Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Il Nuovo Cimento | Giornale di fisica, di chimica e scienze affini

539428
Stanislao Cannizzaro 50 occorrenze
  • 1858
  • Società italiana di fisica
  • Bologna
  • chimica
  • UNIPIEMONTE
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Incominciai dunque nella prima lezione a dimostrare come dall’esame delle proprietà fisiche dei corpi aeriformi e dalla legge di Gay-Lussac, sui rapporti di volume tra i componenti ed i composti, scaturì quasi spontanea l’ipotesi sopra ricordata, che fu la prima volta annunziata d’Avogadro e poco dopo d’Ampère. Analizzando il pensiero di questi due fisici, dimostrai che nulla contenea che fosse in contradizione coi fatti noti, purchè si distinguessero, come essi fecero, le molecole dagli atomi; purchè non si scambiassero i criterii coi quali si comparano il numero ed i pesi delle prime, coi criterii che servono a dedurre i pesi dei secondi; purchè infine non si avesse fitto nella mente il pregiudizio che mentre le molecole dei corpi composti possono esser fatte da vario numero di atomi, quelle dei varii corpi semplici dovessero contenere o tutte un atomo, o per lo meno un egual numero di essi.

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Seguo a dimostrare come Berzelius, non potendosi sottrarre alle proprie idee dualistiche, e pur volendo spiegare in qualche modo i rapporti semplici scoperti da Gay-Lussac tra i volumi dei composti e dei componenti aeriformi, fosse condotto ad emettere un’ipotesi diversissima da quella di Avogadro e di Ampère cioè, che volumi eguali dei corpi semplici allo stato aeriforme contengono egual numero d’atomi, i quali si riuniscono intatti nelle combinazioni; come più tardi, essendo state determinate le densità dei vapori di molti corpi semplici, avesse dovuto ristringere quest’ipotesi, dicendo che soltanto i corpi semplici che sono gas permanenti soddisfanno a questa legge; come, non credendo che neppure gli atomi composti dello stesso ordine dovessero esser posti ad egual distanza nello stato aeriforme in eguali condizioni, fosse condotto a supporre che nelle molecole degli acidi cloridrico, iodidrico, bromidrico ed in quelle dell’acqua e dell’idrogeno solforato fosse confermata la medesima quantità d’idrogeno, sebbene il vario modo di comportarsi di questi composti confermasse le deduzioni della ipotesi di Avogadro e di Ampère.

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Chiudo questa lezione dimostrando che bastava distinguere gli atomi dalle molecole per conciliar tutti i risultati sperimentali conosciuti da Berzelius, senza ricorrere a questa differente costituzione dei gas permanenti e di quelli coercibili, dei gas semplici e di quelli composti, la quale è in contraddizione colle proprietà fisiche di tutti fluidi elastici.

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Dimostro com’egli fosse trascinato da un pregiudizio opposto a quello di Berzelius a torcere spesso i fatti; poiché mentre Berzelius non ammetteva che le molecole dei corpi semplici dovessero dividersi nell’atto di combinarsi, Gerhardt suppose che tutte le molecole dei corpi semplici fossero divisibili nelle azioni chimiche. Questo pregiudizio lo costrinse a supporre che la molecola di mercurio e di tutti i metalli fosse fatta di due atomi, come quella dell’idrogeno, e che perciò i composti di tutti i metalli fossero dello stesso tipo di quelli dell’idrogeno. Quest’errore dura tuttavia nella mente dei chimici ed ha loro impedito di scoprire tra i metalli l’esistenza di radicali biatomici perfettamente analoghi a quelli ultimamente scoperti da Wurtz nella chimica organica.

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E per piantare ciò bene in mente ai miei allievi, ricorro ad un artificio semplicissimo, cioè dico loro: supponete che si dimostrasse che la mezza molecola dell’idrogeno pesasse un milionesimo di milligrammo, allora tutti i numeri del quadro precedente divengono numeri concreti, esprimendo in milionesimi di grammi i pesi concreti delle molecole e dei loro componenti; lo stesso seguirebbe se l’unità comune avesse un altro valore concreto, e così li conduco a farsi un concetto ben chiaro della comparabilità di questi numeri, qualunque sia il valore concreto dell’unità comune. Una volta che questo artificio ha servito al suo scopo, mi affretto a distruggerlo esponendo come non si può in realtà conoscere il valore concreto di questa unità; ma le idee chiare rimangono nelle menti degli allievi qualunque sia il loro grado di istruzione matematica. Fo presso a poco come gli ingegneri i quali distruggono le armature in legno che hanno servito a costruire i ponti, appena essi possono reggersi da loro stessi. Ma temo che tu dica: valeva poi la pena, ed il consumo di tempo e di inchiostro per narrarmi questo artificio tanto volgare? Son però costretto a dirti che mi ci son voluto fermare, perchè mi sono affezionato a questo ripiego pedagogico, avendo fatto tanto buon successo tra i miei allievi; perciò oso consigliarlo a tutti coloro i quali devono, come me, insegnare chimica a giovani non molto abituati nei paragoni di quantità.

