Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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di una nuova Bibbia? Quando siamo arrivati al cantiere,  ci  hanno condotti alla Eisenro5hreplatz, che è la spianata
si è accordato col Meister civile sul lavoro di oggi. Poi  ci  ha affidati al Vorarbeiter e se ne è andato a dormire nella
cammina instabili su due pesanti ammassi informi di cui non  ci  si riesce a liberare; a un tratto uno si stacca, e allora è
che coi piccoli; infatti il lavoro è più suddiviso e  ci  vengono concessi attrezzi adeguati; però siamo in pericolo,
robusto; e allora io chiederò di andare alla latrina, e  ci  starò il più a lungo possibile, e poi cercherò di
estreme riserve di energia. Anche i Kapos lo sanno: alcuni  ci  percuotono per pura bestialità e violenza, ma ve ne sono
per pura bestialità e violenza, ma ve ne sono altri che  ci  percuotono quando siamo sotto il carico, quasi
vantaggio che la nostra latrina è piuttosto lontana; questo  ci  autorizza, una volta al giorno, a una assenza un po' più
stereotipo, quanta zuppa oggi, e di che qualità, e se  ci  è toccata dal principio o dal fondo del mastello; io mi
accadono le cose solite: tutti accorriamo alla baracca, e  ci  mettiamo in fila colle gamelle tese, e tutti abbiamo una
primo tocca la razione più liquida. Come al solito, il Kapo  ci  irride e ci insulta per la nostra voracità, e si guarda
la razione più liquida. Come al solito, il Kapo ci irride e  ci  insulta per la nostra voracità, e si guarda bene dal
delle digestioni torpide, un nucleo doloroso si condensa, e  ci  punge, e cresce fino a varcare le soglie della coscienza, e
punge, e cresce fino a varcare le soglie della coscienza, e  ci  toglie la gioia del sonno. "Es wird bald ein Uhr sein": è
Come un cancro rapido e vorace, fa morire il nostro sonno e  ci  stringe di angoscia preventiva: tendiamo l' orecchio al
Uhr sein". Mentre ognuno si aggrappa al sonno perché non  ci  abbandoni, tutti i sensi sono tesi nel raccapriccio del
che mi fissava con tanto di cipiglio. Intanto la mamma  ci  ha chiamati, perché la carrozza che aveva mandato a
che aveva mandato a prendere per Caterina era pronta, e  ci  siamo montati tutti, meno la Virginia che è rimasta in
Io ho detto alla mamma: - Se permetti vado a cassetta, così  ci  state più comodi. - E così ho fatto, anche perché a
del Camposanto per vedere le nuove tombe. A un certo punto  ci  siamo fermati a una tomba in costruzione e l'Ada ha detto:
avendo visto di lontano Renzo e Carluccio li ho raggiunti e  ci  siamo messi a fare ai cavalli lungo i viali che si prestano
bene ai miei amici anche nel Camposanto, mentre invece  ci  sono le ragazze grandi che vengono qui a dir male delle
al nostro arrivo ha dissipato ogni malumore. Virginia  ci  è venuta incontro, ridendo e piangendo nello stesso tempo,
venuta incontro, ridendo e piangendo nello stesso tempo, e  ci  ha raccontato che il dottore aveva trovato l'avvocato
Mi hanno detto che è levato dalla Storia Romana, e a questo  ci  arrivavo anche io. Ma che significa? Perché l'hanno
Calpurnio il signor direttore del collegio Pierpaoli  ci  avrei provato più gusto. Ho parlato con Gigino Balestra
Ti aspetto sulla bottega. - Infatti ho saputo che  ci  sono le elezioni politiche, perché quello che era deputato
che nel dicembre scorso, proprio il giorno prima che  ci  si rovinasse in quella disastrosa corsa in automobile, con
disastrosa corsa in automobile, con Cecchino Bellucci  ci  pigliammo a parole appunto sulla maggiore o minore
piansero. Noi sostammo numerosi davanti alla loro porta, e  ci  discese nell' anima, nuovo per noi, il dolore antico del
senza speranza dell' esodo ogni secolo rinnovato. L' alba  ci  colse come un tradimento; come se il nuovo sole si
erano seicentocinquanta, e che tutto era in ordine; allora  ci  caricarono sui torpedoni e ci portarono alla stazione di
tutto era in ordine; allora ci caricarono sui torpedoni e  ci  portarono alla stazione di Carpi. Qui ci attendeva il treno
sui torpedoni e ci portarono alla stazione di Carpi. Qui  ci  attendeva il treno e la scorta per il viaggio. Qui
assiduamente la nostra attenzione dalla sventura che  ci  sovrasta, e ne rendono frammentaria, e perciò sostenibile,
proprio i disagi, le percosse, il freddo, la sete, che  ci  hanno tenuti a galla sul vuoto di una disperazione senza
più, durante le soste, di comunicare col mondo esterno:  ci  sentivamo ormai "dall' altra parte". Vi fu una lunga sosta
corpo e corpo, era stata per tutto il viaggio una donna.  Ci  conoscevamo da molti anni, e la sventura ci aveva colti
una donna. Ci conoscevamo da molti anni, e la sventura  ci  aveva colti insieme, ma poco sapevamo l' uno dell' altra.
aveva colti insieme, ma poco sapevamo l' uno dell' altra.  Ci  dicemmo allora, nell' ora della decisione, cose che non si
ora della decisione, cose che non si dicono fra i vivi.  Ci  salutammo, e fu breve; ciascuno salutò nell' altro la vita.
che sembrano dar vento a una rabbia vecchia di secoli.  Ci  apparve una vasta banchina illuminata da riflettori. Poco
"Quanti anni? Sano o malato?" e in base alla risposta  ci  indicavano due diverse direzioni. Tutto era silenzioso come
come in un acquario, e come in certe scene di sogni.  Ci  saremmo attesi qualcosa di più apocalittico: sembravano
tedesco aveva acconsentito a spillare dalla locomotiva che  ci  trascinava tutti alla morte. Scomparvero così, in un
nostri bagagli, e a salire e scendere dai vagoni vuoti. Noi  ci  guardavamo senza parola. Tutto era incomprensibile e folle,
ma una cosa avevamo capito. Questa era la metamorfosi che  ci  attendeva. Domani anche noi saremmo diventati così. Senza
tardi, troppo tardi, andiamo tutti "giù". D' altronde,  ci  siamo presto accorti che non siamo senza scorta: è una
il contatto duro ogni volta che uno scossone del veicolo  ci  getta tutti in mucchio a destra o a sinistra. Accende una
tascabile, e invece di gridare "Guai a voi, anime prave"  ci  domanda cortesemente ad uno ad uno, in tedesco e in lingua
se abbiamo danaro od orologi da cedergli: tanto dopo non  ci  servono più. Non è un comando, non è regolamento questo: si
pusterla Fabbrica; esso, come quello di Porta Ticinese,  ci  dà un saggio dei primordi dell'architettura lombardogotica.
e coltello; infine, e questa è la circostanza più grave,  ci  si trova intrusi in un ambiente sconosciuto, fra compagni
un certo grado di sicurezza di fronte agli imprevisti;  ci  si è fatto un nido, il trauma del travasamento è superato,
ottenere di dormire in cuccetta con lui, e neppure Alberto  ci  è riuscito, quantunque nel Block 45 egli goda ormai di una
avere un compagno di letto di cui fidarsi, o con cui almeno  ci  si possa intendere, è un inestimabile vantaggio; e inoltre,
si tratti di un amico. D' inverno le notti sono lunghe, e  ci  è concesso per il sonno un intervallo di tempo
di notte e tutte le luci si spengono definitivamente. Non  ci  resta che spogliarci e coricarci. Non so chi sia il mio
quella locomotiva che rimorchiava oggi in Buna i vagoni che  ci  hanno fatto scaricare: la riconosco dal fatto che anche
parlano confusamente d' altro fra di loro, come se io non  ci  fossi. Mia sorella mi guarda, si alza e se ne va senza far
osceno e una vergogna indelebile: ogni due, ogni tre ore  ci  dobbiamo alzare, per smaltire la grossa dose di acqua che
per soddisfare la fame: quella stessa acqua che alla sera  ci  gonfia le caviglie e le occhiaie, impartendo a tutte le
e non privilegiati, ogni notte, quando la necessità  ci  spinge al secchio. Improvvisamente la guardia di notte
Improvvisamente la guardia di notte balza dal suo angolo e  ci  agguanta, si scarabocchia il nostro numero, ci consegna un
suo angolo e ci agguanta, si scarabocchia il nostro numero,  ci  consegna un paio di suole di legno e il secchio, e ci
ci consegna un paio di suole di legno e il secchio, e  ci  caccia fuori in mezzo alla neve, tremanti e insonnoliti. A
A noi tocca trascinarci fino alla latrina, col secchio che  ci  urta i polpacci nudi, disgustosamente caldo; è pieno oltre
ragionevole, e inevitabilmente, con le scosse, qualcosa  ci  trabocca sui piedi, talché, per quanto questa funzione sia
nella vita libera occorrono solo nelle notti di febbre.  Ci  si sveglia a ogni istante, gelidi di terrore, con un
fusi in un' unica sostanza, un impasto angoscioso in cui  ci  sentiamo invischiati e soffocati; talora in marcia a
fine, con vertigine accecante e una marea di nausea che  ci  sale dai precordi alla gola; finché la fame, o il freddo, o
Cerchiamo invano, quando l' incubo stesso o il disagio  ci  svegliano, di districarne gli elementi, e di ricacciarli
evasione notturna, cadono a pezzi intorno a noi, e  ci  ritroviamo desti senza remissione, esposti all' offesa,
avremo divorato, costituirà tutto quanto la legge del luogo  ci  consente di possedere. Allo Wstawac si rimette in moto la
di averlo fatto spaventare quella sera. Quanto tempo mi  ci  vorrà per guarire?… Stamani sentivo Ada e Virginia che
mi sono messo ad ascoltare quello che dicevano. Pare che  ci  sarà, nientemeno, che una festa da ballo in casa nostra.
