Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Il successo nella vita. Galateo moderno.

174564
Brelich dall'Asta, Mario 3 occorrenze
  • 1931
  • Palladis
  • Milano
  • Paraletteratura - Galatei
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Oltre all'albumina e agli idrati di carbonio, si abbisogna per la nutrizione anche di acqua e di sostanze minerali. Il grasso non è una sostanza nutritiva indispensabile: per le sue funzioni nella nutrizione, esso appartiene completamente alla categoria degli idrati di carbonio. Cosa accade se una persona prende in sè più nutrimento, di quanto le è necessario? Essa lo immagazzina nel suo corpo, e precisamente in forma di grasso, sotto la pelle, tra i muscoli e gli organi. Questo grasso serve al corpo come riserva, che esso consuma ogni qualvolta la nutrizione che riceve da fuori non sia bastante. Chi dunque mangia troppo, diverrà grasso, chi mangia troppo poco, diverrà magro, supposto sempre, che si tratti d'un organismo sano. Noi conosciamo bene le più importanti regole fondamentali della nutrizione, note generalmente già dai tempi remoti. Per poter misurare il valore d'energia del nutrimento, si usano le cosidette « calorie », ossia quella stessa unità che si adopera anche per misurare e significare la produzione di calore delle sostanze combustibili. Una «caloria» è la quantità di calore necessaria per riscaldare, ossia elevare di 1 centigrado la temperatura di 1 chilogrammo (1 litro) d'acqua. 1 grammo di zucchero o di amido (idrati di carbonio) ha quattro calorie, vale a dire può, bruciando, riscaldare un chilogramma d'acqua di 4 centigradi. Anche un grammo d'albumina ha 4 calorie, mentre invece 1 grammo di grasso ha 9 calorie. Il grasso ha dunque un valore riscaldante, rispettivamente nutritivo molto superiore a quello dell'amido, dello zucchero, della farina, ecc. Coll'aiuto di quest'unità di misura chiamata « caloria », si è potuto constatare e fissare d'una parte quale valore nutritivo abbiano i singoli alimenti, d'altra parte di quante calorie abbia in media bisogno il corpo umano giornalmente. Con ciò è divenuto possibile in teoria, di calcolare approssimativamente quella quantità di ogni specie di alimenti, che è necessaria per soddisfare al bisogno di nutrizione d'una persona, senza che la stessa ingrassi o dimagrisca. Così per esempio hanno: 100 grammi di carne di manzo, magra .... 122 calorie 100 » di prosciutto............................ 397 » 1 uovo di gallina, di circa 47 grammi............ 73 100 grammi di burro......................................756 » 100 » di formaggio svizzero.............. 340 » 100 » di pane di frumento............ 229 » 100 » di pane di segala............... 203 » 100 » di piselli............................. 300 » 100 » di maccheroni.................... 340 » 100 » di patate.............................. 88 » 100 » di zucchero......................... 383 » 100 » di frutta fresche................. 60 » 100 centimetri cubici di latte...................... 67 » 100 centimetri cubici di birra stagionata........... 47 » Un uomo di circa 70 chilogrammi ha ogni giorno bisogno approssimativamente di: 1680 calorie - in stato di completo riposo e quiete 1890 » - in stato di riposo a letto 2100 » - in stato di riposo, nutrendosi normalmente; 2520 » - in stato di riposo, rimanendo a casa 3360 » - se lavora moderatamente; 6720 » - se occupato con un lavoro pesante Donne abbisognano in media del 10 per cento in meno. L'intensità però di assimilazione varia molto da individuo a individuo. Per pratica si sa, che vi sono forti mangiatori magri e viceversa persone che patiscono la fame e che nondimeno sono grasse, a seconda della