dal
A K A D A A B R A K A D A B R A K A A B R A K A B R A A B R  A  B A La mente del signore non era punto affaticata dal cozzo
A D A A B R A K A D A B R A K A A B R A K A B R A A B R A B  A  La mente del signore non era punto affaticata dal cozzo di
tempo di prendere un po' di riposo? - disse il medico  a  mezza voce, come temesse di produrre una scossa troppo
gli disse! ora che il lavoro è compiuto, posso mettermi  a  letto col cuore tranquillo. Da dieci mesi non ho mai
piaccia, io potrò leggerlo all'universo e farlo comprendere  a  tutti. - Che! ... queste linee? ... questi geroglifici? ...
il signore coll'accento della convinzione più serena. -  A  rivederci ... domani ... volevo dire ... stassera ... ! ...
letto. Il medico e i due domestici stettero parecchi minuti  a  guardarsi in faccia; né potevano riaversi dalla sorpresa. -
medico. - Tanto meglio! Io avrò guadagnato della celebrità  a  buon mercato ... e in pochi anni potrò avere il mio posto
del paese furono invitati. Nessuno mancò all'appello.  A  sei ore tutti si trovavano nella sala. Il signore entrò
di questi ed alla forca di quelli. Il signore si divertiva  a  tormentare i suoi commensali politici con una sequela di
ed al barbiere, i quali, senza comprendere, aderivano  a  tutto. - «Essi mangiano e approvano - pensava egli - ecco
del pranzo, per un gusto di rappresaglia naturalissimo  a  chi si sente umiliato da una eloquenza intrattabile, il
fra questi - vi parlo schiettamente - c'erano molti, che  a  giudicarvi dalle apparenze esteriori e sopratutto dalla
temperare l'espressione con dei sinonimi, che presso  a  poco si equivarrebbero ... - A meraviglia! ... La verità,
con dei sinonimi, che presso a poco si equivarrebbero ... -  A  meraviglia! ... La verità, bisogna aver il coraggio di
dirvi: i pazzi siete voi! - Ma in nome di Dio! - sorse  a  dire il curato - ci spiegherete voi alla fine cosa sia
mente di tutti; sebbene noi abbiamo il torto di leggerlo  a  rovescio. L'istoria del passato e del presente sono una
Un uomo di idee tanto avanzate credeva di non aver nulla  a  temere dal progresso. Nella storia dell'avvenire egli si
che noi conosciamo, lo spiegò sulla tavola, e si fece  a  narrare la sua istoria. E poichè la storia dell'Abrakadabra
in diverse riprese. La sua fisonomia mutava espressione  a  seconda degli avvenimenti, o piuttosto a seconda delle
mutava espressione a seconda degli avvenimenti, o piuttosto  a  seconda delle momentanee disposizioni dell'animo. A volte
a seconda delle momentanee disposizioni dell'animo.  A  volte grave e severo, a volte scherzoso e beffardo. I suoi
momentanee disposizioni dell'animo. A volte grave e severo,  a  volte scherzoso e beffardo. I suoi entusiasmi erano brevi,
parevano profondamente impressionati, egli si affrettava  a  distrarli con una digressione faceta, con un episodio
mattina seguente col treno di Arona arrivarono  a  Musocco il cavalier Spazzoletti e la sora Ballanzini.
poverina...". Questa, dopo che il marito l'ebbe aiutata  a  uscire e a discendere dal vagone, lo prese per un orecchio
Questa, dopo che il marito l'ebbe aiutata a uscire e  a  discendere dal vagone, lo prese per un orecchio e gli
nascesse una certa amicizia. Quel giorno pranzarono insieme  a  Musocco. Dissipati poi tutti i dubbi della sora Ballanzini,
dirò  a  Sua Maestà il Re!
