Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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VIII Legislatura – Tornata del 5 marzo 1861

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Zanolini 5 occorrenze
  • 1861
  • politica - sedute parlamentari del Regno d'Italia
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Debbo anzitutto confessare che non conosco tutti gli elementi di fatto che riguardano la questione in cui prendo a parlare; non la conosco cioè se non da quanto venne testè esponendo il signor relatore; ma mi fece una viva impressione l'ultima ragione ch'egli adduceva a sostegno delle conclusioni dell'ufficio. Egli diceva essere imputabile a tutta la sezione se fu eletto un ufficio composto di una maggioranza di analfabeti; quindi, se i voti di questa sezione non si possono calcolare, essa lo deve imputare a se stessa, e dee pareggiarsi a quelle che volontariamente si fossero astenute.

Pagina 145

Potrebbe nascere la supposizione in taluno che il presidente, quello che è dalla legge chiamato a leggere le schede, fosse analfabeto, cioè non sapesse leggere i nomi scritti nelle schede; ma donde risulta a noi che questo presidente non sia stato in caso di adempiere all'ufficio suo? A noi non risulta; noi andiamo quindi a stabilire in via solo di presunzione che egli non potesse adempiere all'incarico dalla legge determinato, ed al cui disimpegno gli elettori lo chiamavano.

Pagina 145

Per queste brevi ragioni, a nome del III ufficio, io domando che la Camera convalidi l'elezione del signor avvocato Valentino Pasini a deputato del collegio di Codogno.

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Ora che lo Stato è così ampliato, è quasi tutta Italia, il Governo sarà necessitato a stabilire varie Commissioni, perchè moltiplici, svariati, importantissimi subbietti si ha a discutere ed a deliberare, principalmente in tanta diversità di condizioni e d'interessi in cui sono le parti, onde Italia si compone.

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La legge elettorale fa un'eccezione soltanto per certe classi d'impiegati, ma conserva alto silenzio di coloro a cui incombe di far leggi, i quali in ciò compiono nè più nè meno che il dovere di deputato. Dopo aver essi ricevuto il mandato della deputazione al Parlamento, non vengono già qui a fare, con istipendio, i legislatori a nome del Governo, ma a fare i legislatori a nome della nazione, senza retribuzione di sorta.

Pagina 155

VIII Legislatura – Tornata del 20 maggio 1861

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Rattazzi 18 occorrenze
  • 1861
  • politica - sedute parlamentari del Regno d'Italia
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Ripeto ciò che vi accennai ieri l'altro, che voi, cioè, non venite a riparare una recente perdita, senza l'altrui pregiudizio, a censurare, ad annientare un atto commesso ieri; voi non venite colla vostra decisione a dare un favore senza l'altrui danno. Voi, o signori, nel portare il capoluogo da Noto a Siracusa date una riparazione a Siracusa, che io credo già l'abbia avuta, ma nello stesso tempo pronunciate la degradazione di Noto.

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Oggi pertanto la vostra sentenza non porta soltanto un favore a Siracusa, ma infliggerebbe a Noto una sventura che non ha meritata.

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E, del resto, che nessuno in quell'epoca pensasse alla mutazione, o, meglio, alla riparazione che ora giustamente si dimanda, lo prova il non essersi alzata una sola voce a riclamare a favor di Siracusa. Se una sola voce si fosse elevata a quell'epoca per riclamare a favor di Siracusa, io, che avevo l'onore di essere a capo del governo della Sicilia, avrei per certo esaminato seriamente la questione, onde vedere se almeno era il caso di sancire per legge una riserva, onde a suo tempo fosse fatta giustizia per Siracusa. Io, personalmente, non dissimulo, o signori, l'opinione che in questo momento mi son fatta. Se dovessi proporre un provvedimento a riguardo del capoluogo della provincia di Noto, non esiterei per moltissimi e gravi motivi a proporre la città di Siracusa.

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Io prego l'onorevole ministro a voler ben considerare che la circolare di monsignor Caccia può dar luogo a gravi disordini.

