Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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all'asino, s'erano subito rimesse a sedere, la maggiore  sul  muricciolo, la minore per terra ; e ripetevano insieme
poi, saltellanti, tornarono al loro posto, la maggiore  sul  muricciolo, la minore per terra: questa spettinata, scalza,
Narcisa! - esclamò egli colle mani giunte, inginocchiandosi  sul  tappeto, come se avesse voluto adorarla: - oh! ch'io possa
e divorante nella sua molle seduzione; e posò il suo viso  sul  volto di lui, mischiando i ricci dei suoi capelli ai
questi squisiti diletti... Avevo tanto sofferto!...Adagiami  sul  canapè... e suonami qualche cosa sul pianoforte... Provo
sofferto!...Adagiami sul canapè... e suonami qualche cosa  sul  pianoforte... Provo delle sfumature sì care... dei sogni
ad offuscarlo) ascoltata da quella donna coricata  sul  divano, che giungeva le mani; della quale i tratti,
stringendovela con una furibonda tenerezza; e lo coricò  sul  divano. In tutto quel tempo le mani convulse di lei
senza perder tempo in domande inutili, corse a lei, distesa  sul  divano, e le prese il polso. Le pulsazioni erano deboli,
di vomito, che rimase senza effetto; e ricadde pesantemente  sul  canapè mormorando: - Oh! la vista!... Dio mio! la vista!...
lei fra le sue braccia, un minuto dopo la lasciò ricadere  sul  cuscino, resa di una cadaverica pesantezza; e rimase muto,
che questi non poteva dargli mentre aveva chinato la testa  sul  petto, come se avesse voluto dire: troppo tardi! La
- m'ami?!... m'ami tu?!!!... E si rovesciò assieme a lui  sul  canapè vincendo, con uno sforzo disperato, miracoloso, la
fu lunga, penosa, orrenda. A pena il medico, colla mano  sul  petto di lei a numerare i battiti del cuore, potè
un cappellaccio unto, bisunto alle falde, gli si affondava  sul  viso ossuto d'un giallastro terrognolo. Egli girò più volte
gli occhi piccoli e vivi per la stanza, e andò a stendere  sul  letto una mano che somigliava quella d'una scimmia, tanto
nel sacco non faccio affari? Le persiane sbatacchiarono  sul  muro esterno, e il sole rientrò a schiarare la camera della
tra la folla della gente e le file de' veicoli, traballando  sul  selciato, come un ubbriaco. E la Giulia, senza guardar
destare il marito ubbriacatosi la sera innanzi e rovesciato  sul  letto. Ella preparò l'abito di gala di Vanni e si mise ad
con la torcia. - A voi, prendete! - e il primo soldo cascò  sul  vassoio. - San Placido ve ne rimeriti! Le campane
per la processione!.. E ad ogni offerta che cascava  sul  vassoio: - San Placido ve ne rimeriti! Napoleone, finito di
lati, intuonò la marcia reale; i mortaletti presero fuoco  sul  sacrato; le campane suonarono a stormo, e in mezzo a quel
e ne faceva colar l'olio. Don Delfo era andato a buttarsi  sul  letto, tastandosi il polso, palpandosi lo stomaco, ma non
le parti. - Quel sauro ha la mosca! - osservava don Delfo,  sul  palchetto delle autorità, vedendo Ribottazzo farsi da
Allo sparo d'un mortaletto, la folla si ritirò indietro  sul  viale, lasciando la pista libera. Un altro segnale, e due
mentre i carabinieri, coi pennacchi che nuotavano  sul  mar delle teste, tentavano di accorrere. - A me!.. Largo!..