su tutti spaventati, per vedere quello che era successo...  Ci  può essere una ragazza più oca di quella?... Al solito, io
non so che di esigente, di doveroso, di inesorabile, a cui  ci  sottoponiamo senza resistere, ma di cui non sappiamo darci
come abbandonarci? è impossibile, è tanto tempo che  ci  amiamo! .... Si suol dire che l'amore non mira che al
tanto più ingigantire quanto più si distacca da essa,  ci  fa fede della sua continuazione al di là della morte. Il
per ponente, e il giorno dopo, dalla posizione del sole,  ci  accorgemmo che la nostra rotta si era invertita: stavamo
o azioni banditesche, non si mangiava che quanto i russi  ci  davano: la situazione non era drammatica, ma confusa e
vagoni-famiglia avevano stufe a bordo: in tutti gli altri,  ci  si arrangiava a cucinare a terra, su fuochi di bivacco,
con bestemmie e carboni incandescenti. Ciononostante,  ci  riuscì qualche volta di spillare acqua calda dal ventre
del giuramento non era vera". In mezzo alla pioggia, che  ci  rendeva collerici e tristi, viaggiammo quasi senza soste
evidenza, le autorità militari o ferroviarie rumene non  ci  volevano più, o ci avevano già "scaricati", mentre quelle
militari o ferroviarie rumene non ci volevano più, o  ci  avevano già "scaricati", mentre quelle ungheresi non ci
o ci avevano già "scaricati", mentre quelle ungheresi non  ci  volevano accettare, o non ci avevano "presi in carico":
mentre quelle ungheresi non ci volevano accettare, o non  ci  avevano "presi in carico": negli effetti, rimanemmo
come una nave in secca; e le ruote, quelle ruote che  ci  dovevano portare a casa, ci curvavamo ad esaminarle: no,
e le ruote, quelle ruote che ci dovevano portare a casa,  ci  curvavamo ad esaminarle: no, non si erano mosse di un
e la pioggia le arrugginiva. Avevamo freddo e fame, e  ci  sentivamo abbandonati e dimenticati. Il sesto giorno,
snervato e inferocito più di tutti gli altri, Cesare  ci  piantò. Dichiarò che ne aveva abbastanza di Curtici, dei
Alba Julia, Turnu Severin, al primo ingresso in Ungheria  ci  imbattemmo invece in Békéscsaba, cui fecero seguito
intrisa d' acqua, il cielo era plumbeo, ma sopra ogni cosa  ci  attristava la mancanza di Cesare. Aveva lasciato fra noi un
la fatica dei diciannove giorni di tradotta che ormai  ci  pesavano sulle spalle. Ci guardavamo l' un l' altro con un
giorni di tradotta che ormai ci pesavano sulle spalle.  Ci  guardavamo l' un l' altro con un vago senso di colpa:
partire? Ma in Ungheria, malgrado i nomi impossibili,  ci  sentivamo ormai in Europa, sotto l' ala di una civiltà che
Quando la macchina fischiò, e risalimmo sul vagone,  ci  contammo, ed eravamo due in più. Uno era Vincenzo, e
e nessuno di noi riusciva a capirlo. Il Carabiniere  ci  raccontò che, mentre a terra stava mangiando pane, il
fretta sul vagone, doveva averlo seguito senza che nessuno  ci  badasse. Fu accolto bene: una bocca in più da sfamare non
a una a una; poi la cerchiatura, e il foro con lo spinotto.  Ci  guardammo interdetti: quale era il senso del messaggio?
merci di Leopoldau, una stazione periferica di Vienna, e  ci  sentivamo quasi a casa. La periferia di Vienna era brutta e
con molte scosse e stridori, percorremmo pochi chilometri e  ci  trovammo trasferiti in un altro scalo, Vienna-Jedlersdorf.
come se volesse salirvi; tutti i vagoni erano carbonizzati.  Ci  accostammo, spinti dall' istinto del saccheggio e da una
dall' istinto del saccheggio e da una curiosità irridente:  ci  ripromettevamo una soddisfazione maligna nel mettere le
vanità delle vanità, e il sapore freddo della perdizione.  Ci  allontanammo, e vagando alla ventura ci trovammo sull'
della perdizione. Ci allontanammo, e vagando alla ventura  ci  trovammo sull' argine del Danubio. Il fiume era in piena,
breve è la durata media del soggiorno: a St. Valentin non  ci  si fermava che poche ore, un giorno al massimo, ed era
disarmati, ma adorni di una miriade di aggeggi di cui  ci  sfuggiva il significato e l' impiego. Per il bagno, tutto
tiepida e accappatoi, lusso mai più visto. Dopo il bagno,  ci  introdussero in un vasto locale in muratura, tagliato in
questo plebiscito, che la mamma s'è mossa a compassione e  ci  ha messo subito una buona parola: - Se almeno, dopo tanti
Re, il Papa, gli Svizzeri e tutti i monumenti antichi che  ci  sono. Quello poi che mi solletica più di tutto è l'idea di
Cecchino! Ecco a che cosa si può andare incontro quando  ci  si vanta di saper fare una cosa, mentre invece non se ne sa
tutti zotici, selvaggiamente impermeabili al sapere che  ci  veniva somministrato. Alcuni lo rifiutavano o deridevano
pioggia noiosa. Noi no. Eravamo cinque o sei, ed in petto  ci  proclamavamo l' élite della classe. Avevamo elaborato una
salto in alto o in lungo meglio che poteva: ma Guido ed io  ci  attenevamo rigorosamente al "pulverem olympicum" cantato da
rigorosamente al "pulverem olympicum" cantato da Orazio.  Ci  eravamo scoperti mezzofondisti, ma i 1500 di Beccali per
mezzofondisti, ma i 1500 di Beccali per noi erano troppi;  ci  bastavano e avanzavano i polverosissimi .00 metri della
i polverosissimi .00 metri della pista. Quei tre versi  ci  riconciliavano con la latinità; quegli antichi romani non
una gara continua, un confronto ad oltranza, e di fatto  ci  rendeva inseparabili. Avevamo quindici o sedici anni, e
varie forme di confronto indiretto. Per settimane  ci  sfidammo a chi tratteneva il fiato più a lungo; dapprima
sbarrati dell' altro. Non c' era bisogno di controlli, non  ci  sarebbe mai venuto in mente di frodare sull' effettiva
era rimasto per un lungo istante. Ligi al mito collettivo,  ci  eravamo dedicati finalmente all' atletica, ma fu presto
da bestie. Calzavamo scarpette da tennis, e la ghiaia  ci  faceva male ai piedi e sottraeva spinta alla falcata.
la superiorità di Guido era conclamata, consolidata;  ci  separava un abisso di almeno cinque secondi. Il caso mi
al piano terra avevano interstizi di sedici centimetri:  ci  passava giusto il mio cranio, ma a quel tempo ero così
quello strano legame che forse amicizia non era, e che  ci  ha uniti e divisi. Nel mio ricordo la sua immagine è
abbia del sangue nelle vene come il Corsaro nero.. Ora  ci  penso, e qualcosa alla fine farò...
