Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Concentrazione per il partito o per l'amministrazione cittadina? La rappresentanza proporzionale degli interessi - appello al buon senso

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Alcide de Gasperi 3 occorrenze

Noi abbiamo nel Trentino nove collegi elettorali per le elezioni politiche. Se tutti formassero un sol corpo, come sarà ai 6 per le elezioni comunali, che cosa succede? Quel partito il quale riceve un voto più che la maggioranza assoluta dei voti, conquista tutti nove i mandati. Noi nel partito popolare abbiamo avuto un 40.000 voti su circa 59.000 e dovremmo quindi avere in mano tutti i mandati trentini. Li abbiamo? No: perché? Perché il Trentino è suddiviso in nove corpi elettorali e tale distrettuazione crea una rappresentanza delle minoranze (seguendo sulla carta il collegio delle città meridionali). Osservate che lungo giro vizioso hanno compiuto i liberali di Rovereto: sono andati a cercare i liberali di Mori, di Arco e di Riva e poi giù fino ai confini, ad Ala. Così si è salvato questo collegio per il partito liberale. Si è poi circondato di un muro ideale anche Trento e dissero: A Trento diamo un mandato, quantunque a Trento, badate, secondo l’ultimo censimento, vi fossero la metà abitanti di quelli che formavano un collegio di campagna, cosicché si può dire che per far riuscire un candidato agli anticlericali di Trento, hanno dovuto prendere un cittadino e farlo pesare sulla bilancia più che il doppio di due candidati di Pergine o Vezzano! Con tali metodi artificiosi hanno salvato agli anticlericali la rappresentanza e create delle eccezioni al principio maggioritario. Orbene, noi non pretendiamo che a Trento ci facciate valere per due liberali, ma vogliamo che diate in proporzione, secondo quello che pesiamo. Non parliamo poi della Dieta! Alla Dieta i nostri avversari godono privilegi! A Trento, per esempio con circa 500 voti eleggono due deputati. Abbiamo insomma tutto il diritto di chiedere: Non dateci i privilegi che avete voi, ma domandiamo giustizia non per noi soli, ma per tutti i partiti e tutti gli interessi. (Applausi vivissimi).

Abbiamo fatto la proposta della rappresentanza proporzionale, abbiamo detto: perché volete andare avanti così con questo vostro statuto del 1888, con tre corpi elettorali, coll’esclusione di molti cittadini dal diritto di voto, in modo che dal 1904 in qua abbiamo in Municipio degli eletti non dalla maggioranza dei cittadini, ma dalla minoranza di essi? Che dico? Non minoranza dei cittadini, ma minoranza degli elettori che hanno il voto, malgrado le restrizioni. Tanto è vero che il massimo dei voti ricevuti dai democratici si ridusse da un massimo di 600 a 415! Nessuno potrà dire che costoro possano rappresentare la maggioranza o governino la città in nome della cittadinanza. Eppure questa minoranza se fosse incaricata di esercitare solo funzioni politiche o di amministrazione ordinaria e di piccolo conto, se avesse semplicemente da godere, pazienza! Ma questa minoranza deve amministrare delle industrie pubbliche, fatte con denari pubblici non solo, ma deve governare con denari pagati per gran parte dalle imposte indirette e quindi da tutti i cittadini; non solo, ma dirige un negozio di produzione e di consumo, nel quale si fissano i prezzi della luce, del gas, dell’acqua. (Bravo, applausi calorosi). Ora tutti hanno interesse in questo negozio, anche quelli che non sono gravati dalle imposte dirette perché tutti pagano per la luce e per il gas e per l’acqua; ed è questa minoranza quella che ne stabilisce la tariffa.

Che cosa abbiamo fatto in Municipio?». Qui l’oratore riassume ed illustra le proposte della minoranza, concludendo ch’essa è riuscita a: «l) muovere la discussione sulle finanze comunali, mentre prima, secondo una confessione insospetta del Popolo, ogni discussione era abolita. A Trento c’è un Consiglio comunale in cui prevalgono i poltroni, inerti, gli eremi muti. Le discussioni sono state abolite… (Popolo, novembre 1909). 2) ravvivare l’interesse dei cittadini per l’amministrazione pubblica. Prima si addormentarono con paroloni, ora si risvegliano colle cifre. E questo clericalismo? 3) costringere la maggioranza a rivedere e a correggere in buona parte le proposte della Giunta. Si risparmiarono così ai cittadini quasi la metà delle imposte minacciate e si sospese il locativo, perché la minoranza dimostrò che almeno per quell’anno non era stabilito che l’imposta fosse necessaria. E questo clericalismo? Abbiamo anche presentata una proposta perché entro un dato tempo si costituisca una commissione indipendente per l’amministrazione delle imprese municipalizzate. E questo clericalismo? No davvero, perché la proposta venne votata da tutti. Vero però che non s’è fatto nulla. E veniamo al quarto punto.