perchè ogni giorno vedevo uno di quei passeri o tutt'e due  sul  comignoletto della cupola dove solevano da anni sfogarsi a
deliziosamente. Quello che allevavo era cascato dal nido  sul  tetto della casa sottoposta, e io l'avevo fatto prendere e
e una mattina, povera verlia ! la trovai stecchita  sul  fondo della gabbia. Era piume e ossa; non pesava due grammi
e leggerezza quasi vaporosa; uno sciallo nero, fermato  sul  petto da uno spillone d'oro; ed un cappellino grigio ornato
volta quello sguardo limpido, chiaro, noncurante, si fissò  sul  giovane che la guardava a lungo; e ciascuna volta il cuore
sua piccola testa che sembrava inchinarsi come un giunco  sul  collo sottile e ben modellato; era partita... Che voleva
Porta Garibaldi. La notte era magnifica, Pietro sedette  sul  sedile di pietra circolare che limita la gran piazza. - È
le mie tesi, ed ero una gran bestia a prenderla tanto  sul  criminale; infine ne vengono approvati tanti più asini di
Pietro non rispose, tenendo sempre fissi gli occhi  sul  verone. Ella si toglieva soltanto a lunghi intervalli da
dell'incognita si rivolse verso il banco di pietra  sul  quale erano seduti i due amici. - Ti guarda! disse Raimondo
O guarda i passeri che saltellano fra le frondi. Credi  sul  serio ch'io ne sia innamorato? - Ne parli tanto!... -
prima venuta insomma... che sa recare con grazia il velo  sul  cappellino e sollevare con disinvoltura lo strascico della
lo sguardo del suo amico che ancora restava fissato  sul  verone. - Vuoi venire, o no? - Un momento... restiamo altri
- Non amo gli inglesi colla loro metodicità regolata  sul  quadrante di un orologio... Hai detto d'andarcene... - Hai
di uscire dal giardino, si volse a guardare il verone,  sul  quale non poteva più vedere che la tenda abbassata. - Bella
annerite dal fumo, un graticcio di un metro quadrato circa,  sul  quale stavano quasi sempre, esposte al fumo che le
che dava sull'orto e da uno sportello mobile dell'uscio  sul  cortile. Nell'angolo vicino alla finestra sorgeva il forno
l'azzurro dei monti. La porta invece, come si è detto, dava  sul  cortile triangolare, piuttosto lungo e occupato quasi a
ceppi, accanto al muro laterale della casa, ancora grezzo e  sul  quale, al primo piano, si apriva una sola finestra (le
o un funzionario come converrebbe a lei. La bambina  sul  portone, sa queste cose, e considera i suoi vicini di casa
cattedrale, lo interrompono. Passano le rondini a volo,  sul  cielo azzurro denso, un po' basso come nei paesaggi di
 sul  marciapiede, che dal lato meridionale domina la spianata
dei suoi stivalini a punta aguzza, a tacco alto, stretti  sul  piede da una fila serrata di bottoncini di vecchio argento,
sottane per far posto ai bagagli. Il servitore si accomodò  sul  seggio del vetturino. - Via Monforte, l'ultima casa.... Ed
cinque minuti e sono da te. Sparve lasciando dietro a sè,  sul  tappeto, un guanto e la pezzuola profumata di verbena. In
La sua testa bruna, accuratamente pettinata, spiccava  sul  fondo della tappezzeria, mettendo una nota forte in quella
fonte di mollezza nel verde tenero dove morivano le rose,  sul  divanuccio a spalliera dorata, dai contorni morbidi, nella
Ed ora, sì, ora c'era del pericolo. Sofia si raggomitolb  sul  divanuccio, abbandonando la testina sul guanciale. Si
si raggomitolb sul divanuccio, abbandonando la testina  sul  guanciale. Si trovava nella stessa situazione di un
spavento: poiché ricordava le voci misteriose che correvano  sul  conto di lui, ed era sicura che il tesoro provenisse da una
da una rapina. Ma egli richiuse il pugno, tornò a piegarsi  sul  vuoto del camino, rimise a posto ogni cosa, riaprí la
a posto ogni cosa, riaprí la finestrina, andò a sedersi  sul  giaciglio, piegò la testa pensieroso. La vespa da lui
avvicinarsi a Feliciano che studiava coi gomiti appoggiati  sul  tavolino e la testa sui pugni. - Insomma, te ne lavi le
La camera era in disordine; il letto non ancora rifatto.  Sul  canterale, su le seggiole, sul tavolino davanti la
il letto non ancora rifatto. Sul canterale, su le seggiole,  sul  tavolino davanti la finestra, una confusione di oggetti
camera, si mise in testa il berretto da viaggio, si buttò  sul  braccio un plaid, prese in mano la valigetta sempre pronta
Si precipitò, spaventato, dietro il babbo, lo raggiunse  sul  pianerottolo, gridando : — No, babbo, non andar via! Non lo
e la mamma trattenevano Lulù che si rotolava per terra  sul  pianerottolo, continuando a gridare : — Non lo farò più !
