si pensa all’unificazione di questa nostra Italia ed | a | coloro che l’ebbero a reggere sulla spinosa via che ella |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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di questa nostra Italia ed a coloro che l’ebbero | a | reggere sulla spinosa via che ella percorse, e che percorre |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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via che ella percorse, e che percorre ancora, non si può | a | meno d’inchinarsi davanti ai decreti della provvidenza che |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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decreti della provvidenza che veramente volle aiutarla fino | a | costituirsi in nazione. Io sovente, meditando sulla sorte |
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mia, me l’ho figurata: un carro tirato avanti | a | stento dalla parte generosa del popolo cui è unica meta il |
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scapigliati e spossati ma pure disperatamente intesi | a | far forza per trascinare indietro il veicolo dello stato |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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forza per trascinare indietro il veicolo dello stato anche | a | rischio d’infrangerlo. Il popolo, impoverito, umiliato da |
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del gesuitismo, dell’impostura, ricondotti nel tuo seno, | a | spese delle tue sostanze per mantenerti nell’ignoranza e |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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riparazione? da chi s’inginocchia ogni giorno, ogni ora, | a | piedi del sacerdozio della menzogna? Intanto uno degli |
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Intanto uno degli agenti di cotesto sacerdozio camminava | a | capo basso attanagliato nei polsi da Orazio e da Attilio |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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mentre Muzio apriva la via, non facile ad aprirsi, in mezzo | a | quella moltitudine. Finalmente giunsero i quattro in |
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ai preti! Morte | a | nessuno! gridava il solitario dall’alto del balcone alle |
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rispondendo alla terribile loro esclamazione! Morte | a | nessuno! «Eppure, chi è più meritevole di morte che la |
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Chi risponde di quaggiù? (Le Ancelle e la Fata si dileguano | a | poco a poco, sparendo tra gli alberi, ripetendo tra allegre |
LE ULTIME FIABE -
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di quaggiù? (Le Ancelle e la Fata si dileguano a poco | a | poco, sparendo tra gli alberi, ripetendo tra allegre risa:) |
LE ULTIME FIABE -
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Tu lo volesti, ed io ho compiuto l'brakadabra. Lo dedico | a | te, che mai non cessasti di insistere perché io conducessi |
ABRAKADABRA STORIA DELL'AVVENIRE -
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te, che mai non cessasti di insistere perché io conducessi | a | termine questo bizzarro lavoro, tante volte ripreso e |
ABRAKADABRA STORIA DELL'AVVENIRE -
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degno di meditazione e di studi. Io ho pagato il mio debito | a | te ed ai pochi dei quali ho ambito la stima e l'affetto. |
ABRAKADABRA STORIA DELL'AVVENIRE -
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dei quali ho ambito la stima e l'affetto. Questo mi stava | a | cuore; del pubblico superficiale e svogliato poco mi preme. |
ABRAKADABRA STORIA DELL'AVVENIRE -
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giorni dacché l'Albani aveva lasciato Milano per recarsi | a | Costantinopoli e quindi a Pietroburgo, e il Torresani, che |
ABRAKADABRA STORIA DELL'AVVENIRE -
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aveva lasciato Milano per recarsi a Costantinopoli e quindi | a | Pietroburgo, e il Torresani, che aveva mandato sulle sue |
ABRAKADABRA STORIA DELL'AVVENIRE -
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Il vecchio Capo di Sorveglianza già cominciava | a | dubitare della buona riuscita del suo piano strategico, |
ABRAKADABRA STORIA DELL'AVVENIRE -
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riuscita del suo piano strategico, quando un incidente, che | a | prima giunta non pareva avere alcun rapporto coll'affare |
ABRAKADABRA STORIA DELL'AVVENIRE -
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pareva avere alcun rapporto coll'affare che tanto gli stava | a | cuore, venne inaspettatamente in suo soccorso. Una mattina, |
ABRAKADABRA STORIA DELL'AVVENIRE -
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Torresani se ne stava, come al solito, nel suo gabinetto, | a | decifrare i dispacci arrivati nella notte, un esploratore |
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Bassi ed il suo compagno Pizzaghi ebbero la stessa sorte | a | Bologna. Lo straniero ed il prete gozzovigliarono nel più |
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de’ loro onesti e prodi concittadini e possa insegnar loro | a | non più lasciare la patria terra in preda allo straniero ed |
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allo straniero ed ai preti suoi manutengoli, assuefatti | a | servirsene di villeggiatura, poi devastarla e prostituirla! |
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sua, vagò addolorato tra le valli del basso Po sino | a | che non gli rimase che a chiuderle gli occhi e pianse sulla |
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tra le valli del basso Po sino a che non gli rimase che | a | chiuderle gli occhi e pianse sulla fredda salma di lei |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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sbirraglia del Papa e dell’Austria. Ma la sorte lo serbava | a | nuove fatiche ed a nuovi pericoli. I tiranni dell’Italia lo |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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e dell’Austria. Ma la sorte lo serbava a nuove fatiche ed | a | nuovi pericoli. I tiranni dell’Italia lo troveranno sul |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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sul loro sentiero imbrattato di sangue e di delitti e guai | a | loro! perché, codardamente fuggenti, gli lasceranno le loro |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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un pezzo l’impronta del suo rozzo calzare! Intanto egli è | a | Venezia per cui tanto aveva sospirato. Le lagune coperte di |
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(Continua | a | spolpare un coscetto del capretto.) |
LE ULTIME FIABE -
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sua famosa fuga dall' Osteria delle Mosche ? Per rispondere | a | queste domande bisogna ritornare un passo indietro. Dovete |
STORIE ALLEGRE -
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dunque sapere che lo scimmiottino, appena ebbe rinchiuso | a | tradimento il povero Nanni nella tasca di Golasecca, si diè |
STORIE ALLEGRE -
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tradimento il povero Nanni nella tasca di Golasecca, si diè | a | fuggire attraverso gli alberi della foresta, senza curarsi |
STORIE ALLEGRE -
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gli alberi della foresta, senza curarsi dove sarebbe andato | a | battere il capo. Il desiderio acutissimo che lo pungeva, |
STORIE ALLEGRE -
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era quello di trovare la strada che doveva ricondurlo | a | casa: ma, invece, correva all'impazzata di qua e di là, |
STORIE ALLEGRE -
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loro. Informatosi della cagione di tanto diavoleto, venne | a | sapere che la tribù era adunata per eleggere il proprio |
STORIE ALLEGRE -
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parlare. Si fece subito un gran silenzio: e Pipì prese | a | dire così: "Miei carissimi confratelli! Sento che volete |
STORIE ALLEGRE -
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confratelli! Sento che volete eleggervi un capo, e che | a | questo capo volete dare il titolo d'imperatore. Fin qui, |
STORIE ALLEGRE -
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son gusti, come diceva quel filosofo, che provava piacere | a | farsi pestare i piedi. Ma finora, fra quanti siamo qui |
STORIE ALLEGRE -
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impagliata che, veduta di dietro somigliava moltissimo | a | un trono imperiale: e Pipì vi si assise sopra con sussiego |
STORIE ALLEGRE -
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di cento cembali e di cento corni di bove, cominciò | a | sonare l'inno dell'incoronazione. Quattro scimmiotti, |
STORIE ALLEGRE -
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lo scettro, e non potendo reggere alla tentazione, cominciò | a | succiarlo e a masticarlo: ma, per buona fortuna, uno |
STORIE ALLEGRE -
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non potendo reggere alla tentazione, cominciò a succiarlo e | a | masticarlo: ma, per buona fortuna, uno scimmiotto, che era |
STORIE ALLEGRE -
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allo scandalo dato, pensò bene di durare un quarto d'ora | a | leccarsi le dita. In quel mentre, si fecero avanti sedici |
STORIE ALLEGRE -
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al nuovo imperatore: "Maestà, su, da bravo! Ora tocca | a | voi". "Tocca a me? E che cosa debbo fare?" "Per amore o per |
STORIE ALLEGRE -
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imperatore: "Maestà, su, da bravo! Ora tocca a voi". "Tocca | a | me? E che cosa debbo fare?" "Per amore o per forza, |
STORIE ALLEGRE -
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dov'è la vostra residenza e il vostro letto." Pipì, | a | queste parole, fece una certa smorfia, che tradotta in |
STORIE ALLEGRE -
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"Vuol dire che voi siete una scimmia, che comandate | a | tutte le altre scimmie, e che ogni vostro cenno e desiderio |
STORIE ALLEGRE -
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che, invece di andare in lettiga, preferisco di camminare | a | piedi." "Mi dispiace, Maestà: ma voi non potete farlo." |
STORIE ALLEGRE -
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non posso farlo?" "Perché un imperatore, che cammina | a | piedi, non è più un imperatore. Camminando a piedi, diventa |
STORIE ALLEGRE -
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che cammina a piedi, non è più un imperatore. Camminando | a | piedi, diventa una scimmia come tutte le altre scimmie." |
STORIE ALLEGRE -
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che abbiano i regnanti, è quella di non poter far nulla | a | modo loro." "Ho capito, e vi ringrazio", disse Pipì. E, |
STORIE ALLEGRE -
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e vi ringrazio", disse Pipì. E, spiccato un salto, andò | a | sedersi sulla lettiga. La fanfara, allora, cominciò a |
STORIE ALLEGRE -
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andò a sedersi sulla lettiga. La fanfara, allora, cominciò | a | sonare alla viv'aria, e l'immenso corteggio si mosse con |
STORIE ALLEGRE -
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moltissimo alla fame, come un fratello potrebbe somigliare | a | una sorella: ma non riuscì a contentare il brontolio del |
STORIE ALLEGRE -
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fratello potrebbe somigliare a una sorella: ma non riuscì | a | contentare il brontolio del suo stomaco, perché i vassoi |
STORIE ALLEGRE -
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prima." "Pazienza!", disse fra sé e sé. "Ora me ne anderò | a | letto, e dormendo, mi dimenticherò che non ho mangiato." |
STORIE ALLEGRE -
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avendo altro da dirvi, buona notte e ci rivedremo domani." | A | queste parole, la folla si sciolse tranquillamente, e Pipì |
STORIE ALLEGRE -
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"Eccomi subito", disse Pipì. "Pregate intanto i miei amici | a | concedermi un minuto di tempo, tanto che io possa lavarmi |
STORIE ALLEGRE -
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e l'imperatore non si vedeva apparire. Andarono allora | a | cercarlo in camera, e non lo trovarono più. L'imperatore |
STORIE ALLEGRE -
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una gran voglia di ridere: ma invece, atteggiandosi | a | giudice severo e inesorabile, si voltò verso i suoi |
STORIE ALLEGRE -
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tono di comando militare: "Soldati! In riga di battaglia!". | A | questo comando, i ragazzi si posero tutti in fila, |
STORIE ALLEGRE -
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e considerato che un generale d'armata, il quale si mette | a | fuggire perché ha paura di una tartaruga, non è degno di |
STORIE ALLEGRE -
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la spada. Leoncino non disse una mezza parola: ma seguitava | a | tentennare il capo, come fanno i chinesi di gesso. Alla |
STORIE ALLEGRE -
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fine, visto che non c'era scampo, cominciò adagio adagio | a | sfibbiarsi la spada dalla cintola: e sfibbiata che l'ebbe, |
STORIE ALLEGRE -
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e sfibbiata che l'ebbe, figurò di consegnarla in mano | a | Raffaello, ossia al comandante della cavalleria. Ma invece |
STORIE ALLEGRE -
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si risentì tutto inviperito, e ne nacque un combattimento | a | corpo a corpo fra la cavalleria e il generale. E chi lo sa |
STORIE ALLEGRE -
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tutto inviperito, e ne nacque un combattimento a corpo | a | corpo fra la cavalleria e il generale. E chi lo sa come |
STORIE ALLEGRE -
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orecchio la cavalleria. E così persuase i due guerreggianti | a | sospendere le ostilità e a firmare lì su due piedi un |
STORIE ALLEGRE -
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persuase i due guerreggianti a sospendere le ostilità e | a | firmare lì su due piedi un trattato di pace. E la pace fu |
STORIE ALLEGRE -
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fu firmata. Ma il povero Leoncino non sapeva rassegnarsi | a | quest'atto d'umiliazione; e giorno e notte si lambiccava |
STORIE ALLEGRE -
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balenare dinanzi agli occhi una bell'idea. Quella sera andò | a | letto tutto contento: e prima di addormentarsi diceva |
STORIE ALLEGRE -
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o doman l'altro sarò generale daccapo ... e allora, guai | a | Raffaello ... Per vendicarmi di lui, ordinerò subito che la |
STORIE ALLEGRE -
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ordinerò subito che la Cavalleria debba camminare sempre | a | piedi! ... ". Eppure è così: i ragazzi vendicativi spesse |
STORIE ALLEGRE -
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il canto. Tu, spento sole, con feconda morte, ànima e forma | a | noi sùsciti e cibi. E noi, tuòi vermi, la cui storia è |
La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione) -
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unione, facciam, (ne è guida cupidigia pazza) fallaci mete | a | più fallaci campi, seme o pretesto di perpetua lite: onde, |
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campi, seme o pretesto di perpetua lite: onde, votato | a | morte alterna il ferro, che tu donavi alle pacìfich'opre, e |
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il ferro, che tu donavi alle pacìfich'opre, e supplicate | a | un muto Dio le mani, mani grondanti di fraterna strage, di |
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in tè. Pur, tu, benigna d'inesàusto amore, tu, patria | a | tutti e eguagliatrice fine, nel tuo ci solvi non mai stanco |
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i dolori, le vergogne oblìi, e noi ritorni eternamente | a | vita, e a nuova forza - per i danni tuòi.» Ma, ahimè! che |
La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione) -
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le vergogne oblìi, e noi ritorni eternamente a vita, e | a | nuova forza - per i danni tuòi.» Ma, ahimè! che vale nulla |
La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione) -
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che importa la memoria in altrùi agli obliati di sè? E, | a | pensier tale, in amarìssima goccia si spegneva lo sguardo, |
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aspetti, e, insieme allo sguardo, il canto. Perocchè, | a | messe ben altra era stata campagna il trascorso verno. |
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ne accorgeva. La riflessiva ragione non era per anco venuta | a | tagliarle l'ombelicale cordone, che allaccia il neonato |
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la propria individualità: l'ànima sua intrecciàvasi | a | quella degli augellini che aliàvano a nembi, la gola zeppa |
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sua intrecciàvasi a quella degli augellini che aliàvano | a | nembi, la gola zeppa di gioja, per il denso fogliame, e dei |
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che d'ogni parte le èrano fatti, ammazzolando ciclàmini | a | margherite, e fioralisi a giunchiglie, si avvolse e |
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fatti, ammazzolando ciclàmini a margherite, e fioralisi | a | giunchiglie, si avvolse e riavvolse nei verdi meandri della |
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e riavvolse nei verdi meandri della foresta, finchè venne | a | trovarsi in una insenatura di monte, sulla quale, una |
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la via, là riste' la ragazza, che sull'erboso siedette | a | inghirlandare il filosòfico muso di Lampo, e che, |
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muso di Lampo, e che, cinguettando confidenziuccie | a | degli invisìbili èsseri, e cinguettando sogni, finì a |
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a degli invisìbili èsseri, e cinguettando sogni, finì | a | reclinare, accarezzata dal sonno, la flava testina sul |
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sparsi di fiori. Quando svegliossi, la terra, giràndosi | a | oriente, già tralasciàvasi il sole. Ogni cosa cessava di |
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e dalla chioma ebanina prolissa; quel giòvane stesso, che, | a | volte, appariva tra loro a mutar selvaggina con pane, e cui |
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quel giòvane stesso, che, a volte, appariva tra loro | a | mutar selvaggina con pane, e cui niuno facèa buon viso e ne |