Ha la parola l'on. Degasperi

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Alcide de Gasperi 1 occorrenze

Verrà tempo in cui la storia dovrà ammettere che proprio noi, chiamati oggi traditori nazionali, abbiamo invece rafforzato il senso di solidarietà trentina nella valle dimostrando che per il suo progresso economico noi trentini sacrifichiamo almeno temporaneamente un ideale, per il quale abbiamo combattuto da anni. Io ho l’intima fiducia che verrà presto il giorno in cui vi si potrà chiedere un ricambio di solidarietà, che anche voi ci aiuterete a promuovere la continuazione della Lavis-Cembra. Con questi sensi termino invitandovi a gridare Viva Fiemme, viva il Trentino. (Evviva, applausi, ovazione all’on. Degasperi). Fiemmazzi! Con piacere saluto le antiche bandiere dei vostri liberi comuni e comprendo tutta la vostra fierezza e la reazione che vi nasce nell’animo contro chi vi ha descritti come pecore, soggette alle arti subdole di pochi. Ma in questo momento è il consigliere di Trento che vi parla e vi dice di non lasciarvi provocare a sensi ostili contro la città che per noi sarà sempre il centro del paese. A Trento non tutti la pensano come i comizianti. Fiemme rimarrà sempre unita al Trentino, rimarrà sempre italiana (applausi). Verrà tempo in cui la storia dovrà ammettere che proprio noi, chiamati oggi traditori nazionali, abbiamo invece rafforzato il senso di solidarietà trentina nella valle dimostrando che per il suo progresso economico noi trentini sacrifichiamo almeno temporaneamente un ideale, per il quale abbiamo combattuto da anni. Io ho l’intima fiducia che verrà presto il giorno in cui vi si potrà chiedere un ricambio di solidarietà, che anche voi ci aiuterete a promuovere la continuazione della Lavis-Cembra. Con questi sensi termino invitandovi a gridare Viva Fiemme, viva il Trentino. (Evviva, applausi, ovazione all’on. Degasperi).

Il congresso dell'Associazione universitaria cattolica trentina - Relazione del presidente

387917
Alcide de Gasperi 1 occorrenze

Solo una cosa abbiamo da deplorare che intorno al periodico edito dall’Associazione non vi sia maggiore intensità di lavoro e maggior buon volere, ma abbiamo ragioni per assicurare che questo lagno chiuderà un periodo triste. L’appoggio che trova il piano finanziario fatto nel I Congresso cattolico, ci dice che molti dei nostri amici non aspettavano che il nostro appello. Li ringraziamo vivamente. Vedano i colleghi di pensare più efficacemente alla collaborazione specialmente quelli che, liberi dalla pressura della propaganda, vi dovrebbero consacrare almeno gli ozi della vacanza.

L'assemblea costitutiva del Partito popolare

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Alcide de Gasperi 1 occorrenze

Noi persone individuali abbiamo un altro destino che gli stati». Amici, scusate la lunga citazione. Ma innanzi a quello che avviene intorno a noi, è necessario risalire ai principi. Abbiamo oltrepassata la frontiera di un mondo ch’è scomparso negli abissi dei secoli e abbiamo messo il piede trepidanti in una nuova società politica. Ma l’una e l’altra società compiono quaggiù i loro destini. I nostri invece sono superiori ad entrambi. Per questo nella nostra anima abbiamo portato con noi dalla società umana che ci si è sfasciata attorno alla società nuova che ci ha accolto, un certo corredo di diritti naturali e di concetti superiori che regnano nella cittadella della nostra coscienza. Uno dei più cospicui di questi diritti è quello di professare e far insegnare liberamente la fede dei nostri padri. Ché si parla di austriacantismo, quando reclamiamo per i padri di famiglia il diritto di far insegnare il catechismo ai loro figlioli? Questo diritto era scritto nella nostra coscienza dalla natura prima che Austria o Italia fossero, al di sopra e al di fuori di ogni società umana (applausi). Ché ci accusate di tiepido amor patrio, quando reclamiamo per i tedeschi la stessa equità che abbiamo domandato per noi? È questo un sentimento di giustizia che sta in fondo della nostra coscienza e che vi soffoca ogni velleità di rappresaglia per i torti subiti. Ché ci denunciate di scarso civismo, quando protestiamo contro la Sardegna, come avevamo protestato contro Katzenau, o quando deprechiamo ogni eccesso del militarismo ovunque si trovi? La protesta s’inspira ad una concezione superiore del diritto naturale e primordiale dell’individuo di fronte a quella qualsiasi società umana che lo circonda (applausi). Vedano quindi i nostri avversari, se vogliono comprendere la nostra politica, di non scordare che al di sopra di essa noi poniamo le leggi immutabili della natura e della morale. E vediamo noi amici di non dimenticare mai che siamo entrati nella vita nazionale con questo patrimonio perenne di verità, di diritti e di principi, con questa coscienza morale che va tenuta ben in alto al di sopra del cammino dei partiti perch’essa è la lucerna che rischiara loro la via. Sovra tutto in questo momento. Questa fiaccola bisogna agitare sovratutto in questo momento, in cui lo spettacolo dell’immensa violenza patita, degli orrori e disordini del militarismo a cui hanno assistito, minaccia di travolgere il senso morale delle nostre buone popolazioni. A questo s’aggiunge l’attiva propaganda socialista.