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Io però per semplicità di esposizione preferisco riferir le densità a quella dell’idrogeno = 2 e così i pesi delle molecole son tutti rappresentati dai pesi di un volume.

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Una volta che si è reso familiare ai giovani il valore dei numeri come sono disposti nel quadro precedente, è facile condurli a scoprire la legge che resulta dalla loro comparazione. Comparate, dico loro, le varie quantità dello stesso elemento, contenute sia nella molecola del corpo libero, sia in quelle di tutti i diversi suoi composti, e non vi potrà sfuggire la seguente legge: le varie quantità dello stesso elemento contenute in diverse molecole son tutte multiple intere di una medesima quantità, la quale, entrando sempre intera, deve a ragione chiamarsi atomo.

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Avendo le densità riferite nell’aria = 1, basta moltiplicarle per 14,438 per mutarle in quelle riferite a quella dell’idrogeno = 1; e per = 28,87 per aver quelle riferite alla densità dell’idrogeno =2.

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Essendo l’idrogeno il gas più leggiero, potrebbe prendersi come unità a cui riferire le densità degli altri corpi aeriformi, le quali in tal caso esprimono i pesi delle molecole, comparati al peso della molecola dell’idrogeno fatto = 1.

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Siccome io preferisco prendere per unità comune ai pesi delle molecole e delle loro frazioni il peso non di una intera ma di mezza molecola d’idrogeno; così riferisco le densità dei varii corpi aeriformi a quella dell’idrogeno fatta = 2.

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Discuto quindi se convenga meglio esprimere la composizione delle molecole dei composti in funzione delle molecole dei componenti o se invece convenga, come ho cominciato a fare, esprimere la composizione delle une e delle altre per mezzo di quelle quantità costanti che entrano sempre in numero intero nelle une e nelle altre, ossia degli atomi. Così, a cagion d’esempio, conviene più indicare nella formula che una molecola di acido cloridrico contiene il peso di mezza di idrogeno e di mezza di cloro, oppure che essa contiene un atomo dell’uno ed un atomo dell’altro, avvertendo nello stesso tempo che le molecole di tutti e due questi corpi liberi son fatte di due atomi?

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Essendosi determinate le densità dei vapori dei due cloruri ed essendosi osservato che volumi eguali di loro contengono eguali quantità di mercurio, e che la quantità del cloro contenuta in un volume del vapore di calomelano è eguale a quella contenuta in un egual volume di gas acido cloridrico in eguali condizioni, mentrechè la quantità di cloro contenuta in un volume di sublimato è doppia di quella contenuta in un egual volume sia di calomelano, sia di gas acido-cloridrico, non può porsi più in dubbio la relativa composizione molecolare dei due cloruri. Lo stesso deve dirsi dei due ioduri. La costante quantità di mercurio esistente nelle varie molecole di questi composti rappresentata dal numero 200, è essa uno o più atomi? L’osservare che nei composti surriferiti la medesima quantità di mercurio è combinata ad uno o a due atomi di cloro o di iodo, farebbe già inclinare a credere che questa quantità fosse quella che entra sempre intera in tutte le molecole contenenti mercurio cioè, l’atomo; allora .

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Dimostrate le formule dei due cloruri di mercurio, mi fermo a compararle con quella dell’acido cloridrico. Le formule atomiche ci indicano che la costituzione del protocloruro è simile a quella dell’acido cloridrico, se si considerano i numeri d’atomi esistenti nelle molecole dei due; se però si comparano le quantità dei componenti a quelle esistenti nelle loro molecole libere, allora si scorge una differenza. Per mettere ciò in evidenza, pongo in confronto le formule atomiche delle varie molecole in esame, con le formule fatte coi simboli esprimenti i pesi delle molecole intere, disponendole nel modo che tu vedi qui sotto.

