Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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si presenta un contadinotto molto male in arnese: — Maestà,  lo  volete davvero quel cardellino? Promettetemi la mano della
della Reginotta, e in men di tre giorni l'avrete. — Il Re  lo  prese per le spalle, e lo messe fuor dell' uscio. Il giorno
di tre giorni l'avrete. — Il Re lo prese per le spalle, e  lo  messe fuor dell' uscio. Il giorno appresso quegli tornò: —
dell' uscio. Il giorno appresso quegli tornò: — Maestà,  lo  volete davvero quel cardellino? Promettetemi la mano della
della Reginotta e in men di tre giorni l'avrete. — Il Re  lo  prese per le spalle, gli diè una pedata e lo messe fuor
— Il Re lo prese per le spalle, gli diè una pedata e  lo  messe fuor dell' uscio. Ma il giorno appresso, quello,
giorni l'avrete. — Il Re, stizzito, chiamò una guardia e  lo  fece condurre in prigione. Intanto ordinava si facesse
le arance d' oro? — Se non mi farete più nulla, Maestà, ve  lo  dirò. — Non ti farò più nulla. — Le arance d' oro son
rosso, che fa la guardia. Bisogna sapere il motto; e  lo  sanno due soli: il mercante e quel contadino che mi ha
nella Grotta delle sette porte, e non so il motto. Se me  lo  sveli, la Reginotta sarà tua. — Parola di Re? — Parola di
ruota furioso, trascinando il bastimento. Le acque del mare  lo  sollevano e lo abbassano e lo scuotono, con onde enormi,
trascinando il bastimento. Le acque del mare lo sollevano e  lo  abbassano e lo scuotono, con onde enormi, che spesso si
bastimento. Le acque del mare lo sollevano e lo abbassano e  lo  scuotono, con onde enormi, che spesso si rovesciano anche
di cuoco, e la sua fida nutrice morí di crepacuore.  lo  ero proprio commossa, quando d'improvviso uno stupido
il cucchiaino d'oro che aveva in mano e piagnucolò: — Non  lo  faccio piú! Non lo faccio piú! E poi volle raccontare tutta
che aveva in mano e piagnucolò: — Non lo faccio piú! Non  lo  faccio piú! E poi volle raccontare tutta la storia vera,
le soffitte. Ma non può fare un passo senza che un bandito  lo  segua. — Dove va? — A prendere un po' d'aria. — Buona idea,
non gli piace, per guadagnare altro tempo. Anche Anselmo  lo  tiene d'occhio. Se Ottavio si dirige verso le scale, ci
e in tedesco, — dice Anselmo. — Il francese, purtroppo,  lo  leggo, non lo parlo. Lo spagnolo lo parlo, ma non lo
— dice Anselmo. — Il francese, purtroppo, lo leggo, non  lo  parlo. Lo spagnolo lo parlo, ma non lo capisco. In questo
Anselmo. — Il francese, purtroppo, lo leggo, non lo parlo.  Lo  spagnolo lo parlo, ma non lo capisco. In questo periodo,
Il francese, purtroppo, lo leggo, non lo parlo. Lo spagnolo  lo  parlo, ma non lo capisco. In questo periodo, poi, il
lo leggo, non lo parlo. Lo spagnolo lo parlo, ma non  lo  capisco. In questo periodo, poi, il barone, non potendo
Non c'è niente da fare, gli tocca incrociare i guantoni con  lo  zio Lamberto. Al primo colpo, va al tappeto e comincia a
puoi piú toccarmi. — Con te non c'è gusto a boxare, — dice  lo  zio. Per fortuna tra i banditi c'è un ex campione regionale
a pregare Ottavio di portare la cena ai sei lavoratori.  Lo  fa con le lacrime agli occhi e la morte nel cuore. Un
