esempio uno spettatore collocato nella stella polare), il movimento dei pianeti appare eseguirsi nel verso indicato nella figura 27 dalle saette, cioè
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orbita, cioè nelle sue massime digressioni dal Sole. Ne segue ancora che il pianeta sarà visto ora a destra ora a sinistra del Sole, che esso
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asse press'a poco coincidente colla perpendicolare al piano dell'orbita del pianeta, e che probabilmente si compie in giorni 224,7 cioè un periodo
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di Giove, e della poca inclinazione di questa sul piano dell'eclittica, ci appaiono quali moti oscillatorii rispetto al pianeta; vediamo cioè i
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occasione sono grandi abbastanza da essere vedute senza cannocchiale, cioè coll'occhio semplicemente protetto da un vetro convenientemente affumicato.
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, che i prodotti loro cioè le macchie è le facole, mostrano allo spettatore armato di telescopio numerose e curiosissime particolarità. Vi presento
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, inclinato cioè all'eclittica di un angolo quasi retto ed uguale ancora secondo Carrington a 82° e 45'.
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I vapori incandescenti di un metallo producono uno spettro discontinuo, un nastro cioè, una fascia oscura interrotta da righe trasversali lucide e
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esista irradiazione fotografica, che cioè l'immagine fotografica di un oggetto vivamente luminoso non ne oltrepassi il vero contorno geometrico; bisogna
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sicurezza la cromosfera che si proietta sull'intero disco solare di riconoscere e di osservare cioè l'intero guscio cromosferico del Sole.
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Le lastre a collodio umide esigevano, per dare le immagini delle stelle fino alla nona grandezza, grandi strumenti, grandi obbiettivi cioè, con un
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quelle questioni nelle quali entrano non le posizioni assolute degli astri, ma le posizioni loro relative, le posizioni cioè che gli uni hanno rispetto
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Supponiamo che le cose siano in realtà come le presenta la figura 5, supponiamo cioè il Sole sul piano dell'equatore, che nel disegno è lo stesso
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schiacciamento è la metà della differenza fra questi due diametri, cioè 21 chilometri circa per parte. Questo schiacciamento si estende a tutta la superficie
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possiamo supporre cioè, o che il Sole giri e compia, nell'intervallo un anno, un giro intorno alla Terra, o che nell'istesso periodo di tempo la Terra giri
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parallele fra di loro, e tali sono disegnate appunto per quello che si è dimostrato, che cioè l’asse della rotazione terrestre, in qualunque punto dell
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sull'orizzonte quando arriva al meridiano, che esso culmina cioè ogni giorno sempre più alto, e che così fa per sei mesi fino al solstizio d'estate; avrete
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Al mattino e alla sera il Sole è basso, cioè vicino al lembo dell'orizzonte; esso è al principio e alla fine della sua carriera diurna; il calore da
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corrispondenti sulla superficie terrestre, cioè i due tropici, limitano quella fascia o zona che geograficamente denominasi torrida, e i cui abitanti veggono
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giorni, 7 ore, 43 minuti e 5 minuti, e la durata di una lunazione, cioè il tempo che decorre da un novilunio al successivo, è invece di 29 giorni, 12 ore
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, ma per le altre pare che siano realmente scomparse; annientate certamente non furono, resta adunque che siansi estinte, cioè ridotte a corpi oscuri
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, cioè di 1" di parallasse annua, ella avrebbe una grandezza quasi quanto è l’orbita di Urano. Ma essa è probabilmente molto maggiore, perchè assai più
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La scintillazione delle nebulose non è dunque un criterio rigoroso di decomponibilità in istelle, cioè in corpi solidi e composti come noi rilevammo
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fra loro tutte le stelle supposte immote, tutti i piani dei loro moti apparenti avranno una stessa intersezione comune, cioè un apice o vertice unico
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Conosciuta l’orbita relativa resta a conoscere le dimensioni reali della medesima. Ma questo suppone nota la distanza della stella, cioè la