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selvaggina con pane, e cui niuno facèa buon viso e ne facèa | a | nessuno ed era detto il Nebbioso. - Quà la mano! - il |
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egli o recàndosi in collo la ragazzina o tenèndola | a | mano; ella, contàndogli intanto tutto sè stessa e |
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già, io. - E camminàvano sempre. La notte, che aprìvasi | a | stenti dinanzi a loro, si accumulava sulle lor spalle. - |
La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione) -
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camminàvano sempre. La notte, che aprìvasi a stenti dinanzi | a | loro, si accumulava sulle lor spalle. - Forestina! - |
La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione) -
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si accumulava sulle lor spalle. - Forestina! - echeggiò | a | un tratto per gli ampi silenzi. Ella die' un grido acuto di |
La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione) -
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in baci; in baci, la figliuola, le scuse. Ma, dietro | a | lei, veniva il Nebbioso. Gualdo lo vide; trasalì. E sollevò |
La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione) -
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ver' questi le labbra. Senonchè Mario, che già si chinava | a | libarle, si fermò d'improvviso, con un: no - ch'era vôlto |
La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione) -
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si fermò d'improvviso, con un: no - ch'era vôlto piuttosto | a | sè stesso che a lei. - Vieni da noi! - dicèa Gualdo. - |
La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione) -
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con un: no - ch'era vôlto piuttosto a sè stesso che | a | lei. - Vieni da noi! - dicèa Gualdo. - Vieni! - pregava la |
La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione) -
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sfavillò. Irresoluto un istante; pur, facendo uno sforzo: - | A | rivederci! - disse, e ... Lo schioccare dei baci di |
La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione) -
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Lo schioccare dei baci di Forestina il seguì. Partiva - ma, | a | rivederci avèa detto. Era la prima volta ch'ei promettesse |
La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione) -
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promettesse tanto; era la prima, ch'egli si allontanasse | a | malincuore dagli uòmini. |
La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione) -
|
quel bigliettino che gli diceva: "Astienti di venire fino | a | mio nuovo avviso. Non darti nessun pensiero dei maneggi di |
GIACINTA -
|
quel passo della rinunzia all'impiego, aveva cominciato | a | riflettere: - E se i bei castelli in aria di Giacinta |
GIACINTA -
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E se quel colpo di pazzia di donna innamorata andasse | a | finire? ... Non era impossibile; s'era visto tante volte! |
GIACINTA -
|
volte! ... Che ne sarebbe di lui, rimasto cosí, in mezzo | a | una strada, senza impiego, né nulla? Il bigliettino |
GIACINTA -
|
impiego, né nulla? Il bigliettino aggiungeva: "Lascia fare | a | me. Non t'ho mai voluto cosí bene come in questi giorni di |
GIACINTA -
|
non si fidava molto, benché le credesse sincere. E tornava | a | rimuginare tutte le gravi difficoltà della vita che gli |
GIACINTA -
|
le gravi difficoltà della vita che gli stavano sospese | a | un filo, minacciose sul capo; la brutta prosa della realtà, |
GIACINTA -
|
che, spietatamente, da un momento all'altro, poteva venir | a | soffocare la spensierata dolce poesia del loro amore. |
GIACINTA -
|
giorni addietro interessantissimo, ora non riusciva nemmeno | a | distrarlo un momento. - Che stupidaggine! Che assurdità! E, |
GIACINTA -
|
assurdità! E, buttato via il volume, accigliato, riprendeva | a | passeggiare, fumando, su e giù per la stanza, vuotandosi il |
GIACINTA -
|
eccolo lí, solo solo, contro una donna che non voleva badar | a | nulla, se risoluta a colpire; in una piccola città, dove |
GIACINTA -
|
contro una donna che non voleva badar a nulla, se risoluta | a | colpire; in una piccola città, dove tutti, o quasi tutti, |
GIACINTA -
|
sera, e scese le scale lentamente, esitando; poi, si mise | a | camminare in fretta, tra la folla domenicale che invadeva |
GIACINTA -
|
e figlio, erano sull'uscio del Caffè della Pantera, fermati | a | discorrere, osservando la gente che passava; ma, tutt'a un |
GIACINTA -
|
la gente che passava; ma, tutt'a un tratto, si misero | a | parlare accaloratamente, faccia a faccia come per evitare |
GIACINTA -
|
un tratto, si misero a parlare accaloratamente, faccia | a | faccia come per evitare di salutarlo. Infatti non risposero |
GIACINTA -
|
risposero al saluto di lui. - Può essere un caso ... Anche | a | me, qualche volta è accaduto di non scorgere un amico che |
GIACINTA -
|
altri ufficiali, che discutevano animatamente e ridevano | a | scoppi. Andando verso di essi, volgeva gli occhi da ogni |
GIACINTA -
|
né uno sgabello! Due avventori s'erano già rassegnati | a | bere la loro birra in piedi, appoggiati all'orlo del banco |
GIACINTA -
|
mostrò l'intenzione di volergli far posto; continuarono | a | ragionare e a ridere, come se egli non fosse stato lí. Anzi |
GIACINTA -
|
di volergli far posto; continuarono a ragionare e | a | ridere, come se egli non fosse stato lí. Anzi il Merli, che |
GIACINTA -
|
non gli aveva neppure risposto buona sera. Andrea si frenò | a | stento. - Quel merlo - lo chiamava spesso cosí - meritava |
GIACINTA -
|
creanza ... Ma girò i tacchi, coll'aria di chi si affretti | a | raggiungere una persona vista da lontano. Una gran risata |
GIACINTA -
|
la sua signora e le due Maiocchi; scendevano incontro | a | lui dal lato sinistro. Gli erano apparsi improvvisamente |
GIACINTA -
|
testa; ma la signora Villa e le Maiocchi, trovatesi faccia | a | faccia con lui, si voltarono in là, affettando di guardare |
GIACINTA -
|
sentii nella porta del dormitorio un lieve sgretolo | a | più riprese, come quello di un tarlo. Era il segnale |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
|
la mano mi sussurrò in un orecchio: - Vieni dietro | a | me rasentando il muro... - Che palpiti nell'avventurarsi |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
|
così, nel buio dei corridoi, fermandosi in ascolto | a | ogni più lieve rumore, trattenendo il respiro... A un certo |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
|
ascolto a ogni più lieve rumore, trattenendo il respiro... | A | un certo punto, sboccando da un corridoio stretto stretto, |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
|
finestra le cui imposte erano aperte, e ci fermammo dinanzi | a | una porticina nascosta nel muro. - Il magazzino! - mormorò |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
|
aperto sulla parete difaccia alla porta, in alto; e | a | quella luce incerta vedemmo da un lato una fila di balle |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
|
quell'odiato riso che nel collegio Pierpaoli ci era servito | a | tutti i pasti, tutti i giorni, meno il Venerdi e la |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
|
dinanzi al mio dormitorio. - Tutto è andato bene! - disse | a | bassa voce il Michelozzi - e abbiamo reso un grande |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
|
voce il Michelozzi - e abbiamo reso un grande servigio | a | tutti i nostri compagni. Ora vo a riportare la chiave del |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
|
reso un grande servigio a tutti i nostri compagni. Ora vo | a | riportare la chiave del gabinetto di fisica al suo posto e |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
|
la chiave del gabinetto di fisica al suo posto e poi | a | letto... Uno per tutti! - Tutti per uno - e ci stringemmo |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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per uno - e ci stringemmo la mano. Io zitto zitto andai | a | letto; ma ero così commosso per questa avventurosa |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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notturna che non potevo prender sonno. Alla fine mi decisi | a | ripigliare il mio lavoro dentro l'armadietto; il segnale |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
|
rendeva inutile il mio osservatorio. Ma prima di accingermi | a | tal lavoro ho voluto allargare la buca, e adoperando con |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
|
nelle connessiture dei quattro lati di un mattone riuscii | a | indebolirlo talmente che finì con lo staccarsi. Ora avevo |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
|
talmente che finì con lo staccarsi. Ora avevo dinanzi | a | me un vero e proprio finestrino che potevo a mio talento |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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avevo dinanzi a me un vero e proprio finestrino che potevo | a | mio talento richiudere e riaprire, rimettendo o rilevando |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
|
richiudere e riaprire, rimettendo o rilevando il mattone, | a | seconda del bisogno. Restava a bucar la tela che vi era |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
|
o rilevando il mattone, a seconda del bisogno. Restava | a | bucar la tela che vi era dinanzi. Un po' con l'unghie e un |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
|
Un po' con l'unghie e un po' con lo scalpello mi misi | a | grattarla a riprese cadenzate, pensando: - Anche se di |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
|
con l'unghie e un po' con lo scalpello mi misi a grattarla | a | riprese cadenzate, pensando: - Anche se di dentro sentono |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
|
che sia un tarlo e io potrò seguitare il mio lavoro fino | a | che non abbia raggiunto lo scopo. Difatti ho seguitato a |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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a che non abbia raggiunto lo scopo. Difatti ho seguitato | a | grattare finché non ho sentito, tastando col dito sulla |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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non essendovi per il momento altro da fare, me ne ritornai | a | letto soddisfatto del mio lavoro. In verità la mia |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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quale ho perduto tanti sonni... Non mi par vero d'arrivare | a | stasera! * * * Evviva, evviva!... Oggi a desinare si è |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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vero d'arrivare a stasera! * * * Evviva, evviva!... Oggi | a | desinare si è finalmente cambiato minestra!... Abbiamo |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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che si trovano in tutto le storie di tutti i popoli e che | a | farle devono essere state molto divertenti per chi le ha |
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molto divertenti per chi le ha fatte, quanto sono noiose | a | leggerle per i poveri scolari perché devono poi impararle a |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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a leggerle per i poveri scolari perché devono poi impararle | a | mente con tutte le date... E alla fin dei conti non si |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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il popolo ignora chi è stato che ha fatto cambiar minestra? | A | noi ci basta la coscienza d'aver fatto quel che abbiamo |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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soci della nostra Società segreta ci han fatto molta festa, | a | me e al Michelozzi, per la riuscita dell'impresa, e Tito |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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ricevono le persone più intime e di riguardo. Questa stanza | a | destra comunica con l'ufficio di direzione e a sinistra con |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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stanza a destra comunica con l'ufficio di direzione e | a | sinistra con la camera da letto dei coniugi direttori. In |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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su questa importante piazza nemica, è il grande ritratto | a | olio del professor Pierpaolo Pierpaoli, benemerito |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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adunque dopo di avere preso | a | fitto una stanza, come dicemmo, se ne tornava a casa |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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avere preso a fitto una stanza, come dicemmo, se ne tornava | a | casa cantarellando e colla coscienza tutt’altro che |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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sùbito con le prime coroncine vendute, E all'alba andò | a | trovare il bovaro che, spartito il fieno ai bovi, si |
SCURPIDDU -
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il bovaro che, spartito il fieno ai bovi, si accingeva | a | spazzare l'agghiaccio, - Mattiniero! - gli disse il |
SCURPIDDU -
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mucchio di tutto il concime, ne riempì un corbello e andò | a | vuotarlo nel serbatoio davanti a la stalla delle mule, Il |
SCURPIDDU -
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riempì un corbello e andò a vuotarlo nel serbatoio davanti | a | la stalla delle mule, Il vecchio intanto rivolgeva la |
SCURPIDDU -
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figli! Scurpiddu l'osservava senza ancora sapersi risolvere | a | domandargli: - Volete prestarmi cinque lire? - quando |
SCURPIDDU -
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comparve lo zanni con la pipa in bocca, il fil di rame | a | tracolla, e in mano la tanaglietta a punta, Lavorava lesto |
SCURPIDDU -
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bocca, il fil di rame a tracolla, e in mano la tanaglietta | a | punta, Lavorava lesto lesto le maglie di una coroncina, |
SCURPIDDU -
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ne calcolassero il valore, - Dunque?- egli disse finalmente | a | Scurpiddu , - Quanto volete? - rispose il ragazzo, - |
SCURPIDDU -
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lo zi' Girolamo. - Vuoi diventare zanni ? - disse il bovaro | a | Scurpiddu ridendo. - Vo' fare coroncine e venderle, zi' |
SCURPIDDU -
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strinse le labbra, socchiuse gli occhi e stette un momento | a | riflettere. - Sentite, - poi disse allo zanni . - Più tardi |
SCURPIDDU -
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e facendo schizzare la saliva tra i denti. Scurpiddu tornò | a | grattarsi la testa e a guardare lo zi' Girolamo, |
SCURPIDDU -
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saliva tra i denti. Scurpiddu tornò a grattarsi la testa e | a | guardare lo zi' Girolamo, implorando. - Va bene; venite |
SCURPIDDU -
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fil di rame e quel cocco, quelle medagline e la tanaglietta | a | punta. La sua prima coroncina era già fatta a metà. Egli |
SCURPIDDU -
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tanaglietta a punta. La sua prima coroncina era già fatta | a | metà. Egli aveva pregato lo zi' Girolamo di serbargli il |
SCURPIDDU -
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aveva nascosto tra le erbe il fil di rame; sarebbe andato | a | riprenderlo più tardi, senza farsi scorgere da nessuno. |
SCURPIDDU -
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quattro su ognuna di esse. Farebbe anche laccetti | a | maglia, per diversi usi, catenelle per chiavi, come lo |
SCURPIDDU -
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catenelle per chiavi, come lo zanni Quella sera non si mise | a | dormire se prima non ebbe aggiunto alla coroncina altri |
SCURPIDDU -
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guardava intenta, tenuta desta dal lume - Vuoi apprendere | a | lavorar coroncine anche tu? Le maglie non erano uguali; |
SCURPIDDU -
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di tenerla per sè, come ricordo. E non spense il lumicino | a | olio, avanti di aver avvolto il fil di rame in cerchi più |
SCURPIDDU -
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più stretti, da riporlo comodamente nella tasca che portava | a | tracolla con dentro la colazione e i dieci giorni e le |
SCURPIDDU -
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sedeva per terra, cavava fuori i suoi arnesi e si metteva | a | lavorare attentamente e lentamente nella prima settimana, |
SCURPIDDU -
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perder d'occhio le sue bestiole, per fare qualche carezza | a | Paola che veniva a posàrglisi sul braccio e tentava di |
SCURPIDDU -
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sue bestiole, per fare qualche carezza a Paola che veniva | a | posàrglisi sul braccio e tentava di strappargli dalle mani, |
SCURPIDDU -
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Girolamo. - Cinque. Quando avrò fatta la diecina, andrete | a | venderle voi, e riprenderete i vostri quattrini. - Quante, |
SCURPIDDU -
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quando potè consegnare allo zi' Girolamo, che andava | a | Mineo per la vicenda quindicinale, le dieci coroncine belle |
SCURPIDDU -
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.Le tre lire me le darai un' altra volta. Scurpiddu si mise | a | saltare dalla gioia. Quanto fil di rame! Quanto cocco! |
SCURPIDDU -
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coroncine più scadenti! - Dice don Santi il merciaio che, | a | quel prezzo, te ne compra quante ne avrai fatte. Anche |
SCURPIDDU -
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te ne compra quante ne avrai fatte. Anche questa sembrava | a | a Scurpiddu una gran fortuna. Che bella idea aveva avuto |
SCURPIDDU -
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te ne compra quante ne avrai fatte. Anche questa sembrava a | a | Scurpiddu una gran fortuna. Che bella idea aveva avuto |
SCURPIDDU -
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Gli avevano fatto tanto bene! Gli si erano affezionati come | a | un figlio. La massaia pensava a rivestirlo, a fargli lavare |
SCURPIDDU -
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si erano affezionati come a un figlio. La massaia pensava | a | rivestirlo, a fargli lavare la biancheria; e il massaio gli |
SCURPIDDU -
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come a un figlio. La massaia pensava a rivestirlo, | a | fargli lavare la biancheria; e il massaio gli aveva detto |
