Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

UNITUSCIA

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X legislatura – Tornata del 26 novembre 1868

567991
Pisanelli; Mari 9 occorrenze
  • 1868
  • politica - sedute parlamentari del Regno d'Italia
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Però le notizie avute sul proposito dai competenti uffizi, non che venire in appoggio alla petizione degli editori di calendari, riuscirebbero all'opposto a togliere alla medesima quel carattere di gravità ed urgenza che potè per avventura indurre la Camera elettiva a proporne il rinvio a questo Ministero.

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Oltre a ciò avvi pur sempre il riflesso della inopportunità di procedere a parziali modificazioni in un sistema d'imposte che, essendo appoggiato a basi affatto differenti da quelle che informano il sistema vigente nelle altre provincie del regno, non potrebbe essere nemmeno in parte modificato senza produrre una sensibile alterazione agli ordini amministrativi, ed una inevitabile complicazione nel servizio degli uffici.

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Quindi io prego la Camera a non preoccuparsi di questo articolo nel senso della Commissione, perchè è stata una imitazione straniera, e questo a me basterebbe per rigettarlo anche senza esame.

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E mi dirà qualcheduno: ciò starebbe a combattere un altro principio, il principio dell'elezione della Giunta il quale si contiene in altro articolo che fu già da noi approvato in blocco insieme col rimanente del regolamento. Ma a ciò non voglio venire; io sto a quello

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Voci a sinistra. Ci arriveremo.

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Dichiaro quindi di unirmi a quest'emendamento, pregando gli onorevoli miei colleghi a voler sopprimere questa parola come perfettamente inutile.

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È a questo bisogno, che è una conseguenza dei principii ora accennati, è a questo bisogno che provvede l'emendamento da noi presentato.

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Questo è nel principio, principio che, come qualunque altro, perchè diventi pratico e possa entrare nell'Assemblea, deve naturalmente assoggettarsi a certe, non dirò restrizioni, ma a certe limitazioni nella sua applicazione.

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Ora, signori, a confutare questa obbiezione bastano le date, perchè la relazione è stata stampata e distribuita nell'agosto passato, onde ognuno dei deputati ebbe tre mesi a meditare il proposto regolamento.

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X Legislatura – Tornata del 27 maggio 1868

591803
Restelli 28 occorrenze
  • 1868
  • politica - sedute parlamentari del Regno d'Italia
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È mio intendimento di ribadire alcune domande che relativamente a questo disegno di legge vennero fatte all'onorevole guardasigilli, ed eccitarlo a rispondervi senza ambagi.

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(Interruzioni a sinistra)

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e poi vengono a dare degli assassini a noi. Da qualunque lato di questa Camera si sieda, non credo sia consono alla nostra dignità il venir a fare somiglianti declamazioni.

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a sinistra)

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Si tratta di vedere con questa legge se in favore di alcuni ex-frati, ai quali è stata negata la pensione in base all'interpretazione dell'articolo terzo della legge 7 luglio 1866, si potesse dar luogo a titolo d'equità, e taluni hanno ritenuto a titolo di giustizia, ad un assegnamento annuo a titolo alimentario.

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Invito l'onorevole guardasigilli a rispondermi.

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(Ilarità a sinistra — Mormorio a destra)

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Esiste un ordine del giorno della Camera col quale s'invita il Governo a studiare la materia, e sceverare nelle confraternite quelle parti che abbiano scopo di mutua associazione e di beneficenza da quelle che siano rivolte a fini religiosi, ed a queste parti afferenti al culto di fare subire la legge comune a tutte le altre istituzioni religiose soppresse colla legge del 1866.

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(Ilarità a sinistra)

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A questo articolo 3 sono proposti alcuni emendamenti. Uno è dell'onorevole Abignenti, il quale alle parole «sacerdoti, diaconi, suddiaconi e coriste,» sostituisce le parole: «a tutti gli altri professi.»

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a sinistra)

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A questa gente noi non dobbiamo, non possiamo avere riguardo alcuno; a meno che lo Stato abbia in qualsiasi occasione conceduta una sanatoria a queste professioni.

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Ora, con qual ragione si viene a dire à noi, che siamo i rappresentanti del potere legislativo dello Stato, che questi monaci meritano un riguardo, una benevola compassione? Come può chiedersi che recediate dalle massime che avete sancito nella legge del 1866, a voi i quali avete emanata quella legge, a voi che avete dichiarato che la professione per dar titolo a pensione deve essere una professione regolare, secondo le leggi dello Stato? Con qual ragione, io dico, si viene a chiedere a pro di questi monaci un assegnamento annuo non corrispondente a quello che è stabilito per coloro che hanno professato regolarmente, ma che pur si risolve in un aggravio notevole alle finanze dello Stato, e, se non alle finanze dello Stato, al bilancio del fondo pel culto?

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Ma infine, se voi lasciate che questi monaci continuino a vestire la loro tonaca, malgrado la pensione che vi disponete a largir loro…

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(Movimenti e risa a sinistra)

Pagina 6285

Queste poche parole basteranno a dimostrare alla Camera come io sia leale nel proposito di rientrare nella discussione generale, ma esse hanno servito a scarico della mia coscienza, ed a dimostrare quale sarà per essere il mio suffragio, vale a dire favorevole al presente progetto di legge.