incrinato: o meglio, era come quando il gelo si scioglie  sul  prato e qualche filo d'erba pare che nasca dalla neve. Bona
collina. Uno stupore di sogno regnava nell'aria tiepida;  sul  cielo turchino le nuvole s'erano fermate e pareva
era nel suo pieno rigoglio, gonfio, lucido di felicità.  Sul  ciglione sopra il muro alcuni vecchi tronchi, con solo
bianche e prosciolte sotto il merletto nero delle maniche.  Sul  merletto nero e sulle bianche braccia scintillavano i
sottilissimi. Irritato, Fulvio batteva col cucchiaino  sul  piattello del gelato: - Andatevene - mormorò a un tratto,
delicato suono di mandolino entrò dalle finestre che davano  sul  mare: le risa tacquero, tutti tesero gli orecchi. Il suono
e la brigata, come attratta, si affollò alla porta che dava  sul  terrazzo. Nero era il mare, nella notte nera: altissime,
il mare, nella notte nera: altissime, tremolavano le stelle  sul  cielo nero. Attraverso l'oscurità del mare una barchetta
sentite... - disse lui con voce soffocata. Ma ella non uscì  sul  terrazzo. Qualche signora parlava di andar via; ma per
disse Paola dolcemente a Fulvio, che se ne stava solo solo  sul  terrazzo. - No, se non mi sentite - disse lui, tenendosi il
rammentò dell'altro suo ospite che stava solo, nell'ombra,  sul  terrazzo, fra la nerezza del cielo e quella del mare. -
si buttò fra le braccia del babbo, che se la strinse forte  sul  cuore. - Babbo, quanto costa? - chiese la bambina, che,
fosse coricata insieme a lei e posasse la testolina bionda  sul  suo guanciale. Perciò la spogliò con ogni cura; e scelta
Mamma! La Marietta mise un grido, e rizzatasi a seder  sul  letto, si chinó tutta su la sua nuova amica. - T'amo! -
giovane, poichè deve esercitare un certo prestigio morale  sul  cresimando, e la poca differenza di età, impedisce che si
poca differenza di età, impedisce che si prenda influenza  sul  figlioccio. Come la madrina, il padrino di cresima deve
piccolo volo di prova. Puntualità assoluta, trovandosi  sul  campo d'aviazione un po' prima dell'ora fissata per la
accaduto qualche cosa di grosso fra moglie e marito, perchè  sul  far del giorno una vicina si era vista comparire dinanzi
di Sara era già stato tirato fuori, e stava disteso  sul  selciato, grondante, vischioso, coi capelli aggrovigliati
e cominciò ad esaminare il cadavere, e andava osservando  sul  collo dell'infelice certe lividure sospette. Alfio
in cima al paese, suonava per scongiurare la malanotte, e  sul  poggio del Castello c' era un gran brulichio di comari,
dita, al drago, gli mostravano l'abitino della Madonna  sul  petto nudo, e gli sputavano in faccia, tirando giù la croce
valle, fra due grossi pietroni che gli si arrampicavano  sul  tetto. Di faccia, la costa, ritta in piedi, cominciava a
coda. In quella passò una civetta, e si mise a stridere  sul  casolare. - Lontano sia! - mormorò Carmenio facendosi la
buco, che guardavano dentro, nel focolare, gelati e neri.  Sul  suo stramazzo, in un angolo, era buttato un giubbone, lungo
di fiori, così che somigliava ad una serra. La camera dava  sul  giardino; le finestre erano chiuse, perché la viaggiatrice
atrocemente; perchè ogni cadenza le si ripercoteva  sul  cuore, come un martello, straziandola - e peggio, peggio
istante. Ella giaceva immobile, rigida come statua di marmo  sul  coperchio di una tomba. Aveva gli occhi sbarrati
colloqui coi morti, una specie di freddezza gli rimaneva  sul  volto e nelle parole sempre misurate. Al suo temperamento
