una terra feconda di ingegni, che su 3672 giovani di vent' anni, ne conta solo 203 che siano abili a tenere le armi. Ed è con grande dolore e
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Foscolo scrivendo ad un amico mentre egli stava componendo la sua prolusione disse: "lavoro fino a non poter nè mangiare, nè digerire"Foscolo
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accade soltanto quando siamo forti, ma se siamo deboli non è più cosi. Ne ho fatto in questi giorni la prova. Stavo scrivendo gli ultimi capitoli di
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attività, non ne risentano danno anche gli organi prossimi. L'esaurimento della forza è generale: e possono consumarsi tutte le provviste dell'energia
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l'altro è la fatica prodotta dagli stati psichici emozionali. Ma l'una cosa non può separarsi dall'altra, nè per la natura sua, nè per i suoi effetti
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e mezza o due ore di seguito. Ne conosco però di quelli che fanno tre corsi di un'ora,uno dopo l'altro, e li compiango. Per conto mio confesso che non
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Maggiora ne dà undici di seguito, tenendo il cervello in attività per tre ore e mezzo. Oltre la fatica intellettuale vi è l'emozione e la responsabilità
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sollevava tre chilogrammi mentre nei precedenti ne alzava solo due. La differenza dipende anche da essere questo il primo tracciato preso dopo un lungo
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combattere per effetto del digiuno e della fatica. Ne abbiamo un esempio nel fatto che le persone meno forti e robuste sono più sensibili. Nei malati gravi
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perdre: et quand je m'étois mis à mon papier il ne me venoit presque plus rien de ce que j'avois composé". J. J. ROUSSEAU, Les confessions. Livre
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mente. Avevo letto la sua autobiografia, le sue lettere, la vita interessantissima che ne scrisse il Lewes, e non perchè il Lewes sia un fisiologo, ma
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Il bambino tolto dalla vita tranquilla che faceva in casa e mandato a scuola, non sente sulle prime un grande distacco, nè si stanca per il nuovo
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compiacenza ogni qual volta l'occhio nostro si posa sopra una ricca vegetazione. "Le piante ricevono una forza, la luce, e ne producono un'altra, la
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conservazione della materia: ciò vuol dire che nelle trasformazioni chimiche non vi è perdita nè produzione di materia. I corpi possiamo tormentarli nei
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sino a cessare del tutto. Kronecker ne trasse la legge che "la curva della fatica di un muscolo che si contrae in eguali spazi di tempo e con delle
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formidabile in tutte le quistioni della vita, or camminando. sulla punta dei piedi, ora con le scarpe di velluto, ci sorprende senza che ce ne
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inattaccabile, nella quale conservano illesa la propria dignità sino alla morte. La fisonomia di queste gioie esprime perfettamente ne' suoi caratteri
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vanità, essendo complicata da tutti gli elementi sociali, presenta un intero arsenale di forme le une più ridicole delle altre, sì che se ne hanno tre
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amare alcuno, e quando l'uomo le domanda il cuore, ella non sa trovarlo, perchè l'ha tagliuzzato, e ne ha dato un briciolo a tutti i suoi adoratori
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di circostanze, l'uomo che gode maggiormente nel diventare milionario non è il povero nè il ricco, ma l'uomo agiato. In ogni modo, l'uomo che soffocato
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eleva colle sue gioie, rendendoci sempre più degni di aspirare a piaceri maggiori. Ne' suoi tesori tiene monete di rame, d'argento e d'oro per ogni
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arrossire di questo titolo in quei momenti solenni, qualunque ne sia la causa, essa è colpevole. Potrà temere in seguito per sè e per il figlio, ma in quel
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figlio, ben di raro esso emana tanta luce quanta ne riceve; e il raggio che vi arriva rovente e splendidissimo, ritorna dond'era venuto tiepido e
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Non dimenticate però vostro padre. Voi, ne sono sicuro, lo amate. Anch'egli ha vegliato alla vostra culla, anch'egli ha preso parte ai vostri giuochi
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invisibile come l'aria, entra in tutte le nostre azioni, in tutti i nostri pensieri. La speranza non è un sentimento primitivo, nè una forza originale che
