Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

VODIM

Risultati per: o

Numero di risultati: 148 in 3 pagine

  • Pagina 2 di 3
una voce incognita mi dice: -  O  giovinetto, perché dolente hai l'anima, e pallido
segnerà benevola di canizie precoce; tienti i tuoi canti,  o  giovine, vivi nel lieto oblio; non valgon templi olimpici
l'inno del primo amore. Ah! chiudi le domestiche pareti,  o  giovinetto: sul nido tuo non aliti l'aura del mondo
la mammola se al margin suo si toglie. Guarda la folla,  o  giovine! É una stoltezza o un fallo là, fra i curvi che
suo si toglie. Guarda la folla, o giovine! É una stoltezza  o  un fallo là, fra i curvi che incensano l'ara del dio
il Sole, così, se canti i palpiti di un'alma ardente  o  stanca, costor dinnanzi spiéganti un biglietto di banca!
BOITO S'anco accoglier dovesse indifferente un sorriso  o  una celia il verso mio, (giacché sta tra il passato ed il
il verso mio, (giacché sta tra il passato ed il presente  o  il disdegno o l'oblio), voli il mio verso, Arrigo, ai versi
(giacché sta tra il passato ed il presente o il disdegno  o  l'oblio), voli il mio verso, Arrigo, ai versi tuoi! S'amin
ieri, quest'oggi è troppo tardi! ". Oh! te lo invoco,  o  fratello, o poeta, onnipotente te lo invoco il Dio! Ché ai
quest'oggi è troppo tardi! ". Oh! te lo invoco, o fratello,  o  poeta, onnipotente te lo invoco il Dio! Ché ai dì felici,
Non mi interessa se ciò che sto facendo sia vecchio  o  nuovo, bello o brutto, ma mi dispiacerebbe se fosse inteso
interessa se ciò che sto facendo sia vecchio o nuovo, bello  o  brutto, ma mi dispiacerebbe se fosse inteso come falso, e
fra le candele dell'altar maggiore; come tutto che langue,  o  manca o fugge, tutto che il tempo invola, e l'uom
candele dell'altar maggiore; come tutto che langue, o manca  o  fugge, tutto che il tempo invola, e l'uom distrugge, o
o fugge, tutto che il tempo invola, e l'uom distrugge,  o  vecchia cieca tu sei sacra e buona, e ben giri quaggiù la
scherzando, passeggia sulla cresta bizzarra del monte.  O  capanne, fra i larghi oliveti occhieggianti le vele fugaci,
capanne, fra i larghi oliveti occhieggianti le vele fugaci,  o  dirupi di pascoli lieti e voi lidi cospersi di faci, non
la magia, quando disse alle spiaggie, alle cime: - State,  o  figlie dell'anima mia: state belle di golfi e foreste, di
ed era un bruco. Movea sul tavolo coll'incesso di un bimbo  o  di un bisavolo; zoppicava, aleggiava, certo in cerca di un
ha sospinta ad implorar rifugio? Forse un ciottol franato,  o  una caduta buccia, o il piè dell'uom che inconsciamente
rifugio? Forse un ciottol franato, o una caduta buccia,  o  il piè dell'uom che inconsciamente cruccia o uccide ad ogni
caduta buccia, o il piè dell'uom che inconsciamente cruccia  o  uccide ad ogni passo ?... Il giorno ride ed il sambuco
mio monologo, il nomade doglioso, coll'incesso di un bimbo  o  di un bisavolo, tutto ha percorso il tavolo, e allo spigolo
oppur, da sole a sole, ingiurïar la tepida stagione  o  il sol che va in Scorpione... se pur qualche burlevole
mi piove olio bollente... Ma nella mente, sia verno  o  estate, io m'ho tante vaghezze, tante nel cor dolcezze, e
non c'è mai caso ch'io possa dormire. Piove ? fa vento ?...  o  m'ho un magro tizzone, e allor, le buone veglie! ancor io
volò; fur molte, fur vaghe le idee del poeta, ma questa,  o  mia bella, sol questa ne so!
