dell'elettrone si ha anche per gli elettroni interni agli atomi che, con i loro movimenti, producono l'emissione della luce.
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La conoscenza della carica elettrica, e del rapporto e/m tra la carica e la massa dell'elettrone, ci permette immediatamente di conoscere la massa
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all'elettrone, data la sua estrema piccolezza si possano applicare i risultati di considerazioni dedotte dall'elettrodinamica dei corpi macroscopici; abbiamo
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poter estrarre l'elettrone dal metallo, occorre che l'energia a esso comunicata dalla luce, che è eguale a un quanto hv, sia almeno eguale all'energia di
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Questo fatto induce a considerare il nucleo non come un corpuscolo elementare al pari dell'elettrone, ma come un sistema in generale complesso, e
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Si osservi che se l'elettrone si trova in uno stato di quelli che al § 29 abbiamo chiamato « semplici», cioè se la sua energia ha un valore ben
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accelerazione: quindi un elettrone ruotante attorno al nucleo, avendo costantemente una accelerazione centripeta, dovrebbe irradiare continuamente onde
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È noto che per far uscire un elettrone da un metallo si richiede, all'atto dell'attraversamento della superficie, una certa quantità di energia: si
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un nucleo di carica Ze e da un solo elettrone (il caso dell'idrogeno corrisponde a Z = 1). Data la massa preponderante del nucleo, possiamo
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(1) Si può anzi dire che tali stati non rappresentano un vero atomo di idrogeno, ma solo l'insieme di un elettrone e di un nucleo che, dopo essersi
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a poco proporzionale alla densità di probabilità di trovare ivi l'elettrone. Si può dire dunque che l'atomo non ha un contorno definito ma, a rigore
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constatato che l'energia che riceve ogni singolo elettrone da parte della radiazione (energia che in parte è consumata nello strappare l'elettrone dal
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di quanto di luce o di fotone ha una parte altrettanto importante quanto quelli di elettrone e di protone.
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Esaminiamo ora il significato fisico che si può attribuire alle orbite della teoria di Bohr e Sommerfeld ed al moto dell'elettrone su di esse. Per
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determinare le successive posizioni dell'elettrone entro l'atomo illuminandolo con lunghezza d'onda piccola rispetto alle sue dimensioni, ed
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prima approssimazione, di struttura invariabile), l'altra costituita dal rimanente elettrone, che chiamasi elettrone ottico, e che può percorrere
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Se però l'elettrone ottico penetra entro il nocciolo, l'azione di schermo diminuisce, perchè, come si sa, il campo generato da una distribuzione
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È questa l'ipotesi dell' elettrone rotante, cui si è accennato al § 25, p. I, dove si è spiegata la ragione di questa impropria denominazione. Si
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Si osservi ora che l'elettrone dei sistemi idrogenoidi si trova, a causa del suo moto orbitale, immerso in un campo magnetico perpendicolare al piano
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Possiamo ora precisare quantitativamente questo ragionamento. Chiamiamo v la velocità acquistata dall'elettrone urtato: la sua forza viva sarà
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, di lunghezza hv'/c) e quello acquistato dall'elettrone (vettore OD,di lunghezza
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elettrone (elettrone di rimbalzo), come la teoria prevede. Per rivelare sia i fotoni diffusi che gli elettroni di rimbalzo i detti fisici si
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(1) La teoria delDIRACsi riferisce essenzialmente al caso di un solo elettrone: manca finora una teoria relativistica rigorosa e completa di un
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elettronica. Nel caso dell'elettrone dunque .
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Bisogna ora estendere le equazioni diDirac al caso di un elettrone posto in un campo elettrico e magnetico, derivante da un potenziale scalare
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Mostreremo ora che l'elettrone di Dirac si comporta (in prima approssimazione) come se avesse un momento magnetico , non solo nei riguardi dei
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Calcoliamo anzitutto le componenti della densità media di corrente j (da cui dovremo poi ricavare il campo magnetico medio generato dall'elettrone
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Si potrebbe pensare di rivelare sperimentalmente il momento magnetico dell'elettrone (come si fa per gli atomi) mediante un'esperienza del tipo di
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quadruplo, nonuplo, ecc. Queste orbite rappresentano, per così dire, dei binari ideali sui quali l'elettrone, secondo la teoria di Bohr, è obbligato a
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Indicando al solito con l'energia potenziale del campo centrale in cui si trova l'elettrone, consideriamo uno stato stazionario di energia W: le
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Come applicazione della teoria diDiractratteremo ora il problema di un elettrone soggetto solo a una forza elettrostatica centrale, di legge
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chiameremo «normale», è stabile in virtù del principio di Pauli che vieta ad un elettrone di occupare uno stato già occupato da un altro elettrone. La
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Non sarebbe però lecito identificare senz'altro un elettrone negativo a energia cinetica negativa con un positrone: basta osservare che la sua
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corrispondente a un elettrone negativo di energia cinetica negativa (il che significa che è formata almeno prevalentemente con autofunzioni corrispondenti a
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Il fenomeno inverso del precedente è la caduta di un elettrone da uno stato di energia positiva ad uno dei pochi stati liberi di energia negativa
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Nella teoria dell'atomo di Bohr e Sommerfeld a ciascun elettrone, come si sa, vengono attribuiti tre numeri quantici — il quanto totale, quello
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e semplificato. Se non valesse, il principio di Pauli ciascun elettrone tenderebbe a portarsi nell'orbita di energia minore, che è (almeno per gli
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dove i = l, 2, ed rappresenta, ora, solo il gruppo dei tre numeri quantici orbitali dell'elettrone i-esimo, mentre il numero quantico di spin, , è
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dove sono gli operatori corrispondenti alle componenti dello spin del primo elettrone (formati a norma del § 45) e sono quelli del secondo
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Un atomo può acquistare energia non solo per assorbimento di radiazione ma anche se viene urtato da un altro atomo o da un elettrone: ciò significa
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la quale rappresenta la frequenza di un quanto di luce avente la stessa energia di un elettrone che è caduto attraverso la d. d. p. V.Se poi v si
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radiazione interessino in generale un solo elettrone, e precisamente quello più facile da eccitare, ossia quello il cui livello energetico normale è
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dell'etere il cui lavoro è proporzionale alla variazione di volume dell'elettrone.
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prendendo m= o. In tale ipotesi la massa di un elettrone è puramente elettro-magnetica,
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L'equazione vettoriale del moto di un elettrone si può porre sotto una forma analoga all'equazione newtoniana del moto di un punto materiale
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la quantità mg che si aggiunge alla massa propria mdell'elettrone non è più una costante, ma dipende dalla forma geometrica dell'elettrone stesso
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Analogamente la massa trasversale dell'elettrone (relativa alla direzione perpendicolare alla prima) si sviluppa mediante una serie procedente per le
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Si deduce quindi che le leggi del moto di un corpo, riguardato come punto materiale, sono le stesse che reggono il moto di un elettrone; cioè il
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elettrone è mille bilioni di volte più piccolo dell'atomo più piccolo che noi conosciamo, il nocciolo mille milioni più piccolo di ciascun elettrone. In
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frazione di elettrone) possieda una struttura complicatissima, che esso sia costituito da una sfera carica di elettricità negativa nel cui interno
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