per un certo tempo. Dietro queste spiegazioni mi calmai, e  ci  mettemmo a discorrere dell'automobile che è una cosa che mi
il meccanismo, dicendomi che lui lo conosce benissimo e  ci  sa andare anche solo e ci è andato più d'una volta, perché
che lui lo conosce benissimo e ci sa andare anche solo e  ci  è andato più d'una volta, perché basta saper girare il
voltate, anche un ragazzo lo sa manovrare. Io veramente  ci  credevo poco, perché mi pareva impossibile che lasciassero
- Il mal augurio si avverò anche troppo presto, e se non  ci  si ruppe proprio l'osso del collo, andaron rotte altre ossa
avevamo avuto la fortuna di cascare dentro una macchia che  ci  servì come di una molla, attutendo il colpo della caduta,
prendere a nolo appena si era accorto della nostra fuga, e  ci  trasportò tutti e due all'ospedale dove a Cecchino
freddo; ma da una settimana c' è qualcosa di nuovo: Lorenzo  ci  porta ogni sera tre o quattro litri della zuppa dei
assunto un tono paterno e condiscendente; quanto a Elias,  ci  è perennemente alle costole, e mentre da una parte ci spia
ci è perennemente alle costole, e mentre da una parte  ci  spia con tenacia per scoprire il segreto della nostra
scoprire il segreto della nostra "organisacja", dall' altra  ci  subissa di incomprensibili dichiarazioni di solidarietà e
dichiarazioni di solidarietà e di affetto, e  ci  introna con una litania di portentose oscenità e bestemmie
menaschka per fare la rotazione con la prima, in modo che  ci  basti una sola spedizione al giorno all' angolo remoto del
di zuppa. Parliamo di tre nuovissime nostre imprese, e  ci  troviamo d' accordo nel deplorare che evidenti ragioni di
il conto torna. Ma la colonna non si è sciolta,  ci  hanno fatto marciare fino in piazza dell' Appello. Ci sarà
ci hanno fatto marciare fino in piazza dell' Appello.  Ci  sarà appello? Non è l' appello. Abbiamo visto la luce cruda
Siamo rimasti in piedi, curvi e grigi, a capo chino, e non  ci  siamo scoperta la testa che quando il tedesco ce l' ha
ultimi fremiti del morente. Ai piedi della forca, le SS  ci  guardano passare con occhi indifferenti: la loro opera è
noi domati, noi spenti, degni ormai della morte inerme che  ci  attende. Distruggere l' uomo è difficile, quasi quanto
quanto crearlo: non è stato agevole, non è stato breve, ma  ci  siete riusciti, tedeschi. Eccoci docili sotto i vostri
abbiamo soddisfatto la rabbia quotidiana della fame, e ora  ci  opprime la vergogna.
Il tempo! - Minaccia un altro uragano, signor Rokoff. - Che  ci  spezzi ancora le ali? - I venti soffiano furiosi sulle
Cercheremo di attraversare il lago prima che la bufera  ci  sorprenda. Le sponde meridionali sono meno abitate. -
Thuigo laggiù, seminascosto fra le rupi. Fra una mezz'ora  ci  libreremo sopra le sue capanne. - Vi passeremo sopra? - Che
capanne. - Vi passeremo sopra? - Che cosa possiamo temere?  Ci  terremo a una altezza tale da non lasciarci raggiungere
lo "Sparviero" per un mostro; io invece che credevo che  ci  prendessero per figli della luna o del sole o per lo meno
- rispose il capitano. - I loro moschettoni a miccia non  ci  causeranno alcun danno e poi siamo già a quattrocento metri
montare un'aquila? - È probabile, capitano. - Quei tibetani  ci  hanno scorto e ci avranno preso per divinità o per qualche
- È probabile, capitano. - Quei tibetani ci hanno scorto e  ci  avranno preso per divinità o per qualche cosa di simile.
o per qualche cosa di simile. Superstiziosi come sono, non  ci  sarebbe da stupirsi. - Che ci credano figli di Buddha? - È
Superstiziosi come sono, non ci sarebbe da stupirsi. - Che  ci  credano figli di Buddha? - È probabile, signor Rokoff. - Se
onori, ma sempre come prigionieri. No, signor Rokoff, non  ci  tengo affatto ad aspirare a tale carica. Lo "Sparviero"
Il lago è circondato di montagne e temerei che l'uragano  ci  mandasse ad infrangerci contro qualche vetta. Preferisco
cosa che temo: le scariche elettriche. Bah! La fortuna che  ci  ha protetto finora, non ci abbandonerà oggi. Avanti e
elettriche. Bah! La fortuna che ci ha protetto finora, non  ci  abbandonerà oggi. Avanti e confidiamo nella nostra buona
- Riusciremo a toccare la riva opposta, prima che il vento  ci  fracassi le ali o che le folgori ce le incendino? - Chi può
al mio "Sparviero" tutta la velocità possibile, ma i venti  ci  travolgono. Temo di dover cedere e di lasciarmi trasportare
almeno morremo insieme - pensò il bravo cosacco. - Ah! Se  ci  fosse qui anche il capitano ad aiutarmi? Ma chissà se sarà
- È stata la folgore che è piombata sul ponte e che  ci  ha precipitati nel lago. - Ah! Respiro! ... - esclamò il
lo rivedremo tornare dopo cessato l'uragano. - Ma noi dove  ci  troviamo? - Presso un monastero o una fortezza. - Non
lanterne cinesi, o qualche cosa di simile. - Che i monaci  ci  abbiano veduto approdare e vengano a cercarci? - si chiese.
veduto approdare e vengano a cercarci? - si chiese. - O che  ci  abbiano anche veduto a cadere nel lago? Mi ricordo d'aver
preferito non essere scoperto. - Bah! Se sono monaci, non  ci  faranno paura - disse Rokoff, mostrando i suoi pugni. - Mi
cominciano a giungere anche qui. Vediamo quale accoglienza  ci  faranno questi buddisti; se si mostrano ostili daremo
- disse Fedoro risolutamente. - Anche rimanendo qui  ci  troverebbero egualmente. - Ti seguo - disse il cosacco,
di stupore, sfuggirono agli uomini che le portavano. -  Ci  hanno veduto - disse Fedoro. - Chi sono, dunque? - chiese
cosa ne dici, Fedoro? - chiese Rokoff. - Che questi uomini  ci  adorano. - Che ci prendano per figli della luna o delle
- chiese Rokoff. - Che questi uomini ci adorano. - Che  ci  prendano per figli della luna o delle tempeste? - Per i
spanna e dimenandole in tutti i sensi. - Abbiamo capito,  ci  salutate - disse Rokoff. - Ma basta; conduceteci con voi. I
da costoro? - Non comprendono il cinese. Nel loro monastero  ci  sarà, spero, qualcuno che lo parlerà, essendo i tibetani
mandato loro un patetico messaggio. Ogni anno che passa  ci  rende più soli: non soltanto l' uomo non è il centro dell'
per l' uomo, è ostile, violento, strano. Nel cielo non  ci  sono Campi Elisi, bensì materia e luce distorte, compresse,
compilare un annuario sui pianeti abitati della Galassia, e  ci  occorrono alcuni dati comparativi. _ E ... come mai lei
non si fermano alla ionosfera, ma proseguono nello spazio.  Ci  mettono undici anni abbondanti, ma arrivano fino a noi
intorno a voi? Elio, con un certo imbarazzo, spiegò che non  ci  si lava che per qualche minuto al giorno, che ci si lava
che non ci si lava che per qualche minuto al giorno, che  ci  si lava per non essere sporchi, e che se si sta sporchi c'
se tentasse di staccarsi dal suolo. Parve a Elio che non  ci  riuscisse, e si udì ancora la voce che diceva: _ Per
contro di noi! ... - Fedoro, che cosa possiamo tentare?  Ci  lasceremo torturare e assassinare in questo modo da queste
- Non so che cosa risponderti, mio povero amico. - Ciò che  ci  succede è spaventevole! No, non può essere che un sogno! -
europei! - gridò Fedoro. - Guardati, perché le Ambasciate  ci  vendicheranno e vi faranno uccidere tutti. Quella minaccia,
Poco fa pareva che volessero sottoporci alla tortura; ora  ci  colmano di cortesie. - Senza liberarci però - rispose il
fattaci. - No, ma ... vorrei essere già lontano da qui. -  Ci  andremo domani e anche in fretta. Ci recheremo a comperare
già lontano da qui. - Ci andremo domani e anche in fretta.  Ci  recheremo a comperare il tè a Canton od a Nan-King o in
tè a Canton od a Nan-King o in qualche altro luogo. Qui non  ci  fermeremo nemmeno un'ora dopo ... - Dopo che cosa? - Che
Pare che si preparino a portarci via - disse Rokoff. - Che  ci  conducano all'ambasciata rinchiusi qui dentro? Potevano
vogliono condurci? Domanda a quel comandante perché non  ci  mettono subito in libertà, come ci aveva promesso il
comandante perché non ci mettono subito in libertà, come  ci  aveva promesso il magistrato. Tu non mi sembri tranquillo.