più tetri, il silenzio più sepolcrale. Si abbandonava  sul  davanzale della finestra, coll'occhio perduto nel vuoto
anelando dietro i passi di lui; invidiava il selciato  sul  quale egli posava il piede, l'aria che gli agitava i
il paesaggio, il muro, l'insetto, il granello di polvere  sul  quale cadeva lo sguardo di lui dolce e freddo. Una smania
non aveva perduto i suoi veli, e la vergine si arrestava  sul  limite del passo vietato. Pure ne sentiva gli acri
l'ampia capacità di un vecchio vaso di terraglia, posato  sul  caminetto, nascondeva una lettera. Quelle di Emanuele erano
con tutte e due le mani, prese il guanciale e se lo pose  sul  volto, premendo, non trovandosi abbastanza nascosta nelle
- Voi siete pazzo, amico - disse lei, appoggiando il gomito  sul  parapetto e guardando il mare, sotto. - No, o se vi piace,
se non venite via con me. Ma voi verrete. Siete venuta  sul  terrazzo, verrete via con me. Andiamo. E le prese la mano,
tacque. Fulvio si era buttato con le braccia e col capo  sul  parapetto, soffocando i singhiozzi. Ella aveva chinato la
soffocando i singhiozzi. Ella aveva chinato la testa  sul  petto, come se pensasse profondamente. Una carrozza passò
s' intesero. E quietamente, dolcemente, come se fosse  sul  punto di morire, ella disse: - Madonna benedetta, vi
i giudizi negativi, espressi o sottintesi, della società  sul  proprio contegno. Giovinetto bene educato è quello che meno
facesse un figliuolo. E quando si accoccolava infine  sul  ciglione, col fiato ai denti, cacciandosi colle due mani i
di fichidindia, nelle macchie della viottola, fra i sassi,  sul  tetto dei casolari, verde come la speranza; e Santo,
colle sue nebbie, marito e moglie, seduti un' altra volta  sul  ciglione a vedere il campo che ingialliva a vista d'occhio,
stette su quella sedia, nell'attitudine di un picchio  sul  ramo, parlottando a voce bassa colla sua bella vicina,
mostrare il panciotto d'ultimo taglio, teso a perfezione  sul  torace apollineo. Sofia, dal canto suo, tutta gaia in una
toeletta color d'avorio, con una profusione di serenelle  sul  cappellino e sul seno, era felice di quel corteggiamento in
d'avorio, con una profusione di serenelle sul cappellino e  sul  seno, era felice di quel corteggiamento in piena folla che
Le signore più eleganti avevano un mazzolino di fiori  sul  seno, a sinistra, e tratto tratto lo accomodavano con le
Emanuele - poiché si trova già da cinque o sei giorni  sul  lago, nella villa di Ormani. - È contento il marito? -
molto civette... La salutò, baciandola sulle guancie, e poi  sul  punto di allontanarsi: - Ah! mi dimenticavo; domani è il
facevano scintillare come un ame tista, poi cadde a piombo  sul  viale, dove fu presto confusa nell'umida e grigia
e gli aveva fatto con l' inchiostro due magnifici baffi  sul  muso. Quel ragazzo dormiva così bene che non s'era
ma non sapere completamente come stavano le cose: aprì  sul  tavolino un avanzo di registro dove venivano segnati gli
strappò il foglio dal registro, lo piegò e se lo mise  sul  petto sotto Ia maglia: allora ricordai che egli non sapeva
divorando cogli occhi la dolce figura di donna spiccante  sul  fondo bianco del panneggiamento che guarniva un angolo
guardava attorno, girava per la stanza, passando una mano  sul  raso dei divani, delle poltrone, degli sgabelli, odorando
gli specchi, i ventagli artisticamente disposti intorno  sul  fondo rosso ciriegia della tappezzeria. Tutto quello che le
ma era sempre pensierosa, preoccupata. Un giorno rientrando  sul  tardi a casa, la vidi seduta nel cortiletto senza far