È COME SEMPRE SICURO DEL FATTO SUO, MA ED-MASTICA-GOMMA  LO  È ANCOR DI PIÙ. E NON C'È DA STUPIRSI, DOPO QUEL CHE E
di Borgo Vecchio, San Pancrazio e via via: la divisione fra  lo  Stato della Chiesa e lo Stato Italiano c'è, ma non si vede,
e via via: la divisione fra lo Stato della Chiesa e  lo  Stato Italiano c'è, ma non si vede, è un simbolo, perchè
un simbolo, perchè tutti parlano la stessa lingua, o meglio  lo  stesso dialetto, perchè tutti hanno gli stessi
paese bisognava dare un re. E disse: - Creerò l' uomo. E  lo  creerò a mia immagine e somiglianza. - Prese del fango, lo
lo creerò a mia immagine e somiglianza. - Prese del fango,  lo  plasmò in forma d'uomo; poi, gli alitò in volto, e fu
dell'Iddio vivente, perchè bello, veramente bello  lo  aveva fatto il Signore, che gli aveva segnato sul volto il
Come il Padre ha mandato me, così io mando voi. Ricevete  lo  Spirito Santo a chi rimetterete i peccati saranno rimessi,
continuassero ad usare verso i poveri peccai ori - e  lo  siamo un po' tutti - la stessa misericordia ch'Egli aveva
i miei agnelli, pasci le mie pecorelle. -E con tali parole  lo  stabilì pastore universale di tutta la Chiesa. - Il
agli Apostoli, e in essi ai loro successori: "Ricevete  lo  Spirito Santo: a chi rimetterete i peccati saranno loro
Re non  lo  potevan trattenere: schizzava fuoco dagli occhi. Ma quella,
schizzava fuoco dagli occhi. Ma quella, ostinata: — Non  lo  voglio! Non lo voglio! Vo'rimanere ragazza. — Il peggio fu
dagli occhi. Ma quella, ostinata: — Non lo voglio! Non  lo  voglio! Vo'rimanere ragazza. — Il peggio fu quando il Re di
uno scatolino tutto d'oro e di brillanti. Ma la Reginotta  lo  posò lì, senza neppur curarsi d' aprirlo. E piangeva. —
- Sentendosi rispondere dallo scatolino, la Reginotta  lo  aperse. — Ah, cardellino mio! Quante lagrime ho sparse! —
d'imparare il piano, quando gli è tanto facile, ch'io  lo  suono senza avere imparato mai.... - Nello portò
sorcetti con tanta bontà: - Come gli dici tu, Rita, quando  lo  fai star in piedi? - - La bambina ripetè, ridendo:
gatto ama la nettezza: tutti i giorni si lava il muso con  lo  zampino; si lecca ora qua, ora là; si liscia il pelo. Se lo
lo zampino; si lecca ora qua, ora là; si liscia il pelo. Se  lo  arruffi, gli fai dispiacere; se lo insudici, si
si liscia il pelo. Se lo arruffi, gli fai dispiacere; se  lo  insudici, si impermalisce, e ti graffia, perchè vuol essere
in forma e aspetto d'uomo, accompagna il giovane Tobia,  lo  salva dai pericoli del viaggio e specialmente dall' essere
essere ,divorato da un grosso pesce del fiume Tigri. Poi  lo  aiuta a riscuotere la somma prestata; gli ottiene in isposa
ottiene in isposa Sara figlia di Raguele, parente di Tobia,  lo  riconduce al
di affondare nel mare con la sua nave. La sua ordinanza  lo  vide dalla scialuppa mentre si allontanava con parecchi
il suo comandante nemmeno nella morte. Si buttò in acqua,  lo  raggiunse e si inabissò con lui.
di palloni e ci pensa. Egli ha un fratellino nel cielo. Non  lo  ha conosciuto perchè è morto prima della nascita sua e di
schiude le manine. Il pallone fa una capriola e via... Nino  lo  guarda salire e sorride. Giungerà a destinazione?
riceverà il premio della Cassa di Risparmio. La mamma  lo  burla: - Ma vai là, cantastorie! Che cos'hai risparmiato?