interpellare da un prigioniero. - Vi ho domandato dove  ci  volete condurre - replicò Fedoro. - Ci era stata promessa
Vi ho domandato dove ci volete condurre - replicò Fedoro. -  Ci  era stata promessa la libertà per stamane. - Ah! - fece
passando sotto una massiccia torre quadrata. - Dove  ci  conducono, Fedoro? - chiese Rokoff, vedendo il carro
All'ambasciata no di certo. - Siamo usciti dalla città. - E  ci  dirigiamo? - Verso il Pei-Ho, se non m'inganno. Ah! Mi
E quale Fedoro? - Che c'imbarchino su qualche giunca e che  ci  traducano a Tient-sin o fino al mare per impedirci di fare
impedirci di fare i nostri reclami all'ambasciata russa. -  Ci  sfrattano dall'impero? - Lo suppongo, Rokoff. - Che ci
- Ci sfrattano dall'impero? - Lo suppongo, Rokoff. - Che  ci  mandino via non m'importa: mi rincresce solo di andarmene
il carro si diresse verso il nord- est. - Mi pare che  ci  conducano a Tong - disse Fedoro. - Che cos'è? - Una borgata
Vacca. Ora, il Medioevo non è venuto: nulla è crollato, e  ci  sono invece timidi segni di un assetto mondiale fondato, se
accanto a parecchie ingenuità ed errori di prospettiva,  ci  trovo qualcosa di buono. I bambini sintetici sono una
una realtà, anche se l' ombelico ce l' hanno. Sulla luna  ci  siamo andati, e la terra vista di lassù deve proprio
la più bella di tutte? ... Per inventare una mascherata non  ci  vuol poi un gran talento! ... Non è come il latino o la
sera." "Oh! bene! oh bene!", gridò Pierino. "Allora  ci  vengo anch'io." "Ma zitto! E non dir nulla a nessuno:
preso? per una spia?" "A proposito", disse Cesare, "come  ci  dovremo mascherare?" "Io non lo so", disse Pierino.
le volete davvero queste cento lire?" "A me mi pare che tu  ci  canzoni ... " "Io non canzono nessuno. Le volete, sì o no,
cento lire, date retta a quel che vi dico. Domenica sera  ci  dobbiamo mascherare tutti e tre, e la nostra mascherata
mi vestirei tanto volentieri da Rigoletto!" "Al gobbo ti  ci  penso io: lascia fare a me ... " "E io?", domandò Pierino.
avesse in famiglia nemmeno un maschio?" "Così mi piace e  ci  sto." E i tre fratelli, contenti di questa bellissima
sì, quella sera, quando egli l'aveva baciata. Infine che  ci  voleva dal Bufalo sino a via Santi Apostoli? Ci vorranno
Infine che ci voleva dal Bufalo sino a via Santi Apostoli?  Ci  vorranno forse dieci minuti, a piedi. No, più, ce ne
e si è subito a Santi Apostoli. Un quarto di ora, forse,  ci  si metterà, andando piano per non dare nell'occhio. A fare
lungo, per il Pozzetto, per il Corso, per san Marcello,  ci  sarebbe voluto mezz'ora; tanta gente è sempre per il Corso,
scarpette mi vanno, le sono tante assestate! Domani, domani  ci  vado e le dico tutto. Le pareva di avere una forza nuova
da ora innanzi lavare in casa. Susanna rispondeva che non  ci  era avvezza a stare una giornata con le mani nell'acqua, e
mani nell'acqua, e che, per otto lire il mese, anche troppo  ci  rimetteva la salute. - Otto lire, col trattamento - gridava
non rispose, occupata a risciacquare certe stoviglie. -  Ci  potrei andare quando Toto va a Santo Spirito, per la visita
della sera... verso le quattro. - Fossi in lei, veda, non  ci  andrei - disse la serva, rivoltandosi, improvvisamente. - E
che commette! Solo quel babbeo del marito non sa niente: ma  ci  dovrebbe essere un'anima cristiana che lo avvisasse.
ripetè poi, ostinandosi - dovrei fargliene una oggi. - Eh,  ci  vada pure, poichè le fa tanto piacere. Scommetto che se se
tre, è meglio che mi vesta, per andare all'ospedale. Vedi,  ci  sono delle soddisfazioni a fare il medico. Mentre egli si
e non aveva filo nero; lo ricucì col filo grigio, non  ci  sembrava troppo, poteva andare. Provò due o tre volte il
Checchina, come un pappagallo. - Stava, stava, ma non  ci  è. E frugavano ancora, guardando in ogni posto, anche dove
poteva uscire, senza l'ombrello. Per prendere una carrozza  ci  sarebbero voluti sedici soldi e forse una lira, perchè, di
via da stamane e io avevo da andare ai Coronari e nemmanco  ci  son potuta andare. Se aspettate che torni, all'Avemmaria...
all'Avemmaria... - Grazie, Maddalena, non importa. - Poco  ci  può mancare, una mezz'oretta. - Non importa, non importa...
Susanna. - Ora ho da uscire - rispose Checchina. - E che  ci  vuole, a legger la lista? Quella non se ne va e lo sapete,
sosteneva di averglielo consegnato, con le proprie mani. -  Ci  è scritto? - domandava, gridando alla padrona, la serva. -
è scritto? - domandava, gridando alla padrona, la serva. -  Ci  è scritto - rispondeva Checchina macchinalmente. - Ebbene,
è scritto - rispondeva Checchina macchinalmente. - Ebbene,  ci  deve essere. La lavandaia scoteva il capo, poco convinta.
di soverchio. - Guardate bene nell'armadio, il lenzuolo  ci  sarà, io non l'ho avuto continuava. Finalmente, guardando
mai avuto fazzoletti con la lettera R , diceva Susanna.  Ci  volle del bello e del buono per convincere la lavandaia a
e ce l'accompagno io, dalla signora Isolina. In due non  ci  diranno niente, eppoi, so rispondere io, agli sfacciati. -
eppoi, so rispondere io, agli sfacciati. - E in cucina chi  ci  baderà? - È tutto pronto, copro il fuoco con la cenere e
stata? - Da Isolina. - E che fa? - Niente: non vi era. -  Ci  potrai tornare. - Già. - Io sono stato all'ospedale: poco
sino al Caffè di Roma , sai, al Corso, per vedere, se  ci  fosse il marchese d'Aragona... - Con la pioggia sei andato?
successivo: era un bisogno, una mancanza, uno yearning, che  ci  accompagnava ormai da un anno, aveva messo in noi radici
era alta ed alto anche il rischio, perché per i liquidi  ci  vogliono recipienti. È il grande problema dell'
il cerio: bene, ora si trattava di piazzarlo, di lanciarlo.  Ci  avrebbe pensato lui, lo avrebbe fatto diventare una novità,
quanto, e come? "Non fare difficoltà, mi disse:  ci  penso io. Tu pensa a rubare il resto". Il giorno dopo non
era una novità, oramai, ma ogni volta che questo avveniva  ci  sentivamo, noi e tutti, percossi di angoscia fino in fondo
aereo! A noi era consentito l' accesso ai rifugi antiaerei:  ci  raccoglievamo nelle vaste aree non ancora fabbricate, nei
due per Alberto, e in due mesi i russi sarebbero arrivati e  ci  avrebbero liberati; e ci avrebbe infine liberati il cerio,
mesi i russi sarebbero arrivati e ci avrebbero liberati; e  ci  avrebbe infine liberati il cerio, elemento di cui non
con un coltello, di nascosto, perché nessun concorrente  ci  rubasse il segreto. Quando? Di notte. Dove? Nella baracca
cattivo, e perciò si raccontano più volentieri? Ma noi non  ci  ponemmo allora queste domande: il Lager ci aveva donato una
Ma noi non ci ponemmo allora queste domande: il Lager  ci  aveva donato una folle famigliarità col pericolo e con la
e con la morte, e rischiare il capestro per mangiare di più  ci  sembrava una scelta logica, anzi ovvia. Mentre i compagni
né le coperte né il saccone presero fuoco, e in questo modo  ci  conquistammo il pane che ci resse in vita fino all' arrivo
presero fuoco, e in questo modo ci conquistammo il pane che  ci  resse in vita fino all' arrivo dei russi e ci confortammo
il pane che ci resse in vita fino all' arrivo dei russi e  ci  confortammo nella fiducia e nell' amicizia che ci univa.