le si posavano sulle falde del vestito, sull'omero,  sul  ginocchio: ella non se ne accorgeva. Al mio avvicinarsi
che si sfoglia, con le sue nuvole rosse e gialle che cadono  sul  mare e dietro i monti; e la sabbia levigata, appianata dal
dalle amiche della mamma, per cui fu successivamente  sul  punto di diventare la signora De-Martini, con un vedovo,
non potesse piacerle Anselmo Bianchi quantunque non più  sul  fiore degli anni, sano tuttavia, con una villa quasi
quando si stava persuadendo Marta che i capi scarichi  sul  genere del Valdranchi diventano, alla lunga, i migliori
che odorava deliziosamente; dopo essersi accordati  sul  merito della commedia e sugli abiti della prima attrice,
la sua testa si rifletteva in attitudine scorata, china  sul  busto, con quelle mani strette al cuore che le doleva.
e anche questo le faceva ribrezzo; le allontanò, fregandole  sul  vestito, pensando nuovamente al tempo passato, quando le
disgusto, con un bisogno immenso di dimenticare, si gettò  sul  letto e dormì di un sonno pesante che assomigliava ad un
ostacoli in una momentanea assenza della volontà. C'era  sul  tavolino il volume di Puschin, col suo nastrino verde
grande stanchezza. - E poi - continuò Sofia, ritta a sedere  sul  letto - domani o dopo arriva il piccino. Lo devi pur
palpitante. Le coperte in disordine, trascinavano  sul  tappeto un lembo di frangia; una boccetta di essenze, mezzo
dall'asciugamani che si faceva scorrere rapidamente  sul  collo. Poi si incipriò, mise un po' di rosso sulle labbra,
individuo! I nomi sono scritti sovra un cartoncino, posato  sul  tovagliolo. Ogni posto, oltre la batteria di argenteria, di
li sbottonano e ne rovesciano la parte che covre la mano,  sul  polso; il braccio resta coperto. Inutile dire che questi
a firmare una cambiale ed a lasciar accendere un'ipoteca  sul  tuo terreno? Io ero disposto a tutto, anche a lasciare
e mano mano me li restituiva, pensieroso. Pareva studiasse  sul  serio il modo di aiutarmi, senza però farsene merito:
si può far contenta con venti lire! Ho portato il paletot  sul  braccio, tutto il tempo. C' è un povero storpio che suona
lasciato partire. Quella sera che mi posaste la fronte  sul  petto, nel viale dei platani a Villa d'Este! Perchè non
età, la quale recava con tutta disinvoltura gli occhiali  sul  naso, appartenente anch'essa alla più alta società, e che
degli occhi il suo sguardo, e che passava le notti  sul  marciapiede dirimpetto alla sua casa, in quel giovane che
di lei, mentre una leggiera convulsione faceva tremare  sul  suo labbro superiore i baffi castagni. La signora R***, che
in teatro a tal ora, era in un palchetto di seconda fila  sul  proscenio: Il sipario non era ancora alzato e la sala era
recava in mano un magnifico mazzo di viole bianche che posò  sul  parapetto insieme all'occhialetto. Il dramma fu recitato in
delle ispirazioni del suo genio, e che avea visto rivolto  sul  giovane sottotenente. La folla chiamò invano replicate
per fare ordinare la carrozza dal jokey che aspettava  sul  corridoio. - Molto bello, in verità; e anche assai
sottotenente, poichè non sapeva se dovesse prendere la cosa  sul  serio, sebbene l'espressione affatto nuova della contessa
Sopra la piccola città, che era già a seicento metri  sul  livello del mare, sulla cima dell'Orthobene, sovrastante
della caverna, e riceveva luce solo dalla porticina aperta  sul  bosco, Cosima quell'anno, poiché la zia Paola l'aveva