Che c'entra? Una cosa Mario ha risparmiato; il tempo per  lo  studio. È stato uno dei migliori alunni della sua classe,
studio. È stato uno dei migliori alunni della sua classe,  lo  scorso anno, e la Cassa di Risparmio, su proposta del suo
Comprerei  lo  stupendo cavallo che oggi due mercanti saraceni offrivano
che oggi due mercanti saraceni offrivano in vendita. Se tu  lo  vedessi, sorella Costanza, quanto è mai bello ! Credo che
che a mio fratello sia procurato uno scudo d'oro. - Che  lo  vada a prendere nella bocca del cadavere del Duca suo
prendere nella bocca del cadavere del Duca suo padre, dove  lo  mise un tempo la Duchessa sua madre. - E ce lo troverà? -
padre, dove lo mise un tempo la Duchessa sua madre. - E ce  lo  troverà? - Ce lo troverà e morrà, e tu avrai le sue
un tempo la Duchessa sua madre. - E ce lo troverà? - Ce  lo  troverà e morrà, e tu avrai le sue ricchezze. - Costanza
— ... mi fa male qua, mi fa male qui! Mamma passera  lo  riportò dentro. — Vedi che cosa succede ai disubbidienti? —
sorrise: — E il mio cuore. Ma ora dormi e tutto passerà. Me  lo  prometti? — Cipí! — rispose l'uccellino e voleva dire sí.
strada, — rispose la mamma. — E il nastro d'argento? — È  lo  specchio dove ammirerai le tue belle piume, quando le
riunissero sotto un solo governo nazionale. Per raggiungere  lo  scopo, Giuseppe Mazzini fondò
di un parallelogrammo sono eguali; ed ogni sua diagonale  lo  divide in due triangoli eguali. 82. Si dice rettangolo ogni
era divenuto davvero di marmo, capì che narrava il vero e  lo  supplicò di non aggiungere parola. - Ma no, - replicò il
narrare, e quando giunse al punto dell'abito disse: «E chi  lo  sa e lo narrerà....» allora divenne di marmo fino al petto.
e quando giunse al punto dell'abito disse: «E chi lo sa e  lo  narrerà....» allora divenne di marmo fino al petto. - Per
al fatto del matrimonio del Reuccio. Ogni momento questi  lo  interrompeva, gli metteva una mano sulla bocca per farlo
i capelli, si percuoteva, abbracciava la statua dell'amico,  lo  chiamava coi nomi più teneri e ripeteva sempre: - Infelice!
per me ed è stato calunniato. Mi ha amato teneramente e  lo  hanno accusato di volermi uccidere. Sventurata Principessa
comare? - Che volete che ci sia? Lui si salvò e l'amico che  lo  protesse diventò di marmo perchè parlò. - Ma non c'è
balza su, prende l'arco che aveva portato per cacciare,  lo  scocca e le due colombe gli cadono ai piedi morte. Le
Zoologico. Egli sa che non è uno sciocco e non può essere  lo  zimbello della volpe, come dicono le favole. Con una
ridere - La so: è vecchia. Passa di lì il lupo, e la volpe  lo  invita a discendere con il pretesto che l'acqua è buona e
secchio vuoto e si cala nel pozzo mentre la volpe risale e  lo  saluta. - Vedi come sei? - ribatte Nino - niente affatto.
il suo trono in Cielo; ha creato la luce, ha seminato  lo  spazio di stelle.