parlo con gli amici, di risate ebbri, e di vita, se studio,  o  sogno, se lavoro o rido o se uno slancio d'arte mi
di risate ebbri, e di vita, se studio, o sogno, se lavoro  o  rido o se uno slancio d'arte mi trasporta se miro la natura
ebbri, e di vita, se studio, o sogno, se lavoro o rido  o  se uno slancio d'arte mi trasporta se miro la natura ora
- Ma dimmi, perché sfuggi tu il mio sguardo fanciulla?  O  tu non lo comprendi ancora il fuoco che possente mi divora?
spuntavano sterpi, fili d'erba e sassi odorosi di catrame  o  di ferro. Mi accompagnava la sensazione di stare in bilico
ramo della mia discendenza, capostazione, casellante  o  semplice passante che aveva osservato, un mattino
vagoni attraversare la linea dell orizzonte, dal cortile  o  dalla strada di casa verso nord.
per le vie leggere del sogno che inghirlandai di fervore:  o  fragili rime, o ghirlande d'amori notturni ... Dal giardino
del sogno che inghirlandai di fervore: o fragili rime,  o  ghirlande d'amori notturni ... Dal giardino una canzone si
rosso e dolce è il panorama scheletrico del mondo. ...  O  il tuo corpo! il tuo profumo mi velava gli occhi: io non
le mie membra nella tua docile nuvola dai divini riflessi.  O  non accenderle! non accenderle! Non accenderle: tutto è
nuvola bianca, come una nuvola bianca presso al mio cuore,  o  resta o resta o resta/ Non attristarti o Sole! Aprimmo la
bianca, come una nuvola bianca presso al mio cuore, o resta  o  resta o resta/ Non attristarti o Sole! Aprimmo la finestra
come una nuvola bianca presso al mio cuore, o resta o resta  o  resta/ Non attristarti o Sole! Aprimmo la finestra al cielo
al mio cuore, o resta o resta o resta/ Non attristarti  o  Sole! Aprimmo la finestra al cielo notturno. Gli uomini
vuoto, la salvezza di una particola di vita, briciola  o  nervo, davanti a questo muro.
vous n'étes pas publiques! . DE MUSSET, Rolla. É morta.  O  affascinati adolescenti che in agguato io vedea sulla sua
schifo. Voi non credete che possan morire le belle donne,  o  poveri fanciulli? Ma gli è dono degli angeli svanire, e
stanza, dolce pianeta seguita a rotare; seguita pure,  o  docile pianeta; quando nell'aria a faccia a faccia sono i
ondeggi e senza sosta, come un visir sul suo camello,  o  come un baronetto che viaggia in posta! Voi non credete che
in posta! Voi non credete che possan morire le belle donne,  o  poveri fanciulli? Ma gli è dono degli angeli svanire, e
le braccia, e sospirava: - É giunta un'altra bella! vieni,  o  fortunata, o giovinetta nell'amor defunta, è tua la volta
e sospirava: - É giunta un'altra bella! vieni, o fortunata,  o  giovinetta nell'amor defunta, è tua la volta immensa e
rispondea tutta confusa: - Vuoi ch'io ti doni un bacio,  o  una carezza ? ". Gennaio 186...
vana. Sia sole, sia nebbia, m'innonda di baci! Se inneggio  o  bestemmio tu ascoltami e taci. Deh!... Taci ed ascoltami :
da cui, stanchi e lividi, ci assal la mattina! Tu dici: "  O  amatissimo, sei Giove, e io son Frine!... " scotendo sugli
del sentimento, colla materia Dio porrà fin ... la stanza,  o  Lena, di fiori piena, sarà l'emporio d'ogni color, e allor
piena, sarà l'emporio d'ogni color, e allor nell'abito  o  nel soprabito, Lena, mi sdrucciola quel noto fior! Aprile
mesta, e collo sguardo chino a che pensi, seguendo,  o  giovinetta, il mio cammino? Forse sospiri che lungi è la
legge la nequizia che fu legge per le plebi di altri dì! -  O  bruna fanciulla che sempre sorridi, ti dieder la culla gli
non è: se vengo a farti visita sogno la notte a te! - -  O  fiero soldato che impugni la spada, è orgoglio sprecato,
in me: vorrei veder sul Mincio la rotta intorno a te. - -  O  pingue matrona, che appoggi alla sponda ; dell'ampia
avessi un pallido baglior della tua fé, si spegnerebbe,  o  lurida figura, innanzi a te! - Gennaio 1862.