Il Congresso degli universitari cattolici a Borgo

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Alcide de Gasperi 1 occorrenze

Noi ci siamo guardati d’attorno e abbiamo ammirato le nostre superbe cattedrali, i nostri santuari, le croci splendenti sulle torri della città, le croci enormi piantate sulle cime delle nostre alpi, e abbiamo sentito che esse non sono semplici testimoni del passato, ma che sono promesse, profezie per l’avvenire. I cattolici hanno piantato le tende sul campo del Trentino storico e chi ha per sé la storia di un popolo, ne ha in mano anche le sorti future! Non altrimenti avvenne già entro questo breve giro di tempo. Quei giovani che volevano distruggere le antiche capanne e le chiese o sono degli uomini stanchi e disillusi o, ridotti alla semplice negazione di tutto, sentono già, come il Faust, lo scricchiolio delle zappe delle Lemuri che scavano la fossa, dove seppelliranno la loro vita pubblica. Le relazioni invece del popolo coi nostri studenti si fecero più intime. Noi vivemmo della vostra fede fortissima, voi aspiraste il nostro entusiasmo. Io vi riconosco, o visi abbronzati dal sole, vi rivedo, o bandiere della buona battaglia! Con voi abbiamo acclamato le prime volte alla democrazia cristiana, sotto di voi abbiamo attraversato le città e le valli in nome del vangelo, con voi e sotto di voi, uniti in un sol pensiero, abbiamo trascinato dietro la fiumana dei dubbiosi, verso la croce. Qualcuno mi rimproverava oggi che gli studenti cattolici non votino, come altri, lapidi e monumenti ai nostri grandi. Lasciali fare, ho risposto, i nostri erigono nel cuore del popolo un monumento più duro della pietra, più longevo del bronzo. La scienza sola, ha scritto in un sonetto pochi giorni prima della sua morte, Lope de Vega, non esca che nebbie pel capo, è il cuore, l’amore che ci vuole. Sì, o amici, l’amore grande a Cristo, alla nostra patria infelice. Quest’amore fu grande in voi negli anni trascorsi; non venga meno nell’avvenire!

L'assemblea generale del partito

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Alcide de Gasperi 2 occorrenze

Se dovessi esaurire questa relazione, bisognerebbe dire anche dell’opera svolta dal partito nella sfera di non sua diretta competenza, là cioè ove si trattava di fiancheggiare e sostenere un movimento apolitico: tale opera ausiliaria abbiamo dato alle organizzazioni dell’Unione del lavoro specie quando era in causa la libertà dell’organizzazione per il contratto edile e tale appoggio abbiamo raccomandato a tutte le sezioni di dare al movimento apolitico delle società dei padri di famiglia, che si propongono di difendere la scuola cristiana e all’azione promossa dal «comitato diocesano per l’azione cattolica» contro la progettata legge per il divorzio. Le società cattoliche o i sindaci hanno una propria sfera d’azione ed una funzione particolare. Il partito politico non le assorbe né pretende dirigerle o sfruttarle, ché esse hanno vita propria e, direi, anteriore e superiore al partito, ma ne appoggia l’azione quando essa rientra nella direttiva del suo programma. Ed ora la vecchia direzione ha terminato il suo compito e chiede da voi la discussione ed il giudizio sul suo operato.

Avremmo mancato in molte altre cose, ma in questa che a noi parve il problema centrale del paese, abbiamo prodigate tutte le nostre energie, e ci pare che per merito di essa ci possiate perdonare le altre nostre mancanze! Per essa abbiamo fatto la più attiva propaganda nella stampa, presa la parola nei congressi del Partito popolare italiano di Bologna e di Napoli, conquistata l’adesione della direzione centrale e del consiglio nazionale del partito, l’appoggio del nostro gruppo parlamentare che ne fece oggetto di pattuizione per il programma della coalizione governativa, cercato e raggiunto l’accordo coi decentralisti e regionalisti d’Italia d’ogni fede politica e trovata infine l’adesione di massima dei governi da Nitti a Giolitti ed il voto di principio delle due Camere. I futuri deputati sono chiamati ad attuare; noi fummo i pionieri che abbiamo aperta la via. Giammai un postulato particolare di una nuova regione trovò Il resto dello Stato così poco disposto a prendere notizia, a discuterlo, ad avviarlo alla soluzione (applausi). Noi abbiamo dovuto svolgere la nostra azione a scatti, con intermezzi di lenti assedi e poi con attacchi frontali, agendo in mezzo ad una crisi politica in permanenza e fra le convulsioni che preparano la rivoluzione sociale. La politica in tempi più normali fu paragonata ad una partita a scacchi; oggi essa assomiglia piuttosto all’acrobatica; Chi non ha il polso fermo e l’orecchio pronto, si rompe il collo. - Noi non ce l’abbiamo ancora rotto, e ci pare già questo un successo così fortunato da dover vantarlo al cospetto di quest’assemblea (ilarità, applausi). Dovrò pur ricordare qui la nostra azione, per la ratifica del trattato di S. Germano, ratifica ch’era indispensabile per giungere all’annessione? In questo nesso avrei da ricordarvi anche le trattative avviate a Trento e finite a Roma per l’assetto politico-amministrativo della provincia in confronto dei postulati dei nostri vicini tedeschi, trattative alle quali collaborarono mons. Gentili e Ciccolini in prima linea, colla loro preziosa energia. Dovrei ricordarvi la nostra opera svolta in paese per ristabilire l’autonomia comunale e l’iniziativa presa dai nostri amici, nostri rappresentanti nel consiglio municipale delle città autonome per l’abolizione dei corpi elettorali? Fu tutta una serie d’iniziative prese seguendo sempre la stessa direttiva: ricostruire il paese su basi autonome e ricostruirlo al più presto possibile.