russi e ci confortammo nella fiducia e nell' amicizia che  ci  univa. Quanto avvenne di me è scritto altrove. Alberto se
avuto quella di disegnarlo, e allora questo lavoro non  ci  sarebbe stato! Dunque, certe scappate, per un ragazzo che
modo gli manifesti la mia gratitudine. Ho un'idea... ma mi  ci  vogliono tre o quattro lire per metterla in esecuzione.
lasciammo il sotterraneo e nella splendida foresta ove  ci  trovavamo internati, le piante secolari che ricordavano
vicino a lui; "non aspettavo quest’oggi voi, Marzio!" e  ci  stringemmo le destre come vecchie conoscenze. "Aspettavo
del vomito prieto. "Sarebbe stato meglio che il vento  ci  avesse trascinati cento miglia più a sud" disse "Erano
alligna che nei climi caldi e scompare prontamente quando  ci  si allontana." Un grido strano rauco echeggiò in quel
poco allegra. Attorno a noi una calma assoluta che  ci  tiene inchiodati fra quest'atmosfera infuocata, i palloni
i palloni che cominciano a perdere le forze, un pazzo che  ci  dà assai da fare, forse la febbre gialla che ci insidia, e
pazzo che ci dà assai da fare, forse la febbre gialla che  ci  insidia, e l'acqua che scema a vista d'occhio. Diavolo! Che
e l'acqua che scema a vista d'occhio. Diavolo! Che cosa  ci  deve toccare di peggio?" "È vero, O'Donnell" rispose Kelly
O'Donnell" rispose Kelly sospirando. "La fortuna che prima  ci  proteggeva ci ha ora abbandonati, ma siamo uomini dotati di
Kelly sospirando. "La fortuna che prima ci proteggeva  ci  ha ora abbandonati, ma siamo uomini dotati di una certa
ancora in aria?" "Coi mezzi di cui disponiamo e che  ci  rimangono quasi intatti, non avendo gettato finora che
anche lentamente, possiamo ben varcare la distanza che  ci  separa dalle coste africane." "Ma le calme dei Tropici
talvolta delle settimane." "Diavolo!" "E un altro pericolo  ci  minaccia: la mancanza d'acqua. Durante la giornata di ieri
si mitigasse. Se fosse continuato ancora tre giorni,  ci  avrebbe disseccati. Ma a che cosa si deve questo brusco
Abrahams abito in quest' isola da quattordici anni. Mi  ci  avevano mandato di guarnigione: pare che in un' isola
del Galles e del Surrey; erano anche buoni contadini, e  ci  davano una mano nel lavoro. Poi l' arruffapopoli è morto, e
segni e idoli nelle rocce del monte Snowdon; ma nessuno  ci  si è mai fermato, perché qui piove metà dell' anno, e la
isola: il soldato Cochrane, che soffriva di nostalgia,  ci  andava sovente e ci passava le giornate in mezzo alla
Cochrane, che soffriva di nostalgia, ci andava sovente e  ci  passava le giornate in mezzo alla nebbia salata e al vento,
perché gli pareva di essere più vicino all' Inghilterra.  Ci  ha anche costruito un faro, che nessuno si è mai curato di
becco d' anitra. L' isola delle Foche è piatta e sabbiosa:  ci  vengono d' inverno le foche a figliare. La grotta Holywell,
l' ha chiamata così mia moglie, che non so che cosa  ci  trovasse. In certi periodi, quando eravamo soli, ci andava
cosa ci trovasse. In certi periodi, quando eravamo soli,  ci  andava quasi tutte le sere, con una torcia, e sì che da
quasi tutte le sere, con una torcia, e sì che da Aberdare  ci  sono quasi due miglia. Si sedeva là a filare o a lavorare a
notte, mai più avrebbero rimesso piede su una nave; e mi  ci  è voluta un bel po' di fatica per convincerli a entrare
barchetta, e ad attraversare le cento braccia di mare che  ci  separavano da Desolazione. Per conto loro, sarebbero
i quattro in una delle baracche abbandonate dai gallesi, e  ci  stavano abbastanza larghi, anche perché il loro bagaglio
Hendrik si è costruita una capanna robusta, senza finestre,  ci  ha portato il baule, e ci passava intere giornate, qualche
capanna robusta, senza finestre, ci ha portato il baule, e  ci  passava intere giornate, qualche volta con Maggie: si
sarebbe stato chiaro a chiunque che per quei quattro uomini  ci  volevano quattro donne; un giorno li ho riuniti, e senza
solennemente incaricato di trovarci le quattro mogli, ma  ci  ha riso in faccia: cosa pensavamo? che fosse facile trovare
nell' isola. Ai maiali non era successo niente, però  ci  sono corsi incontro come a dei fratelli (io non sopporto
arrotondata che sembra molto più alta di prima. Quando  ci  siamo affacciati alla grotta del Pozzosanto siamo rimasti
lei diceva di sentire: ad un tratto ha cacciato un urlo che  ci  ha fatto arricciare tutti i peli. C' era nel cielo della
a braccio teso, e a scuoterli sembrava che dentro  ci  si dimenasse un animale vivo. Quanto a trovare il mercurio
un animale vivo. Quanto a trovare il mercurio greggio, non  ci  voleva niente: nella caverna si sguazzava nel mercurio,
freddo e fuggitivo, sempre inquieto, ma quando è ben fermo  ci  si specchia meglio che in uno specchio. Se lo si fa girare
continua a girare per quasi mezz' ora. Non soltanto  ci  galleggia sopra il crocifisso sacrilego di Hendrik, ma
e neppure un prete per celebrare le nozze; che tuttavia  ci  raccomandava di celebrarle noi stessi, meglio che potevamo,
risposto di sì, e poiché anche la ragazza era d' accordo,  ci  siamo sposati.
alzava ancora a prua, disperdendosi lentamente. "Ecco chi  ci  bombarda," disse l'ingegnere. "Quella nave?" "Sì." "Che sia
mezzo al golfo." "Ma chi può aver avvertito quel legno che  ci  prende a colpi di cannone?" "Il telegrafo, amico mio.
del grande banco di merluzzi contro di noi." "Che  ci  credano tutti e due feniani?" "Mi crederanno vostro
forse il vostro grandioso viaggio. Non vedete cosa  ci  regalano questi signori inglesi? Ci daranno una caccia
Non vedete cosa ci regalano questi signori inglesi?  Ci  daranno una caccia spietata attraverso l'Atlantico,
di loro e vi condurrò in salvo, dovessi impiegare la forza.  Ci  dichiarano guerra? L'accetteremo e vedremo chi uscirà con
chi uscirà con le costole rotte. Guardate: la nave che  ci  bombardava è ormai un punto nero, e la sfido a
un altro sorso. Il freddo cresce di passo in passo che  ci  avviciniamo a Terranova, e se non lo combattiamo ci
che ci avviciniamo a Terranova, e se non lo combattiamo  ci  procureremo dei malanni." Mentre così discorrevano, il
il vento non cambia, passeremo sopra il banco. La corrente  ci  farà tagliare Terranova da sud-ovest al nord-est, e ci
ci farà tagliare Terranova da sud-ovest al nord-est, e  ci  spingerà sull'oceano in quella direzione." "E potremo
disse. "Prima di sera avremo attraversato Terranova e  ci  libreremo sopra il grande banco da pesca."
i tetri e complicati episodii a cui abbiamo assistito,  ci  avvertono che, malgrado l'apparente benessere dell'Europa,
dove la processione dovrà passare e dove per avventura  ci  sarà dato raccogliere dalle conversazioni animatissime dei
Primati dalla fisonomia grave ma altrettanto simpatica. -  Ci  siamo, caro Pestalozza! - La è proprio così, caro Pirotta!