balzò dal letto e con il fucile uscì di casa. Vide Guccio,  lo  afferrò, lo trascinò nel tinello. Tutti al rumore si
e con il fucile uscì di casa. Vide Guccio, lo afferrò,  lo  trascinò nel tinello. Tutti al rumore si svegliarono e
paglia, bianco e freddo come un morticino. San Francesco  lo  prese, lo strinse al cuore, lo scaldò tra le sue braccia e
bianco e freddo come un morticino. San Francesco lo prese,  lo  strinse al cuore, lo scaldò tra le sue braccia e il bimbo
un morticino. San Francesco lo prese, lo strinse al cuore,  lo  scaldò tra le sue braccia e il bimbo si rianimò, aperse gli
— Dove prenderlo quel maledetto Ranocchino! L' aquila  lo  aveva già digerito da un pezzo! — Si presentò la vecchia: —
un pezzo! — Si presentò la vecchia: — Maestà, Ranocchino ve  lo  farei trovare io; ma ci vuole un gran coraggio. — Mi
e lasciate molta carne attaccata al cuoio. — Il Re  lo  scorticò e lasciò molta carne attorno al cuoio. — Ora
il cuoio. E, subito, ecco gli uccellacci di preda che  lo  afferrano cogli artigli e se lo portano lassù. La notte,
gli uccellacci di preda che lo afferrano cogli artigli e se  lo  portano lassù. La notte, spaccò il cuoio col coltello di
non l' ebbe appena finita, che più voci gridarono la spera,  lo  specchio. "Sì, disse il maestro, questo enimma è assai
Grotta, colla bisaccia in collo, trovò il contadino che  lo  attendeva. — Maestà, la Reginotta ora è mia. — Il Re si
mie arance d' oro? — Se non mi farete più nulla, Maestà, ve  lo  dirò. — Non ti farò più nulla. — Son lì dove le avete
viste; ma per riaverle bisogna conoscere un altro motto, e  lo  sanno due soli: il mercante e quel contadino che mi ha
soli: il mercante e quel contadino che mi ha preso. — Il Re  lo  mandò a chiamare: — Facciamo un altro patto. Dimmi il motto
zotico, Reginotta, è più Re di Sua Maestà. — Se fosse vero,  lo  sposerei. Va' a dirglielo, e torna subito. — Lo giurate? —
fosse vero, lo sposerei. Va' a dirglielo, e torna subito. —  Lo  giurate? — Lo giuro. — E gli aperse la gabbia. Ma il
sposerei. Va' a dirglielo, e torna subito. — Lo giurate? —  Lo  giuro. — E gli aperse la gabbia. Ma il cardellino non
— O il cardellino non canta più? È un bel pezzo che non  lo  sento. — Maestà, è sulla muta. - Il Re s' acchetò. Un'altra
— O il cardellino non canta più? È un bel pezzo che non  lo  sento. — Maestà, è un po'malato. - E il Re s' acchetò.
tempo. Il tempo è un tesoro che non costa un soldo; ma se  lo  perdi, non lo puoi comprare, neppure a pagarlo un milione.
è un tesoro che non costa un soldo; ma se lo perdi, non  lo  puoi comprare, neppure a pagarlo un milione. Il tempo
e non ritorna più: impara dunque a spenderlo bene fin che  lo  hai. L'arte di impiegar bene il tempo si impara da ragazzi;
Ero già vecchio, solo, mia moglie è morta giovane, me  lo  sono preso con me con il permesso delle autorità. Bisognava
un grande capitano di lungo corso. Oppure, se vuole,  lo  manderò all'Accademia di Livorno. Ci vorranno molti soldi,
manderò all'Accademia di Livorno. Ci vorranno molti soldi,  lo  so: ma che me ne importa se morirò sulle alghe, quando,
 Lo  seguivano due dei suoi amici piú fidi, che portavano gli
ma semplicemente si levò di fra i denti il pugnale e  lo  mostrò a Tit. — Uccidimi, — disse Tit. — Sí, uccidimi. Ma
arie. Sono pronto a risparmiarti, se mi fai strada. Tit  lo  guardò con tale disprezzo, che Caterina provò ammirazione e
Avete mai sentito parlare di me? E mentre quei tre  lo  guardavano, con un balzo egli fu addosso a Terrore, e gli
meno di esclamare: «Che aria di galantuomo!» E Carlambrogio  lo  è davvero: tutto il paese lo dice un modello di bontà, e di
di galantuomo!» E Carlambrogio lo è davvero: tutto il paese  lo  dice un modello di bontà, e di onestà. Egli non recò mai
ed onesta, si ribella ad ogni violenza ed ingiustizia, e  lo  fa pronto sempre a difendere il debole contro il
intorno a sè, e raccoglie consolazioni senza fine: tutti  lo  stimano, e gli vogliono bene. Giovinetto, spècchiati in
si fa: così! E, preso il rotolino che aveva in mano, se  lo  appoggiò dalla parte della cresta alla spalla e fece atto
la via tra le gambe. Non potrai sbagliare: sempre lungo  lo  stradone fino... Te lo dirò domani fin dove; è appunto
Non potrai sbagliare: sempre lungo lo stradone fino... Te  lo  dirò domani fin dove; è appunto mercoledì. Ti aspetto.
