vivente, sostanza di una specie animale o vegetale. Non esiste in natura un protoplasma, ma esistono altrettanti protoplasmi diversi quante sono le
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crescere. Gl’individui di una specie o d’una razza sono, come tutti sanno, più o meno grandi, ma le dimensioni oscillano, fra un massimo e un minimo
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individui della medesima specie.
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Anche negli animali, particolarmente negli Anfibî, si possono fare innesti o trapianti fra embrioni di specie diversa, che, in certi casi, si
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. Questi ultimi, sviluppandosi, danno origine a piante costituite da cellule delle due specie, più o meno intimamente mescolate, Ne risultano delle chimere
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riccio di mare (ottenuti scuotendo fortemente le uova) con spermî di altre specie, per vedere se le larve che si sviluppavano possedevano soltanto i
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Negli insetti questo modo di distribuzione dei cromosomi sessuali è molto comune: lo si è riscontrato in molte specie di Ortotteri, Emitteri
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tarso delle zampe anteriori del maschio, di una serie di grosse setole Glutinose, che costituiscono una specie di pettine, il quale manca nella
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. — § 6. I fenomeni di associazione e di scambio in altre specie.
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È certo però che siamo ben lungi dal possedere una documentazione esauriente per altre specie oltre alle cinque di Drosophila (cfr. figura 55) al
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Fig. 56 - Cromosomi diploidi (a, b, c) e aploidi (a’, b’, c’) in due specie di Biston (a, a’ e i), e nel loro ibrido (c, c’) (da Doncaster).
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Questo concetto, com’è a tutti noto, fu poi chiaramente espresso da Linneo, e d’allora in poi si considera la specie come l’entità elementare e
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Rimandando per più ampie discussioni alle opere in cui il concetto di specie è considerato e analizzato minutamente, dobbiamo limitarci a concludere
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Queste considerazioni dànno ragione, almeno in parte, della grande variabilità dei risultati degli incroci fra specie diverse.
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Ad esempio il Ghigi, nell’incrocio fra due specie di piccioni (Columba livia x C. Leuconota) di fagiani (Chrysolophus Amherstiae X Phasianus
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sistematici avevano l’abitudine di considerare come molto facile e comune l’incrocio fra specie diverse, e consideravano facilmente come ibridi quegli
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Le due specie di rospi hanno dimensioni cellulari, e quindi dei gameti, diverse, e perciò in un incrocio si ottiene un nucleo costituito dal 67
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In altre piante la variegatura si comporta in modo simile, ma, in certe specie, essa è determinata direttamente da fattori genetici, che mendelizzano.
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particolarmente adatte allo studio del problema che ci occupa: cioè presenza di nucleo di specie A in plasma di specie B. Le ricerche della scuola del
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L’esperimento consta nel fecondare P. es. un uovo di una salamandra acquaiola, Triton palmatus, con spermî d’un’altra specie, T. cristatus, nel
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che sono totalmente ereditarie. Esse possono costituire il punto di partenza di razze o specie elementari, e su di esse opera poi la selezione
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perché ben presto si scoprirono, in altre specie, delle vere mutazioni consistenti nella comparsa di caratteri nuovi. Ecco un esempio di un concetto
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. melanogaster non costituisce però un’eccezione, perché anche nelle altre specie dello stesso genere (D. simulans, virilis, obscura, ecc.), si è constatato lo
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le specie finora osservate, sia allo stato naturale, che in domesticazione.
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ottenere una vera partenogenesi sperimentale, nelle piante, soprattutto con due mezzi: la impollinazione con polline appartenente ad altra specie
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come mezzo di ricerca, non ne hanno altrettanta dal punto di vista della formazione di specie nuove.
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In conclusione si può dire che le specie o razze triploidi o perissoploidi sono in condizioni non equilibrate, e non possono mantenersi costanti per
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coniugano. Molto interessante è il caso ottenuto da Simonet (1932-34). Incrociando Iris hoogiana X I. macracantha, due specie tetraploidi, che hanno
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Il conteggio dei cromosomi in specie dello stesso genere, o in sottospecie e razze, nei vegetali, ha dimostrato che spesso i numeri dei cromosomi
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La poliploidia può quindi talvolta dare origine a specie o razze nuove, ma non deve concludersi che questo sia un fenomeno generale.
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Un’altra serie poliploide, anche più numerosa è quella delle rose (n = 7), in cui si conoscono specie diploidi (2 n = 14) diploidi (21) tetraploidi
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Concludendo, si può dire, col Pelseneer (1924) che ha raccolto numerosi dati relativi a moltissime specie animali, che alla nascita v’è in quasi
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Fig. 96. - Sessualità relativa di un filamento di una specie dioica di Spirogyra: il filamento B si comporta come maschio rispetto ad A e come
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quindi i limiti delle specie e dei gruppi sistematici di maggior ambito, erano esclusivamente morfologici, si basavano soprattutto sull’aspetto
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Il botanico francese Alexis Jordan, poco persuaso della supposta capacità di variazione delle specie, si diede ad allevare alcune piante (Draba verna
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E se così è, possono queste variazioni dar ragione della evoluzione delle specie, secondo che ammettono le teorie trasformiste? È questo il problema
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. Secondo il De Vries, in certi periodi della vita della specie le mutazioni esplodono numerose, mentre normalmente la specie è stabile.
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Questa incertezza e nebulosità del concetto di specie verosimilmente non dipende soltanto dalla insufficienza dei nostri mezzi d’indagine, ma
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Che le specie non constino di tutti individui identici è evidente, ed è altrettanto noto che si possono spesso distinguere, nel seno di una specie
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Oltre a queste, naturalmente, sono ereditarie anche le combinazioni diverse che si producono per effetto dell’ibridazione fra razze o fra specie
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È importante osservare che, poiché le razze e ancor più le specie, differiscono fra loro quasi sempre per parecchi geni e parecchie mutazioni
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La formazione subitanea di nuove specie per poliploidia è uno di questi modi, ma non è certamente il più frequente. La comparsa di mutazioni nel
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suscettibile di analisi sperimentale, e dà una rappresentazione dinamica concreta dell’origine delle razze e delle specie, che ben si adatta ai
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§ 1. — Possibilità dell’indagine genetica nella specie umana. — §2 - I gruppisanguigni. La predisposizione ai tumori. — § 3. - Genetica ed Eugenica
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Gruppi sanguigni. - È noto da molti anni che, aggiungendo a una goccia di sangue di un vertebrato del siero di un’altra specie, se ne provoca l
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Si è visto che. tutti gli individui della specie umana possono essere classificati in quattro gruppi, che sono stati indicati con lettere romane, o
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Artom, C. - L’origine e l’evoluzione della partenogenesi attraverso i differenti biotipi di una specie collettiva (Artemia salina), con speciale
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Cavazza, F. - Studi e ricerche sull’ibridismo di specie. Alcuni casi di fecondità accidentale. A.Z.I., XV, 1931.
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fortuite che si manifestano negli individui di ogni specie animale, o vegetale.
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L’altro fenomeno tipico che ci offre il mondo dei viventi è la continuità della vita, ed è connesso col problema della specie in modo così intimo
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