Ma quando? Ma come? - Leggete! ... sentite! «La mano  ci  trema ... le lagrime ci fan velo agli occhi ... il cuore ci
- Leggete! ... sentite! «La mano ci trema ... le lagrime  ci  fan velo agli occhi ... il cuore ci si spezza nel
ci trema ... le lagrime ci fan velo agli occhi ... il cuore  ci  si spezza nel trascrivere l'infausta novella ...
oggi? Tutti leggono, tutti scrivono. La statistica libraria  ci  afferma che nella Unione Europea vengono in luce da venti a
Qual criterio può ora guidare le nostre preferenze? E chi  ci  addita il buon libro? Chi vorrà sommergersi in questo
e perverso, bensì è insita nell' equilibrio precario in cui  ci  siamo abituati a vivere. Di apocalissi e flagelli si
con disagio. Quando invece il loro passo si avvicina,  ci  si comporta come a Badenheim. Che se ne parli oggi, che si
o a torto, che le sorti non siano ancora gettate, che  ci  sia ancora un po' di tempo, e che discutere serva. Serve,
che pensano allo stesso modo; per organizzarlo a Mosca  ci  vuole l' accordo di Mosca. Il giorno in cui sapremo che a
alle spinte dal basso. Al di fuori di ogni giudizio morale,  ci  accontenteremmo che possedessero due virtù: che sappiano
bello costringerli tutti a cambiare mestiere, ma non  ci  si riuscirebbe in breve tempo. Per restare nell' immagine,
controparte che la guardia non si è abbassata, ma che non  ci  sono intenzioni aggressive. America e Russia si trovano in
inizio a Ginevra una trattativa globale: noi piccoli uomini  ci  troviamo costretti a delegare ai due grandi uomini una
più antica. Voi sapete quanto finora la Provvidenza  ci  abbia privilegiate. Nella mia lunga vita ho conosciuto
Ora, per certo voi non avrete dimenticato quanto  ci  viene insegnato fin dai primi anni di scuola, e cioè che è
all' increscioso siero delle carpe e dei rospi? O  ci  suggeremo a vicenda? O non ci vedremo costrette a
delle carpe e dei rospi? O ci suggeremo a vicenda? O non  ci  vedremo costrette a ripercorrere un' eternità di fame, di
e di morti precoci, ad attendere cioè che l' Evoluzione  ci  rinnovi (a quale prezzo, sorelle!) ripristinando in noi
noi oggi detestiamo ed irridiamo nelle specie vili di cui  ci  nutriamo, quali i castori e gli uomini? Perciò vi esorto,
- O Dio, o Dio, o Dio! Che diamine mai m'è accaduto? Non  ci  veggo più... Ah! Ho capito... questa è una conseguenza
Uh! mi si confonde la vista... Mi gira la testa... Ah,  ci  siamo! Per carità, mandate subito a chiamare il medico... e
nell'orecchio ha cominciato a dirgli - Coraggio, zio...  Ci  son qui io, non tema di niente! Penso a tutto io... Non si
e questo, capirai, è un buon segno perché vuol dire che  ci  saranno pochi legati... - E a me che avevo steso la mano
- Non dia retta al dottore! Lei si è impaurito perché non  ci  vedeva più coi suoi occhiali... Ma si tratta probabilmente
della Sera. Il signor Venanzio allora, nel vedere che  ci  vedeva, s'è calmato subito, poi ha fatto il confronto fra
ad accettare certi "doveri". Il risultato sorprende; non  ci  sono demoni, gli assassini di milioni di innocenti sono
di innocenti sono gente come noi, hanno il nostro viso,  ci  rassomigliano. Non hanno sangue diverso dal nostro, ma
si possano staccare dal substrato come si pela una banana.  Ci  chiedono vernici che impediscano al piede di scivolare, per
e all' insuccesso, e difficili a stupirsi. Cionondimeno,  ci  lasciò stupiti la richiesta che ci pervenne dal nostro
stupirsi. Cionondimeno, ci lasciò stupiti la richiesta che  ci  pervenne dal nostro rappresentante di Napoli, signor Amato
per posta. Dato l' eccezionale interesse del prodotto,  ci  pregava istantemente di dedicare al problema la massima
in produzione, e ricavarne danaro e gloria; ma questo non  ci  riesce quasi mai. A questo mondo siamo in troppi, e i
fuori niente di buono, lo dicessimo subito ; se no, che  ci  dessimo da fare, il prezzo era di 7000 lire al chilo, e gli
fare, il prezzo era di 7000 lire al chilo, e gli pareva che  ci  fosse un bel margine di guadagno; lui si impegnava a
un ragazzo serio e capace. Da principio storse il naso, poi  ci  pensò su, e arrischiò la proposta di incominciare dal
buon senso avremmo potuto pensarci prima. In pochi giorni  ci  procurammo un sapone di tantalio, lo mettemmo in vernice e
vernice al Di Prima, affinché la distribuisse ai clienti e  ci  desse un parere. Il parere giunse due mesi dopo, e fu
del suo occhio. Io, beninteso, a queste fandonie non  ci  credo, però confesso che ho sovente cercato di evitare il
alcuna azione misurabile. Coi mezzi di cui disponevamo, non  ci  fu possibile eseguire un' analisi spettrale dell' effetto
medico, che giunse poco dopo, cercò invano di rianimarlo, e  ci  parlò vagamente di embolo, d' infarto e di trombosi: non
- Cattivo, - mi ha detto - tu non puoi figurarti quanto  ci  hai fatto soffrire tutti quanti!... - È un infame! - ha
regalata il signor Ferdinando per la sua festa e che ora  ci  fosse dentro lo spirito... - Basta così! - ha gridato la
la mano, e salutando la zia Bettina le ha detto: - Dunque  ci  conto, via! Non sarebbe né giusto né serio, per un
Collalto e lo sposalizio si farà tra cinque giorni, e  ci  sarà un gran pranzo di nozze con un'infinità di dolci di
Perussi il quale, dopo avermi visitato, mi ha detto: -  Ci  vorrà una diecina di giorni e anche più... - Meglio! - ho
Questa - ho detto - è la macchina per fare il solletico...  Ci  vorrebbe per il signor Tyrynnanzy che, dopo l'affare del
non  ci  riuscirono. Il bello, il grande, il sublime ancor più
qui la casa della Fata?" "Più di mille chilometri." "Io non  ci  voglio venire." "Padrone tu di non volerci venire" rispose
venire" rispose Golasecca, facendosi serio "ma io ti  ci  porterò per forza!" "Voi non mi ci porterete ... "
serio "ma io ti ci porterò per forza!" "Voi non mi  ci  porterete ... " "Perché?" "Perché io scapperò!"
un calduccino e uno strano odorino di carne. "Che animale  ci  sia rinchiuso qui dentro?", cominciò allora a dire fra sé:
quell'odore era per lui come un libro stampato: non  ci  capiva nulla. Ma intanto che stava lì almanaccando e
l'appunto quella notte era una nebbia così fitta, che non  ci  si vedeva da qui a lì.
In ogni modo bisogna che le assicuri meglio perché  ci  potrebbe essere in casa un'altra chiave che apra il
quei due ciechi che vedevano e di quello zoppo che correva.  Ci  ho ripensato dopo... Allora ho capito che la carità è una
non poteva vendere ai minorenni e che perciò bisognava che  ci  andassi col mio babbo. Già: non ci mancherebbe altro! Per
che perciò bisognava che ci andassi col mio babbo. Già: non  ci  mancherebbe altro! Per fortuna in quel momento sulla
altro! Per fortuna in quel momento sulla bottega  ci  era un giovanotto che mi guardava mentre tiravo fuori i
- Ma come son buffi! Per comprar la roba da ora in avanti  ci  vorrà la fede di nascita... - Naturalmente io ho
mentre io aspettavo sulla porta: e all'ultima bottega dove  ci  siamo fermati è ritornato fuori col padrone mostrandomi una
una cassaforte che per la misura era proprio quel che  ci  voleva sebbene fosse un poco arrugginita. Io naturalmente
ma qui affiorano altri temi remoti e solenni. In realtà,  ci  avverte l' autore, "nessuno fu ingannato, nemmeno Esaù":
ma insieme recita la parte dell' ingannato. L' autore  ci  avverte che in questo libro "parliamo di persone che non
italiani? e chi se non i preti poteva istituire la tortura?  Ci  voleva l’animo d’un arcivescovo, per condannare a morire di
poi e poi!!! Quando si pensa che una gran parte del popolo  ci  crede ancora e che in questo secolo in cui l’intelligenza
pretismo, c’è veramente da impazzire, e non si capisce se  ci  sia più malvagità dalla parte dei potenti e degl’impostori
agitata. "Forse in alto possiamo ritrovare la corrente che  ci  trascinava all'est." "Gettiamo la zavorra?" "Tutta,
all'est." "Gettiamo la zavorra?" "Tutta, O'Donnell. Se  ci  lasciamo sfuggire quest'occasione siamo perduti." "Vada la
me laggiù." "Bah! Abbiamo la scialuppa." "È vero, e ora che  ci  penso, conto di servirmene." "Per toccare la costa?"