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Persisto quindi nel chiedere che quest'interpellanza abbia a rimandarsi al giorno dopo la discussione della legge a cui ho accennato.

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Io pregherei il signor ministro a volermi fissare a tale effetto un giorno che sia vicino, per quanto è possibile, essendo prossima la festa nazionale.

Pagina 1007

Prego l'onorevole Ricciardi a restringersi alla sola esposizione dei fatti, senza discendere a cose personali.

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Sopra un'altra cosa vorrei chiamare l'attenzione dell'onorevole ministro, vale a dire sulla penuria estrema dell'ex-reame di Napoli, che mi sembra tanto più incredibile, in quanto che le provincie napolitane soggiacciono a molte minori spese di quelle a cui soggiacevano sotto i Borboni.

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Il perchè io conforto l'onorevole guardasigilli a mettere fine a questa vergogna.

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Dunque restano queste due cose che possono diminuire il reddito pubblico, vale a dire la diminuzione delle tariffe, più il decreto del Farini. Se non che io dimenticava ancora di dirvi che in questo momento si dazia a Genova invece di daziare a Napoli, cioè la dogana è pagata a Genova e non a Napoli. Quando vi sarà un solo tesoro, questo non vorrà dir niente, ma ora naturalmente il tesoro di Napoli ne scapita, perchè quello che riceve Genova non lo incassa Napoli.

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la tassa mobiliare, la tassa delle patenti, dai cui finora fummo esenti, più un nuovo debito, il quale si aggiungerà a quello di cento trentanove milioni di ducati che abbiamo già. E dicono i miei conterranei: noi soggiaceremo a questi nuovi carichi, ma vorremmo godere dei vantaggi di cui godono gli altri paesi, vale a dire delle strade ferrate…

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e tanto più volontieri, in quanto che ho inteso da molti i quali parlano e sparlano del mio povero paese, che Napoli è ingovernabile; ed ancorchè si mandasse a Napoli il più grand'uomo, il più grande legislatore del mondo, esso non potrebbe giungere a governare Napoli. Ma Napoli non è ingovernabile, poichè vi si trova un giurì (e il giurì rappresenta la parte intelligente del paese) per condannare la “Pietra Infernale” a 400 ducati di multa ed a tre anni di prigionia.

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Più in là, in virtù di decreti emanati nell'aprile e nel maggio, 1000 circa sono stati messi a riposo, ma senza alcuna norma, vale a dire, dei giovani come degli uomini d'età, degli scapoli come degli ammogliati, quasi ciecamente, quasi a capriccio.

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La promiscuità è ottima cosa nella magistratura, ed io invito l'onorevole guardasigilli a mandare a Napoli quanti più magistrati potrà dal Piemonte, dal Parmigiano, dal Modenesee dalla Lombardia. La legge si può applicare benissimo ad Ivrea e a Brescia, come a Cosenza e a Catanzaro; ma per l'amministrazione non è lo stesso; il perché io non vedo volentieri i cittadini dell'alta Italia andare a Napoli come governatori; oltre di che dovete sapere che a Napoli si sono messi in capo che voi volete piemontizzare il paese, epperò il mandar qui Piemontesi non fa che aggravare questo pregiudicio, questa torta opinione, e voi dovete fare il possibile per combatterla; e, finché non andiamo a Roma, rispettate questa povera autonomia napoletana.

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Si mandarono Guicciardi e De Rolland a Cosenza e a Potenza; ma non faranno eglino miglior prova del conte di Bardesono.

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Si è parlato infinitamente di questo brigantaggio; ed i giornali, a cui alludeva, continuano a parlarne come di un fatto terribile e comune a tutte le provincie; si è detto che dal 6 aprile in poi vi sono state delle reazioni e repressioni violentissime.

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Prego l'onorevole Ferrari a restringersi a parlare contro la chiusura, e di non rientrare nel merito della discussione.