SCURPIDDU -
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gli aveva detto che l'anno venturo gli avrebbe insegnato | a | potare e a far gl'innesti dei peri, delle mele, dei |
SCURPIDDU -
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detto che l'anno venturo gli avrebbe insegnato a potare e | a | far gl'innesti dei peri, delle mele, dei melogranati. Il |
SCURPIDDU -
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non gl'impediva di lavorare coroncine e catenelle e lacci | a | maglie, se voleva. E poi, ormai, gli sembrava che la |
SCURPIDDU -
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anni se n'era allontanato appena una o due volte, spedito | a | Mineo dal massaio per una commissioncina; andare e tornare; |
SCURPIDDU -
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di falce. Il Giudice istruttore con gli occhiali d'oro | a | capestro, il cancelliere che scriveva le deposizioni, i |
SCURPIDDU -
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ci entrava nessun altro. E gli otto tacchini? Se voleva, | a | Natale, sarebbero quaranta lire. Alti, grassi, non si |
SCURPIDDU -
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era rinnovato. Egli aveva dovuto riaddestrarlo alle marce e | a | far la banda e per capobanda aveva messo il Guappo , che |
SCURPIDDU -
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per capobanda aveva messo il Guappo , che quando cominciava | a | gluglugliare non la finiva più, e avrebbe voluto pure far |
SCURPIDDU -
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si poteva anche aggiungere: addio Paola ! Tutto si era dato | a | quel lavoro. - E lo zùfolo? - gli domandava il Soldato . - |
SCURPIDDU -
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di ritornare alla masseria, Scurpiddu doveva richiamarla | a | lungo col fischio e gridare più volte - Paola ! Ehi! Paola |
SCURPIDDU -
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più volte - Paola ! Ehi! Paola ! - prima di vederla venire | a | posàrglisi su la spalla. - Hai ragione, - egli le diceva. - |
SCURPIDDU -
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ai piedi, Paola diventò irrequieta; voleva togliersi | a | ogni costo quegli strani impacci d'addosso. Se la prendeva |
SCURPIDDU -
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cerchietti di fil di rame. Si stizziva, si accaniva | a | dar colpi di becco ora a questo, ora a quello; e quando si |
SCURPIDDU -
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di rame. Si stizziva, si accaniva a dar colpi di becco ora | a | questo, ora a quello; e quando si persuadeva che era |
SCURPIDDU -
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si accaniva a dar colpi di becco ora a questo, ora | a | quello; e quando si persuadeva che era inutile tentar di |
SCURPIDDU -
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alla collana mezza affondata tra le piume del collo | a | forza di scosse e di strappate. Scurpiddu rideva: le |
SCURPIDDU -
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e di strappate. Scurpiddu rideva: le rimetteva la collana | a | posto, e aggiustava gli anellini già un po' deformati. - |
SCURPIDDU -
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Sembri una sposa, Paola ! Paola non gli dava retta. Ripreso | a | inveire contro gli anellini, per essere più libera volava |
SCURPIDDU -
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un mandorlo. E lassù, dopo un quarto d'ora, era riuscita | a | cavarseli. Scurpiddu la vide tornare tranquilla. Pareva gli |
SCURPIDDU -
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dètte requie. - Zanni, vieni qua; cavami un dente! Vieni | a | cavare i denti alle mule! Per questo, marmotta, non badi |
SCURPIDDU -
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i denti alle mule! Per questo, marmotta, non badi più | a | imparare a lèggere! Te la faccio io una bella corona! Aveva |
SCURPIDDU -
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alle mule! Per questo, marmotta, non badi più a imparare | a | lèggere! Te la faccio io una bella corona! Aveva legato in |
SCURPIDDU -
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| A | chi tocca fare la penitenza? - ho domandato al Teschio. - A |
Io non ho paura -
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A chi tocca fare la penitenza? - ho domandato al Teschio. - | A | me o a lei? Si è preso tutto il tempo per rispondere, poi |
Io non ho paura -
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fare la penitenza? - ho domandato al Teschio. - A me o | a | lei? Si è preso tutto il tempo per rispondere, poi ha |
Io non ho paura -
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Hai visto? - Ho amato il Teschio. Barbara ha cominciato | a | dare calci nella polvere. - Non è giusto! Non è giusto! |
Io non ho paura -
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calci nella polvere. - Non è giusto! Non è giusto! Sempre | a | me! Perché sempre a me? Non lo sapevo. Ma sapevo che c'è |
Io non ho paura -
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- Non è giusto! Non è giusto! Sempre a me! Perché sempre | a | me? Non lo sapevo. Ma sapevo che c'è sempre uno che si |
Io non ho paura -
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Facciamo la votazione, allora! Non può decidere tutto lui. | A | distanza di ventidue anni non ho ancora capito come faceva |
Io non ho paura -
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distanza di ventidue anni non ho ancora capito come faceva | a | sopportarci. Doveva essere per la paura di rimanere da |
Io non ho paura -
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la votazione, - ha concesso il Teschio. - Io dico che tocca | a | te. - Pure io, - ho detto. - Pure io, - ha ripetuto a |
Io non ho paura -
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tocca a te. - Pure io, - ho detto. - Pure io, - ha ripetuto | a | pappagallo Maria. Abbiamo guardato Salvatore. Nessuno |
Io non ho paura -
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sussurrando. - Visto? Cinque contro uno. Hai perso. Tocca | a | te, - ha concluso il Teschio. Barbara ha stretto le labbra |
Io non ho paura -
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- Ce la devi ..., far vedere ... Ce la devi far vedere | a | tutti. Barbara ha barcollato. - Cosa vi devo far vedere? - |
Io non ho paura -
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volta ci hai fatto vedere le tette -. E rivolgendosi | a | noi. - Questa volta ci fa vedere la fessa. La fessa pelosa. |
Io non ho paura -
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Ti abbassi le mutande e ce la fai vedere -. Si è messo | a | sghignazzare aspettandosi che anche noi avremmo fatto lo |
Io non ho paura -
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una mano sul fuoco che se il Teschio e Barbara facevano | a | botte, il Teschio aveva la meglio tanto facilmente. Se |
Io non ho paura -
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aveva la meglio tanto facilmente. Se Barbara lo buttava | a | terra e gli saltava sopra lo poteva pure soffocare. - Hai |
Io non ho paura -
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- Hai perso. Ora ti abbassi i pantaloni. Così impari | a | fare la stronza. - No! Il Teschio le ha dato uno schiaffo. |
Io non ho paura -
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se la godeva da matti. - No, non piango, - è riuscita | a | dire trattenendo i singhiozzi. Aveva dei pantaloni di |
Io non ho paura -
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sopra la cinta. Si è aperta la fibbia e ha cominciato | a | slacciarsi i bottoni. Ho intravisto le mutande bianche con |
Io non ho paura -
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mio braccio è molto peggiorato | a | causa dello sforzo fatto ieri per salire nella rete del |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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e anche più... - Meglio! - ho detto io. - O che hai piacer | a | star male? - ha esclamato il professore sorpreso. - No, ma |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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il professore sorpreso. - No, ma mi piace tanto di stare | a | Roma, e poi a far la cura elettrica con tutte quelle |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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sorpreso. - No, ma mi piace tanto di stare a Roma, e poi | a | far la cura elettrica con tutte quelle macchine deve essere |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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divertente... - Il professor Perussi ha incominciato subito | a | farmi il massaggio elettrico applicandomi la corrente con |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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un gran formicolìo in tutto il braccio, mentre io ridevo | a | più non posso. - Questa - ho detto - è la macchina per fare |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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tutti i giorni, motivo per cui non bisogna far rumore | a | causa dei clienti che vengono a farsi visitare. - Del resto |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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cui non bisogna far rumore a causa dei clienti che vengono | a | farsi visitare. - Del resto - ha detto - tu anderai molto |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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visitare. - Del resto - ha detto - tu anderai molto fuori, | a | veder Roma, e ti accompagnerà il cavalier Metello che la |
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in generale, sono dei veri tormenti, e non somigliano punto | a | noi ragazzi. Ora ne verrà una in casa nostra a passare una |
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punto a noi ragazzi. Ora ne verrà una in casa nostra | a | passare una settimana, e mi ci vorrà una bella pazienza... |
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possibile per dimostrarmi gentile con questa bambina che, | a | quanto ho sentito, deve arrivare domani. È questa la sesta |
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ho sentito, deve arrivare domani. È questa la sesta volta | a | far poco che mi promettono un velocipede, e, pare |
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è una nipotina dell'avvocato Maralli, il quale ha scritto | a | una certa signora Merope Castelli, che è una sua sorella |
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signora Merope Castelli, che è una sua sorella maritata | a | Bologna, di venire qui con la figlia per conoscere la sua |
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così piccola, e Maria moriva dal desiderio di andare | a | guardarci dentro. L' uomo ogni tanto posava la pipa sull' |
Il sistema periodico -
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stesso, e fischiava; poi smetteva di fischiare e cominciava | a | cantare; ogni tanto faceva due passi indietro e chiudeva un |
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indietro e chiudeva un occhio, e andava anche qualche volta | a | sputare nella pattumiera e poi si strofinava la bocca col |
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cose così strane e nuove che era interessantissimo starlo | a | guardare: e quando l' armadio fu bianco, raccolse la |
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per terra e portò tutto accanto alla credenza e cominciò | a | dipingere anche quella. L' armadio era così lucido, pulito |
Il sistema periodico -
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che l' uomo non aveva coltelli, né in mano né intorno | a | sé: poteva però averne uno nascosto. Allora domandò: _ Mi |
Il sistema periodico -
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uno nascosto. Allora domandò: _ Mi tagli che cosa? _ e | a | questo punto avrebbe dovuto rispondere "Ti taglio la |
Il sistema periodico -
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che si chiamasse Felice un uomo grande come quello. Ma | a | poco a poco incominciò invece a sembrarle naturale che |
Il sistema periodico -
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si chiamasse Felice un uomo grande come quello. Ma a poco | a | poco incominciò invece a sembrarle naturale che quell' uomo |
Il sistema periodico -
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uomo grande come quello. Ma a poco a poco incominciò invece | a | sembrarle naturale che quell' uomo si chiamasse Felice, e |
Il sistema periodico -
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Maria giudicò che non ci fosse nulla di male nell' andarlo | a | vedere da vicino: solo vedere senza toccare. Ma mentre si |
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un gesso bianco, e disegnò sul pavimento un cerchio intorno | a | Maria. Poi disse: _ Non devi uscire di lì dentro _. Dopo di |
Il sistema periodico -
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pipa facendo colla bocca molte smorfie strane, e si rimise | a | verniciare la credenza. Maria sedette sui calcagni e |
Il sistema periodico -
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la credenza. Maria sedette sui calcagni e considerò | a | lungo il cerchio con attenzione: ma dovette convincersi che |
Il sistema periodico -
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ma dovette convincersi che non c' era nessuna uscita. Provò | a | fregarlo in un punto con un dito, e constatò che realmente |
Il sistema periodico -
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sedette per terra zitta e tranquilla; ogni tanto provava | a | spingersi fino a toccare il cerchio con la punta dei piedi |
Il sistema periodico -
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zitta e tranquilla; ogni tanto provava a spingersi fino | a | toccare il cerchio con la punta dei piedi e si sporgeva in |
Il sistema periodico -
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con la punta dei piedi e si sporgeva in avanti fino quasi | a | perdere l' equilibrio, ma vide ben presto che mancava |
Il sistema periodico -
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ma vide ben presto che mancava ancora un buon palmo | a | che potesse raggiungere l' armadio o la parete con le dita. |
Il sistema periodico -
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l' armadio o la parete con le dita. Allora stette | a | contemplare come a poco a poco anche la credenza, le sedie |
Il sistema periodico -
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o la parete con le dita. Allora stette a contemplare come | a | poco a poco anche la credenza, le sedie e il tavolo |
Il sistema periodico -
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parete con le dita. Allora stette a contemplare come a poco | a | poco anche la credenza, le sedie e il tavolo diventavano |
Il sistema periodico -
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e camminare su e giù nella stanza accanto. Maria cominciò | a | chiamare _ Signore! _ dapprima sottovoce, poi più forte, ma |
Il sistema periodico -
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Signore, adesso posso uscire? _ L' uomo guardò in giù | a | Maria e al cerchio, rise forte e disse molte cose che non |
Il sistema periodico -
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di nuovo, né | a | scuola, né in casa. Non ho ancora rivisto il babbo e ormai |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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disteso sul letto... perché mi sarebbe impossibile stare | a | sedere dopo avercene prese tante! Che umiliazione! Che |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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troppo nel morale per l'amore proprio che è stato colpito | a | sangue, e anche nel materiale che è stato purtroppo anch' |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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nel materiale che è stato purtroppo anch' esso colpito | a | sangue senza nessuna pietà. |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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Una serie di giornate calde e ventilate aiutò la campagna | a | fiorire. Gli alberi erano già folti, i viali ombrosi e le |
ARABELLA -
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da quindici giorni trovavasi alle Cascine in casa de' suoi | a | rifare le forze, non cercava altro, per il momento, se non |
ARABELLA -
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non che la lasciassero tranquilla. Tutti parlavano intorno | a | lei di perdono, di pace, di conciliazione. Parenti, |
ARABELLA -
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che valevano di più d'ogni grassa causa. L'ostinarsi | a | pretendere di più sarebbe stato per i parenti un |
ARABELLA -
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la pace e la conciliazione non potevano fermarsi qui: e | a | rigore di coscienza essa non avrebbe potuto accettare |
ARABELLA -
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questa parte dell'eredità, se non avesse stesa la mano | a | Lorenzo, che da quindici giorni aspettava una parola di |
ARABELLA -
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non l'aveva fatta crudele, se anche la sua testa stentava | a | capire e a ragionare. Ora invocava un po' di quiete. La |
ARABELLA -
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fatta crudele, se anche la sua testa stentava a capire e | a | ragionare. Ora invocava un po' di quiete. La lasciassero |
ARABELLA -
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suo cervello e al suo spirito il tempo di raccogliersi. E | a | poco a poco andava abituandosi a quel dolce far niente. |
ARABELLA -
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e al suo spirito il tempo di raccogliersi. E a poco | a | poco andava abituandosi a quel dolce far niente. Dalla |
ARABELLA -
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tempo di raccogliersi. E a poco a poco andava abituandosi | a | quel dolce far niente. Dalla finestra della sua cameretta |
ARABELLA -
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di fanciulla stava volentieri collo sguardo ozioso | a | contemplare la stesa verde dei prati, riscaldati dal sole |
ARABELLA -
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e non pretende nemmeno che tu l'abbia ad aiutare. Poiché | a | Milano non si può andare, ci vuol tempo per mettere in |
ARABELLA -
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dicono di accettare, ti metti in posizione di far del bene | a | tutti, e specialmente a noi, a' tuoi fratelli, al tuo |
ARABELLA -
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metti in posizione di far del bene a tutti, e specialmente | a | noi, a' tuoi fratelli, al tuo benefattore. Tu diventi |
ARABELLA -
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avvocato Baruffa, un mezzo santo che porta il baldacchino | a | Sant'Ambrogio, quando lo zio don Giosuè e il prevosto |
