Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Trattato di Anatomia patologica veterinaria. 4 ed.

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Franco Guarda, Giancarlo Mandelli, Bartolomeo Biolatti, Eugenio Scanziani 7 occorrenze

Nel capitolo sul Sistema ematopoietico abbiamo ritenuto necessario, sia pure a malincuore (ricordando la luminosa figura del professor Alberto Locatelli), stralciare i paragrafi iniziali, dedicati specificamente alle alterazioni dell’ematopoiesi, per concentrare l’attenzione sugli aspetti di nostra tradizionale competenza, cioè l’anatomia patologica dei pertinenti organi.

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I capitoli 5-7 della precedente edizione (dedicati a ossa, tendini e legamenti, articolazioni) sono stati fusi in un unico nuovo capitolo, privilegiando la stretta reciproca integrazione funzionale delle relative strutture, criterio già adottato da altri moderni trattati di anatomia patologica veterinaria; e pure qui non possiamo esimerci dal rivolgere un riconoscente pensiero al compianto, illustre professor Bruno

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Questa nuova edizione del Trattato di Anatomia patologica veterinaria, allestita dalla UTET Scienze Mediche con una apprezzabile combinazione di moderne tecnologie e di tradizionale perizia, esce a distanza di oltre dieci anni dalla precedente (2002). Dieci anni sono attualmente, in termini di didattica universitaria e di conoscenze scientifiche, un intervallo di tempo rilevante anche per la Medicina Veterinaria, come testimoniano, oltre agli aggiornamenti del testo e alla veste tipografica, i cambiamenti relativi allo schieramento degli editor e di nuovi, oltre che vecchi, collaboratori.

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Per quanto concerne gli editor, i nomi dei due nuovi responsabili (professori Bartolomeo Biolatti ed Eugenio Scanziani) si affiancano a quelli dei due anziani ideatori dell’opera (professori Franco Guarda e Giancarlo Mandelli). Non è un disconoscimento del ruolo tuttora svolto da questi ultimi, bensì un segnale di rinnovamento e di impegno che le due Scuole di Torino e Milano si assumono per il futuro. E, per quanto attiene ai collaboratori, il prestigioso coinvolgimento dell’Anatomia patologica parmense (capitolo sul Sistema endocrino) e il contributo di giovani autori in molte parti del testo sono un’ulteriore espressione di vitalità e validità dell’opera. Siamo altresì grati al professor Fabio Del Piero, titolare della Patologia veterinaria presso l’Università di Baton Rouge, Louisiana (USA), per il suo contributo alla stesura del capitolo 17 (Patologia embrionaria e fetale. Aborti).

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In sintesi, nella nuova, quarta edizione, sono state ridotte le descrizioni di reperti patologici non essenziali e sono stati ristrutturati in modo più schematico i vari capitoli; ancora, sono stati tolti i riferimenti bibliografici a carattere sparso, adottati caratteri di stampa marcati per le denominazioni più importanti, aumentati gli apparati di analisi e sintesi (tabelle e box), considerevolmente migliorata l’iconografia. Un sentito ringraziamento va rivolto a tutti i colleghi veterinari che hanno fornito agli autori dei vari capitoli immagini di patologie poco comuni. Un ringraziamento particolare ad Angela Moccia per la realizzazione dei disegni del capitolo 8, a Nicola Montefusco per lo schema riportato a pagina 256 e al dottor Pietro Riccaboni per quello di pagina 285.

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Micheletto della Facoltà di Medicina Veterinaria di Torino, estensore della materia nelle prime edizioni del trattato. E, a proposito di esimi studiosi del recente passato, tra quelli che hanno direttamente collaborato con noi nella composizione dell’opera, non possiamo tacere il nome del professor Rudolf Fankhauser, il noto neurologo veterinario elvetico, scomparso alla fine del secolo scorso, che aveva in precedenza affiancato il professor Guarda nella stesura del capitolo sul Sistema nervoso, tosto sostituito dal suo successore, il professor Marc Vandevelde, nell’Università di Berna.

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In base al ruolo cruciale dell’anatomia patologica nella formazione del veterinario, la nuova edizione del trattato fornisce non solo nozioni connesse con la tradizionale diagnostica post-mortale delle malattie animali e con il giudizio ispettivo delle specie destinate all’alimentazione umana, ma offre anche efficaci apporti alla formazione del patologo veterinario, moderna figura di operatore zooiatrico a supporto della farmacologia, della tossicologia e delle discipline cliniche (diagnostica macroscopica e soprattutto microscopica di campioni patologici intravitali, specie nei confronti dei tumori). Per conseguire tali obiettivi abbiamo cercato di seguire da vicino lo studente, aiutandolo, soprattutto con gli apporti iconografici, lungo tutto il percorso, ora semplice, più spesso arduo, che va dall’indagine, quasi galileiana, delle lesioni studiate (numero, estensione, forma, colore, consistenza e altre caratteristiche macroscopiche) all’individuazione dei loro equivalenti microscopici e alla ricostruzione della relativa patogenesi, per arrivare infine il più vicino possibile alla diagnosi eziologica dei processi morbosi in esame, che è il traguardo più alto che l’anatomia patologica può e deve proporsi.

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