Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Reginuzza n'ebbe un colpo tremendo. - Dal momento che  mi  vuole scacciare, me ne andrò da me, - disse. La suocera si
stanza del palazzo, ce la chiuse a chiave e disse: - Tu  mi  avevi promesso la mano di sposa; invece mi dasti con
e disse: - Tu mi avevi promesso la mano di sposa; invece  mi  dasti con inganno l'arancia rossa e per colpa tua perdetti
d'argento te l'avevo fatta quand'ero Reginuzza. Se  mi  liberi dal serpente e se riacquisto l'affetto del Reuccio
 Mi  vuoi per marito? Ti feci fare apposta per me. — Lei tremava
feci fare apposta per me. — Lei tremava come una foglia. —  Mi  vuoi per marito? - Più la Reginotta sentiva quella
sentiva quella vociaccia, e più tremava e si smarriva. —  Mi  vuoi per marito? Voleva rispondergli: sì, ma le scappò
fissata, lei s' affacciò alla finestra: — Ah, mammina mia!  Mi  scappò detto di no; sarò mangiata domani. — Fatevi
la Reginotta s'affacciò alla finestra: — Ah, mammina mia!  Mi  disse: strappa di terra questo coltellino, ed io glielo
la Reginotta s' affacciò alla finestra: — Ah, mammina mia!  Mi  disse: mieti questo frumento ed io glielo mietei. Domani
Mannaro dietro. — Ripòsati, ripòsati! — Quando sarò stanca,  mi  riposerò. — Lei avanti aggomitolando, e il Lupo Mannaro
a carezzarlo, a farlo saltare in aria come una bambola. —  Mi  vuoi per marito? Mi vuoi? - La Reginotta rideva: — Ti
saltare in aria come una bambola. — Mi vuoi per marito?  Mi  vuoi? - La Reginotta rideva: — Ti voglio! ti voglio! Ma per
e alla mamma: — Chi sa se più si ricordano di me? Forse  mi  credono morta! - E piangeva sui guanciali; quand' ecco
aspetto. Figliuola mia, non atterrirti. E se ti domanda:  Mi  vuoi per marito? rispondi di sì; altrimenti sarai morta; ne
rammendava i merletti e le dice: - Vedi, Rosetta, se tu non  mi  vuoi bene, io mi strozzo! - Che Vostra Maestà si strozzi
e le dice: - Vedi, Rosetta, se tu non mi vuoi bene, io  mi  strozzo! - Che Vostra Maestà si strozzi pure! - E gli dà la
il Re. Dopo alcuni giorni torna in guardaroba. - Rosetta,  mi  vuoi bene? - le domanda. - Se non mi vuoi bene, m'ammazzo!
guardaroba. - Rosetta, mi vuoi bene? - le domanda. - Se non  mi  vuoi bene, m'ammazzo! - Che Vostra Maestà s'ammazzi pure! -
e le disse: - Ti ho conosciuta e so chi sei. Un tempo  mi  volevi bene; perchè non me ne vuoi più? - Perchè tutto
- Perchè tutto finisce, - risponde Rosetta. - Vedi, se non  mi  vuoi bene, io m'ammazzo davvero. - Che Vostra Maestà
in silenzio, monto sulla bici e torno a casa. Per strada  mi  vengono in mente tutte le parole che non ho usato. Sento
le parole che non ho usato. Sento tutti í pensieri che  mi  escono dalla testa, come bolle che scoppiano. Un bambino
la testa di donna scomparve e il finestrino si richiuse. -  Mi  voleva ammazzare! - disse donna Peppa - e per questo ha
danari. Meno male che l'ho passata liscia e che i danari  mi  rimangono. - Tutta contenta s'incamminò per tornare a casa,
Eh! Non c'è mica bisogno di urlare così... - Io urlo quanto  mi  pare e piace! - Li senti? - riprese la Pinuccia. - Sono
- Cosa leggi? - La storia di Ulisse. - Ah, sì... Qualcosa  mi  ricordo. Mi pare di aver visto il film una volta in tivù.