disposizione individuale. Alcuni possono consumare moltissimo grasso, senza ingrassare, altri invece devono essere molto moderati nel consumo di grassi; ad alcuni le frutta sono ottimo ed efficace nutrimento, ad altri cagionano una digestione più rapida e perciò meno perfetta e conseguentemente li fanno dimagrire. Per quanto dunque la teoria delle calorie abbia in sè e nei riguardi della generalità un grande valore, nei riguardi di moltissimi singoli essa appare inapplicabile. A ciò va aggiunta la difficoltà di stimare e classificare gli alimenti secondo il loro valore di calorie. Specialmente in case private sarebbe molto difficile di far la cucina scrupolosamente a seconda delle calorie, perchè in tal caso prima di cominciare a preparare iI cibo, tutte le vivande nonchè gli ingredienti, dovrebbero venir pesati ancora in stato crudo. Fortunatamente esistono delle misure più pratiche e più comode, secondo le quali si può e si deve controllare le proprie condizioni di nutrizione, e queste sono precisamente la tensione dei nostri vestiti, la pesa e lo specchio. Con lo aiuto di questi semplici mezzi ausiliari ognuno è in grado di controllare de sè le proprie condizioni di nutrizione. Qui però si deve notare che quella norma molto conosciuta e diffusa, secondo la quale ogni persona deve pesare tanti chilogrammi, quanti centimetri è più alta di un metro (per esempio, un uomo di 165 centimetri dovrebbe pesare 65 chilogrammi), nei singoli casi è altrettanto inapplicabile, come la rigida teoria delle calorie. Perchè come l'assimilazione varia nei singoli individui, così differisce anche la costituzione dei diversi individui. Uno ha le ossa forti e pesanti e pochi tessuti congiuntivi, un altro invece ha la struttura ossea molto delicata e più contenuto grasso; questi ha le gambe corte, quegli le ha invece lunghe. Per un corpo medio, ideale, i numeri di cui sopra potrebbero corrispondere, ma volendoli applicare praticamente per ogni singolo individuo, potrebbero portare a risultati fallaci ed ingannevoli. Partendo ora dalle nozioni sopra esposte, l'antica disciplina considerava tutto il problema della nutrizione come un processo chimico ed ha immaginato che tutte le sostanze chimiche necessarie potessero venir prodotte artificialmente ed introdotte in brevissimo tempo nell'organismo in forma di pillole. Il fisiologo tedesco von Bunge fece anche esperimenti e nutrì alcuni animali con un « latte artificiale » ch'egli stesso aveva prodotto nel suo laboratorio. La conseguenza di quest'esperimento fu, che gli animali sottoposti a questa « cura del latte artificiale », in breve tempo perirono tutti uno dopo l'altro. Questo prova, che oltre all'albumina, agli idrati di carbonio, all'acqua e alle sostanze minerali, ci deve essere nel nutrimento ancora qualcosa che noi non possiamo produrre artificialmente, perchè è un prodotto della vita stessa. Il più importante di questi prodotti è quello ben noto sotto il nome di vitamina, la cui presenza sta in relazione con l'influenza della luce del sole. Le vitamine esistono soltanto dove vive la natura e vengono distrutte tostochè i mezzi commestibili in cui si trovano (legumi, frutta, latte) in seguito ad una prolungata cottura o scottata con acqua bollente, subiscano un mutamento, o anche se essi fossero conservati troppo a lungo. Quanto più un nutrimento è naturale, quanto meno i legumi, il latte, le frutta, vengono sottoposti a mutamenti, tanto più sono sani, tanto più la formazione delle cellule del nostro corpo procederà liscia e naturale, tanto più resistente sarà il nostro corpo e tanto più a lungo conserverà la sua giovinezza. Oltre alle vitamine, è di grande importanza per