Trattato di economia sociale: La produzione della ricchezza

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Toniolo, Giuseppe 2 occorrenze
  • 1909
  • Opera omnia di Giuseppe Toniolo, serie II. Economia e statistica, Città del Vaticano, Comitato Opera omnia di G. Toniolo, vol. III 1951
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Di questo grande fatto sociale abbiamo due saggi caratteristici nella storia; — la invasione degli Hyksos o re pastori in Egitto, dall'anno 2.000 a 1.700 circa a. C.; — e la conquista della Palestina e insediamento degli ebrei in quella «terra promessa» circa 1605 a. C., condotti da Mosè e Giosuè, un pastore ed un guerriero.

Pagina 247

Ciò malgrado possiamo affermare che mercé l'industria mineraria e in virtù dei suoi ardimenti e sacrifici titanici noi abbiamo fecondato il mondo perennemente d'ogni luce privo,come quello rallegrato in ogni plaga dal sole.I figli non hanno invero lasciato infruttifero il talento ossia il tesoro, che il Padre provvido avea lungo le sterminate età geologiche nascosto nelle viscere del globo, per tutte le generazioni operose dell'avvenire. E sia gloria a questi ciclopi della civiltà di ogni tempo.

Pagina 268

Per la solenne inaugurazione della cassa rurale di prestiti S. Giacomo

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Sturzo, Luigi 1 occorrenze
  • 1897
  • Scritti inediti, vol. i. 1890-1924, a cura di Francesco Piva, pref. di Gabriele De Rosa, Roma, Cinque Lune-Ist. Luigi Sturzo, 1974, pp. 30-45.
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No, no; abbiamo gran tempo sofferto e taciuto, credendo che non le istituzioni fossero cattive, ma gli uomini malvagi; si è sperato invano tempi migliori: si credette, semplici che siamo stati, che la rivoluzione, dopo i primi sfoghi d'ira e di rabbia, si sarebbe rabbonacciata; e senza nostro sforzo, sarebbero d'un tratto tornati i beati tempi antichi. Folli! Ci siam destati come da un sogno e ci siam trovati spogliati d'ogni bene in mezzo a due nemici formidabili, io dico il liberalismo e il socialismo.

Pagina 44

Costituzione, finalità e funzionamento del Partito Popolare Italiano

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Sturzo, Luigi 1 occorrenze
  • 1919
  • Opera omnia. Seconda serie (Saggi, discorsi, articoli), vol. iii. Il partito popolare italiano: Dall’idea al fatto (1919), Riforma statale e indirizzi politici (1920-1922), 2a ed. Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2003, pp. 74-87.
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Per questo abbiamo redatto un regolamento molto preciso, in cui traspira un senso di alta disciplina ed abbiamo fissato pochi temi sintetici, che diano il tono e la caratteristica del partito, e valgano a far prendere posizione netta e chiara nel dibattito sugli interessi nazionali e sulle tendenze politiche nel paese. Certo nessuno potrà presumere di aver fatto un lavoro privo di mende e di imperfezioni; e il rilievo sarà facile a quanti, e dal punto di vista generale e da quello locale, troveranno che si poteva fare in modo diverso e con risultati migliori. Quel che preme si è che il lavoro fatto fin oggi, con tanta attività e con sì vive speranze in ogni parte, non sia svalutato da un congresso che deve esserne la più alta ed insieme sincera espressione e deve poterlo sintetizzare sì da poter destare energie sopite, vincere diffidenze ingiustificate, superare difficoltà non dome, accendere entusiasmi profondi.

Pagina 86

Comizio elettorale

398593
Sturzo, Luigi 1 occorrenze
  • 1908
  • Scritti inediti, vol. i. 1890-1924, a cura di Francesco Piva, pref. di Gabriele De Rosa, Roma, Cinque Lune-Ist. Luigi Sturzo, 1974, pp. 322-328.
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Noi non abbiamo oggi in Caltagirone nessuna questione di indole politica che agiti il paese. Non c'è una vera lotta di classe che divida la compagine sociale; non c'è una questione ideale che divida le forze vive e militanti. C'è semplicemente e si è delineata vivace una questione di persone: levati tu che ci voglio star io.

