malcapitato don Miguel che prese ad indietreggiare verso la parete nella quale era il pannello che ricopriva il passaggio segreto, mentre Giovanna
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sa come, egli si trovò di nuovo in giardino, sotto le piante, per quei lunghi viali che ora gli parevano eterni. Ogni cosa era bagnata dalla pioggia
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Ma Vittorio da quell' orecchio non ci sentiva; e continuò a dar la caccia alla Ninì, finchè sua madre non lo chiamò ..a pranzo. Era un ragazzo di
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. Perchè la Ninì era così triste, mentre tutti di casa le volevan bene tanto e la colmavano di cure e di carezze? Era affettuosa quanto mai, ma non dava baci
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rosicchiava ancora un tozzo di pane. Ed era impaziente di veder comparire Colnai sulla porta per affrontarlo: troppe cose gravavano già sulla coscienza
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. Il cartello era un proclama che Boka aveva scritto sacrificando una notte di riposo. Era dipinto a grandi caratteri stampatello, con inchiostro di
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l'albero. Era un bel giugno limpido, tiepido, con certe nuvolette bianche all'orizzonte che, rotonde come erano, sembravano tanti zeri d'esame. Dopo le
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! Ruggerino con il cuore gonfio si era allontanato e si era rinchiuso per tutta la giornata in un suo certo ripostiglio con un libro in mano. Calò la sera
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insegnamento. Sergio era molto intelligente, Cherubino, come si è detto, molto forte. «Io, pensava Sergio, con molta ginnastica diventerò forte quanto lui
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conoscano me che sono mandato dal Padre. La sua dottrina era tutta una consolazione. Diceva - come già sappiamo, ma è tanto bello dirlo ancora - diceva
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Italia era divisa. Che forma ha l'Italia? - Di uno stivale! - risposero in coro i tre ragazzi. - Sì, di uno stivale: però per essere grandi come i
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, restituire la vita ai morti? E dunque, se un semplice uomo non può, Gesù che faceva tutto questo era veramente Dio. Ed era proprio perchè lo credessero
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marzo. La guarnigione austriaca, forte e bene armata, era comandata dal maresciallo Radetzky, un vecchio di ottant'anni, ma autoritario e risoluto. Ma
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appena gli era giunta notizia della guerra: Giuseppe Garibaldi. Giuseppe Garibaldi, nato a Nizza nel 1807, era figlio del popolo. Ardito navigatore
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«Re d'Italia», La rinascita della nazione italiana dopo secoli di servitù era consacrata: l'acclamazione lanciata, la sera della battaglia di Goito. a
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vera capitale, Roma. La Città Eterna, posta nel centro d'Italia, era già stata capitale di un impero mondiale nel suo glorioso passato. Da secoli essa
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l'Italia ha infatti i suoi maggiori interessi, e di esso era stata padrona nell'antichità e per gran parte del Medio Evo. Ma in seguito non gl'Italiani
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Umberto I era adorato dal suo popolo; eppure alcuni scellerati levarono la mano assassina contro di lui! Per due volte scampò alla morte; ma pur
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diceva, - era al limite fra il paese e la valle: quadrata e grezza come una torre, aveva un pianerottolo e due sole camere ad ogni piano, ma era anche
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pesche, fichi e pere: e d'inverno le belle olive verdi, e, quando non c'era altro, le bacche nere del mirto ed i frutti rossi del corbezzolo. Quando
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, quando il chiarore riapparve. Allora tutti lo fissarono, palpitando, poichè non era più giallastro, ma verdognolo. Si spense ancora, si riaccese, di
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venuti di lì, ma con delle chiatte direttamente dal canale. Mikro e Makro se n'erano accorti quando era ormai troppo tardi: ambedue erano stati
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Sentì che non c'era più rabbia o disperazione, dentro di sé, ma voglia di lottare. Si vide partire all'attacco, lanciando il grido di Tarzan della
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21. Le conseguenze dell'ozio. Anche Tonio era un proprietario agiato e benestante; ma, per sua disgrazia, quanto a lavorare fu il rovescio della
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stupida mai piú. Sei tanto brava, Bellissima mia! — E le due si abbracciarono. Era proprio una scena commovente. — E ora, quel povero mercante