l'igiene dell'assimilazione - secondo le constatazioni di Ragnar Berg - la regolare provvista del nostro organismo di cosidetti sali basici. Questi sali sono contenuti abbondantemente in certe specie di legumi, per esempio nelle carote, nelle barbabietole, in tutte le insalate verdi, nei pomodori, in tutti i generi di cavolo, nei cetrioli, nei fichi, nelle prugne, nei limoni e nelle arance. Si trovano abbondanti anche nel pane di puro frumento e nelle patate, mentre invece si trovano appena, molto scarsi, negli asparagi e nei cavolfiori. Nelle lenticchie e nell'uva orsina mancano quasi del tutto. Viveri contenenti, rispettivamente producenti acidi nel senso di Ragnar Berg, sono la carne, il pesce e le nova. Se vogliamo mantenerci stabilmente sani, dobbiamo stabilmente consumare una maggiore quantità di alimenti che contengono sali basici e per non eliminare poi questi sali dai cibi e non distruggerli, bisogna cuocere i legumi nel proprio sugo non troppo a lungo e non su fuoco troppo caldo, in modo ancora da conservar loro in gran parte il sapore e la fragranza naturale. La preparazione industriale degli alimenti è spesso dannosa dal punto di vista igienico, inquantochè mediante la fabbricazione vengono allontanate dagli alimenti stessi parti preziose per la nutrizione, come ciò è il caso nella farina macinata molto finemente e nel riso brillato.Il ritorno alla farina più oscura, ruvida, ma più ricca di contenuto ed al pane nero od a quello di frumento granelloso, sarebbe quindi importante e molto raccomandabile. Tutti questi riconoscimenti, che a ragione tendono a rendere di nuovo l'alimentazione più naturale e più sopportabile, condussero nelle loro forme più acute alla cosidetta cucina cruda. I seguaci della cucina cruda, partendo dall'idea che l'energia del sole immagazzinata nelle piante, passa in questo modo nell'uomo, rispettivamente diventa energia umana, si nutrono principalmente di frutta e legumi crudi. Senza dilungarci in particolari, rammentiamo soltanto che la cosidetta cucina cruda è un sistema di nutrizione unilaterale, che, applicato ragionevolmente, può condurre allo scopo che si prefigge, però dovrebbe essere sempre accompagnato da un controllo medico. Sebbene anche la cucina cruda si astenga dal consumo di tarianismo, il quale ripudia bensì ogni sorta di carne ed anzi, nelle sue forme estreme, anche altri prodotti animali (uova, latte, formaggio), nondimeno si permette il consumo di frutta e legumi cotti. Il vegetarianismo è molte volte conseguenza di particolari concezioni del mondo e della vita, come lo è in misura speciale nel caso della dottrina indiana del Mazdaznan, la quale vuol far conseguire agli uomini la redenzione per mezzo della spiritualizzazzione e ripudia ugualmente il consumo di carne. Sebbene basati esclusivamente su principi etici, i precetti della dottrina del Mazdaznan hanno molta somiglianza con le nostre moderne vedute sulla assimilazione corrispondente alle norme igieniche. Prescindendo dalla parte qualitativa della nostra nutrizione, dobbiamo prendere in considerazione anche i suoi rapporti quantitativi. La maggior parte degli uomini mangiano troppo. La conseguenza di ciò è che essi non sono più capaci di sentire un sano appetito. Questo viene piuttosto costantemente eccitato o stuzzicato mediante cibi fortemente drogati e salati, ghiottonerie e cibi piccanti e pesanti, sicchè il palato non è più assolutamente capace di reagire a nutrimenti semplici. Anche in questo riguardo molto si può migliorare con una nutrizione naturale e non eccitante. Soltanto coloro il cui appetito viene stimolato già dalla vista di un pezzo di pane asciutto, sono in questo riguardo perfettamente sani. Compendiamo ora queste nostre considerazioni nella seguente domanda:

