con la mano, e perché non ho il coraggio di rispondere al saluto e tanto meno di partire io per primo, visto che poi staremo qui a cercarci camminare da
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Ricordo una vecchia città, rossa di mura e turrita, arsa su la pianura sterminata nell'Agosto torrido, con il lontano refrigerio di colline verdi e
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aveva la pura linea imperiale del profilo e del collo vestita di splendore opalino. Con rapido gesto di giovinezza imperiale traeva la veste leggera sulle
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le venditrici uguali a statue, porgenti Frutti di mare con rauche grida cadenti Su la bilancia immota: Così ti ricordo ancora e ti rivedo imperiale Su
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, naufragate lontano. Una sera per la malinconia di un cielo che invano chiamava da ore e ore le stelle, volarono via con il cuore pieno di tremore le
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del tuo zaino d' un tempo: vecchi libri fuor di moda, a eccezione di un volumetto di poesie che presi e che ora resterà con me, come indovinammo
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dico: adagiato! Nella lunga poltrona stavo lungo sdraiato Cogli occhi semichiusi e con un libro in mano, Semichiuso ancor esso. - Mi giungeva di
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accanto e non lo senti amare. Ma ancor fra gli altri uomini t'aggiri, con questo parli ed a quello t'affidi, fra lor vivi e per lor, s'anco a nessuno
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amar la sua vita. E i parenti - che allor nel neonato, nella creatura fragile impotente, della speranza lor videro il frutto, e con pavido amore a
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natura imprima gli ultimi affronti. E con esso un volume avrei voluto, un volume di qualche autor chiercuto, per accertarmi colla musa mia che a qualche
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piangetene con me! - Perchè vi fate, o fossili, scimmie di Geremia? è vero, adesso il tempio sembra una trattoria; ma eguali ognor non furono i preti ai tempi
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paludosi epitalami, e quando sembra, se volto in su l'irta mascella, la punta del mio sigaro una stella; quando gli archi lombardi del monastero, con
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! É un vecchio ; io lo so : la gelida età con furti siffatti burlando ci va. Oh gatto gentil... ti sono simil! Che mai non perdetti da quando fioccò I
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profumo dei fiori e dei vini; le gonne di seta, nell'ombra compresse, con lunghi bisbigli ridevano anch'esse. E Lisa, una pallida dall'occhio di foco
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tacita anch'io; perché, quando a vespero favello con Dio mi guardi nel viso col mesto sorriso? Io m'affiso lassù, tu in basso guati; io mi faccio gentil
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attraverso! - E il fruscìo delle morbide sottane volea beffarmi, cingendole il fianco; e le corna mi fean con pieghe strane sul lato manco, da quella
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, e tu m'intendi e taci: le tue carezze sono unguento steso, nettare i baci. Con te la vita è placida fiumana Che i burroni scordò onde discese: una
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? Con quanti carnefici stringesti tu lega? Temevano gli armenti levar su voi le faccie? Dimmi, quanti morirono sotto le tue minaccie? Maledici al pittore
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fede gli angeli con lei, con lei spariti! Cade la pioggia a torrenti, e risuonano come tasti di cembalo le tegole; un gatto nel cortil miagola ed urla
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compra il cacio e il pollo, con quattro perle fálse intorno al collo! La crestaia ? ... misura al tuo pagare se degno sei d'amare; della tua borsa al
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O primavera, gioventù dell'anno, gioventù, primavera della vita. Creso pagò con lucciole ed Elena ha sorriso: la terra e il paradiso favellano d'amor
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! L'ellera vagabonda, agli ermi amica, tutto ti circonda con vago stile! I tuoi merli li fe' la durlindana tramutata in martello, ond'è che appari simile a un
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, come, con mossa or vorticosa or lene, quel cocchio, in mezzo ai propilei di Roma, e notte e dì vagante. Era mirra? era nardo?... Al suo passaggio, ai
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fosco lontan di quando in quando guizza un baleno debole e perplesso; d'amor regna sull'orbe un senso blando, e un vago accenno di pietà con esso
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Boote con sottil filo d'oro; mi fai pensoso davanti allo stagno, immobil lagno! Tutto che in terra fulge o soffre od ama, nell'onta o nel decoro, tu mi
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bimbo lo sgomento e la gioia. Mi inchinerò dei serafini al nimbo sulla madonna chino, e ginocchioni e con giunte le mani!... E dalle pinte finestre i
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, con ciglia inarcate, ma le donne, filando invecchiate, cinto il cuore di arcigne virtù, che clamori faran sulla via, quando giunge il convoglio
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attraverso a un velo bruno, e scote appena la mia mente lassa la forosetta dall'anche di Giuno che mi sorride e passa. La sua lieta canzon va via con lei
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!... Di estasïarsi egli desìa con esso. Ecco, ecco quasi ha raggiunta la festa... ormai più non gli resta, bruco felice, che avvinghiarsi a un'ultima pensil
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leoni, o colloquii con Dio, o lotte, o tentazioni! O templi, o tombe di profondo oblio, o monaci guerrier, monaci maghi! O visi smunti in mezzo a
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