ARABELLA -
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io non capirei la ragione de' tuoi scrupoli. In quanto | a | Lorenzo, credi che è pentito e strapentito. Mi ha parlato |
ARABELLA -
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è mica un animo cattivo, ve'... E ti vuol bene, l'ha detto | a | me, e quasi piangeva nel dirmelo. È un giovane un po', |
ARABELLA -
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solo che ti vuol bene e che è pentito, e che non pensa più | a | quella donna e che vuol far giudizio, eccetera, eccetera; |
ARABELLA -
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la sua idea, egli lascia addirittura Milano, e viene | a | stabilirsi a San Donato a fare l'affittaiolo de' suoi |
ARABELLA -
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idea, egli lascia addirittura Milano, e viene a stabilirsi | a | San Donato a fare l'affittaiolo de' suoi fondi, sotto la |
ARABELLA -
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addirittura Milano, e viene a stabilirsi a San Donato | a | fare l'affittaiolo de' suoi fondi, sotto la guida di papà |
ARABELLA -
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visto che gli uomini son buoni o cattivi, secondo che sono | a | posto o fuori di posto. Un buon prete è un cattivo soldato |
ARABELLA -
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povero papà..." gli occhi di mamma Beatrice si inumidirono | a | questa memoria. "Così, la mia figliuola, tu sollevi un poco |
ARABELLA -
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stancano ve'... Non sono più giovine, e comincio anche io | a | sentire il bisogno di una mano che mi aiuti. San Donato è a |
ARABELLA -
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a sentire il bisogno di una mano che mi aiuti. San Donato è | a | due passi, ci potremo vedere spesso, tu aiuti me, io aiuto |
ARABELLA -
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posso fare un conto sopra qualcuno, va bene? In quanto | a | papà Botta, non dico nulla. Oltre al vantaggio pecuniario, |
ARABELLA -
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si aveva più denaro da comperare la tela di una camicia. | A | te non mancava nulla laggiù, e quando si è nell'abbondanza, |
ARABELLA -
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bene. Adesso riposa un poco, la mia figliuola, non pensare | a | tante cose, piglia qualche cucchiaino di magnesia, che fa |
ARABELLA -
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in quanto il corpo aiuta l'anima. Un giorno andremo insieme | a | San Donato a vedere quel che c'è da fare... e il Signore |
ARABELLA -
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corpo aiuta l'anima. Un giorno andremo insieme a San Donato | a | vedere quel che c'è da fare... e il Signore benedica te e |
ARABELLA -
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te e quel povero uomo che ti ha fatto del bene." Papà Botta | a | parole non diceva nulla, ma si vedeva dagli occhi, si |
ARABELLA -
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Quando la ricondusse alle Cascine nel suo vestito di lutto, | a | papà Botta parve di tirarsi dietro un angelo fatto |
ARABELLA -
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parve di tirarsi dietro un angelo fatto prigioniero. Pensò | a | mettere in ordine la stanza, sbarazzandola dei centomila |
ARABELLA -
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e le galline e per alcuni giorni fece condurre le bestie | a | un'altra stalla. Intanto egli stesso colla scopa in mano |
ARABELLA -
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Intanto egli stesso colla scopa in mano eccitava gli uomini | a | far netto, raccontando a tutti quel che Arabella veniva a |
ARABELLA -
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scopa in mano eccitava gli uomini a far netto, raccontando | a | tutti quel che Arabella veniva a ereditare dal defunto |
ARABELLA -
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a far netto, raccontando a tutti quel che Arabella veniva | a | ereditare dal defunto signor Tognino. "Se ho un piacere e |
ARABELLA -
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signor Tognino. "Se ho un piacere e una soddisfazione | a | questo mondo" soggiungeva, indicando le gelosie verdi della |
ARABELLA -
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persuasione che la sua vita non potesse essere diversa, | a | poco a poco si avviò a perdonare e a dimenticare. La |
ARABELLA -
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che la sua vita non potesse essere diversa, a poco | a | poco si avviò a perdonare e a dimenticare. La giovinezza |
ARABELLA -
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sua vita non potesse essere diversa, a poco a poco si avviò | a | perdonare e a dimenticare. La giovinezza vuol vivere. In |
ARABELLA -
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essere diversa, a poco a poco si avviò a perdonare e | a | dimenticare. La giovinezza vuol vivere. In queste |
ARABELLA -
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vuol vivere. In queste condizioni, anziché ribellarsi | a | un destino maggiore alle nostre forze, è meglio condurre |
ARABELLA -
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maggiore alle nostre forze, è meglio condurre queste | a | smuovere e ad aiutare il nostro destino. Le acque grosse |
ARABELLA -
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di smemoratezza quando poteva, come una volta, rinchiudersi | a | disegnare e a ricamare nella fresca chiesuola della |
ARABELLA -
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quando poteva, come una volta, rinchiudersi a disegnare e | a | ricamare nella fresca chiesuola della Colorina. Vi si |
ARABELLA -
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un pezzo, da sola, senz'essere vista. Vi si rifugiava meno | a | pregare che a sentire la sua vita scorrere lentamente, in |
ARABELLA -
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sola, senz'essere vista. Vi si rifugiava meno a pregare che | a | sentire la sua vita scorrere lentamente, in attesa di |
ARABELLA -
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pezzo di casa in rovina, la voce della monachella sorgeva | a | predicare, non tanto a lei, per cui le parole erano |
ARABELLA -
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la voce della monachella sorgeva a predicare, non tanto | a | lei, per cui le parole erano inutili, quanto a tutte le |
ARABELLA -
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non tanto a lei, per cui le parole erano inutili, quanto | a | tutte le buone ragazze, che si affidano alla vita colla |
ARABELLA -
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dolorosi letti di spine: fatevi monache. E se Dio vi chiama | a | sé prima del tempo, benedite il Signore che vi vuol bene. |
ARABELLA -
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tempo, benedite il Signore che vi vuol bene. Meglio morte | a | quindici anni sotto una coperta d'erba fresca e di fiori di |
ARABELLA -
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Per isfuggire alla seduzione di queste malinconie, usciva | a | correre qualche volta in mezzo ai prati, univasi alle donne |
ARABELLA -
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agitavano e ammucchiavano il fieno maggengo, dava di mano | a | un rastrello, e mentre le ragazze intonavano un'aria di |
ARABELLA -
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le compagne colle litanie della Madonna. Arabella ponevasi | a | sedere nel fieno e colle mani abbandonate sui ginocchi, ora |
ARABELLA -
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e colle mani abbandonate sui ginocchi, ora incantavasi | a | contemplare la schiera delle ragazze, splendenti sotto la |
ARABELLA -
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dieci, dodici, quindici giorni, la gente avrebbe cominciato | a | meravigliarsi una seconda volta di trovare in lei della |
ARABELLA -
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cuore, perché dove trattavasi di una fortuna grande e cara | a | tutti, essa ostinavasi a non vedere che il suo orgoglioso |
ARABELLA -
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di una fortuna grande e cara a tutti, essa ostinavasi | a | non vedere che il suo orgoglioso sacrificio. Respingere |
ARABELLA -
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del tutto: e non poteva accettarla senza stendere la mano | a | suo marito. E se questi era veramente pentito, se |
ARABELLA -
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di cui essa aveva il merito maggiore, perché ostinarsi | a | non credere alla virtù di questa misericordia? perché |
ARABELLA -
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al quale sarebbero intervenuti oltre agli zii Borrola e | a | Lorenzo, l'avvocato, il notaio, lo zio canonico: e si |
ARABELLA -
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di Ferruccio, fece venire imbiancatori e tappezzieri, mandò | a | Milano un carro a prendere il mobilio, perché di tornare in |
ARABELLA -
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venire imbiancatori e tappezzieri, mandò a Milano un carro | a | prendere il mobilio, perché di tornare in via Torino, dopo |
ARABELLA -
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energia attese al trasporto dei mobili, che accompagnò | a | San Donato, facendo e rifacendo la strada da Milano alle |
ARABELLA -
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alle Cascine due tre volte la settimana. Portò molte carte | a | firmare alla signora, secondo le indicazioni del notaio, e |
ARABELLA -
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aveva bisogno di una chioccia, e giorni addietro era venuta | a | chiedergliela: - Avreste, per caso, una tacchina chioccia, |
SCURPIDDU -
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massaia? Giusto, mancava una delle rosse che accennava | a | divenir chioccia. Scurpiddu non intese a sordo. E il giorno |
SCURPIDDU -
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che accennava a divenir chioccia. Scurpiddu non intese | a | sordo. E il giorno dopo, mentre le sue bestiole, ben |
SCURPIDDU -
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una corsa fino alla mezzadria di Poggio Don Croce. Davanti | a | la porta della casa, una ragazzina, figlia del mezzadro, |
SCURPIDDU -
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ragazzina, figlia del mezzadro, buttava dei fichi d'India | a | un maialetto, e pareva si divertisse a vederglieli mangiare |
SCURPIDDU -
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dei fichi d'India a un maialetto, e pareva si divertisse | a | vederglieli mangiare grufolando; glieli buttava a uno a |
SCURPIDDU -
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a vederglieli mangiare grufolando; glieli buttava | a | uno a uno. - Dammi la tacchina! - le disse brusco brusco. - |
SCURPIDDU -
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a vederglieli mangiare grufolando; glieli buttava a uno | a | uno. - Dammi la tacchina! - le disse brusco brusco. - Quale |
SCURPIDDU -
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chioccia; l'ha detto la massaia. Dammi la tacchina! - Va | a | farti benedire! Sei pazzo? - Dammi la tacchina! - replicò |
SCURPIDDU -
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preso una tacchina, per chioccia. La mezzadra cominciò | a | sbraitare: - Se l'è sognato la tua massaia? Verrò a |
SCURPIDDU -
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a sbraitare: - Se l'è sognato la tua massaia? Verrò | a | dirglielo sul muso. Per chi ci scambia? E tu bada che i |
SCURPIDDU -
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Scurpiddu credeva di aver fatto una bella cosa, andando | a | chiedere la tacchina; e per dispetto di quella strega che |
SCURPIDDU -
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tornare addietro. Cavò dalla tasca lo zùfolo e si mise | a | suonare allegramente, Tiù! Tiù ! Esclamando di tratto in |
SCURPIDDU -
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alle viti. Tiù! Tiù ! Anche Paola svolazzava per la vigna | a | beccare qualche racìmolo, e andava e veniva, quasi lo |
SCURPIDDU -
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con la voce. E quando ebbe tutto il branco davanti | a | sè: Marcia! Era allegro. Gli pareva di non aver più |
SCURPIDDU -
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presa quei di Poggio Don Croce, Il massaio penserebbe lui | a | farsela rendere: anche coi carabinieri, aggiungeva. Li |
SCURPIDDU -
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Ecco, li rivedeva laggiù, sotto Poggio d'Ortensio, uno | a | fianco all'altro, con le braccia che andavano e venivano |
SCURPIDDU -
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braccia che andavano e venivano come due pendoli e i fucili | a | tracolla dietro le spalle. Poveretti! Facevano tanta via, |
SCURPIDDU -
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ormai amava molto di farsi portare in carrozza, era andata | a | posarsi sul dorso di Capobanda , e gli beccava |
SCURPIDDU -
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far meglio la guardia. In quei pochi minuti che era andato | a | leticare con la mezzadra? - Hai fatto male, - lo sgridò la |
SCURPIDDU -
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orecchie per non sentire. - C'è qualcuno che gli vuol male | a | questo povero orfanello! - piagnucolò la mamma di Scurpiddu |
SCURPIDDU -
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altro! Ma, da domani in poi, Paola resterà alla masseria, | a | cercar le pulci ai cani. Almeno servirà a qualche cosa! |
SCURPIDDU -
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alla masseria, a cercar le pulci ai cani. Almeno servirà | a | qualche cosa! Scurpiddu si era sentito trafiggere il cuore. |
SCURPIDDU -
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tacchina, - gli disse la moglie. Massaio Turi stette un po' | a | riflettere, e domandò a Scurpiddu : - Non hai sentito |
SCURPIDDU -
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moglie. Massaio Turi stette un po' a riflettere, e domandò | a | Scurpiddu : - Non hai sentito nessun grido? - Niente! - C'è |
SCURPIDDU -
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- C'è una volpe nei dintorni. L'ha scoperta Calcapaglia , | a | cui ha preso tre galline. Deve aver la tana nella vallata |
SCURPIDDU -
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di non meritare quel castigo. Lassù, le tàccole passavano | a | stormi, si allontanavano, sparivano dietro le colline. |
SCURPIDDU -
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riposare tranquilla. Di tanto in tanto, la massaia andava | a | visitarla, a portarle una tazza di brodo, a domandarle se |
SCURPIDDU -
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Di tanto in tanto, la massaia andava a visitarla, | a | portarle una tazza di brodo, a domandarle se avea bisogno |
SCURPIDDU -
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massaia andava a visitarla, a portarle una tazza di brodo, | a | domandarle se avea bisogno di niente, a farle coraggio. - |
SCURPIDDU -
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una tazza di brodo, a domandarle se avea bisogno di niente, | a | farle coraggio. - Vi raccomando quella creatura, massaia! |
SCURPIDDU -
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la mattina, appena alzàtosi da letto; e la sera, fino | a | che la povera donna non si sentiva chiudere le pupille |
SCURPIDDU -
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chiudere le pupille dalla debolezza e dal sonno. - Va' | a | dormire; devi svegliarti per tempo, figlio mio! E quella |
SCURPIDDU -
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quella mattina, nel prato, Scurpiddu brontolava: - La mamma | a | letto… e Paola carcerata! Rimaneva a lungo con gli occhi |
SCURPIDDU -
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brontolava: - La mamma a letto… e Paola carcerata! Rimaneva | a | lungo con gli occhi fissi alla masseria. Poi, al passaggio |
SCURPIDDU -
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sera andarono | a | letto mogi mogi. Cesare dormiva solo, e in un altro lettino |
STORIE ALLEGRE -
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levare ... " "Sfido io! ... ", brontolò Orazio. In quanto | a | Pierino non poté dir nulla, perché russava come un ghiro. |
STORIE ALLEGRE -
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medesima casa anche il suo Studio di pittura . "E come fai | a | sapere che il vestiario ce lo darà lui?" "Ne sono sicuro |
STORIE ALLEGRE -
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di capo. "Ma non sai che i Re di una volta, quando andavano | a | spasso, non portavano in capo né corona né cappello?" "O |
STORIE ALLEGRE -
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entrarono nello studio dello zio, mentre lo zio era sempre | a | letto, e da una vecchia cassapanca gli portarono via un |
STORIE ALLEGRE -
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e altre anticaglie d'ogni modello e colore. Poi corsero | a | dare un'occhiata a quella famosa stampa che rappresentava - |
STORIE ALLEGRE -
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d'ogni modello e colore. Poi corsero a dare un'occhiata | a | quella famosa stampa che rappresentava - per dir come |
STORIE ALLEGRE -
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e presi i necessari appunti, si rinchiusero in camera | a | lavorare. Pierino, dopo averci pensato ben bene, si |
STORIE ALLEGRE -
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Pierino, dopo averci pensato ben bene, si rassegnò | a | vestirsi da figliuola, invece che da figliuolo, e Cesare, |
STORIE ALLEGRE -
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trovata una corona reale di cartone dorato, si rassegnò | a | portarla in capo. La mattina dopo ... volete crederlo? |
STORIE ALLEGRE -
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La mattina dopo ... volete crederlo? tutto il vestiario, | a | furia di spilli, di aghi e di punti infilati a caso, era |
STORIE ALLEGRE -
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vestiario, a furia di spilli, di aghi e di punti infilati | a | caso, era già in ordine. Come facessero, non saprei dirvelo |
STORIE ALLEGRE -
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lavorano per i loro balocchi. E i quattrini per entrare | a | teatro? Dove trovarli? Da chi farseli imprestare? Chiederli |
STORIE ALLEGRE -
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che scoprire tutto il sotterfugio combinato fra loro. | A | buon conto, avevano saputo che il biglietto d'ingresso al |
STORIE ALLEGRE -
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Inventando una scusa di libri da comprare, si provarono | a | chiederle allo zio Eugenio: e lo zio, famoso per queste |
STORIE ALLEGRE -