- La storia di Ulisse. - Ah, sì... Qualcosa mi ricordo.  Mi  pare di aver visto il film una volta in tivù. Era bella...
aprì l'Odissea al libro nono. - Ecco. Questo è un passo che  mi  emoziona sempre. Qui Ulisse racconta ai Feaci del suo
compagni e non ha potuto far niente per impedirlo. E io  mi  chiedo sempre, quando arrivo a questo punto: dove si trova
fosse costretto a soffrire tanto... Ma poi, mentre leggo,  mi  sembra di essere tutt'uno con quest'uomo caparbio, che sa
caparbio, che sa resistere ai colpi del destino. E  mi  sento più forte, capisci? Il volto del professor Zambelli
Lei fa danza moderna e a volte balla mentre io suono.  Mi  chiede spesso della mia città d'origine, Casablanca. A
molta confusione. Omar, il fornaio, è amico del nonno e  mi  regala sempre una focaccia. Zio Kamir, che fa il venditore
che chi ti ascolta può sentire il sorriso nella tua voce.  Mi  dice anche: - Parla lentamente, ma pensa con rapidità.
ed ora, a causa della benedizione della Freccia d'argento,  mi  dimenticate là il pane che avete comperato! Volete forse
comperato! Volete forse che, per colpe vostra, io domattina  mi  riempia le saccocce dei pantaloni di patate lesse invece
nuovo desiderio, giacché io ti conosco da sempre e mai  mi  accorsi di questa voglia di cavalierato...» «Mio signore»
I cavalieri hanno spada lunga e cappa grande... e così  mi  è nato il desiderio». «Blabante, Blabante...» disse Narco
— sento chiamare da lontano. È la voce di Maristella.  Mi  giro e vedo la sagoma inconfondibile di Nerone che mi corre
Mi giro e vedo la sagoma inconfondibile di Nerone che  mi  corre incontro. Racconto a Maristella del ritrovamento e
nessuno di loro sa soffiarsi il naso. È proprio quello che  mi  ci voleva! — E allora, adesso che hai trovato l'impiego,
è scappato e io volevo inseguillo ma le pantofoline  mi  facevano male, e le belve mi volevano divolale. Ahimè!
inseguillo ma le pantofoline mi facevano male, e le belve  mi  volevano divolale. Ahimè! Ahimè! Cosí l'alioplano mio è
morso di un topo questo ? Guardi come fila il sangue.... -  Mi  dispiace, mi dispiace davvero.... riprese il conte. - Ah
topo questo ? Guardi come fila il sangue.... - Mi dispiace,  mi  dispiace davvero.... riprese il conte. - Ah Dodò, Dodò! ti
intanto la libreria.... faccio per pigliare un libro.... e  mi  sento lacerare il dito a questo modo.... Ma guardi, ma
e ti lasciasse fare, eh, canaglia?... Capisco che adesso  mi  toccherà una tirata d' orecchi, perchè il padrone non vuole
mollo la bici sul marciapiede, tiro fuori il fazzoletto e  mi  piazzo davanti alla macchina, proprio in mezzo alla strada:
Piolo dell'Inferno è quel tronco! A ottantacinque giri io  mi  fermo, mi fermo! E altri non ne farò, se non viene Dio a
è quel tronco! A ottantacinque giri io mi fermo,  mi  fermo! E altri non ne farò, se non viene Dio a
seguendo il tuo inganno, i miei giri oltre i cento,  mi  avresti fermato o mi avresti lasciato girare?» «Considera,
inganno, i miei giri oltre i cento, mi avresti fermato o  mi  avresti lasciato girare?» «Considera, mio signore» rispose
mio signore» rispose Blabante «che solo ora so che tu  mi  avresti perdonato l'errore, o come tu lo chiami, l'inganno:
me la porterai a casa questa sera. Se c' è qualcuno da me,  mi  dirai: - Compare Sidoro, mi manda la mamma per quel che
sera. Se c' è qualcuno da me, mi dirai: - Compare Sidoro,  mi  manda la mamma per quel che sapete. - So io come debbo poi
di casa? Cuddu si trovò imbrogliato nel dar la risposta: -  Mi  ha mandato la mamma - balbettò. - Da queste parti? Vieni
da forca? Scappato di nuovo? - No, compare Nunzio...  Mi  ha mandato la mamma. - Dove? - Lassù. - Perché? - ... Per
la fetta di pane, e la mostrò al cacciatore: - Vedete:  mi  ha dato anche la colazione. E mostrò pure le olive. - Buon