e rumorose. E le sorelle di Cosima si rivoltarono,  sul  principio, nel vedere che il giaciglio, in comune con la
ribellarsi, ma anche divertirsi, cominciarono a rotolarsi  sul  giaciglio, scovarono la parrucca dello zio Ignazio, che
trogloditici, con quella porticina coperta dalla tenda  sul  verdone del bosco, quei sedili di pietra grezza,
torcie. Anche alcune sedie e un tavolo erano stati portati  sul  carro; e il tavolo avrebbe dovuto servire per i pasti e per
cappello di paglia nell'altra. Cosima, che vigilava sempre  sul  sentiero dall'alto di una roccia, lo vede salire un po'
il gaio volto ridanciano di chi aveva scritti quei versi  sul  taccuino, dopo una cena di capodanno, a occhi lustri e cuor
della sua vita; il letto rigido, lo specchio trascurato,  sul  canterano un pettine inforcato nella spazzola; due ciabatte
continuando a parlare: apriva le mani e scuoteva la testa  sul  collo come per dire che lei non aveva nessuna colpa e non
carcere; ero pronto a tutto. L'uomo aveva rimesso la mano  sul  bastone e seguiva anche lui con gli occhi la mano della
di compatimento e di derisione; ma dovette scorgere  sul  mio viso qualche cosa dî mutato, di grave, perchè anche lei
domani. Cauta, come se l'ometto fosse ancora lì, si chinò  sul  tavolino e scrisse sul quaderno. "Hai fatto bene a
l'ometto fosse ancora lì, si chinò sul tavolino e scrisse  sul  quaderno. "Hai fatto bene a promettere: ma come manterrai?
a dirle il marchese una sera -Donna Cecilia si marita! -  Sul  serio? - chiese lei, curiosamente. - Sul seriissimo. Dopo
si marita! - Sul serio? - chiese lei, curiosamente. -  Sul  seriissimo. Dopo quarant'anni di senno, ha perduto il lume
le citazioni dei creditori continuavano ad ammonticchiarsi  sul  tavolo di don Giacomo, che pensava ad una novella per
Ai bei colpi, alle vincite replicate, gli sguardi smorti  sul  viso scarnito le si accendevano, le braccia magre si
che gli faceva socchiudere gli occhi e abbandonare la testa  sul  petto. Il vecchio contadino, che era stato antico fittaiolo
uno sforzo per rizzarsi ed evitar di riceverli, ma ricadde  sul  sasso, appoggiandosi con le spalle al muro, mentre essi
che esse sono « di tutti »; quindi, non recriminare  sul  soverchio affollamento, sul modo in cui qualcuno è vestito:
»; quindi, non recriminare sul soverchio affollamento,  sul  modo in cui qualcuno è vestito: né fare gli schizzinosi se
rientrò piano piano, e trattenendo il respiro, si chinò  sul  bambino che voltato verso il muro recitava la preghiera con
Poche mattine appresso, Checchino allo svegliarsi trovò  sul  capezzale un giocattolo che somigliava un po' a quello da
venne lui pure, serio, impettito, con un soprabito grigio  sul  braccio. - Non ha un aspetto molto gaio tuo marito -
otto circa. Le signore incominciarono subito a estasiarsi  sul  panorama. Quelle milanesi eleganti intuonarono in coro
chiuso in un abbattimento che gli si rifletteva  sul  volto e gli allontanava la compagnia, tanto come egli
alla pace riconquistata, tin fondo di malinconia. Fuori,  sul  prato, trillava la vocetta acuta di Sofia in mezzo al
natura incontaminata. A un tratto le apparve un uomo, ritto  sul  tronco di un albero rovesciato. Per un senso istintivo di
mano. Maria credette che non potesse da solo rimettersi  sul  sentiero e fu pronta a tendergli la destra. Egli la baciò
forsennata lo prese nelle braccia, trascinandoselo  sul  petto, retrocedendo con quel corpo sempre stretto contro il
a fare sacrifizi non lievi per rifornirsi del necessario  sul  posto.