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nipoti Cesare, Orazio e Pierino lire cento, che segnerete | a | mio debito. Lo zio "E ora", domandò Cesare, "da chi si |
STORIE ALLEGRE -
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debito. Lo zio "E ora", domandò Cesare, "da chi si vanno | a | prendere queste cento lire?" "Alla Banca de' Monchi ." "E |
STORIE ALLEGRE -
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Banca?" "Qui svolto. Appena usciti di casa, tirate giù | a | diritta, poi trovate una piazza, poi svoltate a sinistra, |
STORIE ALLEGRE -
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tirate giù a diritta, poi trovate una piazza, poi svoltate | a | sinistra, poi girate in dietro, traversate il ponte e |
STORIE ALLEGRE -
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non capirono nulla. Fatto sta che Cesare, invece di andare | a | scuola, girò per tutta la città; e a quanti domandava della |
STORIE ALLEGRE -
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invece di andare a scuola, girò per tutta la città; e | a | quanti domandava della Banca de' Monchi , tutti lo |
STORIE ALLEGRE -
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Monchi , tutti lo guardavano in viso e ridevano. Tornato | a | casa, disse a' suoi fratelli: "Lo zio ce l'ha fatta!". |
STORIE ALLEGRE -
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subito!", gridarono Orazio e Pierino. "Ci state voialtri | a | vendere i libri di scuola?" "Magari! ... e poi come si |
STORIE ALLEGRE -
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E così li avremo tutti novi." "E tutti rilegati ... " | A | furia di discorrere e di ragionarci su, quei tre monelli |
STORIE ALLEGRE -
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su, quei tre monelli finirono per persuadersi che, | a | vendere i loro libri di scuola, facevano un'operazione |
STORIE ALLEGRE -
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tenne il broncio alla delicata creaturina che vagiva | a | piè del suo letto. Quella bambina le aveva bruscamente |
GIACINTA -
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E questa fossettina del mento! Passava lunghe ore fissa | a | contemplarla, muta, con gli occhi inumiditi, col cuore che |
GIACINTA -
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bacio, una sola carezza, una sola occhiata da paragonarsi | a | quelle da lei prodigate alla creaturina delle sue viscere. |
GIACINTA -
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sue viscere. Ed ella, ecco, si rifaceva, si compensava | a | quel modo. - Non puoi immaginare - diceva ad Andrea, - |
GIACINTA -
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nell'estasi che la tenevano in adorazione dinanzi | a | quella gioia, a quella stella, a quell'angioletta, a |
GIACINTA -
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che la tenevano in adorazione dinanzi a quella gioia, | a | quella stella, a quell'angioletta, a quell'amore, a quella |
GIACINTA -
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in adorazione dinanzi a quella gioia, a quella stella, | a | quell'angioletta, a quell'amore, a quella vita sua, che |
GIACINTA -
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a quella gioia, a quella stella, a quell'angioletta, | a | quell'amore, a quella vita sua, che rassomigliava tutta a |
GIACINTA -
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gioia, a quella stella, a quell'angioletta, a quell'amore, | a | quella vita sua, che rassomigliava tutta a lui! Il conte |
GIACINTA -
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a quell'amore, a quella vita sua, che rassomigliava tutta | a | lui! Il conte Giulio però non era di questo parere. - Ha |
GIACINTA -
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cosí. - Mi son fatto un ritratto vivente! - era andato | a | dire al suocero che, tormentato dalla podagra, inchiodato |
GIACINTA -
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dalla podagra, inchiodato su una poltrona, non poteva andar | a | vedere la nipotina. Quella paternità lo gonfiava, gli |
GIACINTA -
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o semplicemente baciarla, Giacinta si trovava lí pronta | a | impedirglielo. - Non vi accorgete che la bimba si secca? |
GIACINTA -
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posto è incantevole! Giacinta, dalla sorpresa, non pensava | a | ringraziarla. Da parecchi mesi, la sua mamma era diventata |
GIACINTA -
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da lei paventato, la sua mamma si era facilmente rassegnata | a | rispettare i fatti compiuti; contenta che il suo sogno di |
GIACINTA -
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fra gli agi e la considerazione, cominciasse già | a | realizzarsi, e che la gente, scordatasi d'onde ella veniva, |
GIACINTA -
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- aggiungeva il conte. Già egli si era cosí abituato | a | vederlo sempre lí, che non incontrandolo, una mezza |
GIACINTA -
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si è visto? Andavano insieme alla Storta, per far rimettere | a | nuovo il villino; una passeggiata di due chilometri di |
GIACINTA -
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di due chilometri di strada pianissima, che percorrevano | a | piedi, fumando, mentre il conte ragionava dei suoi progetti |
GIACINTA -
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che da un sofisma di delicatezza femminile era stata spinta | a | maritarsi con un altro, metteva sempre tra lui e la donna |
GIACINTA -
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giorno per giorno le intime attrattive del loro legame. | A | questo servivano ora, un po' il sentimento della paternità, |
GIACINTA -
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al contrario, era orgogliosa di porgere il capezzolo | a | quella bocchina affamata. E quando le manine della piccina |
GIACINTA -
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le bianche coperte, pareva un grazioso fiorellino vicino | a | sbocciare. Avrebbe voluto vederlo disfarsi di tenerezza, |
GIACINTA -
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bene. Quando la bimba era sveglia, Giacinta si divertiva | a | solleticarle i labbrini e il mento con la punta |
GIACINTA -
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ch'ella, gettatogli un braccio intorno al collo, seguitava | a | ciangottare colla figliolina il suo strano linguaggio |
GIACINTA -
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ragionevole discorso. Andrea si adattava malvolentieri | a | la sua parte di balio. E se la bimba, svegliatasi di |
GIACINTA -
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addormentare: - È noiosina! - brontolava, pur continuando | a | dondolarla. E le cantava, ridendo di sé stesso, una ninna |
GIACINTA -
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una ninna nanna rimastagli in mente: Suonno che 'ngannaste | a | lu leone 'Nganname a Nenna mia pe doje ore; Suonno che |
GIACINTA -
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in mente: Suonno che 'ngannaste a lu leone 'Nganname | a | Nenna mia pe doje ore; Suonno che 'ngannaste a lu villano, |
GIACINTA -
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'Nganname a Nenna mia pe doje ore; Suonno che 'ngannaste | a | lu villano, 'Nganname a Nenna mia 'fin a dimane! |
GIACINTA -
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pe doje ore; Suonno che 'ngannaste a lu villano, 'Nganname | a | Nenna mia 'fin a dimane! |
GIACINTA -
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che 'ngannaste a lu villano, 'Nganname a Nenna mia 'fin | a | dimane! |
GIACINTA -
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nel 1254 in istile gotico con fregi in cotto, finestre | a | sesto acuto; soltanto la facciata presenta ancora l'idea di |
MILANO IN PERCORSA IN OMNIBUS COMPILATA DA GAETANO BRIGOLA ED ILLUSTRATA DA NOTIZIE STORICHE ED ARTISTICHE DA FELICE VENOSTA -
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Vuolsi rifabbricato per voto dei milanesi, e dedicato | a | San Marco in riconoscenza di servigi ricevuti dai |
MILANO IN PERCORSA IN OMNIBUS COMPILATA DA GAETANO BRIGOLA ED ILLUSTRATA DA NOTIZIE STORICHE ED ARTISTICHE DA FELICE VENOSTA -
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_ L'interno è decoroso, di forma moderna con tre navi, ed è | a | croce latina; fu rimodernato nel secolo XVI. Possiede |
MILANO IN PERCORSA IN OMNIBUS COMPILATA DA GAETANO BRIGOLA ED ILLUSTRATA DA NOTIZIE STORICHE ED ARTISTICHE DA FELICE VENOSTA -
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sì, Maestà! Vi aiuterò io | a | fare del bene. |
LE ULTIME FIABE -
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la prima volta che Plato riusciva | a | combinare un vero appuntamento con una ragazza. Plato |
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molto semplice, tanto che la porta d' ingresso si riduceva | a | un sottile rettangolo bruno girevole intorno a un punto. La |
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si riduceva a un sottile rettangolo bruno girevole intorno | a | un punto. La ragazza si chiamava Surfa e abitava poco |
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che però era lontana una trentina di chilometri, oppure | a | guado o a nuoto (per lui non faceva gran differenza). Ponti |
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era lontana una trentina di chilometri, oppure a guado o | a | nuoto (per lui non faceva gran differenza). Ponti non ce n' |
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di varcare il ruscello se non bagnandosi, così Plato passò | a | nuoto, e poi si asciugò rigirandosi al sole, che percorreva |
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in realtà non offriva molto: una linea circolare attorno | a | lui, interrotta qua e là dai segmenti verdi degli alberi, |
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luminoso del sole. Dopo un' ora di cammino Plato incominciò | a | distinguere, a sinistra del sole, il trattino verde-azzurro |
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Dopo un' ora di cammino Plato incominciò a distinguere, | a | sinistra del sole, il trattino verde-azzurro della casa di |
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incontro, esile lineetta che però si andava allungando | a | mano a mano che la distanza diminuiva; presto distinse i |
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esile lineetta che però si andava allungando a mano | a | mano che la distanza diminuiva; presto distinse i tratti |
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entrambi un lieve brivido di piacere. Conversarono | a | lungo, guardandosi negli occhi, quantunque ciò li |
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guardandosi negli occhi, quantunque ciò li costringesse | a | una posizione leggermente forzata; passavano le ore e il |
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Il sole si andava spegnendo: Surfa trovò modo di far sapere | a | Plato che in casa non c' era nessuno, e nessuno sarebbe |
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casa non c' era nessuno, e nessuno sarebbe rientrato fino | a | tarda notte. Timido e irresoluto, Plato entrò in quella |
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il suo profilo, tanto che un lato di esso venne | a | riprodurre in negativo, con precisione, il lato |
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L'appetito è sempre buono, | a | me non manca mai. |
LE ULTIME FIABE -
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si sposi mentre lei deve marcire in casa, condannata | a | restare zittellona come la zia Bettina; e che se il babbo |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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come la zia Bettina; e che se il babbo dà il permesso | a | Virginia di sposare un socialista non c'è ragione di |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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di sposare un socialista non c'è ragione di proibire | a | lei di sposare il De Renzis che è povero, ma è un giovane |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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fresco, che mi ha fatto venire la voglia di andare | a | pescare, badando bene però di non affogare come mi successe |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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volta, se no addio bicicletta! Dopo scuola sono andato | a | comprare una lenza nuova, degli ami, e mi sono avviato in |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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coccodrillo. Che dovevo farne? Naturalmente, l'ho portata | a | casa per mangiarla domani mattina a colazione, e per |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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l'ho portata a casa per mangiarla domani mattina | a | colazione, e per divertirmici stasera ho pensato di |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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in quella stanza, e mia sorella è scesa giù e si è messa | a | sonare e cantare la solita romanza che canta sempre e che |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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sempre e che comincia: Nessuno ci vede, nessuno ci sente.. | A | un tratto, ha dato un grand'urlo: - Ah! Una vipera!... |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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urli!... Il fischio della locomotiva non c'è per niente, | a | paragone! Io sono subito corso in salotto per vedere quello |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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- Scommetto che c'è qualcosa sul piano, - ho detto | a | Caterina. Caterina si è avvicinata al pianoforte per |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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di casa urlando: - Aiuto!... -. Allora ha incominciato | a | entrare in casa la gente del vicinato, e tutti, appena data |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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vicinato, e tutti, appena data un'occhiata al pianoforte, | a | urlare come disperati. - Ma se è un'anguilla! - ho detto |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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coro. - È un'anguilla innocente! - ho ripetuto, mettendomi | a | ridere. Le donne sono proprio sciocche, di buttare all'aria |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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che poi mangiano con tanto gusto, quando viene portata | a | tavola cucinata e condita. Mi hanno detto che sono cattivo, |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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Don Felice e don Giosuè persuasero gli animi più irritati | a | deporre davanti a un cataletto i vecchi rancori e a sperare |
ARABELLA -
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Giosuè persuasero gli animi più irritati a deporre davanti | a | un cataletto i vecchi rancori e a sperare in un amichevole |
ARABELLA -
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a deporre davanti a un cataletto i vecchi rancori e | a | sperare in un amichevole aggiustamento, del quale fu per |
ARABELLA -
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e di un aggiustamento persuase di più. Si diceva che | a | Lorenzo il vecchio padre sdegnato non avesse lasciata che |
ARABELLA -
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ed irriverente e di dare un'ultima testimonianza d'affetto | a | una creatura che avrebbe continuato a volergli bene. Quando |
ARABELLA -
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d'affetto a una creatura che avrebbe continuato | a | volergli bene. Quando il feretro stava per uscire dalla |
ARABELLA -
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di veglie e di commozioni, mentre portavano il pover'uomo | a | seppellire, raccolse alcune cosuccie e si preparò a partire |
ARABELLA -
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a seppellire, raccolse alcune cosuccie e si preparò | a | partire per le Cascine. Papà Botta si offrì di |
ARABELLA -
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non aveva la testa per intendere altri discorsi e si limitò | a | scrivere poche righe all'avvocato e al prevosto, pregandoli |
ARABELLA -
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ci accompagna all'uscire dal teatro, dopo aver assistito | a | un dramma morale che ci ha fatto piangere, e che al calar |
ARABELLA -
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in Ferruccio. Da due o tre giorni il giovine cominciava | a | uscir dal letto, e ancor debole e abbattuto si era |
ARABELLA -
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Voleva dimostrarle che sapeva perdonare anche lui | a | chi gli aveva fatto del male e che non gli mancava la buona |
ARABELLA -
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male e che non gli mancava la buona volontà di cooperare | a | quel molto di bene che si poteva fare. Infine voleva |
ARABELLA -
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Avevano sofferto insieme. La zia Colomba lo aveva messo | a | parte di tutti i particolari per cui la signora era venuta |
ARABELLA -
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parte di tutti i particolari per cui la signora era venuta | a | chiedere l'ospitalità in casa sua. Sul tavolino erano |
ARABELLA -
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mortale, e da quei frammenti il giovane aveva imparato | a | conoscere a quali gridi si abbandoni un'anima che insorge e |
ARABELLA -
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e da quei frammenti il giovane aveva imparato a conoscere | a | quali gridi si abbandoni un'anima che insorge e che ricade |
ARABELLA -
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una voce che avreste detto venire da una donna sopravissuta | a | una tremenda catastrofe. "O Ferruccio, come sta? meglio?" |
ARABELLA -
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sto bene." "È pallidino ancora..." "Sono venuto | a | ringraziarla." "Suo padre?" "Son venuto anche a nome |
ARABELLA -
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venuto a ringraziarla." "Suo padre?" "Son venuto anche | a | nome suo..." "Dimentichiamo..." "Oh! ne abbiamo bisogno..." |
ARABELLA -
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"Dimentichiamo..." "Oh! ne abbiamo bisogno..." "Pensi | a | guarir bene e si lasci veder presto alle Cascine." "Lei |
ARABELLA -
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due sillabe. "Saluti la buona zia Colomba: verrò presto | a | ringraziarla." E serrando la mano del giovine nella sua, |
ARABELLA -
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mezzo al via vai e al frastuono della città. Sognava ancora | a | occhi aperti. |
