o pennelli luminosi vengono da una distanza che si può considerare infinita, p. e. dal sole e dalle stelle, essi si possono considerare paralleli. I
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sua direzione, ma, invece di avvicinarsi alla perpendicolare p’i’ se ne allontana, e così i raggi luminosi sono piegati, rifratti verso l’altra faccia
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prodotta da due prismi opposti, come nelle sottostanti figure presso cui i raggi paralleli p q r si veggono resi convergenti e divergenti, secondo la
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la luce riflettendo il raggio blù, e tenendo gli altri due raggi rosso e giallo. Il corpo P è giallo, riflette l’onda di color giallo, ed arresta le
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(a) Supporre si potrebbe che i corpi O, P, Q, nel loro miscuglio reagiscano chimicamente tra loro in modo da formare un composto chimico di color
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, supposta priva di aberrazione, quando essa è rivolta verso un punto lucido a grande distanza, p. e., una stella, i cui raggi cadono paralleli sulla lente
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forte luce diffusa, od anche con una luce artificiale (p. e. quella che si ottiene facendo passare un getto di ossigeno sulla fiamma di una lampada ad
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vantaggio, ma piuttosto una perdita di luce per la riflessione. Suppongasi CD essere un riflettore curvo; allora il pennello che parte da P, invece
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effetto possibile, come sarebbe p. e. necessario ad uno scultore che volesse fare un busto con un ritratto stereoscopico, si dovrebbe far uso dello
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Così p. e. il ioduro di potassio, che come sappiamo è composto di iodio e di potassio, viene facilmente decomposto dal cloro. Quando si fa passare
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composti, si chiama sale. Così trattando p. e. una soluzione di potassa con acido solforico si forma una combinazione salina conosciuta col nome di
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solfo, e convertirle in acido iposolforoso, occorrono precisamente 8 parti di ossigeno. Se invece si prendesse una minore quantità di ossigeno p. es
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nomi sesqui—bi—tri, ecc. secondo che sopra 1 equivalente di base si calcolano 1 1/2—2—3, ecc., equivalenti di acido. Quindi, p. e., il bitartarato di
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’acqua, sarà tanto più pesante. Inversamente i liquidi naturalmente più leggeri dell’acqua, p. e. l’alcool, saranno tanto più leggeri quanto più saranno
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Quando l’acido solforico è p. es. dilungato con 20—30—50 mila parti di acqua sarebbe pure inutile sperare di ottenere qualche cosa dalle prove
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loro ossigeno come p. e. l’ossido di argento, esso non si combina direttamente, ma decompone l’ossido togliendogli l’ossigeno, e convertendolo in
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ebollizione. Così p. e. l’olio di lino non bolle che sopra +300°; da ciò si vede come l’olio bollente sia molto pericoloso a maneggiare, e come succedano
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6° Calcolo delle differenze. Si prende il liquido, il cui titolo è conosciuto p. e. 1/500, se ne mettono 10 parti nel tubo, poscia si allungano di 4
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, imperocchè esso da alcuni raggi colorati, come p. es. dai raggi gialli e verdi, viene più presto impressionato che non il ioduro di argento. Sembra
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scrivere, oppure anche col mezzo di una pietra dura tagliente, come sarebbe p. e. un pezzo di selce, o di corindone, si tiri una linea verticale sul
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negativa tenderanno ad annerire. Se nel bagno si trovasse un acido libero, più potente di quel che sia l’acido acetico, p. e. vi si trovasse dell’acido
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lontani (50 metri p. e.) e si allontana o si avvicina la lente alla carta oliata sino che l’immagine sopra di questa sia nitida. La lastra albuminata
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necessario che essi siano appaiati, che la loro azione sullo strato impressionato sia simultanea. Altri riduttori possono servire, p. e. l’acido
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sciogliendolo quindi in un miscuglio di etere e di alcool. Il collodio così ottenuto si prepara poi fotograficamente col fare sciogliere in esso un ioduro, p
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qualche altro alcali, del cadmio in foglie sottili, o qualche altro metallo, p. e. del zinco, del ferro, ecc. Alcune volte questo ripiego è utile, ed il
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dose piuttosto forte di acido nitrico (p. e. 1/10 del suo peso), quindi lo si fa evaporare in capsula di porcellana sino a siccità e si spinge il
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’ elevate, p. e. di 5 centimetri, ed un po’ più largo della lastra a sensibilizzare, nell’alzare da un lato il bacino stesso per mettere a nudo una parte del
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, p. e., si ricopre sempre, dopo qualche tempo, di una sottilissima pellicola o crema d’argento. Questa pellicola viene ad attaccarsi in modo solido
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persona secondo le esigenze delle sue forme, della sua fisonomia, del suo carattere, ecc. Così, se p. e. è, d’ordinario, sempre meglio il prendere i
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usa per prendere i ritratti, p. e. di soli 3 metri; si metta al foco nel mezzo del vetro smerigliato il punto O, centro del cartone, e si osservi che
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più basse, più vicine all’oggettivo. La massima nitidezza nella prova ottenuta trovisi p. e. alla distanza di 20 centimetri dal centro del cartone, e
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Perciò: 1° Si determini la differenza dei due fochi quando l’oggetto è p. e. distante 8 metri dalla lente, distanza massima per un oggettivo da
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Dell’oggetto, come p. e. succede in alto grado nelle pitture ad olio, bisogna osservare che l’oggetto sia illuminato obliquamente, e che la luce
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Le prove positive dirette dovendosi osservare sopra fondo nero, ne nasce che il loro rovescio usasi coprire con vernice nera o nero-bruna, composta p
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improba. Se l’albumina fosse dilungata con maggior quantità d’acqua, p. e. col suo peso di acqua, sarebbe egualmente efficace. Li signori Barresvil e
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prova nel bagno ed osservandola di nuovo dopo un maggior spazio di tempo, 10 minuti p. e, si trova che essa è diventata molto più trasparente. Quando
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importante che viene utilizzata in molte guise, p. e., per abbellire vari disegni, per formare fogli colorati o non, su cui si stampano, in oro od in argento
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Il fiele che si stende sul vetro prima della gelatina agisce coll’impedire l’aderenza della gelatina sul vetro. I corpi grassi, p. e., una soluzione
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[2] Il numero delle oscillazioni nello stesso tempo p. e. in un minuto, sta in ragione inversa dei tempi delle oscillazioni e quindi anche in ragione
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grigio. Se si mette in decozione di altre materie coloranti, p. e. di legno giallo, di Brasile, di Robbia si ottiene immagini diversamente colorate; se
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