fortuna... Scrivetevi qui, sulla fronte, le mie parole. Chi  lo  manda non vuol comparire. Voi conoscete me e basta; come se
manda non vuol comparire. Voi conoscete me e basta; come se  lo  mandassi io, il ragazzo... Comare Concetta, lasciato di
dire a nessuno né dove vai, né che cosa porti. Prenderai  lo  stradone, quello che conduce all'Albero bianco, e andrai
trovi un vecchio che dovrebbe stare ad attenderti. Verrà;  lo  riconoscerai, perché è sciancato. Ti dirà: - Sei tu quello
- Va bene - disse Cuddu, dopo aver riposto la lettera sotto  lo  sparato della camicia e abbottonandosi il panciotto. - Bada
nei fondi accanto, un carrettiere che passasse per  lo  stradone, non avvicinarti al vecchio, non fargli neppure un
Sono  lo  Stracciarolo, per servirvi, — disse l'ornino che aveva
— Vediamo un po'. Eppure uno straccetto, uno straccettino,  lo  avrete. Ve lo pago un soldo. — Non ho che il vestito della
po'. Eppure uno straccetto, uno straccettino, lo avrete. Ve  lo  pago un soldo. — Non ho che il vestito della festa, che è
topi che fecero? - saltò su a domandare Moschino. - Ve  lo  dirò domani, se state quieti: ora bisogna tornare a casa -
i topi s' affollarono un' altra volta intorno a Dodò, e  lo  pregarono di seguitare La guerra dei topi e delle rane. E
è nato per voi il Salvatore, ch'è Cristo Signore. Voi  lo  riconoscerete a questo segno: troverete un bambino avvolto
Giuseppe, il Bambino, come l'angelo aveva detto; e piamente  lo  adorarono.
così, con la capocchia nodosa. Questi era sbrigativo..  Lo  addossava al muro del casolare senza tetto, lo riparava con
sbrigativo.. Lo addossava al muro del casolare senza tetto,  lo  riparava con le falde del cappottone, gli cavava dal petto
Quel suo andare e venire era stato notato. Il Canzirro, che  lo  incontrava spesso all'andata o al ritorno, gli domandava
volta: - Ma dove vai? Cuddu rispondeva vagamente: - Qui!  Lo  aveva incontrato due volte anche don Giovanni il
girarmi a guardare. Che peccato non aver visto! Ormai non  lo  fa più. Ci siamo. Ecco Aziz. - Tu devi essere Maristella. -
- Sei tu quello che dipinge gli accendini? - Sì. come  lo  sai? - Beh, anch'io, la fama corre. Aziz regala a me un
- Eh, sì. - Ti manca molto? - Quindici pagine, poi te  lo  regalo. - Shukran — ringrazia Maristella.