di Bonuccello. - Fu una cosa terribile: sette anni fa  mi  trovavo imbarcato come pilota su un bastimento: ci colse
farlo vivere, educarlo, mandarlo a scuola. E allora  mi  potevo più allontanare per i mari del mondo e lasciarlo ad
maestro. - Perciò - seguitò il maestro commosso - non  mi  piace che voialtri prendiate a sassate i lampioni e nemmeno
Topolino, se  mi  vuoi bene, risuscita mio padre! Topolino esitava. Allora si
- , mettendo nella frase una contraddizione di termini che  mi  fa spalancare la bocca? - Sarà un capolavoro, come tutti
- Sarà un capolavoro, come tutti dicono; ma in fatti non  mi  piace. - Hai ragione di burlarti degli idiotismi altrui; ma
-, zucca per " fiasco - , chiarle per " ciarle -. E,  mi  perdoni, intesi anche dire qualche volta " ubbriaco patocco
un po', figgio cäo.... Cittadino romano, ti saluto, e  mi  fo lecito di Idirti, rispettosamente, che spesso sento dire
levata questa difficoltà, essere aperto il portone, e non  mi  fido per " non mi sento - e vado trovando per " vado
essere aperto il portone, e non mi fido per " non  mi  sento - e vado trovando per " vado cercando - e nel
m'è duro, potrei aggiungere. Come v' ho da intendere quando  mi  dite scolla, andito, versatoio, coppino, ceroggeno,
maniera, sospetto che vogliate scherzarmi, e non tanto  mi  piace. E vada quando vi scappa detto che vi siete
siciliano. Molte volte, nel tuo el paese, un ospite gentile  mi  disse sull'uscio: - Entrasse, signore, s'accomodasse; mi
mi disse sull'uscio: - Entrasse, signore, s'accomodasse;  mi  facesse "il piacere.... - Lo dici qualche volta tu pure,
e più peggio, e insegnarsi la lezione per " impararla - e  mi  scanto per "mi perito- e accudire per " rivolgersi - e
del mangiare e del bere! Ma che sciocco interrogatorio  mi  stai facendo! Sarò pur padrone di fare quel che mi pare,
mi stai facendo! Sarò pur padrone di fare quel che  mi  pare, no? Stammi a sentire, Jörg! Oggi dopo pranzo, verso
stalla dove tengo i miei attrezzi da lavoro. Sii puntuale,  mi  raccomando! - Non dubitare! - Allora io mi vado a buttare
Sii puntuale, mi raccomando! - Non dubitare! - Allora io  mi  vado a buttare sul letto. È stata una nottata faticosa, te
sopra un ramo e si è messo a cantare. Canta, canta, canta,  mi  si aggravavano gli occhi. Lo scacciai da quel ramo, ma andò
ma andò a posarsi sopra un altro. Canta, canta, canta, non  mi  reggevo dal sonno. Lo scacciai anche di lì, e appena
sopra un ramo e si è messo a cantare. Canta, canta, canta,  mi  s'aggravavano gli occhi. Gli dissi: cardellino traditore,
rinchiusa qui ? Lasciatemi andar pel mondo. Il cuore  mi  presagisce che troverò la mia fortuna. — Il Re non voleva
e nicchiava a quel modo. — Che cosa è stato, lucertolina —  Mi  hanno rotto la coda e non ritrovo il pezzettino. O, se tu
i chicchi son contati! Se ne mancasse uno solo, mio marito  mi  ammazzerebbe! - E la Reginotta, con una santa pazienza,
— Capretta, che cosa è stato? — Son cascata nel fosso e  mi  son rotta una gamba. —
Pare di no, tanto è malconciato. - Ma se tu sapessi quanto  mi  è servito laggiù questo fazzoletto tricolore! Ogni volta
ragazzi si accendevano gli occhi sui colori della Patria, e  mi  seguivano, avessi dovuto portarli all' inferno.
- Cra, cra, cra - gracida il ranocchio - questa bambina non  mi  va. Ha paura dell'acqua. Non si lava, non si sciacqua.
stesso. — E di chi, se la domanda è lecita? Non vorrà che  mi  arrenda al primo sconosciuto. Si presenti, mi presenti i
Non vorrà che mi arrenda al primo sconosciuto. Si presenti,  mi  presenti i suoi amici, poi si vedrà. — Lei, — ha ripreso il
di avergli chiesto l'ora per la strada. E sa che cosa  mi  ha risposto? Mi ha risposto cosí: «È l'ora di andare a bere
chiesto l'ora per la strada. E sa che cosa mi ha risposto?  Mi  ha risposto cosí: «È l'ora di andare a bere una birra.
