Ebbene, signori, tutte le cure, tutto lo studio delle autorità dì codesti collegi furono intese a far trionfare i due ex-ministri borbonici, ed a Sorrento essendovi nel luogo detto Piano un delegato per nome Bertolazzi, il quale era presunto favorevole al candidato liberale Mariano Ruggero, un telegramma del prefetto di Napoli al sotto-prefetto di Castellammare ordinava che al Bertolazzi fosse ingiunto di rimanere a casa durante tutto il tempo dell'elezione. Oltre a ciò i sindaci del collegio furono tutti sobillati a favore del De Martino. V'aggiungi che il clero fu unanime nel predicare agli elettori l'elezione del signor De Martino, persino minacciando ai recalcitranti la scomunica maggiore.
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A nome dell'ufficio I ho l'onore di riferire alla Camera sull'elezione a deputato del collegio di Alessandria nella persona del commendatore Urbano Rattazzi.
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A me pare che un deputato non dovrebbe permettersi di presentare una carta senza prendere almeno la responsabilità delle firme apposte a quella carta.
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Come avrò da qui a poco a riferire alla Camera non si contentava poi di far votare quelli che si trovavano inscritti nelle liste del 1860, ma estendeva questa facoltà anche a coloro che si trovavano iscritti nelle liste del 1861.
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Io mi limito a questa osservazione sufficientemente valevole, a parer mio, per la difesa delle conchiusioni dell'uffizio.
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Perciò io insisto nel chiedere che sia sospesa ogni deliberazione intorno a questa elezione, perchè si abbia a fare un esame tecnico delle schede che sono unite al verbale.
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Io voleva osservare che può darsi che queste tre schede sieno state scritte dalla stessa mano, ma da un elettore a richiesta di altri elettori che fossero inabilitati a scrivere.
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Il tribunale supremo di guerra potrà continuare a sedere in Torino fino al 1° di luglio 1866. Un decreto reale fisserà l'epoca del suo trasferimento a Firenze.
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Napoli era, non proprio in mezzo, ma come a dire a due terzi di questa distanza; e certo le bisognava da una parte, per andar verso le Puglie, discendere a mezzodì per cento chilometri fino a Contursi, e dall'altra, per andare verso gli Abruzzi, risalire a settentrione per duecento e più chilometri fino ad Avezzano (notate che qui non parlo più di linee rette geografiche, ma di linee e di distanze stradali, che s'acconciano alle accidentalità del terreno).
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Io lo assicuro che non ci fu nessun intento di attaccare la sua benevolenza, parlando di Manfredonia; Manfredonia è là davanti agli occhi, e non si può a meno, quando si è andati a Foggia, che volgere lo sguardo a Manfredonia, anche senza pensare che l'onorevole Bonghi sia il deputato di quel collegio.
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Salerno avrà 15 chilometri per andare a Sanseverino, 30 per andare ad Avellino, e sono 45; 23 per andare a Benevento, e sono 68. Da Benevento a Foggia sono 90 chilometri; mettete anche un pò di più se volete, e saranno da 158 in 160, al più 164 chilometri in tutto.
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L'onorevole Menabrea nel suo sistema intendeva di andare fino a Benevento, e indi per la valle del Biferno a Termoli; si capisce per conseguenza che giunto a Benevento, dovesse di necessità seguire le strade idrografiche, rimontare la flessuosa valle del Tammaro e di là riuscire all'Appennino di Campobasso e a Termoli. Ora basta guardare la carta geografica per vedere che lungo giro fa il Tammaro pel cui vallone si aprirebbe la via naturale o almeno la via scelta dal ministro Menabrea, e dal Pesapane.
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Io ho letto, me lo creda l'onorevole Depretis, il carteggio tra il Governo e la società rispetto al brigantaggio; confesso che come magistrato non consiglierei il Governo a mettersi al rischio di sostenere che la forza maggiore non potesse mai servir di scusa alla società: perchè quando la società diceva al Governo: proteggetemi, voi che siete la forza, e noi, che siamo l'industria, continueremo a lavorare; quando a queste domande il Governo risponde: non posso, che si ha a dire?
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Dopo aver toccato così alla corsa tutti i punti della questione, resterebbe a dire qualche cosa della linea di Solmona, che tanto sta a cuore all'onorevole Leopardi.
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fatto un progetto, quella da Telese a Campolattaro, non è che un primo gradino verso il culmine appenninico; e la locomotiva non ha più a ridiscendere, ha già conquistata tutta l'altezza che si è affaticata a salire, e quindi c'è tanto meno per ascendere sino alla sommità dell'Appennino e all'altezza di Campobasso.
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Dico la verità: io era stato lungamente favorevole alla scorciatoia, dirò così, di Cancello a Benevento, precisamente per una ragione simile a quella addotta dall'onorevole Depretis. Passando per la valle Caudina, io diceva meco medesimo, si risparmiano da 15 a 20 chilometri; e quand'anche la strada avesse a riuscirne più costosa, la spesa maggiore sarà a carico della società, che se ne assume la costruzione e l'esercizio, ed il risparmio sarà pel Governo che pagherà tanto meno
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Vorremo noi credere possibile che il valico di Celano abbia a costar meno del valico di Fabriano, cioè meno di 450 mila lire, che risponderebbero a 200 mila lire di più al chilometro a carico del Governo? Ma io credo che basti per dar da pensare.