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Ma gli atomi di idrogeno, d’iodo e di bromo sono metà delle loro respettive molecole; vien perciò naturale il dimandare se il peso 200 di mercurio corrisponda anche a mezza molecola di mercurio libero. Basta guardare la tavola dei numeri esprimenti i pesi delle molecole per avvedersi che, essendo 2 il peso della molecola di idrogeno, quella di mercurio è 200, cioè eguale al peso dell’atomo. In altri termini un volume di vapore, sia di protocloruro o protoioduro, sia di deutocloruro o deutoioduro, contiene un volume eguale di vapore di mercurio; dunque ogni molecola di questi composti contiene una molecola intera di mercurio, la quale entrando sempre intera in tutte le molecole, è l’atomo di questo corpo. Il che viene confermato, osservando che la intera molecola di mercurio richiede, per scaldarsi di 1°, la stessa quantità di calore che mezza molecola d’iodo e mezza di bromo. Parmi dunque che io possa sostenere che ciò che è nelle azioni chimiche, la mezza molecola dell’idrogeno è la intera molecola di mercurio: tutte e due queste quantità sono indivisibili almeno nella sfera delle azioni chimiche attualmente note. Tu ti accorgi bene che con quest’ultima espressione io scanso la quistione: se si possa giungere a dividere ulteriormente questa quantità. Non lascio di avvertire che tutti coloro che applicarono fedelmente la teoria di Avogadro e di Ampère giunsero a questo medesimo risultamento. Prima Dumas e quindi Gaudin avvertirono che la molecola di mercurio, a differenza di quella di idrogeno, entrava sempre intera nei composti. Perciò Gaudin disse monoatomica la molecola di mercurio, e biatomica quella dell’idrogeno. Io però debbo evitare l’uso di questi aggettivi in questo senso tanto proprio, perché oggi sono stati impiegati, come tu sai, in un senso ben diverso, cioè per indicare la diversa capacità di saturazione dei radicali.

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Gli atomi di potassio, sodio, litio ed argento son essi eguali a 1/2 molecola come quello dell’idrogeno, oppure eguale ad un’intera come l’atomo di mercurio? Mancandoci le densità dei vapori di questi corpi semplici non possiamo risolvere direttamente la questione, ti dirò più tardi alcune ragioni che mi fecero inclinare a credere esser le molecole di questi corpi semplici, come quella dell’idrogeno, fatte da due atomi.

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Oltre a ciò i calorici specifici, de’ cloruri, bromuri, ioduri di questi metalli confermano che le loro molecole contengono un numero eguale di atomi dei due componenti. Difatto:

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Or 63 moltiplicato per il calorico specifico del rame dà un prodotto quasi eguale a quello che dà il peso atomico sia dell’iodo, sia del mercurio pei loro rispettivi calorici specifici. Difatto

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Difatto la composizione dei due cloruri ci conduce ad ammettere che se essi han le formule , il peso atomico del rame indicato da Cu è uguale a 63, ciò che può vedersi colle seguenti proporzioni:

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Ti dirò più avanti quelle ragioni che mi fanno creder probabile esser le molecole di questi metalli simili a quella di mercurio; ma ti avverto sin d’ora che non credo le mie ragioni di un tal valore da condurre a quella certezza, a cui ci condurrebbero le densità dei loro vapori se le conoscessimo.

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I Chimici, avendo creduto il cloruro di zinco dello stesso tipo dell’acido cloridrico, fecero l’atomo dello zinco , cioè metà di quello adottato da me; avendo poi preparato alcuni composti di zinco coi radicali alcoolici si meravigliarono che, esprimendone la composizione con formule corrispondenti a volumi gassosi eguali a quelli di altri composti ben studiati, bisognava esprimere la quantità di zinco contenuta nelle molecole con . Ciò è una conseguenza necessaria dell’essere la quantità di zinco rappresentata dagli altri Chimici con un solo ed unico atomo, il quale equivale per la sua capacità di saturazione a due atomi d’idrogeno. Siccome nel seguito di mie lezioni torno su questo argomento, così anche in questo sunto te ne parlerò più tardi.