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Come è noto, ogni liquido per passare allo stato gasoso, abbisogna di calore; questo calore dunque il sudore lo sottrae al corpo, che in tal modo si raffredda. L'asciugarsi continuamente il sudore durante un lavoro faticoso è dunque assolutamente inopportuno. Con ciò si provoca soltanto la formazione di nuovo sudore e s'impedisce il raffreddamento del corpo. Il sudore ha però ancora un altro scopo. Il sudore corrisponde nella sua composizione chimica all'orina quadruplamente diluita. Esso caccia dunque fuori dal corpo i rifiuti dell'assimilazione. Anche senza che durante tutto il giorno ci sia stata una visibile secrezione di sudore, l'uomo sano, le cui glandole sudorifere non sono otturate da sudiciume, emette giornalmente circa un litro di sudore (corrispondente a circa un quarto di litro d'orina). La pelle difende il corpo anche contro un'influenza troppo forte della luce. Sotto l'influenza dei raggi solari, rispettivamente dei raggi ultravioletti in essi contenuti, essa cambia il suo colorito, produce nuova sostanza colorante e diventa bruna. Il pigmento prodottosi trattiene i raggi ed impedisce ch'essi penetrino nel corpo in misura nociva. La pelle sta nelle sue funzioni in connessione anche con gli organi interni, come il cuore, i polmoni, i reni. Il dilatarsi e il restringersi dei vasi sanguigni equivale ad un effetto aspirante e premente, che deriva dal cuore; la secrezione di sudore significa una collaborazione coll'attività dei reni; la forte affluenza di sangue nella pelle rende possibile, con l'aiuto dei raggi solari, una depurazione del sangue da germi nocivi. Inoltre sembra che la pelle dia al corpo anche internamente delle secrezioni simili a quelle delle glandole tiroidei, delle glandole surrenali e di altre glandole, che servono alla cosidetta secrezione interna e che producono gli « ormoni » tanto importanti per tutto il corpo. Anche i cosidetti « anticorpi », prodotti dall' organismo come contravveleno contro bacilli o materie infettive, vengono prodotti la maggior parte dalla pelle. Infine è ormai generalmente accetta l'opinione, che la pelle sia in connessione anche con la stessa formazione del sangue. Trascurando del tutto i rapporti tra vita psichica e pelle (arrossire ed impallidire) e così pure le sue funzioni nervose, abbiamo ugualmente una serie di fatti reali, che dovrebbero indurre ognuno ad una diligente cura della pelle. La pelle sana è in pari tempo anche bella. Se ha un contenuto di grasso medio, essa è liscia, senza però splendere, ed ha lo aspetto vellutato della pelle di pesca. Essa è tesa, arrendevole, elastica. All'incontro, non è bella la pelle lucida, oleosa, troppo ricca di grasso, che spesso appunto causa la liquefazione del grasso, presenta anche altri aspetti poco gradevoli. La pelle povera di grasso è viceversa ruvida e si screpola facilmente. La pelle sana è raramente del tutto pallida, ma piuttosto leggermente rossa, rosea. L'intensità del colorito rosso dipende dalla ricchezza di sangue e dalla forza della pelle. Il colorito più pallido della pelle non è però sempre segno di anemia. Belle sono anche le intonazioni brune della pelle, che transitoriamente si possono conseguire anche coi bagni di sole. La ricchezza di pigmenti cutanei sta del resto in connessione con quella dei pigmenti capillari. Capelli biondi sono spesso ornamento d'una pelle bianca, a sciutta. Lo stesso vale anche per i capelli rossi. Persone bionde o dai capelli rossi hanno anche inclinazione alle lentiggini, che raramente si trovano in persone dai capelli bruni.