scusarmi. Forse qualcuno di voi si è fatto male? I ragazzi  lo  guardano stupiti e si accorgono che le sue pupille sono
- mormora quello che ritrova per primo la voce. Il cieco  lo  cerca con le mani e lo accarezza. Accarezza tutte testoline
ritrova per primo la voce. Il cieco lo cerca con le mani e  lo  accarezza. Accarezza tutte testoline che ha intorno. - Oh
di freddo e di paura e questo sciocco si lagna perchè  lo  riscaldo un po'. Aspetta, aspetta. - Si nascose dietro una
chiuse nel suo palazzo. Un mese, due, tre tutto andò bene  lo  stesso, ma poi la crosta della terra si raffreddò; le erbe
e i bambini andarono in processione al palazzo del sole e  lo  supplicarono di riaffacciarsi alla finestrella del cielo,
era paurosa. Si sentiva la pioggia e l'ululare del vento.  Lo  presero e lo legarono. Guccio si fece forza e non fiatò,
Si sentiva la pioggia e l'ululare del vento. Lo presero e  lo  legarono. Guccio si fece forza e non fiatò, come conviene
a rivedere il sole dalla sua antica vetta, se qualcuno non  lo  prende e riporta lassù; così l'uomo, dopo il peccato
la pace? - Non poteva. Solo Iddio poteva far questo, e  lo  fece, perchè Iddio amò l'uomo, benchè disobbediente al suo
e gli promise un Redentore, un Salvatore. Questi fu  lo  stesso Figliuolo di Dio fatto uomo. Il suo nome Gesù
ma anche per chiederle... indovinate? La radio! Se la mamma  lo  sapesse, direbbe: - La mia bimba pizzica di matto. Ma la
direbbe: - La mia bimba pizzica di matto. Ma la mamma non  lo  sa e la sua bimba vuol farle una sorpresa. La Regina
di Cavour soggiacque il 6 giugno 1861 ad una malattia, che  lo  colse improvvisamente e lo spense ancor giovane. Nel
giugno 1861 ad una malattia, che lo colse improvvisamente e  lo  spense ancor giovane. Nel delirio, il grande ministro
dei morbidi petali del...» «Vuoi dire che puzza, Blabante?»  lo  interruppe il conte, ciglioso. «Non lo nego, se tu lo
puzza, Blabante?» lo interruppe il conte, ciglioso. «Non  lo  nego, se tu lo affermi». «E di che puzza, per il demonio?»
lo interruppe il conte, ciglioso. «Non lo nego, se tu  lo  affermi». «E di che puzza, per il demonio?» sbottò Narco,
il tuo fiato sente fosse sentore noto, ancorché pessimo,  lo  si potrebbe nominare e conoscere... Ma come tu suggerisci,
bellezza! Ma chi ha mai servito di modello a questa tela? -  Lo  zio storse la bocca nel vederlo così estasiato davanti al
la bocca nel vederlo così estasiato davanti al quadro e  lo  chiamò per fargliene osservare altri; ma il Reuccio non gli
Nel vedere che tutte le chiamate erano inutili,  lo  zio s' avvicinò al Reuccio e gli disse: - Ma ti piace
al Reuccio e gli disse: - Ma ti piace davvero? - E me  lo  domanda? A chi non piacerebbe? - Vorresti conoscerla questa
fatato, che vola per l' aria come un' aquila. Stasera tu  lo  monti, chiudi gli occhi, indichi dove tu vuoi andare e il
- Per l'appunto deve comparire la luna in quel momento? Non  lo  credo, perchè il cielo è tutto bigio uniforme. E poi, anche
un porco che vola. - Così rassicurato, stabilì con  lo  zio che dopo il pranzo di Corte sarebbe andato da lui per
sera andò dallo zio, si fece condurre il porco nel cortile,  lo  inforcò, gli disse dove doveva portarlo e in un battibaleno
un cavaliere servirsi di un animale simile per traversare  lo  spazio aereo. - Dica, bella fanciulla, che nessun cavaliere
dei tornei cui aveva partecipato, delle guerre; insomma  lo  assaliva di domande e gl'impediva di rivolgere a lei quelle
di sentirsi stanca e, lasciando la compagnia in sala,  lo  condusse di nuovo sulla terrazza dove egli sarebbe rimasto
di nuovo dallo zio a chiedergli in prestito il porco. Ma  lo  zio non l'intendeva di affaticare tanto un animale così
di affaticare tanto un animale così prezioso, che  lo  portava per il mondo a vederne tutte le maraviglie, senza