ARABELLA -
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e tutto senza inganni. Per ciò la clientela abbondava. | A | ogni avventore, ella sentiva l'obbligo di ripetere la |
LE ULTIME FIABE -
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E non era per mancanza di buon cuore. Non voleva ridursi | a | morir di fame per sfamare gli altri. Doveva pensare |
LE ULTIME FIABE -
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all'avvenire della disgraziata figliuola che l'aiutava | a | servire gli avventori, ed era gobbina. Guadagnava così poco |
LE ULTIME FIABE -
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La mamma finalmente capì che molti la chiamavano | a | quel modo con sentimento di affettuosa compassione; e |
LE ULTIME FIABE -
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Era ammirevole. La mattina, mentre la mamma si affaccendava | a | scaldar l'acqua, a preparare la minestra, ella faceva la |
LE ULTIME FIABE -
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mattina, mentre la mamma si affaccendava a scaldar l'acqua, | a | preparare la minestra, ella faceva la pulizia della stanza |
LE ULTIME FIABE -
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vuoi che ti aiuti? - Tutto è pronto, figliuola mia. E di lì | a | poco, i tavolini erano occupati e: Gobbina di qua ... |
LE ULTIME FIABE -
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di qua ... Gobbina di là ... ognuno voleva esser servito | a | preferenza degli altri. E pareva impossibile che la ragazza |
LE ULTIME FIABE -
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un giovane alto, robusto, biondo, impolverato da capo | a | piedi, in maniche di camicia. Guarda attorno: non c'è un |
LE ULTIME FIABE -
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doveva bastare per una settimana. E aspettavano di sentire | a | quanto ammontasse il conto. Vedendo che la cosa andava per |
LE ULTIME FIABE -
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per le lunghe, gli avventori pagarono e si affrettarono | a | uscire. Si sentì la voce della vedova che gridava: - Ehi! |
LE ULTIME FIABE -
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La gobbina sparecchiava, rassettava le seggiole e, tutto | a | un tratto, chiamò: - Mamma! Mamma! - Su la seggiola di |
LE ULTIME FIABE -
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rendergli il resto. - Certamente. Ma non ne diciamo nulla | a | nessuno, per non aver noie, figliuola mia. Il giorno dopo, |
LE ULTIME FIABE -
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giovane comparve in maniche di camicia, impolverato da capo | a | piedi. E quando gli dissero: - Avete dimenticato su la |
LE ULTIME FIABE -
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curiosi degli altri, si avvicinarono alla padrona. - Come? | A | lui, sì, fate credenza, e a noi no? - Badate al fatti |
LE ULTIME FIABE -
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alla padrona. - Come? A lui, sì, fate credenza, e | a | noi no? - Badate al fatti vostri e non pensate agli altri. |
LE ULTIME FIABE -
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acciughe, gobbina! E il giovane, serio serio, continuava | a | divorare, bevendo, di tratto in tratto, bicchieroni |
LE ULTIME FIABE -
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in tratto, bicchieroni d'acqua, senza guardare in viso | a | nessuno. - È vero, gobbina. Mi chiamo Mangia-a-ufo. Se c'è |
LE ULTIME FIABE -
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se ne fosse accorto. Ma questa volta la vedova non uscì | a | strillare su l'uscio. Madre e figlia avevano guardato su la |
LE ULTIME FIABE -
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resto anche di questa. - Certamente. Ma non diciamo nulla | a | nessuno, per non aver noie, figliuola mia. Ogni mattina, la |
LE ULTIME FIABE -
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fatto passi lunghi e passi corti. Per un mese di seguito, | a | ora fissa, il giovane in maniche di camicia e impolverato |
LE ULTIME FIABE -
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il giovane in maniche di camicia e impolverato da capo | a | piedi ricompariva, e prima di prendere il solito posto: - |
LE ULTIME FIABE -
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la parola agli avventori che gli sedevano accanto e stavano | a | guardarlo a bocca aperta vedendolo diluviare a quel modo. - |
LE ULTIME FIABE -
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avventori che gli sedevano accanto e stavano a guardarlo | a | bocca aperta vedendolo diluviare a quel modo. - Com'è, |
LE ULTIME FIABE -
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e stavano a guardarlo a bocca aperta vedendolo diluviare | a | quel modo. - Com'è, giovanotti, che nessuno di voi pensa a |
LE ULTIME FIABE -
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a quel modo. - Com'è, giovanotti, che nessuno di voi pensa | a | sposare la gobbina? - Dobbiamo unirci Niente con Nulla? E |
LE ULTIME FIABE -
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unirci Niente con Nulla? E siccome la gobbina era venuta | a | portargli un fritto di pesce, fatto a posta per lui, egli |
LE ULTIME FIABE -
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la gobbina era venuta a portargli un fritto di pesce, fatto | a | posta per lui, egli la prese per una mano, e tastandole la |
LE ULTIME FIABE -
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rumore di monete smosse. Intanto la gobbina continuava | a | servire gli avventori come se niente fosse stato. Parecchi |
LE ULTIME FIABE -
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dopo desinato, il suo conto. La vedova andava attorno | a | raccogliere il danaro e qualche volta doveva leticare con |
LE ULTIME FIABE -
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riempita una cassetta del banco. - Non ne diciamo niente | a | nessuno, per non aver noie, figlia mia. Ma si era già |
LE ULTIME FIABE -
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di sangue? - È possibile. - Ah! Voi volete continuare | a | mangiare a ufo! E il nobile spiantato con quattro pugni |
LE ULTIME FIABE -
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- È possibile. - Ah! Voi volete continuare a mangiare | a | ufo! E il nobile spiantato con quattro pugni ebbe rotto il |
LE ULTIME FIABE -
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dirle due paroline io. La gobbina venne. Non aveva fatto | a | tempo di asciugarsi le lacrime. Il giovane la prese per le |
LE ULTIME FIABE -
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le reggevano appena. Fatta però una cinquantina di passi, | a | poco a poco il peso si alleggeriva. Frugavano ... Le loro |
LE ULTIME FIABE -
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appena. Fatta però una cinquantina di passi, a poco | a | poco il peso si alleggeriva. Frugavano ... Le loro tasche |
LE ULTIME FIABE -
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corsa, compiangendo la mamma e la gobbina. - Sarà accaduto | a | loro come a noi. Avranno trovato peggio che gusci di |
LE ULTIME FIABE -
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la mamma e la gobbina. - Sarà accaduto a loro come | a | noi. Avranno trovato peggio che gusci di chioccioline! ... |
LE ULTIME FIABE -
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- Com'era bella senza gobba la gobbinal - Dove sarà | a | quest'ora la gobbina senza gobba? - E la padrona che ci |
LE ULTIME FIABE -
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- E la padrona che ci preparava quella buona minestra? Poi, | a | poco a poco, non ne parlarono più. Un giorno, però - non si |
LE ULTIME FIABE -
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padrona che ci preparava quella buona minestra? Poi, a poco | a | poco, non ne parlarono più. Un giorno, però - non si seppe |
LE ULTIME FIABE -
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chi diceva Regina, e che abitava un castello in cima | a | un colle circondato da giardini. Nessuno voleva andarci. |
LE ULTIME FIABE -
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ad accertarsi se era vero. Si mise in cammino, domandando | a | questo e a quello: - Dov'è il castello della gobbina e di |
LE ULTIME FIABE -
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se era vero. Si mise in cammino, domandando a questo e | a | quello: - Dov'è il castello della gobbina e di |
LE ULTIME FIABE -
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scemo. Una sera, stanco morto dal gran cammino, si buttò | a | giacere su l'erba di un prato e si addormentò. Quando si |
LE ULTIME FIABE -
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e Mangia-a-ufo lo avessero accolto in quelle stanze tutte | a | specchi con cornici d'oro, lo avessero fatto sedere su |
LE ULTIME FIABE -
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fatto sedere su seggiole d'oro, lo avessero invitato | a | desinare in piatti d'oro, cose che avevano l'apparenza |
LE ULTIME FIABE -
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... Con questo dubbio, si rimise in cammino, domandando | a | chi incontrava: - Dov'è il castello della gobbina e di |
LE ULTIME FIABE -
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gambe): Mi sembra di essere un altro! Prima potevo muovermi | a | stento; ora sono così agile, così magro, da poter fare |
LE ULTIME FIABE -
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così magro, da poter fare delle capriole ... (Si mette | a | fare salti e capriole. Tutti ridono e battono le mani, meno |
LE ULTIME FIABE -
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di quel maledetto processo di Como aveva servito | a | mettermi la febbre nelle vene. Allora, tre anni addietro, |
Il maleficio occulto -
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quasi inverosimili. Il barone non era comparso, trovandosi | a | letto malato gravemente: del resto la sua testimonianza non |
Il maleficio occulto -
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della mia memoria, dal quale mi tornavano ora limpidamente, | a | mano a mano, e riandavo meditandoli e collegandoli per |
Il maleficio occulto -
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memoria, dal quale mi tornavano ora limpidamente, a mano | a | mano, e riandavo meditandoli e collegandoli per ricostruire |
Il maleficio occulto -
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appena donna Clara, presi per via Tornabuoni, mi fermai | a | lungo sul ponte Santa Trinità dal quale l'Arno sonnacchioso |
Il maleficio occulto -
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un bella sera d'autunno, così tenero, così voluttuoso | a | Firenze, m'era guasta e intorbidata da quei ricordi, dal |
Il maleficio occulto -
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giù per via Maggio, per la deserta Via Romana, fino | a | Poggio Imperiale,severo e misterioso nella ricchezza dei |
Il maleficio occulto -
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e misterioso nella ricchezza dei vecchi alberi, | a | poco a poco mi si formò nella mente un disegno, che la |
Il maleficio occulto -
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e misterioso nella ricchezza dei vecchi alberi, a poco | a | poco mi si formò nella mente un disegno, che la notte e |
Il maleficio occulto -
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del Richini. L'Istituto tecnico impartisce l'istruzione | a | circa 180 alunni. Presso il Carrobbio, nella via San |
MILANO IN PERCORSA IN OMNIBUS COMPILATA DA GAETANO BRIGOLA ED ILLUSTRATA DA NOTIZIE STORICHE ED ARTISTICHE DA FELICE VENOSTA -
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il Carrobbio, nella via San Simone, evvi un teatro adatto | a | rappresentazioni drammatiche. |
MILANO IN PERCORSA IN OMNIBUS COMPILATA DA GAETANO BRIGOLA ED ILLUSTRATA DA NOTIZIE STORICHE ED ARTISTICHE DA FELICE VENOSTA -
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con l' idea di scrivere qualcosa su questo argomento. | A | quanto pare, però, il libro è nulla meno che un trattato |
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per il lettore, anzi, per il non lettore. Lo ha praticato | a | lungo, con onestà e successo, Rodolfo Wilcock. Nell' |
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essenziale far notare che la malizia deve arrestarsi | a | un livello basso: nella comune accezione, non è |
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nella comune accezione, non è pettegolezzo attribuire | a | qualcuno un assassinio o uno stupro. Esiste insomma un |
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mi pare sottinteso un elemento di segretezza: si spettegola | a | quattr' occhi, o al più in un ambiente con poche persone; |
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appropriato parlare di un pettegolezzo trasmesso | a | mezzo stampa o per tv. Il pettegolezzo è insomma un liquore |
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o per tv. Il pettegolezzo è insomma un liquore da versare | a | piccole dosi in un orecchio, o magari in più d' uno, ma non |
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hai pieno diritto di (e ti senti spinto a) trasformarti | a | tua volta in docente, ritrasmettendo il mio messaggio o un |
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quindi, tendenzialmente, con legge esponenziale. Tende cioè | a | invadere l' ecumene, come avviene con le catene di Sant' |
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con le catene di Sant' Antonio; in generale non giunge | a | tanto, in primo luogo perché entra in concorrenza con altri |
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più recenti, e quindi più appetiti, e pertanto tende | a | estinguersi; in secondo perché a ogni passaggio la notizia |
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appetiti, e pertanto tende a estinguersi; in secondo perché | a | ogni passaggio la notizia trasmessa si degrada, facendosi |
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Da notizia, diventa diceria, sentito-dire, fino magari | a | nobilitarsi a leggenda. È raro che il pettegolezzo, come la |
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diventa diceria, sentito-dire, fino magari a nobilitarsi | a | leggenda. È raro che il pettegolezzo, come la calunnia, da |
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di cannone". ") Il pettegolezzo vincolato: "Lo dico solo | a | te: non dire nulla a nessuno". Nell' xi capitolo dei |
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pettegolezzo vincolato: "Lo dico solo a te: non dire nulla | a | nessuno". Nell' xi capitolo dei "Promessi sposi", a |
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nulla a nessuno". Nell' xi capitolo dei "Promessi sposi", | a | proposito del mancato segreto del ricovero di Lucia nel |
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schema. 4) L' esclusione del de quo, che mira appunto | a | evitare tale esito. "Dillo a chi vuoi, ma non a X", dove X |
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del de quo, che mira appunto a evitare tale esito. "Dillo | a | chi vuoi, ma non a X", dove X è in generale l' oggetto del |
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appunto a evitare tale esito. "Dillo a chi vuoi, ma non | a | X", dove X è in generale l' oggetto del pettegolezzo, o |
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variante è recepita dal detto popolare che "l' ultimo | a | saperlo è il marito" (tradito). Si osserva sperimentalmente |
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un illecito: ma la simpatia per l' infedele è comune | a | tutte le civiltà e letterature, a dispetto della legge e |
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per l' infedele è comune a tutte le civiltà e letterature, | a | dispetto della legge e della morale); o perché, se |
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cose vanno regolarmente, cioè se lo spettegolato non viene | a | sapere di esserlo, il grafo di questo tipo assume una forma |
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accompagna il soddisfacimento di un bisogno primario. Torna | a | mente la terzina finale, genialmente ambivalente, di un |
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le finestre qualche face appariva, errante, come in mezzo | a | una carta abbruciata, dai pargoli ridenti sul focolar |
FIABE E LEGGENDE -
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parevano assetate di foco, e fiaccole e lanterne, accese | a | poco a poco, vi prendevan la forma delle cose succhiate. Le |
FIABE E LEGGENDE -
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assetate di foco, e fiaccole e lanterne, accese a poco | a | poco, vi prendevan la forma delle cose succhiate. Le galere |
FIABE E LEGGENDE -
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dei rostri. Era l'ora che i bimbi han paura dei mostri, e, | a | non vederli, il capo caccian sotto le coltri. |
FIABE E LEGGENDE -
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, si mettevano in marcia armati di tutto punto, avviandosi | a | combattere qualche gran battaglia nel vicino bosco distante |
STORIE ALLEGRE -
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bosco distante forse un chilometro dalla villa. Arrivati | a | mezza strada, facevano alto in mezzo a un prato, e lì, |
STORIE ALLEGRE -
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villa. Arrivati a mezza strada, facevano alto in mezzo | a | un prato, e lì, sdraiati sull'erba, mangiavano, o, per dir |
STORIE ALLEGRE -
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il rancio, mentre uno di loro, s'intende bene, rimaneva | a | far da sentinella avanzata in fondo al prato, per dare il |
STORIE ALLEGRE -
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avanzata durò poco, e vi dirò il perché. Una mattina toccò | a | far da sentinella al trombettiere Arnolfo, un ragazzino che |
STORIE ALLEGRE -
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ai regolamenti e alla disciplina militare, si rassegnò | a | fare una mezz'ora di sentinella: ma appena smontato, corse |
STORIE ALLEGRE -
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per farsi dare la sua parte di rancio. E lascio pensare | a | voi come restò, quando si accorse che i suoi compagni |
STORIE ALLEGRE -
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cogli occhi, trovandosi così barbaramente burlato, cominciò | a | piangere e strillare; e il suo strillare fu così acuto e |
STORIE ALLEGRE -
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che in tutta la storia militare, dalla presa di Gerico fino | a | noi, non c'è l'esempio d'un altro trombettiere che abbia |
STORIE ALLEGRE -
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da sentinella avanzata durante l'ora del rancio. Di fronte | a | un atto così grave d'insubordinazione, la disciplina |
STORIE ALLEGRE -
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comandante alla testa si rimetteva in marcia, inoltrandosi | a | passo di carica dentro il bosco. Giunti dinanzi a una |
