Così pure i tabacchi, onorevole ministro delle finanze, che sono stati preventivati in 193 milioni e ridotti a 192 dalla Giunta del bilancio d'accordo col Governo, a tutto gennaio hanno dato un introito di 200,000 lire inferiore a quello dell'anno scorso.
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A tutto febbraio, o signori, vale a dire dopo otto mesi di esercizio, abbiamo una diminuzione di dodici milioni di lire, non già sui 245 preventivati ma sui 236 riscossi nell'esercizio passato.
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a destra)
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a destra)
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Le condizioni finanziarie dell'anno prossimo dunque non sono liete, a meno che l'influenza ed il mancato raccolto del grano non si incarichino di migliorarle; ma io non so acconciarmi a speranze di questa natura.
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(Approvazioni a destra e al centro)
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Quintino Sella ebbe dinanzi a se un paese che prosperava; ebbe dinanzi a sè un paese, in cui fiorivano rigogliosi e fecondi i germi della vita, ed il problema, che a lui si imponeva, era semplicemente di far sopportare a questo paese il peso necessario per sostenere lo Stato; era di imporre a questo paese quei carichi, molto minori di quelli che oggi sopporta, che ponessero lo Stato in grado di rispondere alle gravi esigenze del momento. Si trattava di salassargli le vene per cavarne il sangue necessario a rinsanguare le casse dello Stato. Ma oggi voi avete dinanzi un •paese esausto, voi avete dinanzi una complessione economica anemica e delicata, a cui è inutile fare nuovi salassi perchè i vecchi essi pure non danno più sangue. Un paese in cui la rovina della fortuna privata ha portato per naturale conseguenza il declinare della fortuna pubblica.
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Praticamente, gl'Istituti di risparmio, gli Istituti bancari, si sentiranno attratti a comperare questi buoni, piuttostochè a somministrare danari ai privati industriali ed ai privati agricoltori. Praticamente, gli Istituti si troveranno condotti a impiegare in questi buoni quella parte dei loro capitali che essi sogliono impiegare in fondi di Stato, e getteranno sul mercato la rendita pubblica.
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Ma, intendiamoci bene, a riparare a questi errori, a ritornare sul passato, a ridare alla vita economica italiana la dovuta elasticità, non bastano i mezzucci che sono stati escogitati finora. Noi siamo venuti al punto in cui occorre una politica coraggiosa, una politica d'audaci e feconde iniziative.
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Si propone ora di ridurre la spesa ferroviaria da cento milioni a trenta: ma non si propone nel medesimo tempo una riduzione del personale destinato a compiere questi lavori. Ma v'ha di più. A me consterebbe (e sarei lieto se mi si smentisse) che difficoltà insormontábili si riscontrerebbero nel cedere quella parte, che diventa esuberante, degli ingegneri del genio civile a quell'ufficio del catasto che deve assumere oggi un gran numero di personale nuovo, perchè la burocrazia si oppone anche a questo passaggio.
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Io sono convinto che l'Italia può e deve assurgere agli alti destini a cui è chiamata; sono convinto che l'Italia può e deve far fronte a tutti i suoi impegni, non solamente materiali, ma morali. La crisi che attraversiamo ha la sua radice nella condizione economica, di cui la situazione finanziaria è la conseguenza. La genesi di questa malattia economica si può riepilogare a larghe linee. Dapprima venne l'accentramento, quell'accentramento il quale condusse a poco a poco l'Italia ufficiale a subentrare all'iniziativa privata e ad atrofizzarla. Di mano in mano che cresceva l'ingerenza dello Stato, di mano in mano diminuiva l'iniziativa privata, crescevano le esigenze del pubblico e del paese verso lo Stato, il quale a sua volta accresceva le imposte e l'assorbimento che egli faceva, sotto ogni forma, della ricchezza italiana.