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in fila, incoronate di coralli e di giacinti, con le loro scarpe d'argento e lo strascico lungo per terra. Anche Maria Rosina si era messa una
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- Sí, - fece Bellissima. Caterí andò ad aprire, ma era il vento che aveva voluto fare uno scherzo. - Sei una sciocca, Bellissima, - disse Caterí
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— Cavaliere, perché mandate via quel ragazzo? — Eccellenza, — disse il Gufo, — non ha soldi per pagare il biglietto —. E si soffiò il naso che era
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Era presente anche la Regina delle Fate che parlava di una nuova servetta che aveva da poco assunta nel suo palazzo: — Si chiama Grigia, — diceva
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sconsolatamente la Principessa. — E chi è vostro padre? — chiese Tit. — Il Pincipe Felice. — Ma allora... — Tit si mise a tremare per l'emozione. Egli si era
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lire, correva piú di tutti. — Ladro e sfruttatore di galantuomini! — strillava Massimo, e Piuma aggiungeva: — Ladro e sfruttatore! — ma era inutile
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Era arrivato con la Squadra davanti a una gran porta senza portone, come quella di Ràbbato, ma più grande assai; ed era penetrato, confuso con gli
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Si era seduto sur un masso, guardando attorno, stupìto di trovarsi in quel posto che gli pareva lontano miglia e miglia da casa sua, e dove egli era
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! - rispose il signore in tuba. Colui che aveva gridato " Morte ai birri „ si era fatto avanti brandendo una pistola. Cuddu, credendo che quegli stesse
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domandò chi l'aveva trattenuta a casa. - La mia casa stessa - rispose quella. - Era così calda e comoda mentre fuori infuriava il vento! Poi la
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dall'altra si erano incontrate. Infine a Lucia era arrivata dal suo soldato una bambola e il regalo era stato subito ricambiato con un fazzoletto
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UN BUON FIGLIOLO Lorenzo Celso non fu uomo da nulla. Per le sue virtù, venne eletto Doge di Venezia. Era usanza della Repubblica Veneta che i
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L'ORDINANZA DEL COMANDANTE CORSINI Era un umile marinaio l'ordinanza del comandante Costantino Corsini del cacciatorpediniere «Francesco Nullo». Il
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— C' era la strega.... Sta' zitto, allontànati; sento la strega che ritorna. Se per disgraziati trovasse, incanterebbe anche te. — Il Re corse a
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E gli scatenò dietro i cento mastini di suo padre. Ma sì... il Re era sparito. Con quell'olio le carni della Regina tornarono subito morbide, e si
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accorto che gli era stato rubato l' anello, ed era uscito dal palazzo reale, piangendo la sua sventura. Fuori le porte della città avea trovato la
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chiamare la vecchia: — Quell'uovo era barlaccio. — Maestà, non può essere; la gallina avea fatto lo stesso giorno. — Eppure non è nato. — Bisognava lo
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quel gonfiore sulle spalle, gli domandò: — Maestà, che portate addosso? — Porto la mia disgrazia! — E raccontò com' era andata. La Regina risolse di
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Chi era? Non si vedeva nessuno. Si sedeva a tavola per mangiare? E gli portavano via il piatto: — Maestà, non si mangia! — Chi era? Non si vedeva
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E bandì feste reali per otto giorni. Poi, siccome era vecchio, volle lasciare il regno. E il Re Pesciolino e la Regina Senza-orecchie regnarono a
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ordine di lasciare il porto di Gomenizza. Era il 6 ottobre dell'anno 1571. Il vento soffiava tuttora contrario, ma a forza di remi le galee
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La casetta, era ancora lì, piantata solidamente nella calle, come un'antica quercia. Il tempo, patinandola, le aveva conferito un aspetto severo, ma
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tempi dell'impero romano, questo paese, invaso qua e là dalle acque del mare, era abitato da una piccola ma laboriosa comunità di pescatori, di
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letizia e di una serenità che gli allargavano il cuore. Era già trascorso un mese e mezzo da che la bufera lo aveva gettato su quell'isola deserta. Egli
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Al tempo dei tempi viveva a Palermo un Duca che era il primo signore della città. Basti dire che aveva maritata l'unica sorella col Re stesso; ma il
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