ma Sante aveva già il cuore in pace. Discese al paese, andò  a  casa a salutare il padre: lo voleva anche rassicurare, i
aveva già il cuore in pace. Discese al paese, andò a casa  a  salutare il padre: lo voleva anche rassicurare, i tedeschi
più che di fare la guerra avevano voglia di tornare  a  casa. Correva voce che a Padova e a Vicenza fossero già
guerra avevano voglia di tornare a casa. Correva voce che  a  Padova e a Vicenza fossero già arrivati gli americani. Posò
voglia di tornare a casa. Correva voce che a Padova e  a  Vicenza fossero già arrivati gli americani. Posò la pistola
e scappare via è come neanche andarci. Si fermò un' oretta  a  cambiare parola con i soliti clienti, quelli che non
pensiero che fra tre o quattro notti avrebbe potuto tornare  a  dormire nel suo letto anche lui: Ettore, il suo fratello
per la prima volta dopo più di un anno; se tardava ancora  a  rientrare finiva che lo trovava addormentato. Come fu
alla pistola e si chiamò testa di legno per averla lasciata  a  casa; in quel buio, e conoscendo tutti i cantoni del paese,
stelle si intravvedeva che tutti e due avevano il parabello  a  tracolla. Gli chiesero chi era, se era del paese, e Sante
avevano fame; Sante gli disse che gli venissero dietro,  a  casa sua: non gran che, ma un po' di pane e formaggio
po' di pane e formaggio glielo avrebbe trovato. La casa era  a  venti minuti dal paese, su per una mulattiera a giravolte;
La casa era a venti minuti dal paese, su per una mulattiera  a  giravolte; Sante andava avanti, fermandosi ogni tanto per
nella sua testa, era una bella cosa, meglio non avere  a  che fare con gente troppo svelta. Per strada Sante cercò in
l' italiano abbastanza bene, e anche loro vennero fuori  a  lamentarsi, uno aveva l' asma ma lo avevano fatto abile lo
tutti, e per il momento era meglio non svegliarli. Sante,  a  bassa voce, invitò i tedeschi a sedersi, a mettersi comodi,
non svegliarli. Sante, a bassa voce, invitò i tedeschi  a  sedersi, a mettersi comodi, a togliersi lo zaino: per
Sante, a bassa voce, invitò i tedeschi a sedersi,  a  mettersi comodi, a togliersi lo zaino: per togliersi lo
bassa voce, invitò i tedeschi a sedersi, a mettersi comodi,  a  togliersi lo zaino: per togliersi lo zaino avrebbero dovuto
proprio non dovevano essere) avevano appoggiato le armi  a  terra sotto alla panchina, e non avevano tolto la sicura.
del pane, del formaggio e del latte, si sedette di fronte  a  loro e mangiò qualcosa anche lui: per non metterli in
le convenienze, e anche perché aveva fame. Lui continuava  a  parlare sommesso, ma i tedeschi non capivano che quello era
ma i tedeschi non capivano che quello era un invito  a  fare altrettanto, e rispondevano a voce alta, come fanno
che quello era un invito a fare altrettanto, e rispondevano  a  voce alta, come fanno quelli che parlano con un foresto
la pistola nascosta dietro. Gli contò due o tre fiabe  a  proposito della bandiera: i due non capivano bene e
i due non capivano bene e guardavano come due buoi.  A  un tratto, lasciò cadere la bandiera e gli fece levare le
e che non avessero paura perché li aveva già disarmati;  a  Ettore disse che portasse un po' più lontano i due zaini e
i due zaini e gli desse un' occhiata dentro; e ai due, che  a  vedere il padre si erano alzati in piedi e messi sull'
che ormai era finita, che avevano solo da non attentarsi  a  fare delle sciocchezze, ma che se volevano finire il pane e
che se volevano finire il pane e formaggio facessero pure,  a  quel punto potevano anche abbassare le mani. Ettore si mise
quel punto potevano anche abbassare le mani. Ettore si mise  a  frugare, ma intanto guardava gli stivali dei tedeschi come
come un bambino guarderebbe lo zucchero filato. In fondo  a  uno degli zaini, in mezzo alla biancheria pulita e sporca,
che erano di marca italiana: che Ettore se li tenesse pure,  a  scuola gli sarebbero venuti buoni, fra qualche mese si
roba rubata lì in paese, lui forse sapeva perfino quando e  a  chi, e del resto che altro avevano fatto i tedeschi se non
_ Gli altri possono fare quello che vogliono, ma qui siamo  a  casa mia e voi non toccate niente: se gli altri sono ladri,
che stesse tranquillo, e che lui ed Ettore potevano tornare  a  letto; ma che prima Ettore facesse un salto a cercare
tornare a letto; ma che prima Ettore facesse un salto  a  cercare Angelo. Ettore aveva solo diciassette anni, e per
era meglio avere un compagno più pratico. Il comando era  a  due ore di cammino e durante il percorso Sante ebbe tempo
dovette poi sudare al comando stesso, perché tutti quanti,  a  partire dal comandante, avevano parecchi conti in sospeso
fosse possibile consegnarli agli alleati. Sante se ne tornò  a  casa soddisfatto: non è che li considerasse suoi amici, ma
ma prima cosa non gli sembrava una faccenda pulita sparare  a  gente con le mani alzate, anche se loro lo avevano fatto,
sua, roba sua, e non era giusto che fossero degli altri  a  decidere il loro destino. Otto giorni dopo la guerra era
e Sante, Ettore, e diversi altri paesani stavano tutti nudi  a  nuotare in una pozza del Brenta, quando videro passare
aveva le manette e la faccia gonfia e livida; dietro  a  lui c' erano i due tedeschi, a mani sciolte e con l' aria
gonfia e livida; dietro a lui c' erano i due tedeschi,  a  mani sciolte e con l' aria di star bene. Sante saltò a riva
a mani sciolte e con l' aria di star bene. Sante saltò  a  riva nudo com' era, e i tedeschi lo riconobbero, lo
riconobbero, lo salutarono e lo ringraziarono. Sante tornò  a  tuffarsi nell' acqua limpida e gelata, e si sentì contento
se ha fatto dimenticare  a  Vostra Maestà ...
morrete, per ora. Camperete fino  a  novant'anni.