I due pianeti Mercurio e Venere si chiamano pianeti interiori (od anche inferiori) perchè sono più vicini al Sole che la Terra, e le loro orbite sono
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, esporre un'opinione alquanto fondata sulla loro natura.
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sezione. La rete alla quale nel loro insieme i canali danno origine (fig. 31 bis) non ha quindi nulla di stabile, e ad epoche poco lontane presenta
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giro del globo. Dopo di loro, in epoche relativamente a noi vicine altri viaggiatori, e italiani e francesi e inglesi, rifecero il giro, parte per
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Le maggiori fascie, le minori striscie non hanno struttura uniforme, nè presentano in ogni loro parte una identica intensità luminosa; in alcuni
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172. Le comete presentano in generale verso il loro mezzo un punto, che dicesi nucleo, più splendente del resto della loro massa; quando hanno coda
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179. Lo studio accurato dei periodi di massima frequenza nelle loro apparizioni, della direzione generale delle brevi linee o traiettorie che
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Alcuni ritengono che stelle cadenti e meteoriti sono una stessa cosa, che le apparenze loro formano i punti estremi di una scala di fenomeni la quale
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191. In prossimità delle macchie solari spesso si scorgono tratti lucidissimi più fortemente luminosi che resto del disco; si dà loro nome facole, e
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queste eruzioni, o indirettamente alla deiezione loro.
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hanno una tinta uniforme in tutta la loro larghezza, ma, intensamente colorate sopra uno dei lati, van via via sfumando e prendendo una tinta sempre meno
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dall'altra e allargare i loro intervalli; è evidente inoltre che quelle navi da cui ci veniamo allontanando sembreranno avvicinarsi fra loro e formar un
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Le stelle sono in istato di incandescenza, emettono raggi d'ogni specie, e solo una parte di questi è in esse assorbita dalle loro atmosfere.
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Per qualche tempo le si son viste soltanto durante le eclissi totali di Sole, la loro luce non essendo abbastanza intensa per vincere la luce diurna
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Già dissimo che ogni rotazione della Terra apporta a noi un giorno ed una notte, intese queste parole nel loro significato ordinario; già dissimo
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abitanti antipodi si toccano quasi coi piedi. Riuniamo le loro due mezze sfere di cielo, le loro due vòlte celesti; esse vengono a formare la intera sfera
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sempre tra loro le stesse distanze relative e posizioni.
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I due circoli sono per necessità di formato tracciati l’uno all'altro vicini; in realtà la loro distanza reciproca è infinitamente grande.
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hanno il centro nello stesso punto C, ed N'M', NM sono i loro diametri presi sulla loro comune intersezione. Tracciati due raggi CP, CO, entrambi
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Ma noi ora sappiamo che il Sole è fermo e che il suo moto apparente è effetto di quello reale della Terra; dunque, per porre le cose nel loro
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lunghi, vanno decrescendo fino a raggiungere la loro
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Gli assi terrestri p, p sono disposti in modo, a motivo del loro parallelismo, da giacere nel piano del circolo d'illuminazione, e questo per
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Sulla Terra tutti i circoli uguali fra loro, che passano per i poli suoi di rotazione, che hanno per conseguenza come loro diametro comune l’asse
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Avrete certamente avvertito che le stelle percorrono apparentemente in cielo degli archi paralleli fra loro ed egualmente inclinati per un istesso
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punti dell'orizzonte per nessun paese della Terra; laddove le stelle cambiano bensì di giorno in giorno l’ora del loro levare e del loro tramonto, ma
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92. Voi vedete in LC la Luna, in T la Terra; alla loro sinistra lontanissimo vi dovete immaginare il Sole di gran lunga più voluminoso che la Terra e
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configurazioni stabili del pianeta; la Nilosirte è stata veduta in quel luogo da quasi cent'anni, ed alcune altre da trent'anni almeno. La loro lunghezza e
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Talchè le onde nel loro andamento sono indipendenti dalla posizione del prisma e dipendono dall’esser la stella a levante o a ponente.
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esse siano piccole pure le loro linee sono brillanti e facilmente riconoscibili. Nè è da maravigliare che di stelle così piccole si possa avere lo
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Se le stelle hanno dei moti di traslazione loro proprii è ben naturale supporre che anche il Sole deve averne, e che per conseguenza tutto il suo
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Un mezzo per conoscere le stelle fisicamente doppie potranno un giorno essere i loro colori; ma finora questo mezzo è assai poco studiato.
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II. Per le stelle della la alla 4a grandezza il numero loro essendo 353 ve ne sono 75 congiunte fisicamente, cioè una ogni 4,71.
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Da tutti questi dati noi cominciamo a intravedere la solidarietà reciproca dei corpi celesti, e la loro dipendenza sotto una legge di forze che è la
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delle stelle trovate e divideva il loro numero per quello degli scandagli, e la cifra risultante rappresentava la densità media delle stelle nella
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Con tale scopo sono state fatte molte numerazioni di stelle distribuite a zone che pure servono a darci una idea del loro numero sterminato; ma è
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Abbiam detto che i tempi delle rivoluzioni dei medesimi potevano pure determinarsi colla massima precisione mediante le osservazioni delle loro
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Gl’Indiani profittarono delle 28 divisioni dei Sieu cinesi del Cielo per fare i loro nakshatras o mansioni, applicandoli al corso lunare, ma le
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a tali enormi distanze che le loro azioni reciproche devono esser minime ed insensibili, e perciò sono anche minimi i loro moti proprii apparenti.
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Anche allo sguardo più disattento salta all’occhio l’enorme agglomeramento delle stelle in alcune regioni e la loro scarsezza in altre. Se dunque
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Ma di tavole o descrizioni figurate, o di globi non abbiamo di loro che poche cose e più da ornamento che altro, non eccettuato il planisfero di
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All’incontro se le stelle sono più vicine fra loro realmente ove le vediamo apparentemente più dense, allora scelta una sfera di visibilità di un
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sulla natura dei sistemi che componevano questo ammasso di stelle, ma sempre modellando i loro concetti sulla stampa del sistema solare planetario, come
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de’ nostri strumenti, e solo al centro per la loro moltitudine formano un indistinto luminoso, ma ancor esso di natura stellare come rilevasi dal
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9.° Le dimensioni assolute che hanno le stelle e le Nebulose e le loro reciproche distanze ci sono affatto sconosciute, mancando esse di parallasse
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semplice o traguardando col mezzo di un filo, stabilirono in modo abbastanza concludente la gran legge della loro invariabilità di posto; e riconobbero
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con curve l’intensità loro nei varii gradi di luce.
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della loro distanza dal Sole (la
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della loro distanza. Implicita nelle misure era la costante di gravitazione universale, indicata con G per distinguerla da g, l’accelerazione
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possibile in natura. Le conseguenze erano sorprendenti: i corpi si accorciano e aumentano la loro massa quando la loro velocità si avvicina a quella della
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maggiore è la loro distanza. A denunciarlo è lo slittamento verso il rosso del loro spettro (redshift). L’entità di questo fenomeno divenne subito anche
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