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Poichè la pelle della fronte è aderente ad una base solida, non abbisogna d'un sostegno speciale. Nel massaggio del viso si deve esplicare soltanto una forza moderata, per non staccare la pelle dal suo sostrato di grasso, il che produrrebbe un'aumentata formazione di rughe. Dopo il massaggio di frizione, segue il tambussamento. Durante questo le dita si tengono piegate ad angolo retto nell'articolazione media, e le punte della dita cadono leggermente, ma rapidamente, come piccoli martelli, sulla fronte, nella quale operazione prendono parte tutte e due le mani, però una alla volta, scambiandosi a brevissimi intervalli. I pollici in generale non partecipano al massaggio del viso. Molto importante è di solito il massaggio che ha lo scopo di eliminare quella ruga piuttosto perpendicolare, che si estende dall'angolo del naso a quello della bocca. Il massaggio di questa parte del viso è alquanto più difficile che quello del viso. Nel massaggio della ruga sulla faccia destra, la mano destra tiene leggermente tesa verso fuori la pelle della guancia, mentre la mano sinistra compie il massaggio propriamente detto, dapprima lisciando e impastando (pétrissage), quindi tambussando (tapotement) la suindicata parte del viso. La direzione del massaggio per strofinamento o frizione deve qui venir sempre da su all'ingiù. Anche nel massaggio della regione delle tempie è opportuno che la corrispondente mano tenda leggermente all'infuori la pelle, mentre l'altra mano eseguisce il massaggio, anche qui da su all'ingiù, con strofinamenti semicircolari. Per eliminare il cosidetto « doppiomento » si pone la mano destra, biforcata come una forchetta, sull'orlo della mascella inferiore; la direzione delle dita della mano sinistra, che eseguiscono lo strofinamento, va pure in giù e verso fuori. Il massaggio può anche farsi, ponendo le punte degli indici e dei medi nella linea di mezzo, e movendoli poi orizzontalmente verso fuori, come nel massaggio della Ogni altra sorta di massaggio deve in ogni caso venir sconsigliata ai profani. La natura e la disposizione della muscolatura del viso sono tanto complicate, che soltanto una persona che ne conosca a fondo la struttura anatomica, può eseguire ancora altri e più complicati massaggi. Con altri massaggi oltre a quelli ora indicati, profani non farebbero che nuocere alla bellezza del viso, prescindendo dal fatto che sarebbe anche quasi impossibile di darne la descrizione. Inoltre per la maggior parte dei casi, le specie di massaggio ora indicate, bastano perfettamente ». Dopo il viso, segue il massaggio del collo con tutte e quattro le dita, in una linea diagonalmente discendente, verso fuori. Si abbia speciale riguardo per la cura del collo. Perchè al collo si manifestano dapprima i segni della vecchiezza. La sua pelle diviene facilmente rugosa e raggrinzita. Per chi ha il collo magro, un mezzo radicale è la cura per ingrassare, il cui effetto però naturalmente non si può limitare al collo. Un collo grasso potrà diventare più snello soltanto mediante massaggi speciali, che devono venir eseguiti soltanto da persone abilitate, poichè il delicato tessuto della pelle del collo è molto sensibile. Della cipria e del belletto s'è già parlato al capitolo « Cura della pelle » E' naturale che una signora ci tenga a voler esser sicura in certe occasioni - concerti, feste, divertimenti, ecc. - dell'aspetto piacente ed attraente del suo viso, e perciò fa alquanto uso di belletto o cipria. Non è in nessun caso una cosa bella, ma la potranno comprendere specialmente quelle persone che appunto in tali occasioni usano soffrire di un susseguirsi di pallori ed arrossimenti. L'imbellettarsi ed incipriarsi regolarmente, e specialmente l'incipriarsi con ciprie liquide e vegetali, è assolutamente dannoso alla salute della pelle e a lungo andare nuociono anche alla bellezza. Nel darsi il rossetto chi ha la faccia larga e gli zigomi sporgenti, cominci sotto agli occhi, e conduca quindi il rossetto a forma di falce sino agli orecchi. Chi ha una faccia sottile, cominci sotto agli occhi, sorpassando i pomelli. Il miglior rossetto è quello di Dorin (Parigi). Mai si deve arrossare soltanto le guance, poichè in tal caso si vedrebbe a prima vista che si tratta di un colorito artificiale. Terminato il bellettamento col rossetto, bisogna incipriarsi tutto il viso, più fortemente le guance, più leggermente il naso e la fronte. Il passaggio dalle guance al collo deve armonizzare con la gradazione di cipria del naso e della fronte. Un viso può dirsi veramente bene incipriato soltanto quando nemmeno il più severo sguardo indagatore può scoprirvi la traccia d'un mezzo artificiale. L'incipriarsi è quindi un'arte, che esige molta cura ed attenzione. In generale si dovrebbe tener sempre presente, che la cipria ha effetto soltanto su una pelle curata. Non si adoperi cipria troppo bianca o di una tinta che contrasti troppo con quella