presentare alcuni esponenti delle correnti cinetiche non si vede perché dovevano essere presenti tutti (o quasi tutti: mancava Grazia Varisco, e Dada
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umori e scoperte, mutate dall’antico dada (Duchamp in quegli anni aveva visitato spesso Milano in occasione di sue mostre alla Galleria Schwarz e della
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sospettosità del pubblico. Quello che poteva sembrare - e spesso era un gioco distruttore ordito dal nichilismo dadà o un’invenzione solo giocosa e metaforica
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riceverla dal di fuori completa luminosa e oscura come un apporto. In questo senso le stranezze del neo-dada come della pop-art fanno sistema, non si
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, dall'immagine formulata all’oggetto costituito; il neo-dada prima e la pop-art poi, rispondono ad una stessa richiesta; la differenza unica fra le due essendo
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che con i conati dalla nuova figurazione e più col neo-dada, ma soprattutto col fenomeno dilagante (e in un certo senso di tutti gli altri riassorbente
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soli dieci anni dal suo primo apparire (è del 1955 il primo quadro col bersaglio, chiaramente neo-dada, di Jasper Johns) si è vista già canonizzata
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rovesciamento nella tendenza, che rimaneva tuttavia basilare, di offrire l’integrazione nell’opera allo spettatore, ed è rinato l’oggetto: col neo-dada
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Se ci imbattessimo nel volto di Kurt Schwitters, il più originale pittore dada tedesco, dentro una cornice Liberty nel «salotto bello» di una vecchia
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fine a questo scientismo artistico trovando a caso nel vocabolario del Larousse la parola «dada» come insegna di un non-movimento, di un non
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’importanza del pittore dada tedesco, venuto al movimento qualche tempo dopo, ma con una carica di fantasia e uno spirito di ribellione senza precedenti
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Dada e surrealista, teste d’uomo gigantesche, busti e torsi inerpicati su liste di gambe come robot senza congegni, sono insieme proteste e sconfitte
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misura la distanza che separa la negazione di una posizione neo-dada dalla fredda positività di una posizione pop. Giacché non deve sfuggire che nell
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Ad esempio, mentre nel Neo-Dada americano l’oggetto risulta recuperato attraverso i procedimenti della Pittura d’azione, nelle concomitanti
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Il nuovo punto di partenza, non Neo-Dada ma più latamente pop, nelle prove iniziali di Schifano, di Kounellis e di Mauri, appare meno intellettuale e
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della successione vanno dal Neo-Dada alla Pop Art, anche l’esempio dell'Espressionismo astratto, come dell’intero arco informale, regredisce nello
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E in questo ambito diviso fra il gesto e la materia, che il Neo-Dada segna la sua frattura, secondo quei modi e quei tempi messi distintamente in
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diversa ubiquità che la nuova opera presuppone, quella del singolo nella folla e nell’intreccio di strade della metropoli. Col Neo-Dada una città sentita e
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Ora è certo che l’innesto fortemente esplosivo della Pittura d’azione con Dada si trova all’origine del nuovo corso americano: il ready-made di
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istituire all’interno de Neo-Dada (gesto, inflazione dei dettagli, montaggio, da una parte gesto-percezione, neutralità intenzionale ed isolamento del
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proprio di Dada, hanno ripreso i problemi da zero, sollevando la questione centrale di cosa sia l’arte e di cosa sia invece la realtà, e dei loro
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di prevaricazione della vista che ha finito per identificare le cose con la loro mobile ed artificiale pelle visiva. Ancora come nel Neo-Dada l
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Dunque il rifacimento dei pop imita l’oggetto e la figura prescelti, tuttavia il risultato non s’identifica col modello, non è l’objet trouvé di Dada
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una simile situazione, gli artisti del Neo-Dada e della Pop Art accettano non solo di entrare, ma di porre l’arte nel circuito dei mass media con una
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la sua comparsa clamorosa. Ciò ha avuto inizio a partire dalla seconda metà degli anni Cinquanta, e da questa data, termini quali Neo-Dada e Pop Art
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, ecc. i quali presentano ancora un evidente legame col neo-dadà e il pop attraverso il neo-surrealismo. Sicché potremo affermare che la radice
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. Proposizione n. 6, 1972 dadà e in genere dei ready made più o meno "aiutati," modificati, di quel lontano periodo; e, soprattutto, prendeva in
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lacerazione da ricondurre ancora alla operazione dissacratoria del Dadà e di Marcel Duchamp, che doveva ripercuotersi sulle ultime tendenze concettuali
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