Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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sarai nel freddo monumento immobile e stecchita, se  ti  resta nel cranio un sentimento di questa vita, ripenserai
Che avventura fatal, dimmi, animuccia, dal tuo pertugio qui  ti  ha sospinta ad implorar rifugio? Forse un ciottol franato,
fonici, la bruna tanicciuola, per errar tutta sola? Ira  ti  spinge nelle vie d'esilio, noia, vaghezza, amore? Perché
succhi delle radici e perché i placidi sospir dell'erbe che  ti  fean ventaglio? Va saltellando il grillo, la sempiterna
o pallido bambino, e mi contempli fiso il tuo visino,  ti  voglio innamorar: la sua tomba alla tua culla sospira,
indovinava, o bambinello, il tuo futuro albor! E non nato  ti  amò, povera donna, e pensò di attaccarti alla sua gonna,
per esser tuo, vale il mio cuore il suo, e un regno io  ti  darò. Sù, monta in groppa! è splendida col cavalier la
e se, immobile finge di non udir ciò che di dirle ardisco,  ti  dà il vago stupor che dà la sfinge davanti all’Obelisco. Se
una fiammella di gentil fanciulla! E poi con lacci che  ti  presti il cielo, a te per sempre annodala; sciogli le nubi
? Ch'io danzi coi trampoli su un filo di seta, che un ago  ti  fabbrichi di carta o di creta? Ch'io strozzi un canonico
e tu l'accendi ... Non trovo pace che se a te vicino: io  ti  vorrei seguir per ogni dove e bever l'aria che da te si
... e pure inconscio iva cercando amore l'animo offeso. Ahi  ti  vidi e a te il pensier rivolsi a te che pura sei siccome un
il cammino, schiacciavo sotto i piedi la lontananza, non  ti  preoccupare, diceva, sapevo che stavi venendo, sapevo che
vivono un'ora, le amiche dell'anima che un soffio scolora;  ti  gonfia di orgoglio, vigliacco diventa, tormenta -
colonia inglese, ben mi dicea quel tuo sguardo profondo che  ti  chiamava a sè l'occulto mondo! Quando, alla luce
e si rivolge all'uomo che dice, ancora piangendo: «Aspetta!  ti  faccio vedere che ho fatto». Un attimo e torna, getta in
più che non sei ora, mia non saresti più che s'altra mano  ti  possedesse. Che pur del mio corpo sarei geloso come or son
a poco la perdi la voce lirica che  ti  lascia come chi s'alza nel buio di un cinema e va via.
adesso, costruisco la tua`vita, e scrivendo parlo di te e  ti  attribuísco i miei pensieri. E una specie di rigurgito, di
ingannatrici! O fuggito alle infamie del mondo, vola, vola,  ti  bea nel sereno, coraggioso, che il calice pieno hai gettato
tuo bacio Iolanda, e l'ebbrezza infinita. - Giugno 1907 Che  ti  valse la forte speranza, che ti valse la fede che non
infinita. - Giugno 1907 Che ti valse la forte speranza, che  ti  valse la fede che non crolla che ti valse la dura
la forte speranza, che ti valse la fede che non crolla che  ti  valse la dura disciplina, l'ansia che t'arse il core o
bruta e selvaggia, se ancora nel tedio muto insiste e vivo  ti  tiene; - perché tu senta la morte tua ogni istante nell'ora
persi! Inno, inno santo, e varcherai l'oceano! L'amor che  ti  conduce guida dritti gli augelli alle piramidi; è amor di
cuore! Inno, inno mio, vola per l'ampio oceano! L'amor che  ti  conduce guida dritti gli augelli alle piramidi; è amor di
è tutto tuo l'ingegno, o a poco a poco, come un intingolo,  ti  fai bollente del mio cranio al foco? Ah, solitario se tu
nel mondo, serbiamolo al biondo suo lucido crin! E tu che  ti  nomini l'immenso avvenire, tu culla dei gaudii, dei pianti
tu... povero spetro, la vita ancora! Oh! la ameresti ancor!  Ti  sovverresti unicamente degli amici buoni; dei nostri viaggi
piè; e a qualche vicino cantuccio nascoso, se vuoi ch'io  ti  ascolti, cammina con me - Passava un canonico; sentendo il
bisbigliando vanno voci domestiche : - Bevine un po',  ti  calmerà l'affanno, è lauro cèraso -
diuturna sofferenza inerte. Perciò se freddo e ruvido io  ti  sembri, ma tu lo sai: è per vieppiù andare, è per nutrir
La tristezza, tua pallida sorella, è la mezzana; e io  ti  stringo, ti mordo, amante offeso da cento mali, e tu
tua pallida sorella, è la mezzana; e io ti stringo,  ti  mordo, amante offeso da cento mali, e tu m'intendi e taci:
un letto elegante; e dico: forse e i bambini e la sposa non  ti  sanno di rosa come sa a me di ambrosia l'esser solo sotto
allor bisbigliano come selvette in maggio, e se il capo  ti  aggravano nuvole di passaggio, ascolta... erra uno
e di rosa, donna sdegnosa, m'han raccontato che nessun  ti  agguaglia nella battaglia ; che hai di ferro le braccia, e
del novello nascimento, o nuovo amore e antico! O vita, chi  ti  vive e chi ti gode che per te nasce e vive ed ama e muore?