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Si fa di bel nuovo a percorrere non una, ma più volte il circondario elettorale, e quasi a fermare sua stanza in Molfetta. E questa volta alle sue lusinghe ed alle sue promesse adopransi dai suoi agenti anche la minaccia, l'intimidazione, la corruzione. Valgano pochi esempi. Ad un gentiluomo del paese, amico di Lauria, ma che per lo passato era stato affezionato del caduto Governo, e ad altri si fa credere essere stato già spedito contro di loro il mandato di arresto per misura di precauzione. Indi si suggerisce, s'insinua loro votare per Minervini che si era adoperato presso il governatore per sospenderne l'esecuzione. Si mettono in libertà degli sbandati parenti di elettori, a condizione che questi votassero per Minervini. Una persona influente per grado e per autorità impone a contadini ed a marinai di votare per Minervini. Si dà a credere ai contadini che il Minervini avrebbe ottenuto di far mettere a cultura delle terre adiacenti all'agro molfettese, che, sebbene non fossero demaniali, pure sono addette ad uso di pascolo. Si fa promettere a don Giovanni Cozzoli, condannato a morte per ragione politica nel 1848, che il Minervini gli avrebbe fatto conseguire dal Governo una pensione vitalizia purchè avesse adoperata la sua influenza (che non aveva poca) in di lui favore.

Pagina 994

VIII Legislatura – Tornata del 12 dicembre 1861

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Rattazzi 7 occorrenze
  • 1861
  • politica - sedute parlamentari del Regno d'Italia
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Parmi pertanto conveniente l'accettazione della mia proposta, tendente a che sia soppresso l'articolo proposto dalla Commissione, e così sarebbe tolto di mezzo ogni precedente il quale possa venir a sostegno di parziali domande di altre provincie del regno per modificazioni nell'ordinamento giudiziario, il quale, come dissi testè, ebbe a risentire gravissimo danno.

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Ed è pure a ritenersi che, se l'attuazione presto non seguisse, ne verrebbero certamente malcontenti gravi, e l'amministrazione della giustizia sopratutto ne verrebbe a scapitare.

Pagina 306

Vi sono in Lombardia alcuni comuni così piccoli, che assolutamente più non bastano a sopperire alle spese richieste dalla progredita civiltà e dalla nuova vita libera a

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Signori, vi avverto che gli ufficiali siciliani del 1848, dei quali vi parlo, non sono nè a migliaia, nè a centinaia, ma se giungono a sessanta è molto. Mi spiego.

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Deve a quella vittoria la Francia la scintilla della rivoluzione del 1848; deve a quella vittoria il Piemonte e l'Italia l'iniziativa della guerra nazionale dei popoli, e la tricolore bandiera costituzionale che s'inalberò su questo Parlamento, che la Casa di Savoia ed i rappresentanti del popolo subalpino hanno solennemente mantenuta, e che le valorose truppe piemontesi altamente illustrarono in Crimea, a Montebello, Palestro, San Martino, a Gaeta.

Pagina 310

Ma inutilmente volgeva egli lo sguardo sui mari; nessuna barca vide giungere, non solo a soccorrerlo, ma neppure a salvarlo dalla fallita impresa. Ma il suo eroico martirio e quello del candido Spinuzza e di altri prodi che lo seguirono valsero a gettare maggior seme d'odio e di vendetta contro il Borbone.

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Le farò osservare che per parlare in favore sono inscritti due altri deputati, i quali hanno rinunziato a parlare, quando nessun altro prenda a discorrere.

Pagina 312

VIII Legislatura – Tornata dell’8 luglio 1861

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Rattazzi 20 occorrenze
  • 1861
  • politica - sedute parlamentari del Regno d'Italia
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Il contratto che oggi stiamo discutendo, oltre alla concessione della strada da Ravenna a Bologna, ha unito un'altra concessione della strada ferrata da Napoli a Ceprano.

Pagina 1873

Per questi motivi sembrerebbe più opportuno che la strada procedesse da Frascati a Fabriano, e poi a Fabriano volgesse verso Matelica e prendesse la valle di Potenza, dove, discendendo, verrebbe a raggiungere la strada attuale presso il porto di Recanati.