rileggevano dieci, venti volte le parole eccitatrici. Molti  lo  impararono a memoria e dall'alto di una catasta di legname
impararono a memoria e dall'alto di una catasta di legname  lo  declamarono ai sottostanti con voce bellicosa; anche gli
ai sottostanti con voce bellicosa; anche gli ascoltatori  lo  sapevano a memoria, ma ascoltavano egualmente a bocca
il testo, tornavano alla catasta, s'arrampicavano in cima e  lo  declamavano alla loro volta. Tutta la banda era in
dove il bidello vendeva i panini col burro. Nemeciech  lo  chiamò in disparte e gli raccontò tutto. Ma sul campo, alle
seno alla Società dello Stucco era scoppiato uno scandalo:  lo  stucco sociale si era disseccato! Si era screpolato e
Si era screpolato e divenuto inservibile, cioè non  lo  si poteva più premere. E la colpa era indubbiamente del
il presidente aveva ii dovere di masticare ogni tanto  lo  stucco sociale. Colnai, nuovo presidente, aveva omesso nel
via Pal: — Ahò o! Ahò o! Tutti si voltarono. Boka entrava.  Lo  seguiva Nemeciech con una gran sciarpa rossa intorno al
dello Stucco già si erano accalcati intorno a Boka e  lo  investivano di mille domande. Boka fece un cenno di
vicina. — Domani! — continuò Boka — E da oggi proclamo  lo  stato d'assedio. Ognuno deve devozione assoluta al proprio
piano. Egli non voleva denunciare Ghereb altro che quando  lo  avesse acciuffato. Molti chiesero: — Che ne è di Ghereb? —
di tenere il broncio di nuovo con Colnai perchè... Boka  lo  fissò come se volesse trafiggerlo con lo sguardo e disse: —
perchè... Boka lo fissò come se volesse trafiggerlo con  lo  sguardo e disse: — Taci! Barabas tacque; ma sbuffò tra sè
agitò l'Ernesto, impappinandosi. - Io penso... io temo... -  Lo  è, lo è, vi dico... Avete letto o no, questi benedetti
l'Ernesto, impappinandosi. - Io penso... io temo... - Lo è,  lo  è, vi dico... Avete letto o no, questi benedetti documenti?
- Non può essere andata tanto lontano. E vedendo che tutti  lo  guardavano annichiliti, si mise a scuoterli per le spalle e
come per chiedere se aveva saputo spiegarsi bene e  lo  vide pallido e smarrito come non mai - Professore, ti senti
sostenendo il professore fino ad un divano, dove  lo  forzò a distendersi. - E resto qui con lui. Voi, però,
in faccia, per il timore di leggere negli occhi degli altri  lo  stesso spaventoso pensiero. E si sparpagliarono in punta di
i feriti, si eran tutte accese di gran tenerezza per lui, e  lo  mostravano orgogliosamente, come una maraviglia, a quanti
vedeva attorno al suo letto quattro o cinque persone che  lo  guardavano con intensa curiosità, che gli domandavano: -
acchetarlo e confortarlo, la signora soggiungeva: - Verrà,  lo  faremo cercare. Sta' tranquillo. Venne infatti, ma per
gli era passato per il capo che potesse trattarsi di Cuddu.  Lo  avea lasciato in cima alla collina ordinandogli di non
rimorso di non averlo costretto a tornare addietro quando  lo  aveva scorto seduto sul ciglione a poche miglia da Catania.
Per le vie di Messina, aggirandosi tra la folla, egli  lo  aveva cercato con gli occhi, lusingandosi d'incontrarlo, e
e avea raccomandato agli altri suoi compagni paesani: - Se  lo  vedete, prendetelo per un orecchio e conducetelo in
Ignazio! - Che cosa è stato? Che cosa è stato? - Non  lo  affaticate facendolo parlare. Non vedete com' è commosso? -
Non vedete com' è commosso? - Scusi, signora... - Ve  lo  dirò io : si è battuto, è stato ferito... È vivo per
- Com' è stato? - insisteva compare Ignazio. - Non  lo  fate affaticare parlando; i dottori non vogliono. - Scusi,
ti agitare; verrà anche da te! - gli disse la signora. - Io  lo  conosco; gli ho portato una lettera! - balbettò Cuddu,
Avrebbe visto Garibaldi da vicino! Gli avrebbe parlato!  Lo  aveva intravisto soltanto da lontano, dal balcone di casa,
era entrato a Messina, dopo la vittoria di Milazzo. E  lo  diceva al paesano di Cuddu con voce alterata dall'emozione.
