, così come avevano dovuto scegliere tra Raffaello e Michelangiolo; non hanno potuto fare a meno di accettare e rivivere nella propria coscienza
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infelice, il problema dell’opera incompiuta scompare dalla coscienza dell’artista o si identifica con un altro progetto?
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la sua coscienza liberale è, sotto tutti i punti di vista, assai più sviluppata; e se neppure Hogarth, in definitiva, lotta per un’incontrastata
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due termini), non possono essere ignorati al giorno d’oggi; che l’intenzionalità della tecnica va di pari passo con la presa di coscienza del suo
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sottrarsi agli abbagli della società consumistica (Pistoletto, Castellani); e insieme una coscienza dell’importanza dei nuovi materiali (La Pietra
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, intercettata al momento in cui ne avviene la recezione in una coscienza. Il che non è la stessa cosa che considerare l’opera d’arte dal punto di vista dello
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Quale sia lo status della coscienza attuale, che ha reso possibile l’attitudine all’interpretazione in chi riceve l’opera d’arte, fino a
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è riconosciuta da una coscienza nella sua specificità.
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trascritto e non per l’assimilazione al suono fisico che riproduce. Si è reso cosciente il trapasso integrandolo con un trapasso nella coscienza, che lo isola
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livello dei fumetti o la forma del catino di polietilene, ma solo post factum: solo sul fatto l’individuo, la coscienza singola, potrà elaborare il
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Riconosciuta la recezione in una coscienza come basilare per il porsi stesso dell’opera d’arte in quanto opera d’arte, ci si può allora proporre
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’arte alla storia, ma solo vogliamo sottolineare che, se non sono tenute nell’ambito che ad esse strettamente compete, e con la coscienza sempre desta
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storico, né che sia possibile far ciò in margine e senza detrimento al suo porsi primario alla coscienza come opera d’arte. Inevitabimente si crederà di
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Riconoscere che, realizzando una presenza immediata per la coscienza, l’opera d’arte si pone come realtà, in modo diverso e paritetico alla realtà
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Che dunque possa presentarsi alla coscienza una realtà senza esistenza, non illusoria, né virtuale, ma realtà astante, e costituita come tale
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»20 che non possono chiamarsi pienamente opere d’arte allo stesso titolo, eppure non sono né gratuite né irrilevanti per la coscienza: in queste
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Una volta tratta dall’interiorità di una coscienza e posta nel mondo, l’opera d’arte non comunica, si presenta; non informa, si dà astante. Quindi
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come primo rispetto al comportamento che assumerà una coscienza prendendone atto: e cioè il caso, ad esempio in cui apro una porta, dietro cui non
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nel tempo in cui nasce. Occorrerà che quegli elementi originali siano divenuti ridondanti alla coscienza ricevente perché l’opera d’arte venga
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punto di stazione di chi ne fa la recezione nella coscienza, questo punto di stazione può sembrare, anche se non lo è, lo stesso di chi intende
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quanto struttura, è coestensiva alla sola coscienza. Il viraggio che avviene nel percepito interrompe un nesso, con la realtà che si dava esterna nel
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questo punto risulta incontrovertibile, perché l’intenzionalità accomuna tutte le manifestazioni della coscienza, e proprio in seno all’intenzionalità
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: «Esistono una nuova e una vecchia coscienza artistica: la prima si rivolge all’individuale, la seconda, quella nuova, all’universale». Questa
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La ricognizione dei buchi neri nel cosmo della coscienza collettiva forma in tal senso un percorso di ricerca formidabile. L'impero europeo di
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oggettivamente arrovellato quanto la vita creativa dei protagonisti analizzati. «Il Rinascimento accetta di star tutto dentro la realtà con una sorta di coscienza
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occhi vedono quello che la coscienza vede, quindi la percezione ci dà la struttura, la spazialità della coscienza. La pittura è il processo della
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. Nella scena in primo piano, i gesti esprimono sentimenti contenuti, di un pathos che trova nella coscienza un freno all’esplosione incontrollata
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coscienza dei mezzi espressivi, davvero opposti. Picasso sembra in ogni quadro esprimere se stesso malgrado la pittura; Braque in ogni quadro esprime
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«scuola di Parigi» e i primi forsennati dell’ottimismo grafico architettonico della Bauhaus si dettero la mano dentro la coscienza dell’artista, per nulla
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scissa dal suo pur magro e dimesso senso del colore; e l’una e l’altro crescono di pari passo, si integrano, col chiarirsi nella coscienza dell’artista
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certo esame di coscienza. Ché i modi impressionistici di Maccari non giungono a lui sfornati dal manuale come agli allievi dell’Accademia, giungono
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sia, cioè, la mostra di un artista che osa tranquillamente presentarsi con le opere di ieri e quelle di oggi «costituendo... indizio di una coscienza
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, dannatissima superstizione, da identificare l’estro tanto con la coscienza quanto con l’intelligenza». Ma non si coglierebbe la probità artistica di
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ragione di quella avversione più sopra detta: il metro delle avanguardie, connaturato ormai nella coscienza degli amatori d’arte moderna e contemporanea, si
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metafisica e precisamente nel decennio 1910-1930, rivelano sempre un’alta coscienza di stile, un profittevole momento di raccoglimento, di pacata riflessione
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Nuova Pesa» sulla impegnata coscienza sociale dell’artista e sul fatto che Dova tenga presente in continuazione, nelle sue opere, l’uomo e il suo
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coscienza fra gli estremi del super e del subcosciente, quale campo per verificare e per manifestare ciò che solleva nell’uomo il fantastico cittadino
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della vita della coscienza. E non di meno è proprio la pubblicità a fornire al pittore il suo variopinto cinémascope: per recuperare l’energia e il
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’ordine raro dei risultati totali e, per il linguaggio composito impiegato, formativi per la definitiva presa di coscienza di tutta una generazione di
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Ora, è naturale: Michelangelo ha coscienza della sola era disegnativa dell'arte sua: così da concepire il colore come aggiuntivo entro la linea e
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rarefatto, se non sfatto: e le forme s'allentano, perdono coscienza d'attacchi come nel malleolo inesistente del Bimbo.
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Potrebbe anche credersi che Orazio con la sua mollezza di coscienza si sia lasciato completamente circuire e dominare, dall'ambiente patrizio
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neppure le Marginalia Pretiane noi non dubitiamo di restare i soli che abbian diritto di parlare, con coscienza critica almeno tranquilla, di Mattia
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convincesse quanta in-coscienza v'è in questa conclusione: «era anche naturale che nella tecnica classica fosse insito l'errore che è di tutte le
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di coscienza al riguardo, eppoi concluda affatto privatamente, per sé solo.
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ricordano con ogni tranquillità di coscienza un Palma il Vecchio, un Perugino ecc., e l'altra della quadreria privata del dotto Vittorio Rizzi a Sestri
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, mentre è perfettamente astratta dal gusto per la qualità dell'opera, e tanto più astratta quanto più scevra da una coscienza architettonica propria, cioè
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tramonto. Alcune durezze del suo pennello vengono dalla coscienza un poco timidetta, e dal ricercare con rispetto un poco stentato il vero. Si compiace in
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Tale scienza che diventa natura, e tale coscienza che diventa metodo, servono a dare ai marmi ed ai bronzi, insulsi per il tèma, quel non so che, che
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nutrice. Veramente il malanno degli Italiani è l’avere poca coscienza dei diritti della nazione. Negl’Inglesi, per esempio, una buona parte della loro
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