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D'altra parte la strada che vi è sostituita, quella da Popoli ad Aquila e Rieti, è evidentemente più favorevole a tutti gli interessi della provincia non solo, ma anche di tutta la regione tirrenica e della media riviera adriatica. Pur troppo sento a dire che sarà difficile anch'essa, ma a questo ci pensi la società che deve farla; questa non è cosa che ci riguardi: è la società che si è sobbarcata per contratto a questa spesa.
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E qui mi sovviene un'osservazione molto grave fatta dall'onorevole Depretis, osservazione che mi aveva colpito fin dal momento in cui cominciai a metter mano a questi studi.
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Io finisco con questo voto: si combatta la diffidenza e lo spirito di dubbio raddoppiando l'attività; invece d'andare a Foggia in tre anni, vi si vada in due anni; a Benevento almeno ci si sia entro un anno; insomma si faccia presto, e in modo da rendere evidente a tutti come le nostre risoluzioni siano state dirette ad accrescere i benefizi delle provincie napolitane, e non a ritardarli.
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Non posso poi a meno di protestare contro alcune parole dell'onorevole Lazzaro, cioè che il Governo non soglia uniformarsi agli ordini del giorno che sono votati dalla Camera; pregherei l'onorevole Lazzaro a volermi indicare qual ordine del giorno votato dalla Camera non sia stato osservato dal Governo, a meno d'impossibilità assoluta.
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Ora finalmente che è costretto a venderle, lo fa a malincuore, e benchè più non le appartengano, vuole tuttavia esercitare ancora sopra di esse la sua perniciosa e cara azione.
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4° A formare un progetto di tutte le altre linee necessarie a compiere la rete generale delle ferrovie
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«Nel caso in cui il Governo sardo si determinasse a vendere a qualche compagnia le strade di ferro ipotecate in favore del prestito, i portatori de' titoli di tal prestito saranno ammessi a cambiarli al pari contro una somma corrispondente di azioni al loro valore nominale.»
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«Ora io credo che ogni atto che noi facessimo, che tendesse a minorare questa guarentigia, non tornerebbe sicuramente a profitto nostro.»
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Se l'onorevole ministro ignora la cosa, come pare, allora io mi limito ad invitarlo a pensare a questo sconcio. Frattanto raccomando la proposta Torrigiani.
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Ma a me poco cale che questi o quegli sia il concessionario, quello che a me importa si è che la strada si faccia, poichè la reputo d'interesse nazionale.
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Per questi motivi prego la Commissione ed il Governo a volere accettare il mio ordine del giorno, e prego la Camera a volerlo approvare.
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E voi, o signori, quando decretaste la strada ferrata dall'Avenza a Carrara, vi obbligaste moralmente a concedere quella di Serravezza, poichè identici sono i bisogni, identico l'interesse nazionale.
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Or bene, io vi dirò che fin dal 1° maggio 1851 fu stipulata in Roma una convenzione fra i Governi pontificio, austriaco, estense, parmense e toscano, mediante la quale si stabiliva la costruzione delle linee che corrono da Piacenza a Bologna, e da Bologna a Pistoia per la Porretta, di più il tronco da Reggio-Guastalla a Mantova.
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A proposito di quest'ordine del giorno, farò una dichiarazione che sarà applicabile anche ad altri ordini del giorno consimili ed a parecchi emendamenti.
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«La Camera invita il Governo a far procedere agli studi della linea che per la valle del Volturno e del Sangro congiunga Napoli ad Ortona, ed a provocare quindi un consorzio fra le provincie e i comuni interessati, affinchè la detta linea sia costruita a spese del consorzio con sussidio dello Stato.»
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«La Camera invita il Ministero a far continuare gli studi da Conza a Bagnoli Irpino e di là lungo la valle del Calore a Benevento, e passa all'ordine del giorno.»
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Poichè il Ministero si chiarì irremovibile dal proposito di abbandonare il passaggio di Conza, i miei amici ed io ci decidemmo a proporre il presente ordine del giorno. Il concetto di questo poi ha radice nella stessa relazione dell'onorevole Commissione e nel proposito manifestato dall'onorevole ministro allorchè ha mostrato di assentire non solamente a mantenere il tronco da Foggia a Candela, ma anche a lasciarlo perfezionare fino al ponte Santa Venere. E ciò a fine di rendere possibile quella linea di strada ferrata, tutta dentro terra, la quale per Venosa e Spinazzola tender debbe a Bari ed a Taranto insieme, ed anche incontrarsi verso Potenza colla ferrovia che attraverserà la Basilicata.
