Inoltre, per i due primi fattori C e A, si conoscono altri stati allelomorfi. (V. § 7 di questo capitolo) indicati con c ch, che dà
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Gli alleli multipli (da non confondersi con i fattori multipli (polimeria, V. cap. VIII, § 1) che pure influenzano uno stesso carattere, ma non sono
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di variabilità è molto più grande, perché v’è una variabilità genetica, oltre a quella somatica.
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da critiche, e ancor oggi, come abbiamo detto, v’è chi non sa rinunciare al concento di eredità intermedia
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nei cromosomi che hanno forma di V l’allontanamento si inizia al vertice dell’ansa. È probabile che alcune fibre citoplasmatiche, che si formano
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maturazione (V. Fig. 31; cfr. cap. XVI, § 6).
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In questi casi, che abbiamo sommariamente considerati, v’è il fatto singolare della facoltà che possiede un pezzo del corpo di potersi, a un dato
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moltiplicandosi forma l’endosperma, o albume del seme. Questo fatto è della massima importanza per spiegare le xenie (V. pag. 125).
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vg con A e a (V. Fig. 35).
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Varie altre ne furono acquisite dipoi: fra esse ricorderemo ora, per la sua analogia con il caso precedente, il seguente studiato da L. V. Morgan
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due fattori indipendenti C e D), non v’è alcun altro gene che sia associato, ad un tempo, con C e con D. Perciò, e anche per il fatto che (nella
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(cherry) «rosso» (red), ecc. (V. pag. 114) sono stati allelomorfi multipli della stessa serie, e ciascuno di essi presenta l’1,5 % di scambio con
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; g, g’, seconda divisione di maturazione; h, h’, le cellule germinali mature. Le figg. a-h riproducono la meiosi di un cromosoma a V e di uno a
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pseudacorus X I. versicolor; Viscum cruciatum X V. album; Humulus lupulus X H. japonica.
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ricerche anche a queste specie, ma non ottenne risultati concordanti con quelli dei piselli: più tardi si riconobbe che nei Hieracium v’è una tendenza
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nelle ibridazioni interspecifiche. Una polemica s’è accesa, a questo riguardo, fra i vari autori: v’è chi
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Atomo in cui non v’è stata espulsione di un elettrone, ma un elettrone è stato condotto a rotare, nello stesso atomo, in un’orbita che non è la sua
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s’incontrano a caso, v’è una certa probabilità che si formino combinazioni diverse da quelle originarie, che si verifichino cioè dei riassettamenti
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5) Duplicazione (duplication) è la presenza di un pezzo di cromosoma in più. V’è dunque un assetto normale di cromosomi, più uno o più pezzi
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Il terzo caso di tetraploidia nel regno animale è dato dalla Drosofila, in cui Bridges e L. V. Morgan ottennero alcune femmine tetraploidi, che però
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, aploidi; b, diploidi; c, triploidi; d, tetraploidi (sec. F. V. Wettstein, da R. Goldschmidt).
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Nel regno animale i casi simili sono molto più rari, oltre all’Ascaris e all’Artemia già ricordati, v’è una farfalla Solenobia triquetella di cui si
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nelle identiche condizioni climatiche, si osservano notevoli e costanti differenze nel rapporto dei sessi. In linea generale si può dire che v’è una
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è prossimo all’unità: in certi ragni e in alcuni pesci v’è invece una stragrande preponderanza di maschi, mentre nei cefalopodi predominano le
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Certo è invece, che come già si è detto (V. pag. 225), il rapporto dei sessi può essere notevolmente spostato negli incroci fra razze, o specie
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Concludendo, si può dire, col Pelseneer (1924) che ha raccolto numerosi dati relativi a moltissime specie animali, che alla nascita v’è in quasi
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Tutte queste teorie fisiologiche, e altre analoghe (V. ad es. le ricerche di biofisica e biochimica dei sessi di Gambusia, eseguite da E. Remotti
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non è applicabile né al caso della Lymantria, né a quello della Bonellia (V. oltre).
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Probabilmente, come spesso avviene in natura, v’è tutta una serie graduata di passaggi da una «totipotenza» completa delle cellule somatiche, che è
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, e riscoperte poi nel 1900, costituirono la base di tutta la moderna scienza dell’eredità (cfr. cap. V e segg.).
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(cappona o poularde) della stessa razza (le figg. in basso da L. V. Domm.).
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A questo indirizzo della genetica è stato dato il nome di Fenogenetica (V. Haecker), a cui è forse da preferire l’appellativo di Fisiogenetica, o
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causa ad effetto, non v’ha dubbio che la via è buona. È lecito sperare che potrà condurre alla costruzione di una teoria fisiologica dell’eredità nel
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Abbiamo già avvertito come la dominanza completa sia piuttosto un’apparenza, che una realtà: in pratica negli eterozigoti v’è sempre una condizione
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specie. Se cioè le mutazioni A —>a avvengono con una certa frequenza u, e le mutazioni inverse a —> A con frequenza v, il rapporto q : (1 - q) cambia e
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due. Quest’ipotesi darebbe ragione della frequenza dei varî gruppi molto meglio di quella delle due coppie di allelomorfi (ipotesi di V. Dungern e
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Oguma, K. e Marino, S. - A new list of the chromosome numbers in Vertebrata. Jour. Fac. Sci. Hokkaido Imp. Univ., Ser. VI, Zoology, vol. V, 1937.
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Baltzer, F. - Ueber die Beziehungen zwischen dem chromatin und der Entwicklung und Vererbungsrichtung bei Echinodermenbastarden. A. Z., V, 1910.
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Poll, H. - Mischlingsstudien. III. Gesell. Naturfor. Freunde, Berlino, VI, 1908: IV, Verh. Anat. Gesell. Brusselle, 1910; V, A. m. A. LXXVII, 1911
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Wettstein, F. V. Ueber plasmatische Vererbung und über das Zusammenwirken von Genen und Plasma. B. d. B. G., XLVI, 1928.
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Jollos, V. - Some attempts to test the role of cosmic radiation in the production of mutations in Drosophila melanogaster. G., XXII, 1937.
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Domm, L. V. - New experiments on ovariotomy and the problem of sex inversion in the fowl. J. E. Z., XLVIII, 1927.
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Lillie, F. R., e Juhn, M. - The physiology of development of feathers. I. P. Z., V, 1932.
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Jucci, C. - Studi di genetica sui bachi da seta. Il colore del bozzolo. M. A. I., V, 1934.
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Dungern, v., e Hirszfeld. – Ueber Vererbung gruppenspezifischer Strukturen des Blutes. Ztschr. f. Immunitätsforsch. u. exper. Therapie, 1911.
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V’è una razza di Primula sinensis, chiamata rubra dai sistematici, che, se la pianta viene tenuta a temperatura normale (sotto ai 30°) mette fiori
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natura, di due vanesse nostrali. In alto, a sinistra, Vanessa antiopa normale; a destra, aberrazione hygiaea; in basso, a sinistra, V. atalanta normale
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V’è infine un’ultima categoria di fenomeni, che possono simulare l’eredità, e che sono stati accuratamente descritti e studiati da Y. Jollos (1913-14
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del Mendel: furono questi il tedesco C. Correns, l’olandese H. De Vries e l’austriaco E. V. Tschermak. Grazie ad alcune indicazioni bibliografiche
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piselli gialli v’è un fattore, che determina il color giallo dei semi, e in sua assenza i semi sono verdi. Questa teoria si concilia con tutte le
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