Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

UNICT

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Numero di risultati: 233 in 5 pagine

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Casa di bambola

235993
Ibsen, Eric 50 occorrenze
  • 1894
  • Maz Kantorowicz
  • Milano
  • teatro - commedia
  • UNICT
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(arrestandosi dinanzi a lei).

Pagina 103

Sì, già comincio a comprenderlo.

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(muta, segue a guardarlo fissa).

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Che vai a fare nell'alcova ?

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A quest'ora?

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(sedendosi di faccia a lei).

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A casa mia, papà mi esponeva le sue idee ed io le accettavo. Se ero d'un altro parere, sapendo che il sentirsi contradetto gli faceva dispiacere, non glielo davo a vedere. Mi chiamava la sua bamboletta e giocava con me come io giuocavo con la mia bambola. Poi, sono venuta a casa tua...

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In fondo, a destra, l'uscio dell'anticamera; a sinistra quello della stanza di studio di Helmer. Tra i due usci, un pianoforte. A sinistra della scena un uscio e più in qua una finestra. Presso la finestra un tavolino rotondo, una poltroncina, un piccolo canapè. A destra della scena, un po' indietro, un uscio; e al primo piano un caminetto davanti a cui sono schierate alcune poltrone e una seggiola a dondolo. Tra il caminetto e l'uscio un tavolinetto. Stampe alle pareti. Scaffalino con porcellane ed altri oggetti d'arte. Armadino con libri riccamente rilegati. Tappeto sul pavimento. Il caminetto è acceso. Giornata invernale.

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A me? O ch'io penso forse a me?

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Tu avevi la buona intenzione di farci piacere, ai bambini, a me, a tutti: l'essenziale. Intanto è meglio che quei tempi difficili siano già passati.

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Come consola il poter pensare che già siamo arrivati a formarci una posizione stabile, sicura e largamente remuneratrice! Non è vero? Si è felici soltanto a rifletterci.

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(Si avvicina a Nora).

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(a Helmer).

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(A voce bassa)

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No, tocca a te: oggi non voglio essere egoista... Voglio pensare soltanto a te. Una sola cosa però devo dirti. Sai che gran fortuna ci è toccata?

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(A voce bassa).

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Non parlo a nessuno dall'alto della mia grandezza. Però, è vero, sono contenta e orgogliosa pensando che, grazie a me, gli ultimi giorni di mia madre sono stati tranquilli.

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Sono venuta a cercarvi lavoro.

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(Va a prendere la sua pelliccia nell'anticamera e va a scaldarla al caminetto).

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A bastanza.

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Tu farai qualche cosa per giovare a Cristina, è vero? Per far piacere anche a me.

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(La governante va via dall'uscio a sinistra: Nora leva ai bambini mantelli e cappelli, sparpagliandoli qua e là. I bambini continuano a parlare).

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A me?

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Chi pensa a levarglielo?

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A gravi dispiaceri soltanto?

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(continua a tacere).

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(Si mette a rammassare i vestiti dei bambini; a un tratto si arresta).

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(dall'uscio a sinistra).

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(avvicinandosi a lui).

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(dall'uscio a sinistra).

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(Va a origliare).

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(Va via dall'uscio a sinistra).

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Mi hanno detto che eri venuta a a cercarmi.

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Tagliar corto a che?

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E tu, tu vai a lavorare?

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Faremo a mezzo, come si conviene a marito e moglie; è un dovere.

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(a sinistra presso il tavolino).

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No, ha fatto male a dirmelo. Era superfluo.

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Anche a me!

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anche a lei!

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(a Nora).

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(sottovoce a Helmer).

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(Gridando a Elena).

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Orgia e festa fino a domani.

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(dall'uscio a dritta).

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Faremo un'orgia, a quel che pare!

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(dall'uscio a destra).

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Anch'io sono una naufraga aggrappata a una tavola. Non ho nessuno a cui dedicarmi, non c'è più nessuno che abbia bisogno di me.

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Avrebbe mai pensato a me?

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(levando a Nora lo scialle).

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