della pelle. Del lapis per le labbra si faccia uso molto moderato specialmente durante il giorno, se non si vuole dar spiacevolmente nell' occhio con un aspetto provocante e poco distinto. Il lapis per le labbra è molto più usato in America che da noi, dove in grandi masse della società esso incontra ancora sempre ripugnanza e opposizione. In ogni caso è da sapersi, che l'uso del lapis offre la possibilità di correggere non solo il colore, ma anche la forma delle labbra. Così, chi ha le labbra troppo sottili, può portare il colore un po' oltre al loro orlo. Chi invece ha le labbra troppo grosse, non si tinge gli orli. Le bionde si servano di lapis color rosa, le brune adoperino lapis rosso; di sera la gradazione può essere più satura che di giorno. Chi ha le labbra troppo grosse, se le spazzoli alquante volte ogni mattina con una spazzola da denti con acqua fredda: con tale mezzo esse diverranno più salde e più sottili. Chi al contrario ha le labbra sottili, le sottoponga ad un quotidiano massaggio, comprimendole e tosto lasciandole, a brevi rapidi intervalli, col pollice e l'indice. In tal modo esse diventeranno più piene, più grosse ed acquisteranno un colorito fresco e sano. Sotto l'influenza dell'aria fredda e troppo cruda molte persone soffrono di labbra screpolate. Contro questo inconveniente giovano gli unguenti contenenti lanolina comune. Le labbra screpolate cronicamente mancano per lo più di grasso (deficiente secrezione delle glandole sebacee, che si trovano anche nella pelle delle labbra). In tali casi si faccia uso di una pomata per le labbra, consistente di diversi grassi con ingredienti, ed in ogni caso colorata. Se le labbra, in seguito a bollicine che vi s'erano precedentemente formate, sono ferite, non si deve in nessun caso strapparsi i lembi di pelle mucosa che pendono dagli orli delle piaghe. Si eviti in tali casi l'uso di acque troppo forti per sciacquarsi la bocca. Un buon rimedio per questo caso è l'unguento di ichthyol (ittiolo). Le bollicine delle labbra, che si formano assai spesso in seguito a una più forte febbre, possono venir allontanate più presto, cospargendole con cipria. Se cagionano una tensione dolorosa, gioverà l'uso d'un unguento refrigerante. Il trattamento delle sopracciglia fa parte della quotidiana cura della bellezza di una signora. Esse devono venir spazzolate ogni sera con una crema grassa o con olio, muovendo la spazzola sempre da giù all'insù. Si può correggere la piega delle sopracciglia, spazzolandole giornalmente nella direzione desiderata. Precedentemente bisogna però ungerle con alquanta crema grassa. Le signore bionde non si tingano mai le ciglia e sopracciglia in nero, se non vogliono che il loro viso faccia l'effetto d'una maschera. In nessun caso è consigliabile di usare per la tintura delle sopracciglia un lapis nero. Se già si vuol far uso d'un lapis, anche le signore brune adoperino soltanto un lapis bruno. Prescindendo da un quotidiano lavacro con una leggera soluzione di acido borico che dà loro freschezza e limpidezza, non si può e non si deve nemmeno tentare di « correggere » gli occhi. E' straordinariamente pericoloso l'uso della belladonna, l'alcaloide dell' « atropa belladonna », che dilata le pupille, ma che applicata falsamente può facilmente causare anche la cecità. Contro i disturbi agli occhi l'unica misura saggia e razionale è di ricorrere al medico. Lo stesso vale anche per l'allontanamento della cosidetta Dernola della pelle. Persone che hanno gli occhi sensibili evitino d'intrattenersi in stanze dove si fuma; naturalmente nuoce anche il fumo della propria sigaretta. Inoltre si lavori soltanto in sufficiente luce, e quando si legge, si tenga una distanza di almeno 40 centimetri. Molto inestetici sono i sacchi lacrimali. Se questi si formano dopo notti passate vegliando, dopo eccessive fatiche e dopo un eccessivo consumo di alcool, potranno anche facilmente venir eliminati con un corrispondente riposo, possibilmente giacendo in posizione orizzontale. Se invece la loro causa va cercata in malattie o altri disturbi, bisogna ricorrere al medico. Il naso rosso può derivare da differenti cause, per esempio da una falsa nutrizione, da un eccessivo consumo di alcool e anche di caffè, da disturbi del funzionamento della pelle, da un catarro cronico e da altri mutamenti interni del naso, anche da congelazioni. Quest'ultime saranno curate similmente ai geloni (vedi sotto « Cura dei piedi »). Per il resto in generale bisogna la dieta: poco alcool e poco caffè, poco thé e cibi poco drogati. Un rimedio che giova quasi sempre è di premere sulla punta del naso per un brevissimo tempo (uno o due secondi) un batuffolo d'ovatta, immerso precedentemente in acqua calda di 60 centigradi. Momentaneamente giova anche sfregare il naso con benzina. Per eliminare definitivamente il male, bisogna ricorrere al medico. E ciò vale specialmente quando si tratta di forme più gravi, quali i nasi bitorzoluti e tuberosi.