Pagina 325

Rivoluzione e ricostruzione

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Sturzo, Luigi 3 occorrenze
  • 1922
  • Opera omnia. Seconda serie (Saggi, discorsi, articoli), vol. iii. Il partito popolare italiano: Dall’idea al fatto (1919), Riforma statale e indirizzi politici (1920-1922), 2a ed. Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2003, pp. 264-308.
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Ieri avevamo la preoccupazione di un governo tardigrado e insensibile a questi problemi; oggi abbiamo l'impressione di persone impreparate che hanno fretta; in Italia sono pochi i tecnici, al di fuori delle rappresentanze degli interessi privati, e oggi molti di essi han perduto autorità e credito. Lo sforzo sarà quindi più arduo e più meritorio di fronte al paese, che aspetta di sentirsi salvato dalla crisi che preme da ogni parte.

Pagina 294

Tracciate così le linee della ricostruzione amministrativa, finanziaria, economica e politica dell'Italia, è superfluo riaffermare quel che abbiamo discusso, cioè che occorrono un governo e un istituto parlamentare che abbiano la fiducia del paese; però questa larga fiducia non può essere effettiva, né la ricostruzione basata su fondamento saldo e reale, senza la unificazione e la vivificazione della coscienza nazionale nei suoi valori morali e nella efficienza delle forze spirituali.

Pagina 297

Nessuno può negare che noi abbiamo sempre — e oggi più che mai — piegato le esigenze di organizzazione alle superiori esigenze della vita nazionale; e chi parla diversamente ha il torto di non conoscerci o di combatterci per partito preso.

Pagina 305

Crisi economica e crisi politica

399394
Sturzo, Luigi 1 occorrenze
  • 1920
  • Opera omnia. Seconda serie (Saggi, discorsi, articoli), vol. iii. Il partito popolare italiano: Dall’idea al fatto (1919), Riforma statale e indirizzi politici (1920-1922), 2a ed. Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2003, pp. 132-161.
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E noi abbiamo fede che la patria nostra, per la quale combattiamo e lavoriamo, uscirà dalle angustie che la travagliano e la travaglieranno per un pezzo, rifatta nella sua unità morale, nelle sue forze indistruttibili e nella sua missione civilizzatrice, vincendo col lavoro la sua crisi economica e vincendo per il lavoro la sua crisi politica.

Pagina 161

Note sul clero meridionale

399499
Sturzo, Luigi 1 occorrenze
  • 1906
  • Scritti inediti, vol. i. 1890-1924, a cura di Francesco Piva, pref. di Gabriele De Rosa, Roma, Cinque Lune-Ist. Luigi Sturzo, 1974, pp. 295-298.
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La crisi è apparente, perché molto si è trasformato in questi 14 anni — e specialmente dal 1898 in poi — di cultura, di mentalità; ci siamo avvicinati alla realtà; abbiamo fatto la dovuta distinzione fra rinascenza cristiana della società e organismi religiosi; — sono cadute le forme o fittizie o sussidiarie di organizzazione cattolica per potere trovare la via maestra degli organismi umani, dove noi dobbiamo portare la voce e la vita, e ci si è aperto il campo dell'avvenire.

Pagina 293

La vita religiosa nel cristianesimo. Discorsi

400589
Murri, Romolo 7 occorrenze
  • 1907
  • Murri, La vita religiosa nel cristianesimo. Discorsi, Roma, Società Nazionale di Cultura, 1907, 1-297.
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Quanto poco lo abbiamo nell'animo e nella coscienza, Maestro dolce ed amato! Come scialba e fredda e volgare è l'arte che ce ne presenta la figura! Come stantia e convenzionale, spesso, la parola che nelle chiese ce ne ripete i detti e ne propone l'esempio!

Pagina 173

Per il messaggero abbiamo dimenticato il messaggio. E del messaggero cerchiamo il potere taumaturgo non la parola rivelatrice.

Pagina 173

Abbiamo veduto anche, tuttavia, come, nelle condizioni presenti della nostra vita fisica e dei rapporti di essa col mondo esterno, una certa multiformità e variabilità di stati di coscienza, nella varia corrente del pensiero e degli affetti, sia legge della vita del nostro spirito; ed osservato quanto lontano la grande maggioranza dei cristiani rimanga dalla santità, che è caratterizzata appunto dal fissarsi del volere in Dio e nel bene, e dal far consapevolmente confluire a questo scopo comune tutta la propria attività interna ed esterna.

Pagina 211

Anche in questo caso noi abbiamo il contrasto di due stati di coscienza, diversi, oltreché pel contenuto loro, per il diverso atteggiamento del volere che spinge l'uno a premunirsi in qualche modo contro il ripetersi dell'atto che dispiace; ma non abbiamo ancora la voce della coscienza reclamante per il male compiuto e per il dovere offeso nel nome stesso del bene e del dovere, concepiti come norme estrasoggettive ed assolute della condotta.

Pagina 216

Perché e come noi, figli e ministri di Dio, abbiamo disimparato le parole che commuovono e trascinano le folle, che raccolgono qui, intorno a questi nostri altari, le anime, assetate di redenzione e di bontà, e le preparano a portare con sé nella vita l'alito caldo d'una speranza divina?

Pagina 257

Si pensa ai santi, non per coltivare in sé uguali affetti, ma per ottenere favori terreni, come i pagani pensavano ai loro dei; si vive con i prossimi, ma una vita di natura, di affetti, di simpatie, di antipatie, di rivalità personali, non una vita affettuosamente fraterna in Dio; a Dio stesso, a Cristo, abbiamo veduto quanto poco e male pensino i nostri cristiani.

