Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Iris

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Illica, Luigi 47 occorrenze

Iris

E il vecchio cerca intorno a sé; cammina, incespica, cade! Si rialza, chiama a gran voce! E quella notte implacata negli occhi suoi accresce tutto l

Iris

altre a rose tay intrecciate a scettri di comando. E gru! E rami fatti a gabbie! E uccelli di tutti i colori su vesti cangianti! E teste di Dharme! E

Iris

Ecco le vesti in viola che vanno nel basso a tramutarsi in rosa fra rami e fiori e a stormi di grigi passeri volanti!, –

Iris

E il taïkomati riflette! – La fronte sua corrugata a poco a poco si spiana e finalmente la bocca si impronta ad un sogghigno di soddisfazione!

Iris

(ma a un tratto un rapido bagliore luccica proprio sotto al monte tagliato a picco – e un grido di sorpresa strozza al canterino cenciaiolo l’Elogio

Iris

Bouddah, lontano, dietro a lei, la grand’epa floscia a sfascio sul suo piedestallo fatto del loto mistico, ride sempre, i piccoli inesprimibili occhi

Iris

con sé a… Nirvana! Allora le tre guèchas, improvvisamente, escono davanti al Teatro a danzare. La loro apparizione e la loro danza completano l

Iris

Qui, nella dolcissima ora del drago, non verrà il Sole a dissipare i piccoli sogni paurosi della tua infantile fantasia!; – qui, nella misteriosa ora

Iris

palpitano a pieni cuori a quell’armonia e vi vivono ora!

Iris

Presso al tuo letto, come spettri, stanno ancora le guèchas, ancora dentro a le loro orribili maschere. La guècha della commedia accosciata sussurra

Iris

altre a glicine e nere nel tessuto!,

Iris

(mentre il padre continua a scagliar fango urlando:)

Iris

E il Cieco, giunto sotto alla verandah, si abbassa a terra e, raccolto del fango a piene mani, lo gitta alto verso dove gli viene la voce di sua

Iris

Oh, il lieto coro di vivaci mousmé, chiacchierone e chiassose come uno stormo di passeri, che – le ceste di giunchi o a braccio o in equilibrio su le

Iris

L’impressione al risvegliarsi in mezzo a cose sconosciute, sbigottisce e abbatte; l’occhio gira, gira invano cercando intorno a sé l’indefinibile

Iris

No, tu non sei più sola, Iris. – La luce scende a te.

Iris

Qui – ricche stuoie a tessiture fantasiose, cortine, tappeti densi e soffici, drappi strani, distese di bambou e cannicci e lacca intarsiata intorno

Iris

(e il giovane rapido solleva la fanciulla, stretta a sé, avvinghiandola, mormorando nell’abbraccio:)

Iris

eccone un’altra del triste verde di alga marina tutta a fiori di paulonia!,

Iris

Sorpreso e atterrito dalla improvvisa apparizione del Cieco, il taïkomati si dà a strillare:

Iris

La Vita è pur tuttavia sempre un cammino faticoso, ma è aggradevole se penso che conduce a Nirvana!

Iris

O Iris! o capolavoro! Giammai Outamaro ha ideato donne e chiome simili a te, ai tuoi capelli!

Iris

ecco quelle candide, ove a striscie corrono in ogni senso, come insetti, i misteriosi caratteri nipponici!, –

Iris

Muore la Vergine colla visione splendente della immortalità; essa vede intorno a sé una fantasia di fiori – tutti i fiori della terra – che allungano

Iris

(ritira con paziente cautela l’uncino e trae a sé divelto un inviluppo di ortiche. – Gli altri ridono)

Iris

(Kyoto fa preparare il Teatro dei Pupi. – Vi si mettono avanti, accosciati a terra, i suonatori; dietro ai paraventi tre guèchas attendono il loro

Iris

Oh, suprema e profonda la pietà che a noi ne viene da un dolore vero che sgorga da un’anima umana!

Iris

, azzurrognolo con awabis sguscianti fra alghe e diafano a fior dell’onde, finalmente si fa azzurro cupo verso l’alto della tua testa, ad imitare il

Iris

Là in un angolo un bouddah ride, i piccoli occhi sfuggenti, la enorme epa floscia giù a sfascio sul loto simbolico che gli fa da piedestallo.

Iris

Rapide le cinque teste si piegano a toccare colle fronti il suolo, le persone grottescamente ripiegate e strette quasi in nodi indefinibili di cose

Iris

Colle loro lanternuzze, bizzarre umane lucciole della Vita cittadina, errano, l’uncino acuto a mano, guardando, desiderando, sognando i più pazzi

Iris

(E il giovane torna presso il letto a guardare e lascia ricadere lento il velario sulla fanciulla addormentata; poi trae con sé lontano in disparte

Iris

L’annoiato signore guarda a lungo, con bocca semichiusa, con occhi larghi, le mani stese in atto di afferrare, poi scostandosi e allontanando

Iris

(Intanto Kyoto – imitando la voce rauca di un vecchio catarroso – fa le più pazze grida del mondo, picchiando forte sul legno del Teatro a dare l

Iris

’incendio che infuoca intorno a sé tutti quegli occhi.

Iris

svanisce! Balza a terra e respinge la folla, furente, esaltato, urlando esso pure:)

Iris

(allora tutto l’orgoglio di Osaka si scuote. È una sfida? – Egli la raccoglie e dominando tutto, tutti con la potenza della sua voce, si rivolge a

Iris

!, dove in fogna si sfoga la città gaudente, è piombata a morire volente una vergine!

Iris

infrante e delle tenere carni stracciate a lembi nella gran caduta – scuote e desta dal sopore la fanciulla e la richiama alla coscienza di quell’orrore

Iris

Ah! a quella voce come il cuore di Iris sobbalza dalla gioia!; si leva, accorre, respinge Kyoto, Osaka, le guèchas e sale alla verandah, con un gran

Iris

No, il Sole non penetra nelle Case Verdi! – Qui tutto è riflesso di metallo che scoppia a vivi e rapidi sfavillii dalle profumiere cesellate dove

Iris

in fiore che la fiancheggiano, si avvicinano i suoni tremuli di sàmisen, rimbombanti di gongs, chiassosi di tamburelli e striduli di koliû a fiato.

Iris

E Iris, la mite, la buona Iris crede a quella falsa dolcezza! — Tacitamente essa ha abbandonato la siepe del suo giardino per accostarsi al Teatro, e

Iris

insensibilità del cadavere, superstiziosi si danno a fuggire).

Iris

montagna, i tuoi grotteschi, bonarii o perversi folletti dalle facce sinistramente buffone? È Bènkei a cavallo della sua gran campana di bronzo? È

Iris

albori che si diffondono rispecchiandosi in scintille adamantine entro a le rugiade sui fiori, sulle erbe! – Nel piccolo giardino di Iris, i fiori

Iris

(Mentre – così – Kyoto dietro una cortina frammezzo a due stuoie spia se giù per la gran via del Yoshiwara vi è gran concorso di gente, le scaltre ed

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