Don Pietro Sbano si era affacciato alla finestra della sua villetta, com'egli aveva la vanità di chiamare quella casa rustica a due piani, con stalla
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in giorno gli appariva sempre più certa e sicura. E quando don Emanuele Cerrotta, pur ammirandolo per la tenacità, gli rispondeva bruscamente, seccato
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aveva mangiato soltanto un po' di pane! - Che fate più qui, barone? gli aveva detto don Emanuele Cerrotta. - Ora aspettiamo la sentenza.... favorevole
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nell'acqua di una catinella di terracotta posata sur una seggiola. Don Pietro sentì borbottare qualche cosa al suo indirizzo, e non sembrava un
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Il cavaliere don Mimmo Li 'Nguanti era tornato a casa con un diavolo per capello, accompagnato da tre o quattro dei suoi più fidi partigiani che
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che si credevano tanti Ferdinandi Secondi, e non rispettavano nessuno. Infatti don Pietro, il capitano, se ne stava chiuso in casa sua, prigioniero
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Lo chiamavano don Pietro il Gobbo, ma il gobbo veramente era stato suo padre che, pur avendo duo gobbe, una davanti e l'altra di dietro, aveva
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In quei giorni don Pietro era assorbito dai preparativi per una delle tante feste della sua parrocchia, dov'egli soleva dirigere l'addobbo dell'altar
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invidia.... Lo vestiremo da angiolo per la Festa dei Pastori, la prossima domenica di maggio. Don Antonio, il poeta, mi ha dotto che gli darà una bella
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Così Zitu s'introdusse nella famiglia Lo Carmine, e potè far visite anche quando non c'era don France. E un giorno che donna Sara lo aveva lasciato
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quell'animaccia storta di don Basilio Cuti. Ora toccava a lei agire da uomo: sollecitare gli avvocati, dare schiarimenti al Tribunale, alla Corte, buttarsi ai
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Ci mancava ora quel buon cristiano del cavalier Ferro! Gli si era piantato davanti, mentre don Pietro, a capo chino, ruminando la risposta di Tinu
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Nè domani, nè dopo otto giorni! Era sparito anche Tinu Mèndola. La madre protestava ad alta voce in faccia a don Pietro andato a chiederle notizie
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risponderanno allo stesso modo: - Tientela tu; non sappiamo che cosa farcene? - Sì, sì; sono capaci di questo e peggio, - confermava don Pietro. - E così dunque
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, don Pietro per poco non credeva d'aver fatto un brutto sogno. La mancanza della mula bastava, pur troppo, per convincerlo che la strana triste realtà
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Don Pietro era rimasto talmente rimescolato di quella sua audacia, di quel suo atto inqualificabile (lo giudicava così) che la sera aveva dovuto
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Don Pietro, ceduto il suo lettino alla ragazza, si era buttato senza svestirsi sur un pagliericcio che si trovava per caso nella stanza accanto. Non
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come lui si fosse lasciato invischiare da una contadinaccia e non si curasse di vivere in peccato mortale, don Pietro rispondeva: - Aggiusterò tutto
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, parte ceduti, parte perduti per la leggendaria storditaggine del barone don Calcedonio, padre di don Pietro-Paolo. Le scritture erano disposte per
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Il barone don Pietro-Paolo non si era mostrato in famiglia meno despota del barone don Calcedonio. Come egli era rimasto zitto e quasi tremante
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sapete... Comare lana è li, piena di salute ora... Per vivere lo facevo... Lui no, con quei suoi libracci maledetti! Mi disse: - Don Saverio, avete la
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cominciarono ad arrivare le visite. Dapprima fu don Sebastiano, il fratello della puerpera. In quel tempo i preti sceglievano la loro carriera per non
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di maialetti che ritornano dal pascolo; e un mormorio di voci umane, strilli di donna e pianti di fanciulletti. II parroco, don Ottaviano, uomo bruno
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, dovette dargli coraggio, ogni sera nelle conversazioni dopo cena; ma ogni mattina ricominciavano i terrori di don Ottaviano. Nè aveva torto: verso i
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, operai, serve, balie, bambini, che si contendevano i posti migliori, che leticavano, strillavano, ridevano: un baccano d'inferno. Ogni tanto Don