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Riepilogando ciò che dimostro nella lezione di cui ti fo il sunto, si riduce a ciò che segue: non tutti i primi cloruri corrispondenti agli ossidi ad un atomo d’ossigeno hanno la medesima costituzione atomica; alcuni di loro contengono un solo atomo di cloro, altri due, il che può osservarsi nelle liste seguenti:

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Comparando la costituzione delle due specie di cloruri, si osserva che un atomo di metallo or è combinato ad un atomo di cloro, or a due; esprimo ciò dicendo che nel primo caso l’atomo del metallo equivale ad 1 di idrogeno, nel secondo a 2. Così, a cagione di esempio, l’atomo di mercurio, come è nel calomelano, equivale ad 1 d' idrogeno, come è nel sublimato, equivale a 2; gli atomi di potassio, sodio, argento equivalgono ad 1 di idrogeno, gli atomi di zinco, di piombo, di magnesio, di calcio ec. a 2. Or si osserva dallo studio di tutte le reazioni chimiche che il vario numero di atomi dei varii corpi che si combinano ad una medesima quantità di cloro, si combinano altresì ad una medesima quantità sia di ossigeno, sia di solfo, sia di altro corpo, e viceversa. Così se, a cagione di esempio, la medesima quantità di cloro che si combina ad un sol atomo sia di zinco, sia di piombo, sia di calcio ec. si combina a due atomi sia di idrogeno, sia di potassio, sia di argento, anche la stessa quantità di ossigeno o di qualsiasi altro corpo che si combina ad un sol atomo dei primi, si combinerà a due dei secondi. Ciò dimostra che la proprietà che hanno i primi atomi di equivalere a 2 dei secondi dipende da una cagione inerente sia alla loro natura medesima, sia allo stato in cui si pongono combinandosi. Questa equivalenza costante la esprimiamo dicendo che ogni atomo dei primi ha una capacità di saturazione doppia che ognuno dei secondi. Queste espressioni non sono nuove nella scienza, ed or non si fa che estenderle dai composti di 2° ordine a quelli di 1° ordine.

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Dopo aver dimostrato la costituzione dei cloruri corrispondenti agli ossidi, contenenti un atomo di ossigeno, rimandando ad un’altra lezione lo studio degli altri cloruri, mi fermo a definire ciò che io intendo per capacità di saturazione dei varii radicali metallici.

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Per esprimere le varie capacità di saturazione dei varii radicali, io le comparo a quelle dell’idrogeno o dei corpi alogeni secondo che sono elettropositivi, o elettronegativi. Un atomo di idrogeno è saturato da uno di corpo alogeno, e viceversa. Esprimo ciò dicendo che il primo è radicale elettropositivo monoatomico, ed il secondo radicale elettronegativo monoatomico; son anche radicali monoatomici elettropositivi il potassio, il sodio, il litio, l’argento, e i radicali mercurioso e ramoso. Sono poi radicali biatomici quelli che, non potendosi dividere, pur equivalgono a due di idrogeno o a due di cloro; tra gli elettropositivi vi sono tutti i radicali metallici dei sali mercurici e ramici, di quelli di zinco, di piombo, di magnesio, di calcio ec. e tra gli elettronegativi l’ossigeno, il solfo, il selenio ed il tellurio cioè, i corpi amfidi.

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Così io esprimo il fatto che gli atomi di questi due metalli equivalendo ad un atomo di idrogeno nei protocloruri, tendono nelle doppie decomposizioni a prendere il posto di un sol atomo di idrogeno, mentrechè quando sono nei deutocloruri tendono a prendere il posto di due atomi di idrogeno. Per la medesima ragione che diciamo esservi tre modificazioni diverse dell’acido fosforico, combinate a varie basi, così possiamo anche dire esservi due modificazioni diverse dello stesso radicale mercurio o rame; chiamo radicale mercurioso e ramoso quelli dei protocloruri e dei sali corrispondenti, radicale mercurico e ramico quelli dei deutocloruri e dei sali corrispondenti.

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Vi sono poi radicali che equivalgono a tre o più atomi di idrogeno o di cloro; dei quali io rimando lo studio a più tardi.

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Occupo tutta la settima lezione a studiare alcuni radicali composti monoatomici e biatomici, cioè il cianogeno e i radicali alcoolici.

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Questo metodo, applicato fedelmente a tutti i corpi contenenti i radicali alcoolici, ci permette di seguirne, per dir così, il cammino da una all’altra molecola. Per iscoprire la capacità di saturazione di un radicale, conviene incominciare l’esame di quella molecola in cui esso è combinato ad un radicale monoatomico; così pei radicali elettro-negativi incomincio ad esaminare i composti coll’idrogeno o con altro radicale elettropositivo monoatomico, e, viceversa, pei radicali elettropositivi ne esamino i composti col cloro, col bromo, coll’iodo. Quei radicali elettronegativi che fanno una molecola con un sol atomo di idrogeno sono monoatomici; quelli che si combinano con 2 di idrogeno sono biatomici e così via via. Viceversa i radicali elettropositivi sono monoatomici se si combinano ad un sol atomo di corpo alogeno, biatomici se a due.