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cioè dai 45 ai 10" in 25 anni; le altre di moti minori al disotto di 10" si trova il seguente risultato:
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I. Di 72500 stelle di grandezza da 1a a 8a ½ furono da Struve trovate doppie 1973 entro 16" di distanza; cioè una sopra 367. Di queste doppie, 1702
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’equinozio corrispondeva vicino alle Pleiadi, cioè 1460 anni avanti l’èra volgare, il che non sarebbe molto lontano dall’epoca della costruzione della
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scoperta delle stelle doppie fisicamente, cioè di stelle che giravano una attorno ad un’altra in un periodo loro proprio di tempo, e della durata di molti
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Il Polo Australe di questo circolo è, come abbiam detto, presso la stella Fomalhaut, cioè in 10or 45m di A. R, e 30° Decl. Sud, e il Boreale si trova
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1.° Un salto o diminuzione notabile di densità dopo due gradi di larghezza, il quale spiega perchè la Via Lattea appaia così stretta, cioè circa 4
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, le stelle visibili e contabili in tutto l’Emisfero Australe, esser circa 2 665 786 e in tutto il cielo 5 331 572, cioè non meno di cinque milioni e
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distribuzione seguente delle stelle, prendendole secondo l’Ascensione Retta, e dividendo il cielo in regioni di 4 in 4 ore, cioè:
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leggi di movimento e di equilibrio sono ancora ignote. Questi agglomerati sono formati di masse discrete, cioè di stelle nettamente separabili dalla forza
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noi, che per le stelle di prima grandezza, aventi un decimo di secondo di parallasse, cioè 10,000 (dieci mila) anni!
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l’astronomia stellare; basti dire che nei tre quarti già trascorsi di questo secolo, cioè dal 1800 al 1875 si contano 52 Cataloghi, che in media
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’ottico Hofman di Parigi migliorò il prisma notabilmente, estendendo il numero dei prismi componenti a cinque, cioè due di Flint pesante FF, e tre di
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soprattutto nelle piccole di 8a e 9a si osservano sovente gli spettri diretti, cioè composti di poche righe lucide le quali sono date dalle sostanze
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difetto di misure precise, coi numeri 0, 1, 2, 3 i gradi della medesima, cioè con 0 la completa simmetria, e con 3 il massimo grado di irregolarità (che
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. Tav. IV), cioè una convessità verso la plaga del cielo abbandonata dalla Cometa; tale convessità fu notata il giorno 10, in cui ebbe luogo il passaggio
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, cioè di un fattore 600.
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controllata un secolo dopo e la differenza fu di un centimetro rispetto alla lunghezza stabilita in precedenza: un centimetro su 10 chilometri, cioè un errore
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, dovrebbe proiettarsi su sfondi di stelle diversi e mostrare una sia pur piccola parallasse, cioè uno spostamento annuale rispetto alle stelle più lontane
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secondo d’arco. Dalla trigonometria sappiamo che un angolo di 0,3” corrisponde a una distanza pari a 680 mila volte la base, cioè 680 mila Unità
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Bessel e altri dopo di lui erano riusciti a stabilire la distanza delle stelle più vicine in modo diretto con il metodo della parallasse, cioè
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era dimostrato troppo conservatore nel preservare la vecchia concezione di un universo senza tempo (cioè eterno). Ironia della sorte, De Sitter
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andandole incontro, cioè salendo con i suoi strumenti di misura a 5200 metri su un pallone aerostatico. Due anni prima a Parigi il tedesco padre Theodor
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antimateria: il positrone, cioè un elettrone con carica positiva, dimostrando che era giusta l’equazione di Dirac secondo la quale a ogni particella
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Rimangono l’astrologia genetliaca, che ha tuttora i suoi fedeli, e l’astrologia naturale, cioè l’idea che l’ambiente della nascita possa influenzare
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vediamo mai la faccia opposta della Luna, così gli abitanti di essa non vedono mai la Terra: per questo nel Somnium sono chiamati privolvani, cioè “privati
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