s'abbandonava, sdraiata, senza tenersi da nessuna parte,  sul  cavallo a galoppo. Pareva una farfalla portata dal vento
così fortunata! A un certo momento, un pruno che si trovava  sul  prato s'attaccò alle sue gonnelline di sotto,
che il volere il finestrino chiuso ha la prevalenza  sul  volerlo aperto. Quando il finestrino è chiuso, i posti
dolce, delle frutta ; ed evitando di far cadere della roba  sul  pavimento. È bene, però, aver con sé la posata e il
braccio fuori dalla coltre per prendere il bicchier d'acqua  sul  comodino. Prima ella si chiamava Oldofredi, adesso era
dalla città era passata in un borgo; poteva mettere piume  sul  cappello e diamanti alle orecchie; in casa della mamma
Egli veniva quasi tutti i giorni a trovarla, ora montato  sul  trespolo della poesia, ora diguazzando nella prosa
volgari, sensuali, tagliata a mezzo da un naso carnoso,  sul  quale gli occhiali avevano lasciato il solco, e illuminata
una cosa così comune, così facile, una cosa che trovereste  sul  canto d'ogni via, se noi non ce ne fossimo fatto un
bisogno di pungersi le dita! Donna Mena abbassava la testa  sul  cucito, per non fargli attaccar lite, e si metteva a
fuori un'intera giornata, preferendo di spasseggiarsela  sul  corso, squadrando la gente, come un barone, e se incontrava
la gente, come un barone, e se incontrava Raffaele  sul  brecchi del barone vero, vi montava su volentieri: non era
- diceva, assestando le dodici chicchere di porcellana  sul  canterano di noce lucido - e questa grazia di Dio nessuno
voce grossa, facendosi brutto e dando un pugno tanto forte  sul  canterano che le chicchere si misero a ballare. Poi le
levavano gli occhi d'addosso. Don Antonino stava buttato  sul  letto, rosicchiando due fave arrosto; e appena intese che
tra loro durante quel tempo del loro esilio dal mondo; e  sul  carretto dello spazzaturaio, quando la Giulia, da una mano
come succede a volte, concentrare tutto il suo acume  sul  frontispizio, defraudando l'opera di quell'esame
di fischi, di contumelie e di patate che si rovesciavano  sul  palcoscenico; ma non voleva dire: la gente ci voleva bene,
dalle lunghe letture dei voluminosi processi accatastati  sul  grande tavolo da lavoro, aveva dato ordine che nessuno
e passò rapidamente nella sua stanza da studio. Prese  sul  tavolo un piccolo tagliacarte a foggia di scimitarra, e
nebbia, mentre sollevava uno sguardo al cielo occidentale,  sul  cui fondo rosato si ergeva gloriosamente la cupola di Santa
di mille rischi e di mille sacrifizii , egli era stato  sul  punto di andarlo a rivelare a chi più interessava di