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Ora, a rendere più proficuo quel tronco di ferrovia mantenuto fino a Candela, i sottoscrittori del presente ordine del giorno domandano che siano continuati gli studi (già compitissimi fino a Conza) da Conza su per l'alta valle dell'Ofanto stesso, a traverso i piani di Fiorentino ed i pressi di Lioni fino ad incontrare l'altopiano che distendesi fra Cassano e Bagnoli degli Irpini ed andare poi per la valle del Calore a Benevento. A questo modo, passando per territori ubertosissimi, servirebbesi una popolazione di 200 a 250,000 abitanti, quanti ne contano i circondari di Sant'Angelo dei Lombardi e quello di Ariano, col consorzio dei quali utilizzerebbesi, come ho detto, sempre più il tronco di ferrovia di Candela, e arricchirebbesi di utile confluenza la linea Beneventana.
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«La Camera, considerando che la gran linea ferrata lungo le coste del mar Tirreno dal confine francese a Salerno è tutta decretata per legge, e parte è in esercizio, il resto in costruzione; che in un tempo più o meno lungo è destinata a percorrere anche le rive tirrene più meridionali della penisola fino a Reggio di Calabria, invita il ministro dei lavori pubblici a fare eseguire fra un anno da ingegneri del genio civile gli studi di massima sulla suddetta linea da Salerno a Reggio di Calabria.»
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e completa direzione di tutte le ferrovie dello Stato indistintamente tanto proprie, che appartenenti a società anonime, tosto che una guerra verrebbe a scoppiare e a dichiararsi con qualsiasi potere estero addossandosi esso medesimo sino a pace conchiusa le spese dell'esercizio delle medesime.»
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Alcuni Torinesi mentre protestano contro le sottoscrizioni carpite a donne ed a ragazzi per la conservazione dei conventi, chiedono che i medesimi siano senza eccezione soppressi.
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Tale persuasione mia intorno all'urgenza di ridurre ad unità la legislazione commerciale mi aveva indotto a presentare una proposta per l'estensione del Codice di commercio Albertino a tutto il regno.
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massime anzi che il guardasigilli vorrà almeno adoperarsi a che il processo di quei disgraziati venga con sollecitudine recato a compimento.
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Non li seguiterò in questa via che mi condurrebbe a ragionare troppo lungamente. Ma non credo di poter prescindere dell'invitare la Camera a rivolgere la sua attenzione a quelle parti che possono trovarsi in urto colle nostre leggi fondamentali.
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Rimane a provvedere a quelle altre località, nelle quali non vi è sede prefettizia o sotto-prefettizia.
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a sinistra)
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Ad ogni modo, signori, io esitava a proporre alla vostra deliberazione il Codice di procedura civile, perchè, se a mio giudizio, esso migliorava considerevolmente gli altri Codici, mi pareva però che non si presentasse a voi accompagnato da garantie sufficienti.
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Quando la Camera sia invitata a votare sull'emendamento Mari, essa è invitata a votare sopra cinque elementi di quest'emendamento che corrispondono a cinque numeri dell'articolo 1° e di cui non sono che la materiale riproduzione. Or bene, od essa li respinge, e allora respingerebbe anticipatamente gl'identici numeri dell'articolo, quando non è ancora chiamata a votare sull'articolo stesso; ovvero li accetta, ed in questo caso, poichè l'onorevole Mari al suo emendamento egli annette la virtù di surrogare gli articoli 1, 2 e 3 del disegno di legge, verrebbero a sopprimersi senza votazione diretta ed i numeri
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Ma a questo riguardo faccio la stessa osservazione che ho fatto poc'anzi, che cioè questa parte che si vorrebbe soppressa stando negli allegati, non si può più mettere in deliberazione. Quindi invito senza più la Camera a passare a votare sopra il numero 6.
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Sa la Camera come, a norma della legge ora in vigore, gli studenti di giurisprudenza sono abilitati a conseguire la laurea nel termine di quattro anni.
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Insomma, l'ufficio, a cui nome ho l'onore di riferire, è venuto nell'intima convinzione che pressione non ci sia stata, che abuso di potere per parte dei sacerdoti di quel collegio non abbia avuto luogo; che essi non si adoperarono con quelle armi che facilmente possono adoperare a intimidire le deboli coscienze. Soltanto è provato che i preti si adoperarono a manifestare la loro opinione favorevole per il Conti, poichè attribuivano a lui opinioni conformi a quelle da loro professate.
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A questo punto, d'accordo colla Commissione, si pensò che a quella zona che è finitima al confine pontificio, avrebbe per avventura potuto provvedersi dal Governo con misure eccezionali, sulle quali la Commissione pose pure la sua attenzione in massima, a tale che persino nella relazione si legge un paragrafo che alle medesime accenna. Questi provvedimenti eccezionali formerebbero oggetto di una proposta speciale, nella quale proposta avrebbe eziandio potuto accennarsi a quelle ricompense che fossero dovute a quegli individui i quali avessero con efficace concorso e notevole zelo contribuito a rimuovere questo flagello.
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Prevengo che, a termini dell'articolo 3 del regolamento, sono ammessi a votare non solo quelli le cui elezioni furono già approvate, ma coloro altresì le cui nomine non furono ancora verificate. Non possono però pigliar parte a questa votazione quelli la cui elezione fu sottoposta ad inchiesta.
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Accademia della crusca