Pagina 279

La speranza cristiana, constatiamolo subito, afferma, nell'articolo del credo che è soggetto di questa nostra conversazione, la vita eterna: vale a dire la continuità della vita dello spirito, che la morte modifica parzialmente ma non sopprime; vita che ha carattere di prova, di qua, e che dopo la morte assume invece carattere di pena o di premio o di temporanea espiazione non meritoria, secondo le risultanze della nostra opera morale, su le quali, come abbiamo veduto ieri, ci illuminerà il giudizio.

Pagina 289

Rerum novarum

401071
Sturzo, Luigi 1 occorrenze
  • 1905
  • Scritti inediti, vol. i. 1890-1924, a cura di Francesco Piva, pref. di Gabriele De Rosa, Roma, Cinque Lune-Ist. Luigi Sturzo, 1974, pp. 292-294.
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La crisi è apparente, perché molto si è trasformato in questi 14 anni — e specialmente dal 1898 in poi — di cultura, di mentalità; ci siamo avvicinati alla realtà; abbiamo fatto la dovuta distinzione fra rinascenza cristiana della società e organismi religiosi; — sono cadute le forme o fittizie o sussidiarie di organizzazione cattolica per potere trovare la via maestra degli organismi umani, dove noi dobbiamo portare la voce e la vita, e ci si è aperto il campo dell'avvenire.

Pagina 293

Il primo anno di vita del Partito Popolare Italiano

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Sturzo, Luigi 1 occorrenze
  • 1920
  • Opera omnia. Seconda serie (Saggi, discorsi, articoli), vol. iii. Il partito popolare italiano: Dall’idea al fatto (1919), Riforma statale e indirizzi politici (1920-1922), 2a ed. Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2003, pp. 357-368.
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Non farò la cronaca della nostra vita vissuta nel primo anno di esistenza del partito; tutti abbiamo seguito con ansia e con ardore lo svolgersi minuto e vasto di un'azione nuova nel nostro paese, spesso in mezzo a diffidenze e contrasti, che sarebbe assurdo mancassero come elemento di attrito che rende valido il moto e sensibile l'azione.

Pagina 357

La filosofia neo-tomista e il movimento moderno della filosofia cristiana

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Sturzo, Luigi 1 occorrenze
  • 1900
  • Scritti inediti, vol. i. 1890-1924, a cura di Francesco Piva, pref. di Gabriele De Rosa, Roma, Cinque Lune-Ist. Luigi Sturzo, 1900-1902, pp. 104-107.
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E come l'enciclopedia moderna tende alla specializzazione delle scienze, così in gran parte non abbiamo degli autori di filosofia universale, ma degli scienziati peculiari, che tutti, o quasi, mutuano a base delle loro speculazioni scientifiche il positivismo naturalistico, il criticismo, l'evoluzionismo, il monismo, il determinismo, facendo capo alle scuole di Spencer, di Hartmann, di Darwin, di Haeckel, di Kant ecc. Così abbiamo sostenitori dell'evoluzionismo il Grassi, dell'antropologia criminale il Lombroso, il Morselli, il Ferri, il Garofalo, del determinismo psicologico il Wundt, del materialismo naturalistico il Moleschott, della sociologia positiva il Colaianni, del positivismo critico l'Ardigò, ecc.

Pagina 104

Il Mezzogiorno e la politica italiana

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Sturzo, Luigi 1 occorrenze
  • 1923
  • Opera omnia. Seconda serie (Saggi, discorsi, articoli), vol. iii. Il partito popolare italiano: Dall’idea al fatto (1919), Riforma statale e indirizzi politici (1920-1922), 2a ed. Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2003, pp. 309-353.
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Poiché il fenomeno che abbiamo descritto è stato fin ieri costante; e poiché l'istinto economico, se vi fossero stati mutamenti sostanziali nelle correnti generali in rapporto al nostro problema, li avrebbe rivelati subito; è necessario renderci esatto conto delle ragioni sostanziali che, direi quasi, giustificano il fatto economico che si è svolto dal ʼ60 al ʼ915, senza per questo giustificare il fatto politico, al quale tutt'al più si daranno, come dicono i giudici, delle attenuanti.

Pagina 321

Il legittimismo in Italia

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Sturzo, Luigi 1 occorrenze
  • 1903
  • Scritti inediti, vol. i. 1890-1924, a cura di Francesco Piva, pref. di Gabriele De Rosa, Roma, Cinque Lune-Ist. Luigi Sturzo, 1974, pp. 245-249.
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Concludendo: noi cattolici italiani abbiamo il diritto di volere escluso dalle nostre attività un ideale e una finalità politica di forma di governi che pregiudica di per sé all'azione generale dei cattolici e agli altri scopi per cui si lavora. Non diciamo quindi di dar la caccia alle persone, ma di non volere che queste persone vogliano difender l'altare difendendo troni caduti, e che portino come loro ideale di vita pubblica il legittimismo.