ragazzo potesse essere uno dei feriti. Cuddu credette che  lo  avesse riconosciuto e, togliendosi vivacemente il berretto
ricordarsi. - Mi mandava mastro Sidoro - riprese Cuddu. -  Lo  mandò il Comitato. Alla dilucidazione di compare Ignazio il
Cuddu. Intervenne la signora: - Ora zitto! Ricòricati!  Lo  aiutò maternamente a rimettersi sotto la coperta, togliendo
scambiare per un eroe. E ora, dopo parecchi anni, ora che  lo  chiamano Mastro Cuddu, o meglio col nomignolo di
pur troppo! Il nomignolo di Gambalesta, questo, sì, me  lo  merito e ci tengo. Guadagno più pane con le gambe che con
fatto che se si fosse mosso di lì Giovanna e gli altri non  lo  avrebbero più ritrovato "vorrei restare qui..." "Il tuo
"vorrei restare qui..." "Il tuo zelo è degno di lode,"  lo  elogiò il sergente Manuel "ma il regolamento è il
comprese al volo e tolta via la coperta di broccato...  Lo  guardò sorpreso mentre Nicolino entrava nel fascio di luce
vedeva un accidente andava a sbattere contro il soldato che  lo  precedeva. "E stai attento a come cammini!" lo rimproverò
soldato che lo precedeva. "E stai attento a come cammini!"  lo  rimproverò il sergente. "Avanti, tenere le distanze, uno,
continuamente nei lembi della coperta di broccato che  lo  ricopriva completamente e saltellava ora su una gamba, ora
la pianta dei piedi nudi. "Avanti, cammina, maledetto"  lo  spronò Giovanna, pungolandolo con la punta della sua spada.
con la punta della sua spada. E afferratolo per una spalla  lo  guidò verso il cancello presso il quale credeva fosse di
quale credeva fosse di guardia Nicolino. La sentinella che  lo  aveva sostituito, vedendo lo 10. Giovanna strano gruppo che
Nicolino. La sentinella che lo aveva sostituito, vedendo  lo  10. Giovanna strano gruppo che avanzava verso il cancello,
la reazione della vecchia che con un perfetto colpo di judo  lo  fece volare al disopra della sua spalla e lo colpì col
colpo di judo lo fece volare al disopra della sua spalla e  lo  colpì col taglio della mano sulla nuca. Il Viceré
gridò il Viceré. "Sapete chi era che mi voleva rapire? Me  lo  ha detto lei stessa! Giovanna, la nonna del Corsaro Nero!"
"E com'è che Giovanna, la nonna del Corsaro Nero, è qui!  Lo  sapete che a momenti rapiva Sua Altezza il Viceré?" "Santo
il governatore "vi avrà tenuto con le molle..." "E perché?"  lo  investì il Viceré. "Sono forse una immondizia io, da
schiena, ma, poiché l'elmo gli era andato via dalla testa,  lo  riconobbe. "Ma è Nicolino!" esclamò. Lo scosse. "Ehi,
via dalla testa, lo riconobbe. "Ma è Nicolino!" esclamò.  Lo  scosse. "Ehi, Nicolino... Nicolino!" E gli assestò degli
per risvegliarlo. Nicolino aprì gli occhi e fissò  lo  sguardo davanti a sé con una sorridente espressione da
"Perché questa volta invece di rapire il governatore,  lo  sfiderò al duello e voi due, Battista e Jolanda, mi farete
una storia assai bella, che diceva cosí: — Tutti gli alberi  lo  conoscono e le foglie ripetono il suo nome. Anche il vento
conoscono e le foglie ripetono il suo nome. Anche il vento  lo  sa e lo dice all'erba. Tor tor tor tititi. Il re dei topi
e le foglie ripetono il suo nome. Anche il vento lo sa e  lo  dice all'erba. Tor tor tor tititi. Il re dei topi ancora