Grazie, piú tardi, — lo ha interrotto il capo. — Prima lei  mi  deve ascoltare con attenzione. Intanto non si preoccupi
— ha detto il barone, — il capriccio di un miliardario.  Mi  piace sapere che c'è sempre qualcuno col mio nome in bocca.
il capo, — la cosa non interferisce con i nostri piani. —  Mi  fa piacere, — ha commentato il barone, striz- zando
anche noi ci chiamiamo Lamberto. — Ecco, è questo che  mi  stupisce. Nemmeno uno che si chiami Giuseppe, Reginaldo,
chiama le figlie e dice loro: - Ragazze mie, i miei negozi  mi  costringono a partire; vado a Palermo, starò assente un
padre? E che cosa v'ha risposto? - domandò la minore. -  Mi  ha dato questo fazzoletto e mi ha detto che avrai da
- domandò la minore. - Mi ha dato questo fazzoletto e  mi  ha detto che avrai da asciugarti le lacrime per un anno! -
dovete farmi il favore di andare dal Re e dirgli che io  mi  strozzo per lui. - Figlia mia, ti pare che io possa andare
possa andare una seconda volta dal Re dopo l'affronto che  mi  fece? - Signor padre, non dovete negarmi quel che vi
negarmi quel che vi chiedo, abbastanza sono infelice;  mi  promettete che anderete dal Re e gli riferirete le mie
che si è allargato" ciangottò Nicolino. "È la testa che  mi  si è ristretta... Qui ai tropici le notti sono umide..."
di dosso e gridando come un'aquila spennata viva: "Aiuto!  Mi  vogliono rapire! Sono il Viceré! Aiuto" Giovanna abbozzò un
Il Viceré, furioso, gli puntò un dito contro. "E voi  mi  avete detto che non c'erano più pirati!" ringhiò.
detto..." "Un corno!" gridò il Viceré. "Sapete chi era che  mi  voleva rapire? Me lo ha detto lei stessa! Giovanna, la
andandogli con le mani sotto il viso. "Ecco quello che  mi  sto mangiando! Non avevate detto di aver sterminato tutti i
"Santo cielo!" esclamò il capitano rivolto al Viceré. "Non  mi  direte che avete avuto paura di una vecchietta seminferma!"
scattò il Viceré. "Quella vecchia è terribile... Quando  mi  teneva, ho sentito sulla spalla le sue dita che sembravano
umore. "Ho preso una tale botta fra capo e collo che  mi  ha rintontito..." "Perciò" disse il capitano rivolto al
a riprendersi "mi avevano dato il cambio... Adesso  mi  avevano rimesso di sentinella perché l'altra l'avete messa
sentinella, questo adesso non ti succedeva." "E invece  mi  è successo," rispose Nicolino, rialzandosi faticosamente in
lo sfiderò al duello e voi due, Battista e Jolanda,  mi  farete da padrini... Andiamo..." "Tornate presto!" si
eran le mie sorelle! Ma voi potete risuscitarle; non  mi  negate questa grazia! — Vedremo! — rispose Re Sole. Il
picchiò sulla fossa e disse: — Tu che stai sotto terra  Mi  manda la tua sorella; Se dal buio volessi uscire, Del mal
picchiò sulla fossa e disse: — Tu che stai sotto terra,  Mi  manda la tua sorella; Se vuoi tornare da morte a vita, Del
mia casa per fare a mio figlio un dono insolito... Ora,  mi  accorgo, sta diventando un dono miracoloso. Confesso che
nulla apparire sulle pareti, la mia impazienza di padre  mi  faceva pensare: «Costui, nonostante la sua fama, non è che
le braccia indicando le figure che vi nasceranno... Non  mi  avvicino mai troppo, ma credo che in quei momenti, anche se
pensiero, non baderebbe a suo padre. Non credere che questo  mi  rattristi: mi dà anzi una grande contentezza, giacché non
baderebbe a suo padre. Non credere che questo mi rattristi:  mi  dà anzi una grande contentezza, giacché non ho mai visto
e lo fa felice... Ecco dunque come, non veduto sebbene non  mi  nasconda, seguo e imparo il vostro gioco, ammiro la tua
nemmeno, e di abbandonare subito la mia casa. Questo  mi  permetterebbe, con una scusa adatta e nel momento