o nuovo amore e antico! O vita, chi ti vive e chi  ti  gode che per te nasce e vive ed ama e muore? Ma ogni cosa
nè del poeta, o stella passeggiera, nè del marito che  ti  abbranca a sera! - Febbraio 1864.
degli steli alla luce, e il rintocco dell'ave che a meditar  ti  adduce, e l'apparir dei fatui fochi e il rezzo di cui lo
la sua trista nostalgia sogna il sonno di sei mesi. Ei  ti  teme, dolce frate marzo, terrore giocoso ma tu passi
d'amare; della tua borsa al nobile spessore che particella  ti  può dar del core, fino a che punto il viso farsi gentil,
punto il viso farsi gentil, per schiuderti un sorriso, e  ti  misura i corni dal numero dei nastri onde l'adorni. Fra le
volo. Se tu in mezzo alle dame, o sventurato, giammai  ti  se' innoltrato, obliando le tue rime balzane in tasca, come
vecchi dì. Se ... ma tremi o musa? debole, tanto inver non  ti  credeva ; che? tu pur se' figlia d'Eva, e tu lagrimi così?
le donne,oh le chiacchiere del prato! Che laconismo! Nessun  ti  chiede, là se sei soldato del realismo, e nessuno s'impenna
tuoi compagni occasionali (operai, commessi, parrucchieri)  ti  avevano già preceduto alla chetichella, sparendo dai loro
giovinetti, oltrepassiamo i tetti, chiediamone al seren! Ei  ti  dirà che brillano gli astri, che l'aura è pura, che raggi
piede, e che talor si vede qualche fiammella errar; ei  ti  dirà che l'ebete mondo gli appar giulivo, che ha sulla
l'uom pensa agli amori... è così dolce un crin che il crin  ti  sfiori sullo stesso guanciale... e per le gronde il miccio
della mimosa. Oh quando, in braccio della nutrice, il tuo  ti  coglie sonno felice, e il capo dondoli come un vecchietto
che salendo avvampa, e l'estate trionfa. Due volte l'erba  ti  recise avaro il prudente bifolco, e già le fronde onde
sgomento dei nonni avari; e te sogno, gentil mia creatura,  ti  sogno addormentata in un giardino, più soave, più candida,
che al mio tavolo si frange mi conturba la testa... Non  ti  dissi che vivo in una cella ?... - Musa, favella! Noli
facciano schermo alla notte paurosa ... Paula, non  ti  so dir dolci parole, cose non so che possan esser care,
stesso, lasciami andar oltre il deserto, al mare perch'io  ti  porti il dono luminoso ... molto più che non credi mi sei
foggia: - Giovinetto, che guardi e sospiri, qual speranza  ti  ride nel cor? Tarpa l'ali de' lunghi desiri, oltre il mondo
- No - grida un fascicolo - all'ultimo dì, nel cielo  ti  aspettano le fervide Urì ... - Ma qui, cercando un'altra
mare con rauche grida cadenti Su la bilancia immota: Così  ti  ricordo ancora e ti rivedo imperiale Su per l'erta
cadenti Su la bilancia immota: Così ti ricordo ancora e  ti  rivedo imperiale Su per l'erta tumultuante Verso la porta
negai la poesia. Beli o ragli altri! - Io, mia Vergine, io  ti  amai ben d'altri amori! Dappertutto dove nuvole van pel
ignave? Tra i fili del telegrafo, col fischio del vapore,  ti  sparvero dal cuore l'ostia e il confessional! Bella
nel mortorio ho visto: il Redentore pianger di venti secoli  ti  sembra la stanchezza e il dolore, e insanguinar sul fianco
fa penosa. Io sento me da me fatto diverso, se pur vicina  ti  sento lontana ancora come un tempo, e la mia fiamma geme
ebbrezza! - Ed ella rispondea tutta confusa: - Vuoi ch'io  ti  doni un bacio, o una carezza ? ". Gennaio 186...
da legge che ingiusta non è. * * * O Musa mia, perdonami se  ti  ho costretta a far da moralista! Ma sai quanto mi strazii