Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: io

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angioletti di vaghe aureole bionde incoronati... Volumi,  io  vi saluto, imparai l'universo in un minuto. L'universo
il segreto dei destini umani! O dubbii, o sogni, addio!  Io  vedo, e sento, e benedico Iddio!
alle sett'ore? No, guardate lassù che amena vetta! Domani  io  sarò là sul primo albore, a cogliere per voi timo e
costei, la bella che ha fralezze di fior, raggi di stella,  io  la vorrei compagna e schiava dei dolori miei. Vorrei darle
crolla il capo e se ne va, dicendo : - É un pazzo - ed  io  soggiungo piano : - V'ha chi tali ci crede anche in città.
lungo sogno di mistero; come un mesto palombaro nel mare,  io  discendo nel cor che Iddio m'ha dato, e mi guida le perle a
RIGHETTI Sole, non  io  ti accuserò di assenza; gli uomini, infin, che mostranti di
ne fan le lontananze... Quante, oh! quante così gioie  io  perdei di sogni e di speranze! Unico, Arrigo, a me resti
sulla tua testa bionda un bel raggio di sole. E mentre  io  cerco a quest’etica Musa che mi apparve matrona ed era
Chiarità di una lama, o tu che fendi l'ombra maligna:  io  t'offro il mio cervello oscuro e tristo per disegni
il mio cervello oscuro e tristo per disegni orrendi.  Io  non ho pace, l'anima è un pantano; nell'anima stagnarono i
l'occhio si dispera, come un'ala ferita ai cieli tende.  Io  voglio la tristezza delle rose morte all'inizio della
ladro, forse, o un abate incipriato? L'anima è morta ed  io  ne son sicuro. Come una fonte semplice e tranquilla donò la
è, chi non è ? Oh povero me!... Il prete lo giura, ma nulla  io  ne so: chi dice di sì, chi dice di no... Gli è il coro dei
fu ? Oh domine!... un gatto che coda non ha! É un vecchio ;  io  lo so : la gelida età con furti siffatti burlando ci va. Oh
fioccò I figli morir, la moglie spirò... Ma, basta!...  io  non dico, non dico di no! " Povero vecchierello! bevi,
- la mamma vi fe'! Ebben, tante grazie - lasciatemi andare,  io  voglio ammazzare - la fame con me. Quei soldi eran gli
in lei più rapido l'estro delle canzoni; io, Beniamini,  io  veglio col mio negro compagno, io veglio, e non mi lagno.
canzoni; io, Beniamini, io veglio col mio negro compagno,  io  veglio, e non mi lagno. Poichè il silenzio è un angelo, e
La tristezza, tua pallida sorella, è la mezzana; e  io  ti stringo, ti mordo, amante offeso da cento mali, e tu
è poeta l'uom che ci ricusa, l'uom che ci abborre . - Ed  io  rispondo: - Sirene, Sirene, tornate a sonnecchiar sotto il
torna dall'orto carica di pesche grembo e scarsella. Ed  io  contemplo e scrivo e suggo il buono, santo licor che il mio
 Io  son povero al par di un fraticello; ma tu sei vispo,
nel cielo tumido arde l'ansia selvaggia e dolorosa purché  io  sugga dai tuoi occhi il fascino purché io senta le tue mani
e dolorosa purché io sugga dai tuoi occhi il fascino purché  io  senta le tue mani fremere purché io colga alla tua bocca
occhi il fascino purché io senta le tue mani fremere purché  io  colga alla tua bocca fervida la voluttà infinita del tuo
amica Amico - mi circonda il vasto mare con mille luci -  io  guardo all'orizzonte dove il cielo ed il mare lor vita
tenaci aggrappa radici nell'abisso e ride al sole. - Amico  io  guardo ancora all'orizzonte dove il cielo ed il mare la