inchinandosi lievemente. — Ho constatato che a niente  mi  giova alloggiare nella — stupenda stanza che mi hai
a niente mi giova alloggiare nella — stupenda stanza che  mi  hai assegnato. In realtà ci sto pochissimo, perché i
perché i colloqui e la compagnia del tuo figliolo  mi  riempiono il giorno. La visione che godo da quella stanza,
 Mi  piace tanto, — rispose lei — che sento una gran voglia di
del nano. — Ah, Nano, nanuccio; — gli disse pentito — se tu  mi  rendi la mia figliuola, essa sarà tua sposa, con, mezzo
scornato, che faceva pietà. — Ah! Nano, nanino bello; se tu  mi  rendi la mia figliuola, essa sarà tua sposa con mezzo regno
— rispose il Nano — prima dovete riprendervi quel che  mi  deste l' altra volta. — Che cosa ti diedi? — Un bel calcio
invece avevo questo ma un po' piú nuovo. La prima Tigre  mi  venne incontro e fece: Ham! e io senza dir niente le misi
cupole. Era ben vestita e i suoi occhi erano buoni. Io  mi  misi in ginocchio; non
in faccia nessuno. - Vediamo di fare una cosa svelta,  mi  raccomando, che devo scappar via presto. Chi ha qualche
speciale sui golfini. È contenta? Ed ecco il libro che  mi  ha chiesto, professore. Ho faticato un po' a trovarlo, ma
che le voglio. Caramelle alla menta. Proprio quelle che  mi  piacciono di più. Lo sa, dottore, quante caramelle alla
di più. Lo sa, dottore, quante caramelle alla menta  mi  succhiavo la sera nel mio camerino, prima di entrare in
chi era? - Per me! - strillò il maresciallo. - Questa volta  mi  voglio studiare bene la giocata... E se vinco, facciamo a
e bussò all'uscio del Fornaio che abitava lì vicino: —  Mi  vuoi per fare il pane? — gli chiese. — Signor Negretti, —
lei? — Sei solo? — No, signore. Ho un somaro. — Bene, bene.  Mi  servirà per fare la mortadella. — Ma il mio somaro è di
vuol dire che porterai a spasso il mio canino. — Quanto  mi  dà? — Un soldo al giorno. — Sta bene. Allora la Marchesa
sulla donna, come se solo da lei dipendesse il destino. —  Mi  hai chiamato, dolce Amilah, — disse il Sultano con voce
lo vedemmo là: e sebbene la vanità non sia cosa onorevole,  mi  è sembrato che, piú di ogni altra, egli guardasse me, e ne
burla, qualcuno appaia in veste di angelo o di stregone, io  mi  pizzicavo la carne per svegliarmi. Ma costui era presente.
come e perché fosse qui. Le sue ragioni, luminoso signore,  mi  sono parse incerte e maldestre, come quelle di un ladro
chinandosi a baciargli la mano. - Questa vicenda non  mi  ha ferito: mi sorprende soltanto. Quanto a costui, se è
a baciargli la mano. - Questa vicenda non mi ha ferito:  mi  sorprende soltanto. Quanto a costui, se è vero che si
apparve una vecchia, colla conocchia e col fuso: — Perchè  mi  hai tu chiamata? — Ti ho chiamata per le mie figliuole. —
- Comparve la vecchia colla conocchia e col fuso: - Perchè  mi  hai tu chiamata? — Ecco la mia figliuola maggiore. - La
disse alle altre due: — Diventerò Regina! E voi  mi  reggerete lo strascico del manto reale! - Il giorno dopo
buona fortuna non giova a nulla? — Non giova a nulla. Il Re  mi  ha detto: Se fra un anno non avrò un figliuolo, guai a te!
non avrò un figliuolo, guai a te! Son certa, babbo mio, che  mi  farà tagliar la testa. - Quel povero padre, come potea
mia? — Sono disgraziata! Tutti i figliuoli che faccio  mi  muoiono dopo due giorni. — E l' anello della buona fortuna
fortuna non giova a nulla — Non giova a nulla. Il Principe  mi  ha detto: Se questo che hai nel seno morrà anche lui, guai
seno morrà anche lui, guai a te! Son certa, babbo mio, che  mi  farà scacciar di casa! — Quel povero padre che potea farci?
