Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

UNIPIEMONTE

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Elementi di genetica

414230
Giuseppe Montalenti 50 occorrenze
  • 1939
  • L. Cappelli Editore
  • Bologna
  • biologia
  • UNIPIEMONTE
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Molte razze hanno la cresta semplice, come i polli selvatici, cioè la bella cresta a ventaglio del tipo di quella dei Livornesi. Altre hanno una cresta ridotta a una serie di caruncule carnose, delle dimensioni presso a poco di un pisello (cresta pisiforme) altre ancora una cresta schiacciata e aperta, a rosa. Dall’incrocio di polli con cresta pisiforme e cresta a rosa, nascono ibridi F 1 con una nuova forma di cresta diversa dalle precedenti per avere caruncule più grosse e disposte in altro modo, che fu chiamata cresta a castagna, o nuciforme. La F 2 ottenuta da questi ibridi diede un risultato inatteso, e cioè individui con cresta nuciforme, pisiforme, a rosa e semplice in proporzioni prossime a quelle del diibridismo : 9 : 3 : 3 : 1.

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i 2n cromosomi si appaiano, accostandosi a due a due e formano n coppie (cromosomi bivalenti, o gemini) le quali si pongono nel fuso

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l’Artemia salina L. che vive nelle acque a concentrazione salina molto elevata (laghi salati, saline, ecc.). Si conoscono di questa specie varî biotipi, in cui si osservano varî gradi di passaggio da razze diploidi bisessuate, a razze diploidi a partenogenesi indefinita, a razze tetraploidi a partenogenesi pure indefinita.

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È chiaro che l’effetto del doppio scambio sulla distribuzione dei geni estremi è quello di ristabilire le condizioni primitive: mentre nello scambio semplice, con una sola rottura, A ed N si scambiano effettivamente con a ed n e vanno a far parte di due cromosomi diversi, nello scambio doppio, come quello illustrato, A ed N rimangono insieme, come se lo scambio non fosse avvenuto.

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Fig. 56 - Cromosomi diploidi (a, b, c) e aploidi (a’, b’, c’) in due specie di Biston (a, a’ e i), e nel loro ibrido (c, c’) (da Doncaster).

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. - Schema dei vari stadi della meiosi: a, a’, leptotene; b, b’, zigotene; c, c’, pachitene; d, d’, diplotene; e, e’ diacinesi; f, f’, prima; g, g’, seconda divisione di maturazione; h, h’, le cellule germinali mature. Le figg. a-h riproducono la meiosi di un cromosoma a V e di uno a bastoncello, la crocetta indica il punto di inserzione delle fibre del fuso; il cromosoma a V forma due chiasmi, quello diritto uno. Le figure a’-h’ riproducono la meiosi di un cromosoma a bastoncello, secondo la teoria di Darlington (sec. Darlington, da Ludwig, 1938).

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. - Tetrade con tre chiasmi: a sinistra, secondo l’ipotesi di Sax; a destra, secondo l’ipotesi di Darlington (da W. Ludwig, 1938).

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Più rari sono gli ibridi fra specie appartenenti a generi, e soprattutto a famiglie o ordini diversi. In questi casi per lo più l’incrocio non riesce, o, se riesce, dà luogo a falsi ibridi o a ibridi mostruosi. Ma è difficile poter formulare un principio generale per valutare il grado di affinità fra due specie in base a un criterio ibridologico (cfr. A. Ghigi, 1936).

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. - A sinistra, Oenothera lamarckiana, a destra, in mezzo, (A) Oe. rubrinervis. ai lati lati (B e C) Oe. nanella (da H. De Vries).

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. - A sinistra testa di Drosophila normale, vista di sopra e di fianco; a destra mutazione Bar (occhio lineare) (da Th. H. Morgan, 1919).

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. – Leptinotarsa (o Doriphora) decemlineata; tipo a sinistra e tre mutazioni a destra (sec. Tower, da Emery-Ghigi).