Pagina 249

Sedici mesi di amministrazione

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Sturzo, Luigi 1 occorrenze
  • 1907
  • Scritti inediti, vol. i. 1890-1924, a cura di Francesco Piva, pref. di Gabriele De Rosa, Roma, Cinque Lune-Ist. Luigi Sturzo, 1974, pp. 306-314.
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Noi abbiamo voluto sgombrare il terreno delle cose personali, le più difficili, sotto l'influsso del sentirci puri, incontrando tutte le difficoltà senza tergiversare.

Pagina 308

La stampa quotidiana e la cultura generale

402404
Averri, Paolo 10 occorrenze
  • 1900
  • Averri, La stampa quotidiana e la cultura generale, Roma, Società Italiana Cattolica di Cultura, 1900, IV-70.
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Abbiamo dunque messo in sodo gli scopi del giornale ed i suoi rapporti con il resto della vita pubblica d'oggi e veduto come suo carattere fondamentale è mettere a disposizione dei lettori quel tanto di notizie pratiche e di cultura generale che serve ai loro usi quotidiani. L'indole e la levatura del giornale è quindi determinata dalla richiesta dei lettori, la quale a sua volta dipende direttamente dalle condizioni della vita sociale.

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E questo fatto è senza esempio nella storia della civiltà e della democrazia; poiché i capi della società gerarchicamente ordinata per classi rappresentavano solo la volontà presunta dei governati e anche ciò solo per certi fatti e in certi casi determinati: mentre oggi nella stampa abbiamo un organo stabile e normale delle opinioni comuni, il quale attinge direttamente e continuamente al fondo medesimo della coscienza pubblica e vive per essa.

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Viene prima, come abbiamo accennato, la concezione generale della vita e della società (Weltanschauung, dicono i tedeschi), propria del giornale: ed essa, animando il pensiero medesimo degli scrittori, si insinua per tutto, dall'articolo di fondo alla nota di cronaca e dà al giornale il colore cattolico, socialista, massonico e via dicendo Un esempio facile e tipico si può averne paragonando il resoconto parlamentare di due giornali italiani d'opposto partito"> la Tribuna e l'Avanti!, il Corriere della sera e il Secolo; quanta diversità e come astutamente voluta!.

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In pochi anni noi abbiamo veduto morire molti giornali, la vita di parecchi dei quali era stata lunga e non oscura: e sempre non erano vicende eccezionali che troncavano quella vita ma era il lento esaurirsi d'un programma e d'un modo speciale d'intendere la società e la politica, il venire meno del contatto vivo fra lettori, pensanti a nuove cose, e scrittori rimasti solitari.

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Il giornale, per l'indole e la missione sua, suppone, come abbiamo veduto, un ambiente sociale molto sviluppato ed un alto livello medio di cultura: esso ha bisogno di essere in relazione diretta con la coscienza di molti e, per ottenere questo, d'un vigore di vita e di iniziativa che lascia naturalmente dietro di sé solchi di pensiero agitatore e rinnovatore.

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Noi abbiamo tuttavia veduto anche come nel giornale d'oggi si riflettano i vizi e le stridenze presenti di questa medesima civiltà nostra; e specialmente come la vita intellettuale vi presenti la sua indole nervosa, superficiale, affrettata, poco curante dell'estetica del vero e dell'arte, e la vita morale vi si rifletta con tutte le contraddizioni, le ansie, le incertezze, le debolezze che ne caratterizzano lo stato presente,

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Noi abbiamo veduto, nel corso di questo nostro breve studio, nelle pagine dei giornali esprimersi le lotte con le quali il pensiero e l'ingegno umano partecipavano al processo della vita, prender forma ed espressione le tendenze e le richieste della nuova coscienza politica, avviarsi e procedere la vita intellettuale del popolo, chiamato a prendere una parte più diretta nella vita pubblica ed a sentirsi, oltre le barriere delle vecchie patrie, animato da intenti e desideri comuni.

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E che in questo senso si vadano in Italia orientando le idee ce lo attesta la recente trasformazione di alcuni giornali, uno dei quali, il Giorno, nel suo programma ispirato in gran parte alle idee che noi abbiamo cercato di esporre, diceva fra l'altro:

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Altrove, in articoli di riviste, noi abbiamo anche dimostrato come accanto a questo dislivello intellettuale ne sta, e forse precede, un altro di indole politica e sociale: il quale risulta evidente da ciò che le vicende storiche del cattolicismo dopo il medio evo e gli istituti e le abitudini alle quali quelle vicende avean dato luogo ci avean fatto contrarre vincoli troppo stretti con le forze conservatrici della società, mettendo contro di noi le forze di rinnovamento e di progresso.

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Il carattere di queste rivoluzioni intellettuali, e del giornalismo più specialmente, è che esse influiscono principalmente, oltreché ad allargare la cerchia delle società umane, come abbiamo detto, a sostituire al governo della forza fisica e delle cause esteriori quello del pensiero e delle forze intellettuali e morali di coesione e di sviluppo storico, aumentando negli individui la coscienza de' fatti sociali ed acuendo in essi il desiderio di intervenire, per la propria parte, a moderarli e dirigerli.