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Che l’eterene , il propilene, sono radicali biatomici analoghi al radicale dei sali mercurici e dei ramici ed a quelli dei sali di zinco, di piombo, di calcio, magnesio ec. e che questi radicali fanno come l’atomo di mercurio da loro soli una molecola.

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L’analogia tra i sali mercurici e quelli dell’eterene e propilene non è stata notata, per quanto sappia, da alcun altro Chimico; tutto ciò che ho esposto precedentemente la dimostra con tanta evidenza che parmi inutile di fermarmi a discorrerne con te lungamente. Difatto come un volume di vapor di mercurio, combinandosi ad un egual volume di cloro, fa un solo volume di vapore di deutocloruro di mercurio; così un volume di eterene combinandosi ad un egual volume di cloro fa un solo volume di vapore di cloruro di eterene (liquore degli Olandesi). Se la formula di quest’ultimo è , quella del deutocloruro di mercurio dev’essere ; se quest’ultima è la formula del deutocloruro di mercurio, i cloruri di zinco, piombo, calcio ec. devono anche essere , cioè gli atomi di tutti questi metalli sono come l’eterene ed il propilene radicali biatomici. Osservando che tutti i radicali elettropositivi monoatomici, i quali possono esser pesati allo stato gassoso liberi, si comportano come l’idrogeno, cioè non possono fare da loro soli molecole; mi pare probabilissimo che la capacità di saturazione eguale a quella di idrogeno negli atomi o nei gruppi che ne fanno le veci, coincida costantemente col fatto di non potere esistere isolati. Questa è la ragione per cui sino a prova contraria, credo che le molecole del potassio, del sodio, del litio, e dell’argento liberi sieno fatte di due atomi, cioè, sieno rappresentate dalle formule .

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Nella ottava lezione incomincio a confrontare il modo di comportarsi, in alcune reazioni, dei radicali metallici monoatomici e dei biatomici. I radicali composti indicati nella precedente lezione, facendo composti volatili, mi offrono spesso il mezzo di spiegare per analogia quel che segue nei composti metallici dei quali, pochi essendo i volatili, non si possono sempre determinare direttamente i pesi molecolari. È questo il gran beneficio che lo studio della chimica organica ha recato alla chimica generale.

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Perciò, a cagion d’esempio, indico la molecola del deutocloruro di mercurio , così: ; la molecola dell’acetato mercurico , così: ; per indicare che i due atomi di cloro o i due residui d’acido acetico provengono da due molecole distinte di acido cloridrico e di acido acetico idrato.

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Pria di trattare e discutere le varie reazioni rammento ancora una volta ai miei allievi che tutte le formule da me usate corrispondono a volumi eguali gassosi, essendo la teoria di Avogadro e di Ampère il filo conduttore che costantemente mi guida nello studio delle reazioni chimiche.

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Scrivo sempre la reazione di una molecola contenente un radicale monoatomico a fianco ad una corrispondente fatta da una molecola contenente un radicale biatomico, perché la comparazione ne sia più facile.

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Tra i sali ad acidi monobasici quelli soli d’idrogeno, di potassio, sodio, litio, argento e quelli mercuriosi e ramosi sono simili a quelli di metile e etile, cioè ai composti degli alcoli a radicale monoatomico; tutti gli altri, dei così detti protossidi, son simili a quelli d’eterene e di propilene, cioè agli eteri composti degli alcoli a radicali biatomici.

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Per prevedere le reazioni, basta porre mente a ciò che segue:

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Più tardi ti darò ragguaglio di alcuni miei esperimenti diretti a dimostrare l’esistenza di questi composti or ora accennati.

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Tutto ciò che è combinato ad H2 equivale a 2 atomi di cloro Cl2; quindi nella doppia decomposizione H2Y agirà o sopra una sola molecola di un bicloruro () o sopra due molecole di un monocloruro; ciò che è combinato ai due atomi di cloro, sia in una, sia in due molecole, va a combinarsi con Y; ed H2 combinandosi con Cl2 fa sempre due molecole di acido cloridrico.