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A, mutazioni geniche: mutazione dell’allelo dominante A al recessivo a, dell’allelo recessivo b al dominante B, e dell’allelo dominante C a due diversi recessivi, c 1 e c 2 (allelomorfismo multiplo); B, mutazioni cromosomiche: a, perdita di un pezzo di cromosoma; b, perdita di un pezzo in mezzo a un cromosoma (deletion); c, inversione; d, trasposizione semplice; e, trasposizione reciproca; C, mutazioni del genoma: a, assetto cromosomico aploide normale; b e c, eteroploidia (b, aplosomia, c, polisomia), d, poliploidia (da N. W. Timoféeff-Ressovsky, 1937).

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Nell’uovo di Ascaris megalocephala, il verme intestinale del cavallo, ad esempio, fin dallo stadio di due cellule se ne distinguono una a cromosomi interi e una a cromosomi frammentati. Quest’ultima dividendosi darà origine a tutte cellule con cromosomi frammentati, da cui si svilupperanno varî organi del soma. L’altra invece, dividendosi, darà origine a una cellula con cromosomi interi e a una con cromosomi spezzettati. Quest’ultima andrà ad aumentare il numero delle altre simili già esistenti, e si comporterà come quelle. L’altra, a cromosomi interi, invece, dividendosi ancora, nuovamente originerà una cellula a cromosomi interi e una a cromosomi spezzettati. E così di seguito. Seguendo tutto lo sviluppo, si può vedere che la cellula a cromosomi integri, ad un certo momento, darà origine alle cellule madri dei gonociti, cioè di quelle cellule da cui prenderanno origine spermî e uova. Perciò, come è rappresentato nello schema (Fig. 2) si può distinguere, fin dai primordi dello sviluppo, la linea germinale (quella

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A favore delle teorie progamiche si conoscono alcuni pochi argomenti, fra cui il più famoso è quello offerto da un verme marino (Anellide) il Dinophilus (Fig. 97) in cui sono presenti due categorie di uova ben riconoscibili alle dimensioni, anche prima della fecondazione: le uova più grandi dànno origine a femmine, quelle più piccole a maschi. Anche nei Fillosserini e nei Chermesini le uova destinate a dare maschi sono diverse, per dimensione o per colore, da quelle destinate a dar origine a femmine. Discuteremo più avanti il significato di questi fatti (pag. 314). Nella grande maggioranza dei casi però non si possono riconoscere morfologicamente due classi di gameti corrispondenti ai sessi degli individui ch’essi formeranno.

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Se X : A ≥ 1, si hanno femmine (normali ogni volta che X : A = 1). Quando X : A ≤ 1 : 2, si hanno maschi. Negli altri casi, intersessi. Il caso 7° ha due X, e autosomi triploidi; ma manca uno degli autosomi, il cromosoma IV. È interessante notare il caso 5°, che si riferisce a femmine aploidi. Esso rimase puramente teorico fino a che il Bridges (1925-1930) poté trovarlo in alcuni individui costituiti da un mosaico di zone aploidi e diploidi, e poté constatare con certezza che le parti aploidi hanno caratteri femminili.

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Casi d’inversione spontanea del sesso, oltre a quelli già ricordati delle rane attribuiti a cause genetiche, sono conosciuti anche nelle colombe (O. Riddle, 1914) e galline, e dovuti presumibilmente a processi patologici (tumori, tubercolosi; F. E. A. Crew, 1923).

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. - A sinistra, una gallina mascolinizzata, a destra, un gallo normale, per mostrare la differenza della mole corporea (da E. Padoa).

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Di una tignuola, Ephestia kühniella, si conoscono varie razze, studiate soprattutto da A. Kuhn e dalla sua scuola. Una razza con occhi neri (fattore A) e una con occhi rossi (fattore a), incrociate danno luogo al rapporto del monoibridismo. Se si trapiantano

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Il gruppo A possiede l’agglutinogeno A e l’agglutinina β.

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Non lo sono neppure gli individui di una stessa razza, o varietà, e neppure quelli della stessa famiglia, anzi differiscono fra di loro per varî caratteri, più o meno spiccati, e più o meno facilmente riconoscibili, a seconda che il nostro occhio è poco o molto esercitato a discernerli, i quali ci rendono possibile distinguere un individuo da un altro. L’abitudine e l’esercizio valgono certamente ad affinare la capacità di discernimento, e a dare la possibilità di distinguere caratteristiche individuali quasi impercettibili, che a tutta prima sfuggono: così il pastore riconosce a una a una le pecore del suo gregge, che a noi sembrano indistinguibili, la madre distingue i gemelli più somiglianti, che agli estranei sembrano assolutamente identici.