minacci di sommergere, pur sempre alla stessa distanza  io  mi ritrovo dalla punta agognata. Col timone io m'adopero
distanza io mi ritrovo dalla punta agognata. Col timone  io  m'adopero invano al mare aperto dirizzare la prora: a
... e tu l'accendi ... Non trovo pace che se a te vicino:  io  ti vorrei seguir per ogni dove e bever l'aria che da te si
Oh mia fanciulla, oh tu non hai compreso di quanto amore  io  t'ami. Ed un dolore nuovo, più intenso mi attanaglia il
giunta l'ora del distacco, è giunta;  io  vi lascio sedili riscaldati aule sapienti portici affollati
e facili vittorie e voi quaderni carchi di memorie  io  v'abbandono. Libero sono dalla tirannia d'ogni minuto; sono
che più cogli occhi che colle carezze si van dicendo "  io  t'amo! ", cullati dalla calma e dall'oblio... Chi non
viole del pensiero; e che al mattino risvegliandomi in pace  io  possa dire senz'ombra d'affanno: è questo il mese più corto
cappuccio, mi osservi attonito dal tuo lettuccio, senti :  io  risuscito le ricordanze, e per le cerule mie lontananze,
uomini, e giuro a Dio che i mille triboli del viaggio mio  io  li ringrazio, li benedico, come le prediche di un vecchio
ci assal la mattina! Tu dici: " O amatissimo, sei Giove, e  io  son Frine!... " scotendo sugli omeri le chiome corvine...
del tutto prenderti? - che giova? che giova, se del tutto  io  t'ho perduta quando mia tu non fosti il giorno stesso che
 Io  ho qui, se Lei fruga, ho qui, guardi, dentro uno stracciodi
scaricano pioggerellee risatine. Dunque se Lei fruga  io  qui dentro ho alcuniidentikit che mi saranno fatali e che
stagione, senza volere acconsente alla nostra vita. E  io  posso sentire che abiti molto lontano e che forse non c`è
Ma parmi udir, da questa tomba uscita, una parola : "  Io  v'amo! ". Amor sia dunque il motto, Amor di tutto che fu
sua sorte digli, fanciulla bella; egli sarà pittore, ed  io  sarò nocchiero, ma ti amerò davvero, e sull'oceano ci
in alto, e la striscia di fuoco ecco dirompe la tenebra, ed  io  stesso abbacinato nel vortice di fuoco sono avvolto.
ora è la fine. Ma scroscia il tuono che m'assorda ...  io  vivo e famelico aspetto ancor la vita. Altri lampi, altri
agli occhi! E che perciò? Gemendo accanto al fuoco spesso  io  mi ammiro assai più che nel riso; quell'esser triste e sol
tentenna: la nube, il vento, il cuor dell'uomo e il mare...  Io  mi son un che quando va la penna la lascio andare... Amate
smorte sul pianoforte. Leggi ancora Marcello ogni mattino?  Io  vo a spasso col vescovo Turpino: è un vecchio strano e
e la malinconia, e per l'affetto delle mie canzoni  io  dico e giuro che nel mondo ho vissuto un'altra volta! E fu
luna crescente! Addio, mia vergine, felici amplessi!  Io  vado a letto, ché, a parlar schietto, l'infreddatura mi fa
noia e moda, che il nome mio non s'oda, o ch'ei lo insulti  io  vo'! L'insulto e la calunnia, sposati in un sorriso, non
da Dio; avrai le rime e i fior della natura, e l'amor mio.  Io  so trovarli i mesti sentieruoli pieni di caprifoglio, e in
le negai la poesia. Beli o ragli altri! - Io, mia Vergine,  io  ti amai ben d'altri amori! Dappertutto dove nuvole van pel
attende il Mago. Blanda infanzia! Mia seria adolescenza!..  Io  vi chiamo Manzoni!... Dalla sua cetra ebbero forse essenza
un bel giorno in verità! Dio! d'argento son le nuvole...  Io  non l'ho sul mio pennello; come brilla la campagna, come è