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a sinistra)

Pagina 6286

(Mormorio a sinistra)

Pagina 6286

Prego a fare silenzio.

Pagina 6286

(Risa e mormorio a sinistra)

Pagina 6286

(Risa e commenti a sinistra)

Pagina 6286

a destra — Rumori ed esclamazioni a sinistra)

Pagina 6287

Eccettuato questo motivo, non ve ne può essere alcun altro che giustifichi la violenza che s'usasse verso cittadini coll'obbligarli a vestirsi a modo nostro, anzichè lasciarli vestiti a modo proprio, specialmente allorchè vi possano essere dei religiosi i. quali si sentissero violentati nella loro coscienza deponendo un abito che essi credono di avere a portare per dovere di coscienza.

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a sinistra)

Pagina 6288

a sinistra)

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Ma badate, egli soggiunge, bisogna, ciò non ostante, mandare quest'articolo alla Commissione perchè procuri di aggiungere qualche disposizione atta a cautelare gl'interessi dello Stato ed a far sì che questi assegni siano dati a coloro che effettivamente si trovano nelle condizioni volute dalla legge.

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Ed a questo proposito io mi rammento con un certo dispiacere la critica amara che l'onorevole Abignenti fece precisamente a questo regolamento, perchè troppo fiscale, perchè esige troppi documenti, troppe prove.

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A lui pare che questa sia una ripetizione, ma io prego l'onorevole Cancellieri a notare che sono due casi totalmente diversi. Nell'uno si parla della professione fatta nei paesi tuttora soggetti al dominio pontificio, poichè era posto il noviziato in quei paesi; nell'altro si tratta di frati i quali, non appartenendo a Provincie non soggette al dominio pontificio, ma appartenenti al regno d'Italia, abbiano nondimeno dovuto fare la loro professione a Roma, perchè, per regola del loro istituto, vi erano obbligati; dunque, se questi frati, i quali non hanno violata nessuna legge dello Stato andando a fare la loro professione a Roma, debbono avere la pensione, noi dobbiamo accordargliela con un'espressa disposizione di legge; altrimenti incontreranno l'ostacolo della disposizione della legge 7 luglio 1866, la quale non concede pensione a quei frati che, per qualunque ragione, non avessero fatta la loro professione nello Stato; dunque, come ognuno vede, è necessaria, indispensabile questa disposizione.

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X Legislatura – Tornata del 3 luglio 1868

595160
Lanza 13 occorrenze
  • 1868
  • politica - sedute parlamentari del Regno d'Italia
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Onorevole Lovito, questo non ha nulla a che fare colla sua istanza. Non vedo davvero come ciò che ella dice possa contribuire a far dichiarare d'urgenza la petizione a cui accenna.

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A me pare che sia conforme a giustizia che l'aggio sia ricavato dalle somme che si riscuoteranno, e quindi sarà a carico dello Stato, della provincia o del comune, secondo che si tratti di danaro dello Stato, della provincia o del comune.

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a destra)

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(Interruzioni a sinistra)

Pagina 7096

(Accennando a sinistra)

Pagina 7096

Naturalmente l'onorevole Lovito mi permetterà, quando si parla di riscossione delle imposte, di non venire a fare una teoria generale sopra il decentramento dell'amministrazione. Ma decentriamo volta per volta, o signori, praticamente negli ordinamenti nuovi che stiamo facendo, e noi adagio adagio otterremo il decentramento generale a cui aspirano molti, credo anzi aspirino tutti, senza forse sempre rendersi conto che talvolta procedono a misure che non sono coerenti a codesto principio.

Pagina 7096

(Si ride a sinistra)

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Dunque, l'onorevole signor ministro volendo mettere a carico dei comuni l'aggio, mi deve rispondere come egli rimedii a questo precedente di perequazione, cioè che tutti i cittadini debbono pagare l'imposta fondiaria sulla stessa base ed in proporzioni uguali, proporzione che completamente verrebbe a mancare tutte le volte che l'aggio dovesse essere pagato dal comune, ed il comune, per conseguenza, dovesse esigerlo dai contribuenti.

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Oggi l'onorevole ministro medesimo, a proposito degli esattori comunali, il cui emolumento s'intende addossare ai comuni, senza nessun compenso a favore dei comuni stessi (cosa di cui parlerò in appresso), ci veniva ad amministrare un'altra lezione intorno alla libertà dei comuni, e rivolgendosi a questo lato della Camera, egli meravigliava come opposizioni a queste idee venissero proprio da questi banchi.

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Anche io aveva qualche osservazione a fare rispetto a queste parole

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Risponde a suo rischio e pericolo del non riscosso per riscosso; però, quanto alle entrate dei comuni, non è tenuto che a ciò che realmente ha riscosso, salvo patto in contrario.»

Pagina 7105

Io prego la Camera a voler considerare che la viabilità, nella Sicilia e nelle provincie meridionali, presenta tali difficoltà e tale spesa, da far pensare a chi deve intraprendere un viaggio.

Pagina 7107

Se la Commissione consente a sostituire il sindaco a quest'ufficiale governativo, io non verrò a proporre la sospensione della discussione.

Pagina 7109

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