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, aiutato dalle bambine, che si erano divertite a darle una mano come avevano potuto. Don Paolo, portate le materasse al sole su la terrazza, le aveva
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! — Lo so; venite a dirlo domani, alle nove di mattina, al signor pretore: io, povero usciere, eseguisco gli ordini. Dalla rabbia, don Paolo poco dopo
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commetteva quell'ingiustizia. Non c'era stato uomo al mondo che gli avesse mai fatto, a lui, don Paolo, una soverchieria; e questa sarebbe stata proprio una
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, adattate alla meglio dalla sarta, che aveva trovato modo di cavare le gonne da una e i busti dall'altra. Così l'illusione per don Paolo era completa; Lisa e
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fazzoletto alla testa. Le panchette della madia erano troppo alte e Lisa non ci arrivava. — Aspetta; ti metterò qualcosa sotto i piedi. Don Paolo la
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. Appena le vide, don Paolo diventò un drago a dirittura. — Di nuovo qui? Su, su a casa! E siccome le bambine esitavano, così egli soggiunse: — A casa! Vi
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annaffiava, Io ripuliva delle foglie secche, e lo aveva potato di sua mano pochi giorni prima della disgrazia. Quel gelsomino don Paolo lo aveva curato
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... che volete, don Roberto... - balbettò ella, senza fiato, senza forza, piena d'un dolore ignoto. - Volevo una risposta... perchè non mi rispondete
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filosofia, La Rivista politica e letteraria, Il Don Chisciotte, Il Pensiero nuovo, Il Sant'Uberto di Roma; La Gazzetta del Popolo della domenica, Il Venerdì
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specialità. Ieri sera, quando ti lasciai, vi salii un momento, per vedere se vi erano amici... don Gabriele Scognamiglio se ne faceva dare una seconda
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potrebbe fare la sua fortuna sarebbe quello in cui fosse spiegato il perché don Emanuele dei principi Ruspoli, abbia da essere ancora e sempre il
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, il perchè. Buongiorno, cavaliere. - Ve ne andate? Restate. Ricordate che vi dissi, alla Regina d'Italia! Il vostro don Gabriele è qui, per voi. Siete
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elegante, formano uno dei lati' più caratteristici e piú fuggevoli dello scrittore vicentino. DIEGO ANGELI. Don Chisciotte di Roma 20 giugno 1890.
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dietro il figliuolo, scalzo anche lui e con la torcia in mano, alla dolceria di don Tino. - Me lo potreste prestare un vassoio, per la questua del ragazzo
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- E la colpa è tutta vostra! - diceva don Angelo, il trattore, dalla sua cucina. Maestro Titta, il portinaio, badava a piantar stecchi dinanzi il
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cavarne quel po' di crino e le molle ancora sane. - To', guardate chi s'affaccia: don Felice! - La vera testa dalle corna d'oro! Don Felice era piccolo
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maestro Titta a Rosa, quando il promesso era già entrato in casa. - Gli possano tornare in veleno, e a voi pure! Già, se son quelli di don Angelo, una
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passione di don Felice ne diventava più forte. - Don Felice è più giallo di prima - dicevano nel cortile - Che cosa, gli è successo? - La solita
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Don Antonino stava accosto al palazzo del barone Lanzaria, per sorvegliare la sua proprietà - dicevano le male lingue - e vedere se Raffaele, il
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scaldare due fila di vermicelli: o crudi o disfatti, o insipidi o in salamoia!.. Il dottore veniva al suo solito a portar notizie. - Don Camillo
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Da quel giorno cominciò una vita d'inferno. Don Antonino aveva preso amore al vino, e s'ubbriacava mattina e sera, ragionando di ricchezze nelle
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occhi, si fermò a cercare nel suo fascio. - Questa è per Filippo Mordina. Don Ciccio, il portinaio, appoggiato con la pipa in bocca contro l'orario
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- disse al suo amministratore. - Dove vuole ch'io le pigli? - rispose don Giacomo, con la testa alla farsa, che gli aveva fruttato appena una chiamata
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dico, perchè l'onore di vostra moglie è come il vostro stesso. Don Gesualdo, che usciva allora dal letto, con gli occhi ancora appiccicati, senza
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Lucia adesso era ben collocata, in casa di don Venerando, e diceva che voleva lasciarla soltanto dopo ch'era morta, come si suole, per dimostrare la
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