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Di un partito e un programma radicali in Italia

402679
Murri, Romolo 1 occorrenze
  • 1908
  • Murri, R., La politica clericale e la democrazia, I, ne I problemi dell’Italia contemporanea, Ascoli Piceno-Roma, Giuseppe Cesari–Società Naz. di Cultura, 1908, 192-206.
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Abbiamo parlato, nelle pagine precedenti, del cattivo funzionamento dei partiti politici in Italia, ed in particolar modo dell'ufficio che un partito socialista serio e positivo dovrebbe e potrebbe compiere e che il P. S. I. non compie; un libro dell'on. F. S. Nitti sul partito radicale F. S. NITTI, Il partito radicale e la nuora democrazia industriale. Prime linee di un programma del partito radicale. Torino - Roma, Società Tip.. Editrice Nazionale 1907. ci offre occasione di tornare sull'argomento.

Pagina 192

Il modernismo che non muore

402750
Murri, Romolo 1 occorrenze
  • 1920
  • Murri, Dalla Democrazia Cristiana al Partito Popolare Italiano, Firenze, Battistelli, 1920, 37-59.
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Bisognava stendere l'atto di morte, stabilendo bene le generalità del defunto; ed è quello che abbiamo fatto.

Pagina 40

I cattolici e la questione politica in Italia

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Averri, Paolo 1 occorrenze
  • 1897
  • Averri, I cattolici e la questione politica in Italia, Torino-Roma, Giacinto Marietti, 1897, 4-31.
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Del resto troppa coscienza abbiamo della rettitudine delle nostre intenzioni e del nostro zelo perché ci disturbi troppo il timore di essere fraintesi e severamente giudicati.

Pagina 27

Il Partito Popolare Italiano

403319
Murri, Romolo 1 occorrenze
  • 1920
  • Murri, Dalla Democrazia Cristiana al Partito Popolare Italiano, Firenze, Battistelli, 1920, 92-127.
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Da pochi e solo assai vagamente li abbiamo visti ricordati in questi giorni: perché c'è qualche nome di mezzo che non si osa scrivere, come per non toccar parti di anima dove geme una occulta piaga; e pure è storia recentissima e assai nota e senza di essa non si spiega nulla di quel che oggi avviene.

Pagina 101

Teogonie clericali

403879
Murri, Romolo 2 occorrenze
  • 1908
  • Murri, R., La politica clericale e la democrazia, I, ne I problemi dell’Italia contemporanea, Ascoli Piceno-Roma, Giuseppe Cesari–Società Naz. di Cultura, 1908, 108-137.
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Su questo fatto, del modo di entrare dei cattolici nella vita pubblica del loro paese, noi vorremmo specialmente insistere, ed alla considerazione di esso abbiamo cercato di aprirci la via. Poiché ci sembra che poche volte si offra nella storia l'opportunità di assistere al formarsi quasi visibile esteriormente dell'avvenire nei fatti presenti ed insieme al rapido precipitare di eventi preparati da un lungo e lente lavorio occulto di influenze economiche, di passioni politiche, di ideologie.

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Questo modo di intendere e di fare gli interessi del cattolicismo con piccoli mezzucci di azione parlamentare è stato illustrato stranamente dal dossier Montagnini; il rappresentante del Vaticano in Francia trascurava, denunziava, irritava, intimidiva l'episcopato, ma era in conversazioni continue con dame politicanti e con deputati; e 1'effetto fu quello che abbiamo visto.

Pagina 126

Che cosa fu il modernismo?

404425
Murri, Romolo 1 occorrenze
  • 1920
  • Murri, Dalla Democrazia Cristiana al Partito Popolare Italiano, Firenze, Battistelli, 1920, 6-36.
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Gli esempi che abbiamo addotto parlano con sufficiente evidenza; perché in pochi nomi si raccoglie tutto il modernismo e perché essi ci permettono di giudicare della intima vacuità di tutto un grande movimento apparente, che si risolve poi in un piccolo numero di crisi individuali, dovute ad un errore di fatto. Queste, come esperienze «cattoliche», possono essere istruttive, ma solo per spiegare come nell'ultimo quarto del secolo XIX fosse ancora possibile l'illusione della quale caddero vittime. Nella Chiesa, per il. sistema di educazione che vi prevale, l'esperienza non si accumula né si continua, ma è sempre rifatta su tipi fissati una volta per sempre, e quel che non rientra in essi reciso; e ciò spiega gli anacronismi e gli equivoci dei quali abbiamo parlato, il ripetersi di illusioni identiche di generazione in generazione. L'uno non sa dell'altro.

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Prefazione

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Murri, Romolo 1 occorrenze
  • 1908
  • Murri, R. La politica clericale e la democrazia, I, ne I problemi dell’Italia contemporanea, Ascoli Piceno-Roma, Giuseppe Cesari–Società Naz. di Cultura, 1908, 7-14.
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Noi abbiamo dovuto attaccare non solo quelli che consapevolmente davano a questo il carattere di una politica di reazione e di resistenza alla democrazia ma anche quelli che si lasciavano portare, dorando di pie illusioni l'inconsapevole servitù e la neghittosa viltà.

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