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Hagedoorn, A. L. - The genetic factors which influence the coat color. Z. I. A., VI, 1912.

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A. A., XX, 1901.

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A. e Willems — La spermatogénèse chez les Batraciens, IV. L. C.., XXV, 1909 (cfr. op. cit., a pag. 409).

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Bytinski-Salz, H. e Gunther, A. - Versuche an Lepidopterenhybriden I.Z. I. A., LIII, 1930.

Pagina 412

A. - Genetic studies on a cavia species cross. C.I. P., N. 205, 1914.

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A. m. A., XCI, Abt., II, 1918.

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A. A. M. XXVII, 1931.

Pagina 413

Emerson, A. E. - loc. cit. a pag. 409; 1932.

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Blakeslee, A. F., e Avert, A. G. - Methods of inducing doubling of chromosomes in Plants. J. H., XXVII, 1937.

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. - A cytological study of colchicine effects in the induction of polyploidy in plants. P. N. A., XXIV, 1938.

Pagina 417

Vandel, A. - La parthénogénése géographique. Contribution à l’étude biologique et cytologique de la parténogénèse naturelle. B. B. F. B., LXII, 1928.

Pagina 417

Giard, A. - De l’influence de certains parasites Rhizocéphales sur les charactères sexuels extérieures de leur hôte. C. R. A. S., CIII, 1886.

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Agostini, A. – Analisi sperimentale del dimorfismo sessuale del piumaggio della quaglia (Coturnix coturnix coturnix (L)). A. Z. I., XXII, 1935.

Pagina 422

A. A. M. XXXI, 1935.

Pagina 423

A. A. M., XXVII, 1931.

Pagina 423

. - A single theory for the physiology of development and genetics. A. N., LXX, 1936.

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Kühn, A. - Genetische und entwicklungsphysiologische Untersuchungen an Ephestia kuehniella. Z. I. A., LXVII, 1934.

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Kinsey, A. C. - Supra-specific variations in nature and in classification from view point of Zoology. A. N., LXXI, 1937.

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A. E., e Buchanan Smith, A. D. - The genetics of the horse. B. G. VI, 1930.

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. - A further analysis of the hereditary transmission of degeneracy and deformities of alcoholized mammals. A. N., L, 1916.

Pagina 429

Ghigi, A. - Op. cit., a pag. 398; 1937.

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Pubbl. a cura del Sindacato Fasc. Tecnici Agricoli, Bologna, tip. A. Brunelli, 1932.

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Scegliendo i plus varianti (a destra) o i minus varianti (a sinistra) si ottiene sempre una popolazione simile a quella da cui si è partiti (sec. Jollos). ;

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. - Dimorfismo di stagione della Araschnia prorsa-levana: a sinistra, A. levana, (forma primaverile; a destra, A. prorsa (forma estiva) da Emery-Ghigi).

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In alto, a sinistra, Vanessa antiopa normale; a destra, aberrazione hygiaea; in basso, a sinistra, V. atalanta normale, a destra aberrazione klimene (sec. Fischer, da Emery-Ghigi).>

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. - Estremo codale di Artemia salina (a sinistra) e di A. mulhauseni (a destra) e forme intermedie ottenute con la diversa concentrazione dell’acqua salsa in cui furono allevate (sec. Schmankewitsch, da Emery-Ghigi).

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Le piantine ottenute per seme da varietà a foglie variegate sono perciò a foglie verdi normali.

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perché le piante a caule lungo formano gameti con il fattore A, e quelle nane gameti con il fattore a. La formula Aa rappresenta la composizione degli ibridi, e la coesistenza di A e a è mascherata dalla dominanza di A su a.

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A X a = Aa

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. – Reincroci degli eterozigoti dell’incrocio precedente: A, col recessivo; B, col dominante (dalle tavole di Genetica di A. Ghigi).

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