mia speranza è che lo zio Lamberto si decida a morire e  mi  lasci erede del suo patrimonio. Almeno di un paio di
Ormai deve avere quasi cento anni. Sarebbe bene che  mi  facessi vedere da lui, per ricordargli che sono l'unico
di prima. — Con chi vuol parlare, prego? — Ma, insomma,  mi  sta prendendo in giro? Ho chiesto del barone Lamberto.
giretto con me nei bassifondi? — Grazie, zio. La maschera  mi  fa venire il mal di denti. — Allora, accomodati. Anselmo ti
le travi del soffitto. — Speravo di trovare un moribondo e  mi  vedo davanti un campione olimpionico con tutti i muscoli, i
Quindi, mutando tono: "Portate via quella roba! Non  mi  va!" "È consuetudine esaudire l'ultimo desiderio dei
aumento di peso... Può darsi che la corda con la quale  mi  impiccheranno si rompa..." Addentò con forza la pagnotta ed
"Che cosa ti succede?" gli domandò Battista. "A momenti  mi  rompevo un dente!" mugolò Nicolino. Guardò nella pagnotta e
uno scalpello. "C'è anche questo!" esclamò. "Quelli  mi  volevano far strozzare!" si lamentò Nicolino. "Aveva
non la digerisco... E l'acciarino e la torcia ho paura che  mi  diano i bruciori di stomaco!" "Nostromo, non avete capito
protestò con dignità: "Signora," disse "il vostro contegno  mi  meraviglia oltremodo... Io sono un fantasma che terrorizza
Io sono un fantasma che terrorizza chiunque e voi  mi  trattate come una pezza da piedi..." "E cosa dovrei fare,
suggerì l'Olandese Volante "a tutti quelli che  mi  vedono, i capelli diventano istantaneamente bianchi per lo
richiamò indietro. "Ah, un momento!" gli disse. "Prima voi  mi  avete svegliata con un ridicolo versaccio." "Quello che voi
notturni?" "Ma" obiettò l'Olandese Volante, domato "e se  mi  viene da ridere di notte?" "Ridete educatamente, sotto
Giovanna. "Pensate che siete morto da duecento anni...  Mi  pare che non ci sia proprio niente da ridere..." "È vero"
il capo e parlando da solo come i matti: "Incredibile! Non  mi  è mai accaduta una cosa simile! Maledizione!" E picchiò con
ginocchio. "Pietà, signor Olandese Volante" supplicò. "Non  mi  fate del male! Siamo quasi paesani!" "Paesani?" domandò
di far del male a qualcuno... Quella terribile vecchia  mi  ha smontato completamente... Avrei voglia di dare le mie
lo spettro. "Allora, sciolto da questo incantesimo che qui  mi  tiene, potrei lasciar per sempre questa nave e potrei
Stucchino, Jörg e Hai, Alo e tutti gli altri, e allora non  mi  è rimasto che unirmi al cappellano e al tondo Segantino e
casse da sapone. Frammischiato coi ragazzi di San Michele  mi  sono sbracciato a salutare, finché l'aereo è scomparso
per il viaggio, gli disse: - Padre mio, per il bene che  mi  volete, dovete farmi un piacere: andate dal Re e ditegli
che io possa tornare per la terza volta dal Re dopo che  mi  ha trattato come mi ha trattato? - Padre mio, fatelo, se
per la terza volta dal Re dopo che mi ha trattato come  mi  ha trattato? - Padre mio, fatelo, se non volete trovarmi
di gommapiuma! - risponde per tutti Stucchino. - Benone!  Mi  fa tanto piacere, ragazzi. Perché, sapete, non c'è niente
taverna, la «Comandancia». Capitano, ufficiali e marinai  mi  trascinarono con loro in quella tana, in quel covo
In quella stessa notte se ne sarebbero visti gli effetti.  Mi  avevano fatto ingollare un paio di bottiglie panciute di
vino rosso e non so quante altre porcherie. Quei mascalzoni  mi  credevano già ubriaco fradicio. Peggio per loro! Si erano
Un altro baciapile! Via quelle cianfrusaglie!» e  mi  si butta addosso per strapparmi la medaglia dalla catena.