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alcuni filosofi di meretrice della vita. Per me la speranza è sempre un angelo consolatore, che ci conforta anche quando ci illude, e che ne' suoi
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umana e nei momenti infiniti nei quali si suddivide la vita di ogni individuo. Checchè ne sia, però, questo fenomeno è sorgente forse del maggior numero
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L'attenzione non è una facoltà intellettuale primitiva, nè una forza speciale; ma è soltanto uno stato nel quale si trova la mente quando è intenta
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cui non può ragionare, nè gareggiare col criterio logico. Essa è sempre coerente a se stessa, sempre leggera, capricciosa, seducente; insomma, una
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ne accorgiamo: il sentimento o il lavoro intellettuale che domina, assorbe l'esercizio del volere, il quale non è che un momento necessario di un
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esprimere a un tempo la gioia e il dolore, ci sorprende e ci trasporta, senza che ce ne accorgiamo, in quelle purissime regioni del mondo ideale, dove
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la prima festa, rallegrandosi con la propria donna della fortuna che il cielo gli concedeva. Quella festa dovette essere semplice e grandiosa, e ne
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i lavori mentali riescono piacevoli, perchè la debolezza delle facoltà dell'intelletto esige ancora un soverchio sforzo nel loro esercizio, perchè ne
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, non ne vengono mai a capo, e mille dolori ineluttabili li tormentano senza posa distruggendo fino nel loro germe i piaceri da loro seminati. Alcuni
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che devono toccarsi. Più innanzi essa agli organi essenziali ne aggiunge altri di puro lasso di voluttà; adorna il fenomeno meccanico col
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regni della natura senza legge e senza misura. Si può appena accennare che essi abbondano nel regno vegetale e specialmente nei fiori, i quali ne
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silenzio per cessare subito dopo, può produrre un piacere per la scossa che comunica ai nervi sensori. In questo caso la sensazione non deve essere nè troppo
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piaceri anche indipendentemente dal suo colore. Essa è un elemento essenziale alla vita, e noi ne sentiamo il bisogno come dell'aria e del cibo. Nella
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sussistenza e il numero degli abitanti, ne seguiva che i vuoti fossero sempre colmati, ad esuberanza. La prova era che nei paesi donde più si emigra non
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degli affollamenti, e ne nacquero rabbiose lotte di precedenza a gomitate e a fiancate, e uno scatenìo di sacrati e di grida, sotto la furia crescente
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. I pensieri foschi, tenuti per un momento con uno sforzo fuor della mente, vi rientravano, appena cessato quello, come un'onda di torrente, e ne
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dice del popolo: che quando si vede in calma, non si capisce in che modo ne possa uscire, come non par possibile che s'abbia mai a racquetare, quando
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contro le pareti, tolsero l'ultimo dubbio a chi ne poteva ancora avere: era una tempesta.
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passavano tra l'una e l'altra. E quell'essere in assoluta balìa d'una forza prodigiosa che non mi lasciava più libero nè il movimento nè il pensiero
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viaggio, ammucchiati in un altro camerino come quello, dove avrebbero visto passare altre processioni di povere genti, che se ne ritornavano al mondo
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. Egli ne aveva visto d'ogni colore, sapeva ogni cosa, aveva un consiglio franco e sicuro per tutti, in qualunque parte dell'America andassero, come se
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mal di mare, ne domandai notizie all'agente, che sedeva tra me e l'avvocato. Ma come! Non sapevo nulla? Avevo già la testa in America, dunque. Oh
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prua, infatti, si sentiva un mormorio vivissimo di conversazioni; ma più raccolto e più eguale dell'altre sere; e non canti nè grida: si capiva che
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aveva già ripreso il suo eterno impero anche lì; non solo, ma che per effetto della scarsità ne era già, cresciuto il valore, come in America. Pochi
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fuggitivo. Ne correva la voce sul Galileo. Era un francese. Non si sapeva quale dei passeggieri, leggendo il Figaro arrivato a Genova il giorno stesso della
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