(arrestandosi dinanzi a lei).
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Sì, già comincio a comprenderlo.
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(muta, segue a guardarlo fissa).
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Che vai a fare nell'alcova ?
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A quest'ora?
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(sedendosi di faccia a lei).
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A casa mia, papà mi esponeva le sue idee ed io le accettavo. Se ero d'un altro parere, sapendo che il sentirsi contradetto gli faceva dispiacere, non glielo davo a vedere. Mi chiamava la sua bamboletta e giocava con me come io giuocavo con la mia bambola. Poi, sono venuta a casa tua...
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In fondo, a destra, l'uscio dell'anticamera; a sinistra quello della stanza di studio di Helmer. Tra i due usci, un pianoforte. A sinistra della scena un uscio e più in qua una finestra. Presso la finestra un tavolino rotondo, una poltroncina, un piccolo canapè. A destra della scena, un po' indietro, un uscio; e al primo piano un caminetto davanti a cui sono schierate alcune poltrone e una seggiola a dondolo. Tra il caminetto e l'uscio un tavolinetto. Stampe alle pareti. Scaffalino con porcellane ed altri oggetti d'arte. Armadino con libri riccamente rilegati. Tappeto sul pavimento. Il caminetto è acceso. Giornata invernale.
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A me? O ch'io penso forse a me?
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Tu avevi la buona intenzione di farci piacere, ai bambini, a me, a tutti: l'essenziale. Intanto è meglio che quei tempi difficili siano già passati.
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Come consola il poter pensare che già siamo arrivati a formarci una posizione stabile, sicura e largamente remuneratrice! Non è vero? Si è felici soltanto a rifletterci.
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(Si avvicina a Nora).
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(a Helmer).
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(A voce bassa)
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No, tocca a te: oggi non voglio essere egoista... Voglio pensare soltanto a te. Una sola cosa però devo dirti. Sai che gran fortuna ci è toccata?
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(A voce bassa).
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Non parlo a nessuno dall'alto della mia grandezza. Però, è vero, sono contenta e orgogliosa pensando che, grazie a me, gli ultimi giorni di mia madre sono stati tranquilli.
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Sono venuta a cercarvi lavoro.
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(Va a prendere la sua pelliccia nell'anticamera e va a scaldarla al caminetto).
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A bastanza.
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Tu farai qualche cosa per giovare a Cristina, è vero? Per far piacere anche a me.
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(La governante va via dall'uscio a sinistra: Nora leva ai bambini mantelli e cappelli, sparpagliandoli qua e là. I bambini continuano a parlare).
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A me?
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Chi pensa a levarglielo?
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A gravi dispiaceri soltanto?
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(continua a tacere).
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(Si mette a rammassare i vestiti dei bambini; a un tratto si arresta).
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(dall'uscio a sinistra).
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(avvicinandosi a lui).
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(dall'uscio a sinistra).
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(Va a origliare).
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(Va via dall'uscio a sinistra).
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Mi hanno detto che eri venuta a a cercarmi.
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Tagliar corto a che?
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E tu, tu vai a lavorare?
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Faremo a mezzo, come si conviene a marito e moglie; è un dovere.
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(a sinistra presso il tavolino).
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No, ha fatto male a dirmelo. Era superfluo.
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Anche a me!
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anche a lei!
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(a Nora).
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(sottovoce a Helmer).
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(Gridando a Elena).
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Orgia e festa fino a domani.
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(dall'uscio a dritta).
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Faremo un'orgia, a quel che pare!
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(dall'uscio a destra).
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Anch'io sono una naufraga aggrappata a una tavola. Non ho nessuno a cui dedicarmi, non c'è più nessuno che abbia bisogno di me.
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Avrebbe mai pensato a me?
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(levando a Nora lo scialle).
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