Pagina 1874

Trattasi della concessione che contiene la linea da Napoli a Coprano. L'ufficio fu unanime a respingere quest'aggiunta di concessione.

Pagina 1874

La linea da Napoli a Ceprano si compone in gran parte della linea da Napoli a Capua, la quale appartiene allo Stato e da questo è esercita. Quindi sembra cosa evidentemente consentanea agli interessi dello Stato che questa linea sia proseguita sino a Ceprano per conto del Governo, e non già ceduto alla società il tronco che gli appartiene da Napoli a Capua.

Pagina 1874

Oltre a ciò è da notarsi che il Governo, con questa cessione alla società della sua linea che possiede da Napoli a Capua, creerebbe degl'imbarazzi nell'esercizio, mentre, da quanto ho potuto argomentare dai pochi elementi che si hanno, se non erro, le strade Adami e Lemmi dovrebbero collegarsi in un punto a questa linea, credo a Cancello, e così i convogli del Governo, venendo dalle linee che si tratta di eseguire colla convenzione Adami e Lemmi, dovrebbero percorrere un tratto di via da Cancello a Napoli, il quale apparterrebbe alla società, e non più al Governo.

Pagina 1875

Persisto quindi nell'opinione essere nell'interesse del Governo che la linea già sua da Napoli a Capua sia per conto suo proseguita sino a Ceprano e non ceduta a veruna società.

Pagina 1878

La società delle ferrovie romane ha bisogno, per complemento naturale della sua rete, della linea da Ceprano a Napoli. Capisco che questo bisogno della società delle ferrovie romane non basti per sè a dar ragione perchè abbia lo Stato a farle concessione da cui non derivi pure utile per lo Stato; ma nel caso attuale l'utile per l'erario dello Stato vi è diretto. Accrescendo di un milione la garanzia della rendita data a questa società, noi non facciamo altro che assicurarle l'interesse del sei per cento sul capitale che la società si è obbligata ad impiegare a mettere in buono stato la linea da Napoli a Capua, e ad ultimare la strada ferrata da Capua a Ceprano.

Pagina 1878

Proporrei una modificazione a quest'articolo, giacchè nella Commissione la minoranza non è riuscita a persuadere la maggioranza della convenienza di condurre la strada a riunirsi alla centrale piuttosto a Castel Bolognese che ad Imola.

Pagina 1879

Io confesso che annetto qualche importanza a che la stazione di Russi sia avvicinata il più che sia possibile al paese, poichè credo rendermi esatta ragione delle condizioni di questa strada ferrata. Egli è infatti fuor di dubbio che essa sola non basterà ai bisogni della Romagna, essendo diretta non solo a vantaggiare l'importantissimo porto di Ravenna, ma a congiungere altresì la ricca piazza commerciale di Lugo. Tanto a Ravenna stessa, come a Faenza, Imola e Bologna, è noto a tutti che il commercio di Ravenna si volge nella maggior parte verso l'Emilia e verso Bologna, e questa è la ragione per cui bisognava congiungere Ravenna a Lugo, e da Lugo protrarre la ferrovia verso la linea centrale in un punto abbastanza comodo tanto per Faenza che per Imola e Bologna; ma non permetterò nondimeno che si dimentichi che una parte del commercio d'importazione di Ravenna mira alle provincie toscane, e perciò, diceva poc'anzi, che questa linea non è sufficiente per gl'interessi nostri: io credo che col tempo Ravenna dovrà congiungersi a Forlì o a Faenza in più breve modo, e ciò potrà farsi per Russi, volgendosi la ferrovia a quella delle due città anzidette, a cui farà capo quella linea che è nei voti di tutta la popolazione romagnola, e che è destinata a porre in comunicazione diretta la città di Ravenna col porto di Livorno. In quest'aspettativa, che è quasi certezza, giova abbreviare (avvicinando la ferrovia a Russi) il tratto che rimarrà ad eseguirsi per riunirlo a Forlì o a Faenza.