STORIE ALLEGRE -
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a passo di carica dentro il bosco. Giunti dinanzi | a | una grossa quercia, che aveva più di cent'anni, il generale |
STORIE ALLEGRE -
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in riga di battaglia, e dopo aver caracollato dinanzi | a | loro, figurando di essere a cavallo, dopo avere colle |
STORIE ALLEGRE -
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e dopo aver caracollato dinanzi a loro, figurando di essere | a | cavallo, dopo avere colle parole e coi gesti incoraggiati i |
STORIE ALLEGRE -
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il trombettiere, armati di grossi bastoni principiavano | a | bastonare furiosamente il tronco della quercia: e nel |
STORIE ALLEGRE -
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Maestà le chiama poche e basterebbero | a | sfamare, almeno, cinquanta persone. |
LE ULTIME FIABE -
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Montoro arrivava in casino sempre il primo, coi tasconi | a | cintola che gli si arrotondavano sotto la zimarra, pieni |
Racconti 2 -
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e, per non stare in ozio, intavolava subito una partitina | a | toppa col primo che capitava; partitina alla lesta, per |
Racconti 2 -
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che gli altri amici non arrivavano. Cosí spesso i tasconi | a | cintola si trovavano di già alleggeriti quando tutti i |
Racconti 2 -
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senza riguardo, ai giovanotti scapati che andavano là | a | far gli asini con le ragazze, o alle donnicciuole che |
Racconti 2 -
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gli asini con le ragazze, o alle donnicciuole che badavano | a | conversare invece di recitare il santo rosario e ascoltare |
Racconti 2 -
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giocare, ha detto San Paolo. In casino ogni anno si giocava | a | toppa, dall'Immacolata all'Epifania, e il prevosto per quel |
Racconti 2 -
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venendo lí carico peggio d'un asino, coi tasconi | a | cintola pieni zeppi di scudi. Quand'era seduto a quel coro |
Racconti 2 -
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tasconi a cintola pieni zeppi di scudi. Quand'era seduto | a | quel coro per cantare quell'ufzio, se monsignore gli avesse |
Racconti 2 -
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non era più lui; le carte lo ubbriacavano. E cominciando | a | perdere, perdeva anche il lume degli occhi. Le manciate di |
Racconti 2 -
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di scudi ch'egli buttava sul tappeto verde gli parevano | a | dirittura manciate di fave, quantunque il faccione |
Racconti 2 -
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gli avevano fatto. Pu re, non avrebbe mai smesso! Il primo | a | cominciare, era sempre l'ultimo a levarsi dal tavolino: e |
Racconti 2 -
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mai smesso! Il primo a cominciare, era sempre l'ultimo | a | levarsi dal tavolino: e giocando, gli piaceva vedersi |
Racconti 2 -
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loro una gran ressa di popolino, cioè di studenti tornati | a | casa per le vacanze natalizie, di figli di famiglia, di |
Racconti 2 -
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sarebbe lasciato spogliare allegramente, per incoraggiarlo | a | ritornare la sera dopo e rendere animata la partita. - Cosí |
Racconti 2 -
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eran tuffate e rituffate con rabbia fin in fondo ai tasconi | a | cintola, sotto la zimarra, a pescarvi gli ultimi scudi che |
Racconti 2 -
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rabbia fin in fondo ai tasconi a cintola, sotto la zimarra, | a | pescarvi gli ultimi scudi che pareva si nascondessero tra |
Racconti 2 -
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con gli altri, andava per ciò ad appostarglisi zitto zitto | a | fianco o dietro la seggiola, per stuzzicarlo. - Caro don |
Racconti 2 -
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per stuzzicarlo. - Caro don Filippo, perché non andate | a | fare due passi? - gli diceva il prevosto, mezzo in |
Racconti 2 -
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per la digestione -. Don Filippo non si moveva; fino | a | che, picchia e ripicchia, il prevosto non veniva a patti |
Racconti 2 -
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fino a che, picchia e ripicchia, il prevosto non veniva | a | patti per levarsi quella pittima d'addosso. - Una bottiglia |
Racconti 2 -
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don Filippo per le spalle e cacciarlo via, mettendolo | a | sedere laggiú, sul divano, se non volea andarsene |
Racconti 2 -
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gli avea, secondo lui, recato fortuna, ed egli era tornato | a | casa coi tasconi a cintola insolitamente pesanti e una gran |
Racconti 2 -
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lui, recato fortuna, ed egli era tornato a casa coi tasconi | a | cintola insolitamente pesanti e una gran pezzolata di |
Racconti 2 -
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Il quale intanto rimpiangeva il preziosissimo tempo perduto | a | stappare solennemente la bottiglia e a mandare attorno i |
Racconti 2 -
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tempo perduto a stappare solennemente la bottiglia e | a | mandare attorno i bicchierini ricolmi. E, per sgravio di |
Racconti 2 -
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di bocca certe esclamazioni molto energiche e poco pulite | a | ogni par di scudi che colui gli port ava via, contro ogni |
Racconti 2 -
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né Cristi né niente: disdetta sera per sera. I tasconi | a | cintola si vuotavano rapidamente; e a ogni mucchio di scudi |
Racconti 2 -
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per sera. I tasconi a cintola si vuotavano rapidamente; e | a | ogni mucchio di scudi di santa chiesa che don Peppino, |
Racconti 2 -
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di santa chiesa che don Peppino, detto il Capitano, tirava | a | sé, ripetendo: - Grazie, signor prevosto! - questi |
Racconti 2 -
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cessare di buttar su le carte i bei scudi di santa chiesa | a | pugni, a manciate, non contandoli neppure. E il Capitano li |
Racconti 2 -
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di buttar su le carte i bei scudi di santa chiesa a pugni, | a | manciate, non contandoli neppure. E il Capitano li tirava a |
Racconti 2 -
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a manciate, non contandoli neppure. E il Capitano li tirava | a | sé pulitamente: - Grazie, signor prevosto! - Il prevosto |
Racconti 2 -
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Il prevosto allora chiedeva che si cambiasse mazzo di carte | a | ogni momento, e buttava per terra, calpestandoli coi piedi, |
Racconti 2 -
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perché non ricomparissero piú sul tavolino. E tornava | a | far cabale, per indovinare la carta buona, guardando se mai |
Racconti 2 -
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segreto di stargli seduto dietro, nel vano della finestra, | a | pregare pel nonno prevosto, il quale, ad ogni vincita, gli |
Racconti 2 -
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maledettissime carte che gli dicevano contro ostinatamente, | a | dispetto delle vere regole della cabala, contro ogni |
Racconti 2 -
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Capitano che teneva banco, vista la grossa puntata, esitava | a | tirare, faceva lo smorfioso. - Tira o non tira? - insisté |
Racconti 2 -
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rassegnando le poste, disponendole in tre lunghe file | a | lato delle due carte. Quando si decise, tutt'a a un tratto |
Racconti 2 -
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file a lato delle due carte. Quando si decise, tutt'a | a | un tratto si fece attorno al tavolino silenzio profondo. Il |
Racconti 2 -
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tirava le carte, adagino, adagino, adagino, quasi | a | ognuna di esse gli si dovesse spiccicar l'anima; e lo |
Racconti 2 -
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di esse gli si dovesse spiccicar l'anima; e lo faceva | a | posta. - Ed ecco l'asso di picche ... come la cabala non ha |
Racconti 2 -
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pezzettini. - Perché mai, signor prevosto? - venne | a | dirgli dimessamente don Antonio, deputato cassiere, a cui |
Racconti 2 -
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venne a dirgli dimessamente don Antonio, deputato cassiere, | a | cui quello sciupio pareva sacrilegio. Il prevosto scattò: - |
Racconti 2 -
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prevosto scattò: - Ah, si vuol vietare fino un po' di sfogo | a | un giocatore! I quattrini perduti a toppa forse me li date |
Racconti 2 -
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fino un po' di sfogo a un giocatore! I quattrini perduti | a | toppa forse me li date voi, signor cassiere? Io, io ho |
Racconti 2 -
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prete e prevosto. - Ah! ... Vietare fino un po' di sfogo | a | un giocatore! È troppo! È troppo! - Sbraitò piú d'un quarto |
Racconti 2 -
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È troppo! - Sbraitò piú d'un quarto d'ora. E rimessosi | a | sedere in quel canto, tornò a stracciare il mazzo, carta |
Racconti 2 -
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quarto d'ora. E rimessosi a sedere in quel canto, tornò | a | stracciare il mazzo, carta per carta, con piú rabbia di |
Racconti 2 -
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La domenica, per santificare la festa, in casino si giocava | a | toppa anche dalle dieci di mattina fino al tocco dopo |
Racconti 2 -
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del praeparatio ad missam , quando un ragazzo venne | a | susurrargli in un orecchio: - Debbono aspettarlo - dice don |
Racconti 2 -
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sotto la pesantissima cappa di broccato, argento e oro | a | fiorami, con le mani giunte e gli occhi bassi, preceduto |
Racconti 2 -
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per cantare il vangelo e i l prevosto, appoggiate le spalle | a | un angolo dell'altare, riuniva dignitosamente le mani sul |
Racconti 2 -
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le mani giunte, dall'angolo destro dell'altare, rispondeva | a | don Peppino e agli altri, torcendo gli occhi e il muso: - |
Racconti 2 -
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quest'animale non la finisce piú? E quando toccò di nuovo | a | lui, non stette piú sulla mossa. Gli oremus , l' orate |
Racconti 2 -
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stanchi d'attendere, andavano via e avrebbero incominciato | a | giocare senza di lui. Fu il colpo di grazia. I canonici |
Racconti 2 -
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colpo di grazia. I canonici cantavano tuttavia l' Agnus Dei | a | due cori, e già il prevosto, spezzata in due l'ostia |
Racconti 2 -
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coll'acquolina in bocca da mezz'ora, versava il moscadello | a | goccia a goccia, per risparmiarne mezzo ditino da berselo |
Racconti 2 -
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in bocca da mezz'ora, versava il moscadello a goccia | a | goccia, per risparmiarne mezzo ditino da berselo lui a |
Racconti 2 -
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a goccia, per risparmiarne mezzo ditino da berselo lui | a | messa finita. - Versa! Non lo piscia tua sorella! - gli |
Racconti 2 -
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Il prevosto, che lo aveva davanti, con le spalle | a | lui rivolte, stralunava gli occhi e sbuffava, gonfiando le |
Racconti 2 -
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colli torti e delle beghine, che denunziarono il prevosto | a | monsignore quando venne per la visita. - Ah, signor |
Racconti 2 -
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Ah, signor prevosto, signor prevosto! - cominciò monsignore | a | quattr'occhi. Solennissima lavata di capo! E questa volta |
Racconti 2 -
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capo! E questa volta al prevosto non era giovato mettersi | a | zoppicare quindici giorni avanti, e calzare scarponi di |
Racconti 2 -
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scarponi di panno nero per simulare la podagra e muovere | a | compassione monsignore. - Un sacerdote che gioca a toppa in |
Racconti 2 -
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muovere a compassione monsignore. - Un sacerdote che gioca | a | toppa in casino! ... Ma le pare, signor prevosto! - E il |
Racconti 2 -
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lo sa monsignore che durante tutto l'anno io gioco soltanto | a | briscola col barone, il cancelliere e don Peppino, il quale |
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e don Peppino, il quale è capace di sbagliare le giocate | a | posta, per farmi arrabbiare, quando mi tocca per compagno |
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partita? Sfacchina forse lui, monsignore, l'intera annata, | a | confessare, a predicare, a recitar l'ufficio due volte il |
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forse lui, monsignore, l'intera annata, a confessare, | a | predicare, a recitar l'ufficio due volte il giorno? E poi, |
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monsignore, l'intera annata, a confessare, a predicare, | a | recitar l'ufficio due volte il giorno? E poi, quando in |
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due volte il giorno? E poi, quando in casino tutti giocano | a | toppa durante il mese di Natale, perché è costume, |
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in d isparte, come un cane rognoso, e star soltanto | a | guardare! È giusto, via? È giusto? ... Ah, questo benedetto |
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al solito posto, attorno al solito tavolino, egli si mise | a | misurare per lungo e per largo lo stanzone, tenendo |
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- rispondeva, soggiungendo fra i denti: - per far piacere | a | monsignore! E la zimarra gli sbatteva rumorosa fra le gambe |
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però accosto al tavolino dove gli altri si divertivano | a | toppa - per loro non c'erano monsignori! - dava una |
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pezzo con lei! - Quest'anno non giuoco! - E fra' denti: - | A | monsignore piace cosí! - Ma quei cinquanta scudi ch'egli |
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scudi ch'egli aveva messi, per abitudine, nei tasconi | a | cintola uscendo di casa, gli pesavano, gli pesavano! Era |
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puntò lo scudo, egli lo prese con due sole dita e cominciò | a | passarselo e a ripassarselo buffamente su gli occhi |
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egli lo prese con due sole dita e cominciò a passarselo e | a | ripassarselo buffamente su gli occhi socchiusi - Oh sacro |
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spalle, andando su e giú come un'anima dannata, imprecando | a | monsignore che lo metteva a quella tortura. Ma avvistosi |
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un'anima dannata, imprecando a monsignore che lo metteva | a | quella tortura. Ma avvistosi che il suo prediletto fante di |
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pensare | a | voi quale scompiglio vi fosse in Roma il giorno quindici |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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«che è, che non è? È ora di menar le mani? Di mandare | a | rotoli questo esoso temporale |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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ai pur numerosissimi premi, i concorrenti si contano | a | centinaia, anche quando il premio stesso è puramente |
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di questa super-offerta sono molteplici. In prima linea, e | a | fondamento, sta un bisogno di poetare che è di tutti i |
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loro, ma tutti hanno in comune un sistema di segnali atti | a | mettere in avviso il lettore: "Bada, non sto |
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è significativo che i codici vengano quasi sempre formulati | a | cose fatte, cioè quando una determinata poetica ha già dato |
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i codici, anche con quelli propriamente detti, che vengono | a | sancire, a incidere sul bronzo o sulla pietra, norme e |
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anche con quelli propriamente detti, che vengono a sancire, | a | incidere sul bronzo o sulla pietra, norme e divieti che già |
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non è il poeta ma il grammatico. Anzi, il poeta tende | a | infrangere la norma: a volte la trasgredisce per |
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il grammatico. Anzi, il poeta tende a infrangere la norma: | a | volte la trasgredisce per incompetenza; altre volte, perché |
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è comprensibile come ogni vero poeta provi la spinta | a | farsi violatore, cioè innovatore, in proprio: a inventare |
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la spinta a farsi violatore, cioè innovatore, in proprio: | a | inventare una sua poetica, che sta a quella vigente come |
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in proprio: a inventare una sua poetica, che sta | a | quella vigente come quest' ultima sta alla prosa. È questo |
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quest' ultima sta alla prosa. È questo il motivo per cui | a | poetare non s' insegna a scuola: per gli stessi motivi non |
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prosa. È questo il motivo per cui a poetare non s' insegna | a | scuola: per gli stessi motivi non s' insegna a parlare né a |
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s' insegna a scuola: per gli stessi motivi non s' insegna | a | parlare né a camminare. Sono tutte attività per cui siamo |
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a scuola: per gli stessi motivi non s' insegna a parlare né | a | camminare. Sono tutte attività per cui siamo geneticamente |
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per cui siamo geneticamente predisposti, e che impariamo | a | svolgere con facilità e piacere, anche se non |