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Le densità di vapore dimostrano l’esattezza delle seguenti formule corrispondenti a volumi eguali: (cloruro d’etile) (idruro di etile) (etile libero) (metilo-etile) (zinco-etile).

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Essendo i sali mercurici, zinchici ec. simili a quelli dell’eterene, è probabile che esisteranno sali di queste specie contenenti i residui di due acidi monobasici diversi. Indico per quali reazioni potrebbero essere generati:

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Giunto a questo punto comparo le formule degli ossisali da me proposte con quelle di Berzelius e di Gerhardt e discuto le cagioni delle differenze, e delle coincidenze le quali possono riassumersi così:

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Ma essendo provato dalla densità del vapore del zinco-etile e dal calorico specifico del zinco, che la molecola del zinco-etile contiene un sol atomo di zinco combinato a due volte l’etile cioè alla molecola intera di questo radicale libero, nessun più negherà che saranno preparati composti contenenti un sol atomo di zinco combinato a due radicali monoatomici diversi. Si prevede anche che l’eterene ed il propilene formeranno composti nelle cui molecole un atomo di zinco è combinato al radicale biatomico.

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Che l’eterene è combinato a due atomi di cloro nel cloruro di eterene, e che l’acetato di eterene contiene in una sola molecola due volte , è dimostrato dalla comparazione delle densità gassose di tutti questi corpi. Dalla densità di vapore e dai calorici specifici è poi anche dimostrato che la molecola di sublimato contiene, come quella del cloruro di eterene, due atomi di cloro. Dunque i sali mercurici sono costituiti in modo simile a quelli di eterene, mentrechè i sali di potassio, sodio, ed argento son fatti come quelli di etile.

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Una sola molecola dei primi non basta a formare l’acido anidro e l’ossido metallico; se ne richiedono invece due; ma una sola molecola dei secondi contiene i componenti della molecola dell’acido anidro e di quella del protossido. Il che diviene chiaro confrontando le seguenti equazioni:

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Tutte le reazioni indicate in questo quadro si riassumono così: tutto ciò che è combinato ad un atomo di idrogeno o ad altro radicale equivalente = (X) sostituisce un atomo di cloro e, viceversa, è da quest’ultimo sostituito; se un radicale indivisibile nelle doppie decomposizioni si trova combinato in una sola molecola a due atomi di cloro dovrà, mutando il cloro con X, restar combinato in una sola molecola con 2X.

Pagina 356

Avendo poi provato, come mi par d’aver detto abbastanza, che i primi o unici cloruri di ferro, manganese, zinco, magnesio, calcio, bario ec. sono costituiti come il sublimato, cioè hanno per formula , non può rimaner più dubbio che tutti i sali che si ottengono per mezzo di questi cloruri e degli acidi monobasici o di loro sali, sieno tutti simili a quelli dell’eterene del propilene ec. Queste importanti conclusioni si possono riassumere così:

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Nelle lezioni seguenti parlo della costituzione degli ossidi a radicali mono, e biatomici, quindi tratto delle altre classi di radicali poliatomici, esaminando comparativamente i cloruri e gli ossidi; infine discuto la costituzione degli acidi e dei sali, tornando con nuove prove a dimostrare ciò che ho poco fa accennato.

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Tutte le formule date da Berzelius agli ossi-sali dei radicali metallici biatomici sono eguali a quelle da me proposte sia che l’acido è monobasico, sia che è bibasico; tutti questi ossi-sali contengono in ciascuna loro molecola gli elementi di un’intera molecola di ossido e di un’intera di acido anidro.

Pagina 366

Le formule da me proposte per gli ossi-sali ad acido monobasico del potassio, del sodio, dell’argento, dell’idrogeno dell’etile e di tutti gli altri radicali analoghi monoatomici sono eguali a metà delle formule proposte da Berzelius e modificate da Regnault, cioè, ogni molecola di essi contiene i componenti di mezza molecola di acido anidro, e di mezza di ossido metallico.

Pagina 366

Corrispondono anche alle formule da me proposte quelle di Berzelius su tutti i solfati ed i sali analoghi, introducendovi la modificazione proposta da Regnault, cioè di considerare le quantità di metallo contenute nelle molecole dei solfati potassico, argentico, mercurioso e ramoso eguali a due atomi, e quelle invece di metallo contenute nelle molecole dei solfati mercurico, ramico, piombico, zinchico, calcico, barico ec. eguali ad un solo atomo.

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