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Sono rimasto lungamente in dubbio prima di risolvere se avrei preso parte a questa discussione. Il ricordo dei discorsi, che ebbi l'onore di pronunziare davanti a questa Camera il 19 di marzo ed il 18 di dicembre dello scorso anno, mi avrebbe, forse, dissuaso dal ripetere davanti a voi all'incirca le stesse argomentazioni, che allora fui condotto a sottoporvi, perchè disgraziatamente, e niuno più di me lo deplora, le previsioni che formulai, in quelle due occasioni, si sono pienamente avverate.
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Invece veniva a dire che le economie non bastavano a questo alto fine, e che occorrevano nuove gravezze.
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Queste economie a cui egli alludeva e queste risorse che presenta costantemente il conto consuntivo c'erano anche quando il bilancio della spesa era un conto di competenza, e si associavano a quelle altre economie che davano luogo al raccolto abbondante da me accennato poc'anzi. Ma ora debbono quasi da sole far fronte a tutto.
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Pensi l'onorevole ministro, che, non solo dalla relazione dell'onorevole Carmine da me ricordata a titolo d'onore, ma soprattutto dai risultati dell'esercizio 1890-91 io traggo a questo riguardo non lieti presagi.
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Io desidererei che questa potesse essere mitigata, perchè riconosco che è opprimente; ma, in mezzo a tutti questi bisogni, a queste maggiori spese, a questi minori introiti, se applicando la legge per la perequazione dell'imposta fondiaria, verremo a questo risultato: che si sgraveranno coloro che pagano troppo e non si aggraveranno coloro che non pagano abbastanza, io domando: come si farà?
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Ma non sono passati ancora tre mesi e già ci troviamo di fronte a nuove necessità e di fronte a chi consiglia di ricorrere a nuove imposte.
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(Approvazioni — Applausi a sinistra)
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Di Sant'Onofrio, segretario, legge: Tabella A.
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dichiara non farsi luogo a procedere, è posta a carico del querelante che ha dichiarato di recedere dalla sporta querela.
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Ad ogni modo io non potrei a questo proposito che ripetere ciò, che ebbi l'onore di dichiarare ieri a coloro, che mi interpellavano sugl'intendimenti del Governo quanto alla costituzione di sezioni di pretura.
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che la sua domanda si riferiva a leggi fiscali e a materia finanziaria, ma che, avrebbe procurato di temperarne l'applicazione con provvedimenti da invocarsi dalla clemenza sovrana; all'altro, che si trattava della riforma del Codice di procedura, ed ha assunto l'impegno di accingersi a quello studio.
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Metto ora a partito l'articolo primo:
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a sinistra)
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Metto a partito la lettera a) dell'articolo primo del quale ho dato lettura.
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Bisogna studiare non di abolire le -cauzioni che si richiedono ai parroci della Toscana, ma di estenderle anche a quelli che non sono fino ad ora tenuti a prestarla.
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Pensioni monastiche ed assegni vitalizi-Fondo a disposizione per sussidi a missionari all'estero (Spese fisse), lire 6,690,000.
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Assegni a chiese parrocchiali ed annualità diverse passate a carico del Fondo pel culto in disgravio dello Stato (Spese fisse), lire 664,834.
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Pongo a partito l'ultimo copoverso dell'articolo secondo.
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Metto ora a partito la lettera a) dell'articolo 3:
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Pensioni monastiche e assegni vitalizi — Fondo a disposizione per sussidi a missionari all' estero (Spese fisse), lire 721,000.
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I terreni coltivati convenientemente, mantenuti a prati, a ripiani, tenuti a viti, olivi, ecc., non potranno mai e poi mai dar luogo a smottamenti, interramenti, frane, valanghe, fino a che in tali condizioni permangano.
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(Semplicemente la chiamo a constatare un, fatto, non a renderne responsabile lei).