"Sì, caro amico, se non troviamo più sotto una corrente che  ci  spinge verso terra, apriremo le valvole e caleremo
dei lampi balenavano di qua e di là. "È la popolazione che  ci  invita a scendere," disse l'ingegnere. "Scendiamo, Mister
aiuto?" esclamò l'ingegnere. "No, O'Donnell, quella nave  ci  dà la caccia per prenderci. Io non mi ero ingannato!" "E
"Ma non vedete che il pallone scende e che il vento  ci  porta con una velocità di appena dieci miglia l'ora? Fra
munizioni e in ultimo il battello. Ah! signori inglesi, non  ci  prenderete così facilmente." "Ma se ci prendono, vi
signori inglesi, non ci prenderete così facilmente." "Ma se  ci  prendono, vi arresteranno come mio complice." "Bah! Sono
africane e scendere assai lontano dalle rive." "Il vento  ci  spinge verso la costa?" "Non direttamente, ma fra poche ore
disse l'ingegnere. "Quegli uomini non scherzano e  ci  prenderanno a cannonate se s'accorgono che noi, invece di
): Com'hanno recitato bene! Ma proprio bene!... IDA: Quanto  ci  siamo divertiti, Bettina mia!... Che bella commedia!...
stampatello grande come la mia mano. ALFREDO: Sta bene che  ci  fosse un V: ma quel V in numeri romani vuol dir quinto .
. GINO: Cosa vuoi tu che io sappia dei numeri romani? Non  ci  sono mica stato a Roma, io. ALFREDO: E quell'altra
volentieri in una poltrona d'orchestra. A stare in un palco  ci  ho rabbia, e sai perché? Perché ci guardano tutti. IDA:
A stare in un palco ci ho rabbia, e sai perché? Perché  ci  guardano tutti. IDA: Lasciali guardare. Io so che mi
Cucù! ( In canzonatura .) IDA: Quanto vuoi scommettere che  ci  corre appena un dito? ALFREDO: Cucù. BETTINA: Vediamo un
perché il teatro mi piace tanto? Perché dopo il teatro,  ci  tocca la cena. BETTINA: O che forse non cena anche le altre
anche le altre sere? GINO: Sì: ma l'altre sere io e l'Ida  ci  fanno cenare alle otto, per poi mandarci a letto. Cenare
qualche volta, specialmente nelle ore calde dell'estate,  ci  dice: "Ragazzi, siate buoni e non fate tanto chiasso,
vero che, se urliamo troppo forte, si sveglia subito e  ci  fa una strapazzata di quelle co' fiocchi... Ma dunque, si
che si fanno le burlette anche nelle commedie serie?... Non  ci  mancherebb'altro! IDA: Dunque si recita o non si recita
( declamando ) "Sì, il mio destino vuole così... noi non  ci  rivedremo mai più... mai più!" IDA: "Voi, Carlo, non
fa, venduto un alloggio che avevamo a Torino,  ci  mettemmo a cercare casa a Roma; e la ricerca di questa casa
qualche casa di quegli annunci, e mio marito sapeva che  ci  andavo, ma si rifiutava di venire con me; e io sentivo che
padre trovava sommamente indecorosa. Quanto a mia suocera,  ci  dissuadeva dal cambiare casa perché, nell'appartamento
diceva, emanano una luce che rende bella la carnagione: e  ci  consigliava, se volevamo proprio comperare una casa, di
qualche parola cortese col portiere o col proprietario che  ci  precedevano aprendo le imposte, era un'impresa impossibile.
di case, che detestavamo. Le andavamo a vedere perché ormai  ci  possedeva entrambi il demonio della ricerca; le andavamo a
alla nostra casa d'affitto dai pavimenti gialli, noi  ci  chiedevamo se ci importava tanto, davvero, cambiare di
casa d'affitto dai pavimenti gialli, noi ci chiedevamo se  ci  importava tanto, davvero, cambiare di casa. In fondo, non
portone, un'officina: quando andavamo a pagargli l'affitto,  ci  riceveva tra i bagliori della fiamma ossidrica e il ronzio
malato, bevendo le mie lagrime, leccando le mie ferite.  Ci  stavo dentro come in una calza vecchia. Perché cambiare
casa? Qualsiasi altra casa mi sarebbe stata nemica, e io  ci  avrei vissuto con ribrezzo. Vedevo sfilare davanti a me,
di giorni dopo l'annuncio, il nostro telefono squillava e  ci  venivano offerte case. Il telefono squillò una sera alle
verde! Quando verranno a vederlo? Mi telefoni, se non  ci  sono io risponde mia moglie! C'è il citofono! Suo marito
un gioiello, quella non la vendo, pensi se voglio venderla,  ci  andiamo io e mia moglie ogni fine settimana. Ho una Spider!
una zona che odiava. Tre o quattro furono le case che noi  ci  trovammo proprio sul punto di comperare. Di solito, la
numero o suonava occupato o non rispondeva; il portiere  ci  diceva di insistere, cosa che facevamo puntualmente, ma
sul terrazzo dalle piastrelle roventi; su dalla voragine  ci  parve salisse un forte odore di spazzatura: difatti un
tollerato di vedere ogni giorno quel ragno nero. Poi  ci  incantarono due case gemelle, una attaccata all'altra, che
che soffermarci a contemplare i punti e le stanze che  ci  piacevano, cercando di ignorare tutto il resto; cosi, mio
nostri figli, risolvendo cosi il problema della stanza che  ci  mancava. La casa accanto non aveva un vero e proprio
casa: la stanza aveva mobili bianchi e dorati, che  ci  sembravano molto belli, ma, si capisce, il proprietario se
portati via: sostavamo a lungo in quella stanza, perché  ci  piaceva, e perché cercavamo di capire se l'avremmo amata
o che io l'avessi: no, eravamo entrambi in gran dubbio, e  ci  acculammo l'uno con l'altra di non saper decidere; inoltre,
che quei pavimenti non sarebbero stati mai in ordine, che  ci  avrebbero dato sempre dei fastidi e dei guai; e ci dissuase
che ci avrebbero dato sempre dei fastidi e dei guai; e  ci  dissuase risolutamente dal comprare quella casa, e di
portoncino, in un ingresso a piastrelle marmorizzate, e  ci  si infilava su per una scala grossa, con una ringhiera
quella casa, non soffersi alcun senso di oppressione. Tutti  ci  sconsigliarono di comprarla. Dissero che, cosi vecchia, era
magagne, di tubi rotti, di crepe segrete. Dissero che certo  ci  pioveva dentro. Dissero che certo c'erano gli scarafaggi
delle cose che dissero si dimostrarono vere. Vero era che  ci  pioveva dentro e si dovette far riparare il tetto. Di
viviamo nella casa senza più sapere se sia brutta o bella.  Ci  viviamo come in una tana. Ci viviamo come in una calza
sapere se sia brutta o bella. Ci viviamo come in una tana.  Ci  viviamo come in una calza vecchia. Abbiamo del tutto
la sua, è piuttosto da ridere. E neppure in prigione non  ci  sono mai stato, perché oggi come oggi per finire in
e metterla in piedi. A cosa servisse, in un primo tempo non  ci  avevo neppure fatto caso: avevo visto dai disegni che
abbastanza complicate, hanno quadrato subito senza che  ci  fossero da fare dei tagli o delle giunte, e questa è una
come quando hanno fatto il traforo del Frejus, che  ci  hanno messo tredici anni, ma poi il buco francese e il buco
manica noi non ce li abbiamo. Con questo committente non  ci  ho parlato tanto, perché lui aveva sempre fretta e io
non si arrabbiano tanto, e che quando sbagliano loro poi  ci  pensano su e ti chiedono scusa. Era uno delle nostre parti,
coricate: insomma faceva pena come un albero abbattuto, e  ci  siamo sbrigati a chiamare le autogru perché lo mettessero
di servizio e di lavoro. Di servizio è come dire dove  ci  passano l' acqua di raffreddamento, il vapore, l' aria
pappagalli appesa a una corda, e non era tanto bello, ma  ci  ho messo pochi minuti. Invece, quando ho cominciato con le
che sia pulito e isolato, ne trova sempre, basta che non  ci  sia pendenza e che la pioggia non le lavi via. Lei non ci
ci sia pendenza e che la pioggia non le lavi via. Lei non  ci  crede, e neanche io sul momento non ci ho creduto; ma col
le lavi via. Lei non ci crede, e neanche io sul momento non  ci  ho creduto; ma col mio mestiere capita sovente di trovarsi
mie zie, perché io una casa non ce l' ho. Se un giorno  ci  troviamo a Torino gliela faccio vedere, e se ci pensa è una
un giorno ci troviamo a Torino gliela faccio vedere, e se  ci  pensa è una faccenda malinconica, quelle stelle filanti che
sono bagnato tutto, ma faceva caldo e faceva fino piacere.  Ci  abbiamo messo quasi due giorni. C' erano anche le colonne
sapere che razza di riunione e cosa c' entravo io, ma non  ci  sono riuscito perché lui insisteva che andassi subito, e
il committente mi aveva fatto venire solo perché ero io che  ci  avevo messo dentro gli anelli. Aveva come un attacco ogni
Ebbene, quello faceva ancora più impressione perché  ci  si vedeva sopra tutta la storia clinica, fin dalla sera che
dirglielo, che io non c' entravo niente, ma il committente  ci  ha fatti sedere tutti intorno a un tavolo perché ognuno
neppure metterlo dentro dei serbatoi basta che sia, ma  ci  volevano di acciaio inossidabile, e anche la pompa doveva
che si chiamano così perché sono quei buchi rotondi dove  ci  può passare un uomo, ci sono anche sulle caldaie delle
perché sono quei buchi rotondi dove ci può passare un uomo,  ci  sono anche sulle caldaie delle locomotive a vapore, e non è
delle locomotive a vapore, e non è mica detto che l' uomo  ci  passi tanto comodo perché hanno solo cinquanta centimetri
e io so di diversi che avevano un po' di pancia e o che non  ci  passavano, oppure che ci restavano piantati. Io però da
un po' di pancia e o che non ci passavano, oppure che  ci  restavano piantati. Io però da quel punto di vista, lei lo
sentenza del tribunale, un promemoria a tutti quelli che  ci  hanno messo mano: "non scordartelo, questa coglioneria l'
nessuno, e con una voce così timida che si vedeva che non  ci  credeva nemmeno lui. Abbiamo provato in diverse maniere, e
faccia. Pare che in una colonna come quella gli anelli non  ci  andassero, né di ceramica né in nessun' altra maniera,
auto e a tutto il lavoro che c' è quagliato lì dentro non  ci  pensa neanche; oppure fa i conti su uno di quei calcolatori
si monta il primo piatto sul primo cerchio di mensoline,  ci  si monta sopra con le scarpe di gomma, e come si è più alti
credevo che fossero i vapori dell' elettrodo, ben che  ci  fosse un bel tiraggio; o magari la maschera, che se uno
che mi avevano fatto non volevo fare una figura. Insomma  ci  ho messo due giorni, ma non mi sono tirato indietro, e in
messo due giorni, ma non mi sono tirato indietro, e in cima  ci  sono arrivato. Però devo dirle che dopo di allora, ogni
freddo, la pioggia e le vertigini, ma con la clausura non  ci  sono problemi. Quella colonna non sono più tornato a
le colonne, i tubi e i cunicoli; e sui giornali, quando  ci  sono quelle storie di sequestri, non le leggo neanche.