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Galateo ad uso dei giovietti

183865
Matteo Gatta 1 occorrenze
  • 1877
  • Paolo Carrara
  • Milano
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Chiesto da un forestiero di una via, di una piazza, di una locanda, non gli è grave indugiarsi un poco e con bella creanza fornirgli le indicazioni di cui abbisogna, accompagnandolo anche un breve tratto onde indirizzarlo, senza pericolo di errare, alla sua meta. Il commerciante che, oltre alla buona merce, avrà belle maniere, vedrà di giorno in giorno crescere le sue pratiche e fiorire sempre più gli interessi del suo negozio: l'avvocato, l'ingegnere e chiunque eserciti una professione liberale, colla pulitezza dei modi si acquisterà una numerosa clientela; e, a questo proposito, mi ricordo di aver inteso da parecchie signore come preferissero pagare un po' di più la stessa mercanzia in una bottega dove padroni e fattorini vi accolgono con gentile premura, che in un'altra da cui vi respingono, al solo vederle, facce burbere e modi ruvidi e bruschi. Insomma, vuoi nella fanciullezza o nella gioventù, nella virilità o nella vecchiaia, l'uomo, qual che ne sia la condizione, non deve mai somigliare nè all'istrice nè al pugnitopo.

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Donnine a modo

193935
Camilla Buffoni Zappa 1 occorrenze
  • 1897
  • Enrico Trevisini - Editore
  • Milano
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Alle più adulte fra voi incombe, se siete loro vicini di mensa, di versar loro da bere; ma ciò con bel garbo, badando di non versare il liquido sulla tovaglia; è pure vostro obbligo di tenere il piatto mentre si servono, porger loro la sedia, offrire il posapiede all'ava, incontrarli quando entrano in una stanza dove vi trovaste; badare alle correnti d'aria delle quali hanno tanta paura i vecchi; infine aver sempre presente che la loro età abbisogna di una continua vigilanza d'amore. 83. Badate di non parlare mai in loro presenza di morte non solo, ma badate anche di non farvi sentir dire di qualche loro coetaneo che é vecchio. Vi farà ridere, ma essi si credono sempre giovani, e se qualche volta accennano essi stessi alla loro vecchiaia, credete a me, è per il bisogno di sentirsi smentire. Mi ricordo un giorno che a casa nostra si era ricevuta una partecipazione di morte di una signora. La nonna mia, allora di ottan- tasei anni, si rivolse a un amico di casa che pure conosceva la defunta: «povera signora Margherita!... non era nemmeno vecchia.» A una specie di obbiezione dell'amico essa soggiunse: «avrà avuto cinque o sei anni più di me!» Ci volle del bello e del buono per non scoppiare in una risata. 84. Nella famiglia si possono trovare altri parenti, siate con tutti rispettosi e affettuosi. Specialmente con i congiunti dovuti al caso, cioè con quelli venuti in casa nostra da famiglie estranee, grazie a un matrimonio, raddoppiate di cortesia. 85. Avete dei fratelli, delle sorelle facilmente. Ai primi protezione e compatimento se di voi minori, rispetto e obbedienza se maggiori. Verso le sorelle affettuosa compiacenza, e non già litigi continui come usano molte fanciulle di mia conoscenza. 86. Se aveste perduto il padre e aveste un fratello maggiore ricordatevi che dovete ad esso quel rispetto e quella obbedienza che avreste avuto pel vostro caro defunto. 