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Se il Governo non fosse incorso in un involontario errore, di cui non gli faccio certamente carico (perchè in questi calcoli sfugge sempre qualche cosa), se non avesse cioè attribuito al 1884 cifre inesatte, ma bensì quelle reali che fanno ascendere l'importazione non a 199, ma a 206 milioni, e l'esportazione non a 93, ma a 111 milioni, avrebbe ottenuto il seguente risultato, che cioè fra la media del 1884-86 e quella del 1888-90 corre una differenza in meno di 69 milioni per le importazioni, di 13 per le esportazioni.
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2° Nel periodo successivo, in quello regolato cioè dal trattato del 1878, la depressione è uniforme nella esportazione e nella importazione, ma più accentuata in questa ultima: da 235 milioni le importazioni scendono infatti a 199 milioni, mentre le esportazioni che per tenersi in eguale misura di regresso avrebbero dovuto scendere da 183 a 141 milioni, si fermano ad un livello più alto: a 153 milioni.
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Resta però a vedersi se di questa facoltà potremo giovarci noi, o se invece l'Austria non cammini, a grandi giornate, per tradurla in fatto.
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Le alleanze, come le leghe, perchè possano realmente riuscire feconde, è necessario che rispondano a delle vere, a delle proprie correnti naturali tra un paese e l'altro.
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Nulla adunque verrebbe a perturbare i nostri traffici attuali, se respingendo le contestate convenzioni si procedesse a nuove trattative.
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Il trattato con l'Austria-Ungheria, quantunque denunciato, ha vigore fino a tutto dicembre 1892; quello con la Germania indefinitamente, fino a che piaccia ad una delle parti di denunciarlo un anno prima.
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Onorevoli colleghi, dei quattro oratori che hanno parlato prima di me, l'onorevole Giampietro era iscritto a parlare contro, ed ha parlato in favore dei trattati, proponendo un voto di ringraziamento e di lode ai negoziatori che andarono a trattare a Monaco.
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Nel 1888, si rimediò in parte a questo inconveniente. Il dazio dei cereali, da lire 1.40, si portò a lire 3 e poi a lire 5. Gli effetti di questi dazi furono buoni: la importazione dei cereali, elle ammontò nel 1887 a più di un milione di tonnellate, scese, nel 1891, a 421,000 tonnellate.
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Calzettine di cotone per lampade, fatte a treccia o a calza.
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Io potrei continuare a far rilevare tutti gli svantaggi di questi vincoli che avete concessi alla Germania, ma credo che non sia il caso, perchè abuserei della vostra pazienza obbligandovi a seguirmi in questa lunga dimostrazione. Mi limito solamente a farvi rilevare il danno fatto alle industrie meccaniche vincolando i dazi di alcune categorie di macchine che non si ritenevano sufficientemente difese.
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L'Italia si trova nella condizione di pensare seriamente alla questione economica invece di correre dietro a fantasmi e invece di fare delle grandi concessioni nel campo economico, a suo discapito, a paesi più ricchi e che possono credere di doverci sfruttare come razza inferiore.
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a vapore tonn. 5,414,000
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a vela tonn. 4,274,000
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a vela Tonn. 440,000, 642,000
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a vapore id. 493,000, 182,000
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C'è un piccolo popolo sulle Alpi, il quale, diventato beniamino dell'Europa per le sue condizioni politiche e topografiche, crede d'imporsi a tutti i suoi vicini, e questo popolo in questi ultimi giorni ha imposto delle condizioni molto dure al nostro Governo per il trattato di commercio che questo vuole con lui stipulare. A quel paese che a noi è tanto fatale in questioni doganali, che ci dà tanto da fare lungo i suoi lunghi confini, a scapito della nostra finanza, io mi auguro che il Governo del Re vorrà fortemente resistere. Così almeno le parole dell'opposizione potranno giovare a qualche cosa, se non giungeranno a far respingere i due trattati già stipulati.
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Domande di autorizzazione a procedere per titolo di duello contro vari deputati. (243, 245 a 250, 252, 281)
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