carcere. Non si poteva passare davanti alla bottega, essa  ci  passa di corsa anche quando è chiusa. Nessuna domanda
da struzzo. Chiudiamo in compartimenti stagni quello che  ci  disturba. Ritenevo di essermi comportata da persona evoluta
cani accoppiati, per non dire altro. Il seme umano. E come  ci  va a finire dentro? Qui è il punto e l'ostacolo, il blocco
Interviene Anna rosea e tranquilla. "Uno mi ha detto se  ci  vieni ti do le caramelle." Mi guarda, ma è una compagna a
do le caramelle." Mi guarda, ma è una compagna a parlare:  Ci  sei andata? L'Annetta non ci è andata no, ride. "Nemmanco
ma è una compagna a parlare: Ci sei andata? L'Annetta non  ci  è andata no, ride. "Nemmanco se lo conosci," ripete con
c'era uno che si sedeva sulla panchina e chiamava. Essa  ci  andò, prese la cioccolata ma poi scappando la buttò in
all'epoca della Bibbia. Per qualcosa intravisto _ ma  ci  giura _sottobanco, forse maneggi innocenti. Be', e se
per tempi di democrazia. Razzismo coi bambini. Allora  ci  vuole altro che democrazia. È durato un quarto d'ora. Un
debbo cominciare. Educazione sessuale nelle scuole. Quando  ci  si arriverà? Io comincio oggi. Dopo i questurini.
Roberto sulla metropolitana: era un pezzo che non  ci  vedevamo. Verrà stasera con Elena a trovarci. Arrivarono
bene, si tende all' unificazione, qui nel Mercato Comune  ci  siamo già arrivati, ma laggiù, per quanto riguarda i pesi e
stava proprio parlando di quell' argomento: _ Anche voi  ci  credete? Beh, se leggete sempre e soltanto "L' Araldo" non
se la corazza c' è, allora resta un infarto, e nessuno  ci  fa caso. _ E tutti i giornali si prestano? _ Tutti no: ma
_ Io però _ disse Elena, _ devo dire che nella corazza  ci  sto bene. Non è che io lo abbia letto sui giornali
bene. Non è che io lo abbia letto sui giornali femminili:  ci  sto bene proprio, come si sta bene a casa. _ Ci stai bene
femminili: ci sto bene proprio, come si sta bene a casa. _  Ci  stai bene perché la tua corazza è bella: anzi, scusa se non
starei bene in qualunque corazza. Alla storia degli MM  ci  credo poco, anzi niente, e sentire che è tutta una
un bisogno artificiale: se fosse così, chissà quanta gente  ci  sarebbe che si fa sorprendere senza corazza, o con una
fatto una rivoluzione. Invece io ... è un fatto: io mi  ci  sento ... come dire: _ Snug, _ intervenne Roberto, ironico:
_ Ad ogni modo, _ riprese Elena, _ per me è così: mi  ci  trovo snug come uno scarafaggio in un tappeto. Mi sento
ha barcollato. - Cosa vi devo far vedere? - L'altra volta  ci  hai fatto vedere le tette -. E rivolgendosi a noi. - Questa
vedere le tette -. E rivolgendosi a noi. - Questa volta  ci  fa vedere la fessa. La fessa pelosa. Ti abbassi le mutande
di ... Non lo so. Di brutto, ecco. E mi dava fastidio che  ci  fosse mia sorella lì. - Te lo puoi scordare, - ha fatto
tanto più alto di Barbara. E nemmeno tanto più forte. Non  ci  avrei messo una mano sul fuoco che se il Teschio e Barbara
petrolio. - Volevo dire che si sentiva questo puzzo! E non  ci  pigliate una malattia, voi? - Il puzzo del petrolio non fa
che mi pareva mill'anni di rivederti. Quel Frascati! Ti  ci  sei divertita, almeno? - Sì - rispose Checchina, senza
sulla fronte che nessuno usa più? - Ma… è più comoda,  ci  si pettina in un momento: Susanna non sa fare altro. - Che,
e si fanno i riccioli, ogni mattina. Ecco, come me. Ma  ci  vuole anche la reticella di capelli, per tenerli fermi, i
hai paura? - Ho paura, certo; se non avessi paura che gusto  ci  sarebbe ad amare Giorgio? Esporsi alla morte per colui che
di maglia che costa quindici lire, e per andare da lui  ci  vuole la carrozza… - Ti posso dare sei lire: le ho
presa da un lieve tremore. - Tutto può accadere: non  ci  facciamo forti, core mio. Addio, a rivederci, me ne vado,
il loro candeliere e si chiusero in camera. "È meglio che  ci  vestiamo subito", disse Cesare. "E poi?" "E poi s'entra a
la mamma a darci il solito bacio di tutte le sere? ... Se  ci  trova vestiti da Rigoletti? ... " "Che discorsi! Prima di
sentire quando la mamma va a letto. Attenti, dunque, e non  ci  lasciamo prendere dal sonno." "Dal sonno?", disse Orazio.
andare, andiamo: ma il core mi dice che questi sotterfugi  ci  porteranno disgrazia. Se la mamma, nel tempo che siamo al
E se una volta svegliata, la venisse in camera nostra e non  ci  trovasse nessuno? ... " "Come sei uggioso! Benedetti i
nessuno? ... " "Come sei uggioso! Benedetti i ragazzi e chi  ci  s'impiccia!", brontolò Cesare sottovoce. Senza perdersi in
scappavano spaventate verso la porta del teatro. "Ma perché  ci  arrestano? ... Noi siamo innocenti! ... " gridavano
raccontare il fissato della mascherata alla mamma, che  ci  avrebbe sgridato ben bene ... e così ora, invece di
non spia? Se tu avessi raccontato ogni cosa alla mamma ...  ci  avresti risparmiato un monte di dispiaceri. La colpa è
piedi ... . E poi s'entra in camera ... E adagino adagino  ci  spogliamo ... E nascondiamo questi panni sotto il letto."
"E domani si fa vista di aver dormito tutta la notte, e  ci  leviamo ... " "E poi di nascosto si riportano questi cenci
rendere alla mamma ... " "Lascia correre, Pierino, se no  ci  rovini tutti!", dissero i suoi fratelli. Il diavolo si tirò
il Padre che non le riconosceva. - Padre! Padre caro, non  ci  ravvisate? siamo le vostre figliuole! Che colpa è la