Sto solo chiuso nella mia casa come un tagliaboschi,  O  un marinaio, O un soldato di una guerra, tremando a ogni
chiuso nella mia casa come un tagliaboschi, O un marinaio,  O  un soldato di una guerra, tremando a ogni colpo. Ma il
da inventare, come se tutti e due non avessimo da lavorare  o  da frugare altrove. Questa signora io non la conosco e non
meglio e che poi di qua smarrimento, di là ci sia vergogna  o  vera o finta indifferenza. La mia forza è che io ci ragione
e che poi di qua smarrimento, di là ci sia vergogna o vera  o  finta indifferenza. La mia forza è che io ci ragione sopra:
affetti e di visioni nell'invocato Avvenir divinate  o  in le sante illusioni, la bella fronte rifulgea. Non disse
la bella fronte rifulgea. Non disse parola mai blandissima  o  feroce... vedeano il Ver le sue pupille fisse nel tenebror
sua canizie a questi ricci accanto, questi tuoi ricci d'or,  o  bambinello mio vispo e sereno, se la bisnonna tua vivesse
se la bisnonna tua vivesse ancor! Sta' cheto e attento,  o  pallido bambino, e mi contempli fiso il tuo visino, ti
più che le perle e l'or, forse già quella santa indovinava,  o  bambinello, il tuo futuro albor! E non nato ti amò, povera
risali il tuo cammino, oh torna, e sèguita la canzonetta,  o  forosetta! Ma là, sul lido candido, ahi! forse, o
o forosetta! Ma là, sul lido candido, ahi! forse,  o  bricconcella, ti aspetta nella nota navicella ansioso un
uno, alla sua soglia picchiò il digiuno ... Si spense ... -  O  martire! riposa in pace; presso il tuo feretro non splende
coronati di fiori: siete larve abbaglianti e ingannatrici!  O  fuggito alle infamie del mondo, vola, vola, ti bea nel
tragge la barca sparuta il nocchiero che all'alba tornò;  o  fanciulla, vien meco, è salubre questa brezza che l'onda
morti, già dall'aura si colmano ancor; e poi chiederti,  o  indegna, se il vento sorgerà, come sorge su d'esse, a
perché ti soffermi? perché t'avvicini al mio core? perché  o  fanciulla l'avvolgi nel fuoco tuo giovanile? Fanciulla è
gentil che vi ha colmate? Quando gorgoglii nel teschio mio,  o  santa origine del santo oblio, come un intingolo della
tornan dall'aia ; quando gorgoglii è tutto tuo l'ingegno,  o  a poco a poco, come un intingolo, ti fai bollente del mio
dove cammina!  o  'che 'gli è cieco?». M'erutta in faccia con fetor di vino
trasformata dal vento e dalla luce. Se srotolo un tappeto  o  stendo un lenzuolo sul balcone è solo in obbedienza al
- Non hai teco un rimario, viaggiatore?… - Ove fuggisti,  o  mio lepido umore, in che borgo ho smarrite le parole? Sì,
di volgar gioire. Sempre essi fiano servi, facchini,  o  pizzicagnoli, fabbri, arrotini : arti tranquille, in cui
all'artificio che la rivela, perché un abisso frapponsi,  o  Dio, e enigma è ancor per tutti il pensier mio? Perché, se
di ascoltare la mia storia se la mia storia è infangata,  o  non è ancora incominciata, se la riva del mondo in cui
qualcuna elegante, qualcun 'altra solo semplice rimessa  o  accozzaglia di rottami. È l'ora dopocena, precoce per le
ancor mi raccomanda. Si comincia a educare il gatto  o  il cane con cento schiaffi, ed un soldo di pane, poi si
di bimbo, ecco la fede, ecco il segreto dei destini umani!  O  dubbii, o sogni, addio! Io vedo, e sento, e benedico Iddio!
ecco la fede, ecco il segreto dei destini umani! O dubbii,  o  sogni, addio! Io vedo, e sento, e benedico Iddio!