e nelle occhiaie oscure gli occhi t'eran fatti cavi.  Io  ti parlavo e tu non rispondevi, ma pur col bianco vel
 io  avea gridato al mio cervello: si chiudano le porte a
che trovò la cruna, un raggio uscì dalla sua falda bruna;  io  gridai come un pazzo: - É lui ch'io scerno, non v'è più
 Io  voglio farmi un piccolo convento, lontano, solitario, in
Rolla. É morta. O affascinati adolescenti che in agguato  io  vedea sulla sua porta filar la tela delle voglie ardenti,
mammole a quest'ora qualche beltà nel gineceo discinta. Ed  io  che le avea fatto una canzone alla povera morta, appena,
nella sua stanza serena. E: - Inchiodala sull'uscio -  io  le avea detto, un sigaro fumando in santa pace: -
eterno, se un inganno non è l'occhio di Dio che nelle tombe  io  scerno. Siam da tempo compagni! e fu la bella allegria dei
famiglia; già la lucerna è pallida e la città sbadiglia...  io  stanco sono...oh il fulgido sole che spunta adesso, quello
or giganti magnanimi, or fantocci di legno; poc'anzi  io  stesso un angelo, presto un verme dormente, una preda del
i cieli! * * * La tua campana è una nenia soave e riverente  io  l'odo: e ripenso ai misteri e a Quasimodo, bel campanile!
e beviamo; è dolce sussurrar fra nappi e amici : fanciulla,  io  t'amo! Fra gli spruzzi del vin, come, a vederla, la schiera
voluttà del tosco; quando a tutte le maschere hai gridato:  io  ti conosco!, amico, i sogni allor sono svaniti, e tu ti
e del tempo fu sospeso il corso. ... Inconsciamente  io  levai gli occhi alla torre barbara che dominava il viale
nella chiesetta solitaria all'ombra delle modeste navate,  io  stringevo Lei, dalle carni rosee e dagli accesi occhi
trionfale del ricordo. ... Inconsciamente colui che  io  ero stato si trovava avviato verso la torre barbara, la
a fini strappi azzurri ondeggiò nella luce diffusa, ed  io  seguii il suo pallore segnato sulla sua fronte dalla
della lenti in quella luce di sogno! Immobile presso a me  io  la sentivo divenire lontana e straniera mentre il suo
sotto la frangia notturna dei suoi capelli. Si mosse. Ed  io  sentii con una punta d'amarezza tosto consolata che mai più
dei portici stillata di gocce e gocce di luce sanguigna  io  fissavo astretto attonito la grazia simbolica e avventurosa
colei che lo rievocava. Sconvolto, le lagrime agli occhi  io  in faccia alla tenda bianca di trina seguivo seguivo ancora
fingevi. Il torrente mi raccontava oscuramente la storia.  Io  fisso tra le lance immobili degli abeti credendo a tratti
gemme del globo celeste, in un bicchiere, sono un poema, ed  io  lo voglio bere! Non discutiamo di filosofia, ve ne
l'uom non rode, e l'ugna d'Eva a graffiar non va. Senti:  io  morrò di versi e di etisìa, e quel giorno tu pur saprai che
rammento.  Io  la vidi aperta sul mare, come un occhio a guardare,
Sposi, E benché se allo scritto mi tornasse efficace,  Io  pure vi confessi che ne sarei capace, Tuttavia questa volta
viva Che pareva dicesse: L'inverno è qui che viene. -  Io  non muovevo palpebra, quantunque nelle vene Mi serpeggiasse
mute Che aspettavano il frutto di tante ore perdute, Ed  io  dalla romanza scritta il mille e trecento Di questa fiaba
o divino primitivo!) 21 Settembre (presso la Verna)  Io  vidi dalle solitudini mistiche staccarsi una tortora e
supreme commozioni della mia vita. Viaggio a Montevideo  Io  vidi dal ponte della nave I colli di Spagna Svanire, nel