si complica. In men che non si dica, tre dei suoi compari  mi  si piantan davanti con le pistole spianate. Lo confesso,
del coperchio della tabacchiera, lucido come uno specchio,  mi  sento un certo non so che alla bocca dello stomaco: nel
mossa orgogliosa con la testa, che significava: - Per chi  mi  avete preso? Era soddisfatto di aver bene adempito
stette un po' a guardare, esitante ancora; poi si decise. -  Mi  regalerà qualche cosa - pensò. E infilò la scorciatoia. -
le gambe? E la tua povera mamma che ti aspetta! - Ma non  mi  aspetta; sa dove sono andato. - Dove? - Lassù, fino
stare in ascolto. - Compare Sidoro, - disse Cuddu -  mi  manda la mamma, per quel che sapete. - Ah!... Con permesso.
come doveva fare, e il giovanotto stava per andarsene: —  Mi  lasci qui incatenato? — Lo meriteresti, ma ti sciolgo. Se
lasci qui incatenato? — Lo meriteresti, ma ti sciolgo. Se  mi  hai ingannato, guai a te! — Il giovane si presentò al
Come intese quella voce, la Reginotta cominciò a urlare: —  Mi  ha detto: strega! Mi ha detto: strega! — Il povero giovane,
la Reginotta cominciò a urlare: — Mi ha detto: strega!  Mi  ha detto: strega! — Il povero giovane, a questa nuova
— Le hai tu tolto di dito 1' altro anello del mago? —  Mi  pare di no. — Vai a vedere; sarà questo. - Come la
storia è vera io ho dovuto scrivere a quel signore perchè  mi  desse l'autorizzazione di poter scrivere il suo nome su
avevo taciuto il suo casato. Ma è stato molto gentile e  mi  ha risposto così: «Scriva pure, signora, il mio nome». Il
del giuoco il signor Goffredo esclamò: - Credevate che  mi  fossi dimenticato di voi? - e fece un piccolo fischio.
- Sei venuto da lontano? Bravo?... Hai mangiato? - Ora  mi  compro quattro grani di pane e due di formaggio. - Aspetta
risposta. Vuoi fare il soldato? - Devo tornare a Ràbbato.  Mi  hanno mandato per la lettera. - Hai fatto la strada a
carezza da Garibaldi! - Ah, compare Sidoro! Che tradimento  mi  avete fatto. Comare Concetta era andata a piangergli in
ai piedi. - Hai proprio parlato con lui? - Con chi dunque?  Mi  fece una carezza. E uno mi disse: - Ricòrdati che hai avuto
con lui? - Con chi dunque? Mi fece una carezza. E uno  mi  disse: - Ricòrdati che hai avuto una carezza da Garibaldi.
gran curiosità destata e della carezza di Garibaldi. -  Mi  disse: Vuoi fare il soldato? - E tu che rispondesti? -
soldato? - E tu che rispondesti? - Niente. Avevo paura che  mi  prendesse per forza. - Ora potete stare tranquilla. Così
ho portato una lettera. - E ti fece una carezza, è vero? -  Mi  disse: Vuoi fare il soldato? - Vieni con noi, fino a
leggono descritte; ma sopra ci ho voluto che quelle vite  mi  dessero materia a ragionare delle qualità di esse virtù: a
Lectorem delectando, pariterque monendo. Sopra tutto poi  mi  sono ingegnato di esser chiaro e semplice nello scrivere,
solamente per pigliarne materia ai varj insegnamenti; cos  mi  son giovato molto di quelle già scritte da altri, perchè ad
non le poteva nè doveva. Più che di altri libri poi  mi  sono giovato largamente del bel libriccino del signor
di quanto tu creda. Sta collaborando con gli inquirenti,  mi  dicono: questo l'aiuterà di sicuro. E con il tuo babbo ho
paroline ed è diventato subito più ragionevole. Alla fine  mi  ha abbracciato e ha pianto, qui, su questo cuscino. Poi ha
frenetici giochi d'amore tra i rami degli alberi. - Non  mi  sento pronta per tornare a casa. - Nessuno ti chiede di
Ti spiace fare un po' di buio, prima di andar via?  Mi  sento stanco e vorrei riposare un poco. La ragazza andò ad