 O  primavera, gioventù dell'anno, gioventù, primavera della
vita, le foglie... eccole là! E colle foglie i nidi. -  O  fanciulletti l'albero rispettate e le sue culle! S'oggi
chiesetta, non paventate l'ira del Signore: non è incenso  o  latin che lo diletta, ma il profumo, ma l'estasi del core!
che inneggiavano or più non siam, perdio! Siam la legione,  o  Pio, che il Campidoglio avrà; siam gli implacati vindici
eunuca! A chi scrisse la bibbia guastar l'appartamento...  o  artisti del trecento piangetene con me! - Perchè vi fate, o
o artisti del trecento piangetene con me! - Perchè vi fate,  o  fossili, scimmie di Geremia? è vero, adesso il tempio
andati? Che a profanar sian nati strano per noi non è.  O  Santi, quando cantano le litanie pagate, o Santi,
per noi non è. O Santi, quando cantano le litanie pagate,  o  Santi, vendicatevi, e adosso a lor cascate: giù colle
sei pallido  o  mio bambino? Perchè il tuo lucido occhio azzurrino, su cui
li benedico, come le prediche di un vecchio amico!  O  bimbo, o vergine mia creatura, cresci discepolo della
li benedico, come le prediche di un vecchio amico! O bimbo,  o  vergine mia creatura, cresci discepolo della natura ;
i pallidi giacinti interrogai... Seppellivano un vecchio,  o  bimbo, a te vicino: un grido del becchino mi rapì le
di teschi al sol risorti!... Le croci, pinte ad olio,  o  sculte in marmo e in oro, son là, delle famiglie miserrimo
pampini frammisti sogno dei paesisti; così della tua luce,  o  Musa, un raggio, rapito al paesaggio, scenda sul viso alle
potrà forse l'amore, dopo tanto bussar, trovarsi un core?  O  pallido poeta, ecco, mia musa, già di pallor suffusa, getta
del tuo l'ardente volo. Se tu in mezzo alle dame,  o  sventurato, giammai ti se' innoltrato, obliando le tue rime
in tasca, come briciole di pane ... Ah le ascondi pudico,  o  piuttosto le dona ad un mendico, ché il pan della tua fama
un core che una volta appena sia stato dalle muse a pranzo  o  a cena? Secol decimonono, noi dividemmo i fulmini dal
astro maturo: amico, ai campi, ai campi; addio di cuore,  o  femminili inciampi! Oh sì, amerem della natura i santi i
faremo! E l'aura che verrà dalla foresta, sia risonante  o  mesta, non sarà, come i femminili accenti, il mobil velo,
volo? brutal piombo la colse, e cadde, morta, al suolo?  o  pur, libera, dopo lungo palpito d'ale, giunse all'immenso,
non quest'ombra greve del giorno affollato e diverso.  O  luce, chiarezza lontana, respiro affannoso, rivolgi gli
son vicino e tu mi sei lontana, mi guardi e non mi vedi,  o  s'io ti parlo, pur amando ascolti, non però m'intendi; ti
pur di questo giovane e di quello cui lo sguardo concedi  o  la parola, ma d'ogni cosa che ti sia vicina, ma del sole,
Ripenserai le lagrime delire, e i giuramenti a Dio,  o  bugiarda, di vivere e morire pel genio mio! E allora
della lor terra natìa. Però, scenda del Tevere alla valle,  o  salga al Campidoglio, o dai quadrivii del suburbio sbocchi,
Però, scenda del Tevere alla valle, o salga al Campidoglio,  o  dai quadrivii del suburbio sbocchi, la folla, senator,
 O  poesia poesia poesia Sorgi, sorgi, sorgi Su dalla febbre
casa nella parte notte, ed è per questo che in salotto  o  in cucina non riusciamo a stare, mentre con tutti i mezzi
di un azzurro strano! Affediddio!...battiamoci a quartine,  o  nella botte entriamo a teste chine, o diam di fiato a
a quartine, o nella botte entriamo a teste chine,  o  diam di fiato a qualche tromba che assordi il creato!
insetti. Non ha schifo delle lucertole e neppure dei vermi  o  dei serpi. Forse li inghiotte forsedorme con i ragni a