87. Ai fratelli e alle sorelle minori siate larghi di aiuti negli studi, ma in modo di far quasi loro una ripetizione di ciò che sentirono alla scuola, anzichè dettare il compito che non sapessero fare. 88. Non vi fate l'una l'altra delatrice dei falli dei fratelli e delle sorelle, che anzi dovete cercare di coprire e scusare, a meno che il vostro buon senso non vi dica che si tratta di cosa grave, e per la quale l'intervento dei genitori sia più che necessario. 89. Amatevi fra voi, anche se i vostri caratteri fossero assai diversi, e compatitevi. 90. Ora che credo avervi parlato abbastanza dei vostri rapporti con le persone della famiglia, vediamo alcune regole generali dalle quali non vi dipartirete mai nè in casa nè fuori. 91. Non canterellate fra i denti, non alzate le spalle, non fate delle dita scopetta al naso, non vi rodete le unghie, cosa contraria all'educazione a alla salute; non strappate le pipite coi denti, non parlate all'orecchio di una persona in presenza di un'altra, non dite bugie, non fate scricchiolare i denti nè le dita. 92. A'miei tempi quando una fanciulla aveva ricevuto un castigo si faceva un dovere di chiedere scusa a chi l'aveva rimproverata; oggi è tutt'altro: pare che il domandar perdono avvilisca; tornate al vecchio uso, fanciulle mie, e sentirete che la piccola umiliazione inflitta al vostro amor proprio, sarà ben compensata dalla gioia che sentirete dopo esser state perdonate. 93. Non vi mettete in ginocchio sulle sedie, non appoggiate i piedi sulla sedia occupata da un altro, non gridate nelle orecchie alle persone, parlate adagio in modo chiaro sì da non obbligare chi vi ascolta a farvi ripetere quanto avete già detto; parlate sempre la lingua nazionale, e non già i dialetti che vi abituerebbero a cadenze di voce, a un gergo che difficilmente riuscirete poi a perdere. 93. Non tenete una gamba accavallata sopra l'altra, nemmeno per lavorare. 94. Non vi mettete a leggere ad alta voce in presenza altrui se non ne siete state invitate. 95. Debbo ancora parlarvi di una circostanza nella quale vi potrete trovare di frequente: trovarvi sole in salotto quando la donna di servizio introduce una visita.Come vi diporterete? Trattandosi di un'amica di vostra madre, tanto più se ha con sè qualche bambina o bambino, vi consiglio di fermarvi, rispondendo graziosamente alle sue domande. Se si tratta di persona sconosciuta, specialmente se di un uomo, salutate con un cenno del capo, e ritiratevi. Se di persona che vedete qualche volta in casa vostra, o in casa di qualche amico della vostra famiglia salutate gentilmente, accennate alla pronta venuta dei vostri genitori, e chiedete il permesso di ritirarvi. Ma guardatevi sempre in questo caso dalle esagerazioni, come dal fuggire, dal rimanere incantate a squadrare la persona che vi sta davanti come fosse l'esemplare di una specie rara, dal tormentare il visitatore con domande che per quanto graziose, lo possono seccare. 96. Qualche volta invece la mamma vi farà chiamare per salutare chi venne a visitarla. Allora siate disinvolte senza sguajataggine, non vi permettete d'interrogare persone maggiori di voi, ma rispondete pronte alle loro interrogazioni. Non lasciate mai intravvedere che vi annoiate. 97. Se nel salotto si trova una fanciulla o un fanciulletto chiedete a chi li accompagna il permesso di portarli con voi a giuocare in un' altra stanza, e invitateli con buon garbo a seguirvi. 98. Inutile vi dica che all'ospite dovete lasciare la preferenza nella scelta dei giuochi, compiacerlo in tutto, sopportare anche qualche noia che vi potesse causare, ricordando che l'ospitalità è fino dai tempi più remoti cosa sacra. 99. Se escite di casa non dimenticate di salutare prima chi vi rimane.

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