Pagina 1880

Noi eravamo molto indifferenti a far andare questa strada ferrata od a Faenza, od a Imola, od a Castel Bolognese; ma fu scelto Castel Bolognese per riguardo ai traffici interni, e perchè tale fu il voto delle popolazioni, per quanto i Faentini e gl'Imolesi meritassero la stessa considerazione di quelli di Castel Bolognese.

Pagina 1881

Ora accade che in mezzo a quelle popolazioni vi siano traffici da paese a paese, da terra a terra, da città a città che hanno molta importanza, vuoi pel commercio delle granaglie, vuoi sopratutto per quello del bestiame; il quale bestiame in tanta quantità è condotto da uno di questi paesi ad un altro, per modo che l'allontanarsi da centri di tale commercio reca danno agl'interessi parziali di quei paesi.

Pagina 1881

Se non che gli onorevoli Fiorenzi e Rasponi accennano alla possibilità di un'altra linea di strada ferrata, che per un altro varco dell'Apennino, dal bacino Toscano, metta a Faenza od a Forlì. Quando questa idea venisse a verificarsi (il che non sarà certo così tosto), allora certo sarà necessario di spingere da Faenza o da Forlì una linea di strada ferrata a Ravenna; ma, anche in questo caso, Castel Bolognese non sarebbe la stazione opportuna.

Pagina 1881

Ciò posto, ne viene per necessaria conseguenza che, quando anche si fosse venuto a Castel Bolognese, l'orario del servizio si sarebbe dovuto regolare in modo da servire specialmente al commercio che si fa verso Bologna, per modo che i Faentini, i quali sarebbero venuti a Castel Bolognese, avrebbero dovuto fermarsi sino al passaggio del convoglio che serve a Bologna; perchè naturalmente la diramazione da Castel Bolognese a Ravenna non si potrà percorrere se non in ragione di un convoglio da Castel Bolognese a Ravenna ogni due convogli, l'uno ascendente e l'altro discendente, sulla linea principale da Bologna ad Ancona.

Pagina 1881

È bene di ritenere che la società presentò due progetti, dei quali l'uno pone la stazione di Russi a circa un chilometro, l'altro a due chilometri e mezzo da quel borgo.

Pagina 1881

Prendendo Imola, che è il punto scelto dalla Commissione, noi avremo: distanza da Imola a Ravenna, se non vado errato, 45 chilometri circa; poi da Imola a Bologna credo che siano 34, e forse qualche cosa di più; da Bologna a Firenze 126; se vogliamo andare sino a Livorno per la congiunzione dei due mari ve ne saranno altri 99, e così la distanza da Ravenna a Livorno sarebbe 504; da Ravenna a Firenze 99 chilometri di meno, ossia 205. Se però costruite un tronco che vada direttamente da Firenze ad Imola, avrete, da Ravenna ad Imola, sempre 45 chilometri, da Imola a Firenze non più di 101, da Firenze a Livorno 99; in tutto 245 da Ravenna a Livorno, 146 da Ravenna a Firenze.

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A questi due scopi così importanti mi pare debba il tracciato adattarsi tutto, anzichè a questioni locali.

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costruzione di quel tronco, noi risparmieremo 60 chilometri per andare da Ravenna a Firenze o da Ravenna a Livorno.

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L'onorevole Colombani mi ha domandato quali fossero i calcoli che avessero indotto la Commissione a segnare a due chilometri e mezzo il limite massimo dell'allontanamento della linea da Russi.

Pagina 1883

Ora uno scopo positivo c'è, dimodochè dobbiamo attenerci a questa. Nell'avvenire, allora si potranno fare dodici o quindici chilometri per andarsi ad unire da Faenza a Russi.

Pagina 1884

Al cominciamento della discussione della legge si è diffusamente parlato della ferrovia da Capua a Ceprano. Io pregherei l'onorevole ministro dei lavori pubblici di volermi dire a che punto sono i lavori e a quando si spera l'apertura di questo tronco.

Pagina 1886

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