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Non ci occorre lo studio, ci occorre (e basta) l' esempio; | a | partire dal quale, ognuno di noi sviluppa quello stile |
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tutti, almeno potenzialmente, poeti. Poetare è innovare, e | a | innovare non s' insegna. Un' altra ragione della |
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sta nello sconvolgimento che la tecnica poetica ha subito | a | partire dagli inizi di questo secolo, da quando cioè si è |
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inizi di questo secolo, da quando cioè si è cominciato | a | parlare di crisi della civiltà e di tramonto dell' |
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di crisi della civiltà e di tramonto dell' Occidente. Non | a | caso terremoti paralleli hanno sconvolto la musica, la |
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Ma vorrei insistere su due altri vantaggi della rima, uno | a | favore di chi legge versi, l' altro a favore di chi scrive. |
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della rima, uno a favore di chi legge versi, l' altro | a | favore di chi scrive. Chi legge buoni versi desidera |
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nostra memoria, la poesia senza rima spesso cede posto | a | quella rimata, anche se questa è meno nobile. Ne segue una |
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impone un vincolo, che però è remunerativo. Egli si impegna | a | terminare un verso non con la parola dettata dalla logica |
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che terminano "alla maniera giusta". È quindi costretto | a | sviarsi, a uscire dalla strada facile perché prevedibile; |
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"alla maniera giusta". È quindi costretto a sviarsi, | a | uscire dalla strada facile perché prevedibile; ora, leggere |
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della rima obbliga il poeta all' imprevedibile: lo forza | a | inventare, a "trovare"; ad arricchire il suo lessico con |
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obbliga il poeta all' imprevedibile: lo forza a inventare, | a | "trovare"; ad arricchire il suo lessico con termini |
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ad arricchire il suo lessico con termini inusitati; | a | torcere la sua sintassi; insomma, a innovare. La sua |
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con termini inusitati; a torcere la sua sintassi; insomma, | a | innovare. La sua situazione è simile a quella del muratore |
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sintassi; insomma, a innovare. La sua situazione è simile | a | quella del muratore che accetti di usare mattoni |
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usare mattoni irregolari, poliedrici o prismatici, commisti | a | quelli comuni; il suo edificio sarà meno liscio, meno |
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all' ostacolo metrico, l' autore è costretto (si costringe) | a | un volteggio che è acrobatico, e il cui stile è |
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una persona togata. _ Varie sono le opinioni intorno | a | questa statua; alcuni la vogliono attribuire a Cicerone, |
MILANO IN PERCORSA IN OMNIBUS COMPILATA DA GAETANO BRIGOLA ED ILLUSTRATA DA NOTIZIE STORICHE ED ARTISTICHE DA FELICE VENOSTA -
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intorno a questa statua; alcuni la vogliono attribuire | a | Cicerone, per essere scritta ai piedi una sentenza di |
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scritta ai piedi una sentenza di questo oratore; altri | a | Mario, od a Cesare, ed altri ad Adelmano Menclozio, creato |
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ai piedi una sentenza di questo oratore; altri a Mario, od | a | Cesare, ed altri ad Adelmano Menclozio, creato arcivescovo |
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leone su di una colonna, che vedesi | a | destra nel principio del Corso di Porta Venezia risale al |
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del Corso di Porta Venezia risale al 1502, e fu eseguito | a | spese della città per volere del prefetto Catiliano Cotta. |
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della vittoria riportata da Francesco I Sforza sui Veneti | a | Caravaggio; altri lo stemma della Porta Orientale, che era |
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stati d' animo così contraddittori? Cercherò di spiegarlo | a | te ed a me stesso. Mi rattrista perché si tratta di |
Vizio di forma -
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d' animo così contraddittori? Cercherò di spiegarlo a te ed | a | me stesso. Mi rattrista perché si tratta di racconti legati |
Vizio di forma -
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se non sul rispetto reciproco, almeno sul reciproco timore. | A | dispetto degli spaventosi arsenali dormienti, la paura di |
Vizio di forma -
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la paura di una "Dissipatio Humani Generis" (Morselli), | a | torto o a ragione, si è soggettivamente attenuata. Come |
Vizio di forma -
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di una "Dissipatio Humani Generis" (Morselli), a torto o | a | ragione, si è soggettivamente attenuata. Come stiano |
Vizio di forma -
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che non ha vinto premi, e che i critici hanno accettato | a | collo torto, accusandolo appunto di non essere abbastanza |
Vizio di forma -
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essere abbastanza catastrofico. Se lo rileggo oggi, accanto | a | parecchie ingenuità ed errori di prospettiva, ci trovo |
Vizio di forma -
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andati, e la terra vista di lassù deve proprio assomigliare | a | quella che io ho descritta; peccato che i Seleniti non |
Vizio di forma -
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nel 19.1, la notizia di un sensore mensile identico | a | quello che io avevo descritto. Siamo ancora lontani da una |
Vizio di forma -
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che è l' esatto anagramma del mio di Torino. Quanto | a | "Ottima è l' acqua", poco dopo la sua pubblicazione lo |
Vizio di forma -
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una "poliacqua" viscosa e tossica, simile per molti versi | a | quella da me anticipata: per fortuna di tutti, le |
Vizio di forma -
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la matrigna s'era ammalata e non poteva andare ad Arezzo | a | far lo stacco delle cose che ancora mancavano al corredo. |
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l'ultimo! - Che cosa avete da dirvi in segreto? - domandò | a | Cecco e a Vezzosa quella monelluccia dell'Annina. Il |
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- Che cosa avete da dirvi in segreto? - domandò a Cecco e | a | Vezzosa quella monelluccia dell'Annina. Il giovane riferì |
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Il giovane riferì il loro colloquio e tutti dettero ragione | a | Vezzosa, e la proclamarono prudente e assennata. Ogni |
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e la Regina, dopo essersi asciugate le lacrime, prese | a | dire: - C'era una volta un oste di Poppi, che era l'uomo |
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si mostrasse abbattuto? Neppur per idea. Non s'era vestito | a | lutto, non aveva fatto dir messe per il riposo dei suoi |
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non aveva fatto dir messe per il riposo dei suoi morti, e | a | chi gli porgeva consolazioni, rispondeva: - Chi muore |
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vuota di avventori, quelli che andavano in chiesa | a | pregare. - Chi muore giace, e chi resta si dà pace! - |
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anno, il dì dei Morti, durante la messa, s'era fatto vedere | a | tavola davanti all'osteria a mangiare e bere con due o tre |
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la messa, s'era fatto vedere a tavola davanti all'osteria | a | mangiare e bere con due o tre soggettacci di Romena, gente |
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che lo aiutava nelle faccende losche; quando ebbe mangiato | a | strippapelle, si fece portare i dadi e si mise a giocare e |
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mangiato a strippapelle, si fece portare i dadi e si mise | a | giocare e giuocò tutto il santo giorno, dando scandalo a |
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a giocare e giuocò tutto il santo giorno, dando scandalo | a | quanti passavano. La sera, mezzo brillo, accompagnò i tre |
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La sera, mezzo brillo, accompagnò i tre soggettacci fino | a | Romena, e dopo di aver fatto baldoria anche là, se ne tornò |
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Romena, e dopo di aver fatto baldoria anche là, se ne tornò | a | Poppi cantando una canzonaccia. Quando passava davanti alle |
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la campagna. Così cantando e agitando il bastone, giunse | a | un punto dove facevano capo due vie scendenti da Poppi. La |
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ma nessuno osava raccontarle, altro che in mezzo | a | una brigata numerosa. Messer Cione, per altro, non aveva |
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tremavano come persone che avessero paura, e in mezzo | a | quel silenzio i passi di messer Cione echeggiavano |
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sinistramente; ma egli non aveva paura. Passando accanto | a | una casa abbandonata, sentì la banderuola che diceva: - |
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Torna addietro! Torna addietro! Messer Cione non badò | a | quell'avvertimento, e giunse a un rigagnolo, ingrossato |
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Messer Cione non badò a quell'avvertimento, e giunse | a | un rigagnolo, ingrossato dalla pioggia caduta poco prima, |
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diceva: - Non passare! Non passare! Egli non badò neppure | a | questo secondo avvertimento, e, posato il piede sui sassi |
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il rigagnolo, passò dal lato opposto. Giunto che fu | a | una vecchia quercia, col tronco vuoto e coi rami scossi dal |
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le anime. In quel momento, all'orologio di Poppi e | a | quelli dei castelli vicini, scoccò la mezzanotte. Un altro |
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ser Cione invece, per dar prova di coraggio, si mise | a | cantare una canzonaccia. Ma nel tempo che cantava la quarta |
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ferrare, e la vide, infatti, nel buio, che si avvicinava | a | lui, coperta di una coltre da defunto. Allorché la carretta |
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coperta di una coltre da defunto. Allorché la carretta fu | a | breve distanza, la riconobbe per la carretta della Morte. |
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carretta tu ci avessi dei compari per darti manforte | a | commettere le tue infamie. Ma, dimmi un po', perché hai |
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nessuno? - Sappi, - rispose il fantasma, - che debbo andare | a | prendere messer Cione, l'oste di Poppi. Addio! Ciò detto |
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Addio! Ciò detto frustò i cavalli, e via. Ser Cione si mise | a | ridere e non si turbò per questo. Nel giungere a una siepe |
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si mise a ridere e non si turbò per questo. Nel giungere | a | una siepe di pruni, che metteva al lavatoio, vide due donne |
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paura del sereno! Perché, belle fanciulle, state fuori | a | quest'ora? Il coprifuoco è sonato da un bel pezzo, e a |
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a quest'ora? Il coprifuoco è sonato da un bel pezzo, e | a | Poppi non potrete entrare fino a domattina. Siccome io pure |
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sonato da un bel pezzo, e a Poppi non potrete entrare fino | a | domattina. Siccome io pure ho fatto tardi, non sarebbe male |
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- Non dubitare, rasciugheremo, e intanto ci metteremo | a | cucire. - Che cosa? - domandò l'oste. - Il lenzuolo del |
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di notte, sbattendo i panni sulle pietre del rigagnolo. | A | un tratto le scòrse e vide che battevano un lenzuolo |
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cantando il triste ritornello: Se cristian non ci viene | a | salvare, Sempre sempre bisogna lavare; Prepariamo il |
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notte videro giunger l'oste, cessarono il canto, si misero | a | gridare, e, correndogli incontro, gli presentarono il |
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gli presentarono il lenzuolo imponendogli di aiutarle | a | torcerlo per farne uscir l'acqua. - Non si rifiuta mai un |
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due capi del lenzuolo che gli presentava la morta, si diede | a | voltolarlo nello stesso senso in cui ella lo torceva, |
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moglie, le sorelle e le figlie, e quando s'era affaticato | a | torcere il lenzuolo che gli presentavano, per |
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si sentì rizzare tutti i capelli sulla testa, ma seguitava | a | voltare il lenzuolo nel senso che torceva la morta per non |
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migliaia e migliaia di volte. Ma appena l'alba incominciò | a | imbiancare il cielo, le morte sparirono a una a una, e ser |
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l'alba incominciò a imbiancare il cielo, le morte sparirono | a | una a una, e ser Cione, spossato da tanto terrore, cadde in |
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incominciò a imbiancare il cielo, le morte sparirono a una | a | una, e ser Cione, spossato da tanto terrore, cadde in terra |
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di vino di più! Pare impossibile! E cantando tornò | a | casa sua, aprì l'osteria come al solito, senza serbare sul |
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tutto quell'anno seguitò, come se non fosse stato nulla, | a | canzonar quelli che andavano in chiesa, che si levavano il |
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Cione, fin dalla mattina, si mise sulla porta dell'osteria | a | canzonare quelli che andavano in chiesa, e vedendo passare |
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di donne, che dicevano devotamente il De profundis si mise | a | urlare: - Sgolatevi pure, tanto i ragli degli asini non |
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di ser Cione, il quale, avendo invitato come di solito | a | far baldoria tutti i malanni di Poppi e dei paesi vicini, |
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Poppi e dei paesi vicini, bevve per dieci, e dopo si diede | a | percorrere la campagna cantando a squarciagola. A uno a uno |
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dieci, e dopo si diede a percorrere la campagna cantando | a | squarciagola. A uno a uno i suoi compagni lo lasciarono per |
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si diede a percorrere la campagna cantando a squarciagola. | A | uno a uno i suoi compagni lo lasciarono per tornar alle |
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a percorrere la campagna cantando a squarciagola. A uno | a | uno i suoi compagni lo lasciarono per tornar alle loro |
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aveva fatto tardi e che al paese non poteva tornare, perché | a | quell'ora le porte eran chiuse, si rassegnò a passar la |
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perché a quell'ora le porte eran chiuse, si rassegnò | a | passar la notte al sereno, tanto la serata era calma e la |
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alberi, e accese una bella fiammata in un punto riparato, | a | ridosso di un vecchio muro. Appena la fiamma divampò, ser |
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vide un fantasma bianco, rinvoltato in un sudicio lenzuolo | a | brandelli, accostarsi a lui. - Vattene! - disse ser Cione, |
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rinvoltato in un sudicio lenzuolo a brandelli, accostarsi | a | lui. - Vattene! - disse ser Cione, - non permetto che altri |
LE NOVELLE DELLA NONNA. Fiabe fantastiche -
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gli disse ser Cione, - non voglio tanta marmaglia d'intorno | a | me. - So bene che hai una pietra nel posto del cuore, - |
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Ogni lacrima che mi è costato, mi ha fatto ripensare | a | quel momento di gioia, marito caro. Io ti ho sopravvissuto, |
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mi contava i bocconi, e lui stava tutto il giorno | a | bere, a bestemmiare e a far di peggio. Tuttavia gli avrei |
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mi contava i bocconi, e lui stava tutto il giorno a bere, | a | bestemmiare e a far di peggio. Tuttavia gli avrei perdonato |
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e lui stava tutto il giorno a bere, a bestemmiare e | a | far di peggio. Tuttavia gli avrei perdonato tutto, se una |
LE NOVELLE DELLA NONNA. Fiabe fantastiche -
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ma invece quel birbante gozzoviglia in questo giorno sacro | a | noi, e non ha un pensiero per i suoi morti. Ser Cione, |
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se aspettasse qualcuno. Finalmente si alzò e corse incontro | a | due angioletti bianchi, che volarono a lei con le faccine |
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e corse incontro a due angioletti bianchi, che volarono | a | lei con le faccine sorridenti, soffuse di luce. La donna li |
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piangendo di gioia: - Ecco i nostri figli, - diss'ella | a | ser Cione. - Come vedi non hanno bisogno delle tue |
LE NOVELLE DELLA NONNA. Fiabe fantastiche -
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sguardo, nessuna parola. I due vecchi intanto continuavano | a | imprecare a quello snaturato figliuolo, e alla loro voce si |
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parola. I due vecchi intanto continuavano a imprecare | a | quello snaturato figliuolo, e alla loro voce si univa |
LE NOVELLE DELLA NONNA. Fiabe fantastiche -
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avvolte in lenzuoli funerei. Il solo vivo, in mezzo | a | tutti que' morti, non era più calmo e sprezzante come |
LE NOVELLE DELLA NONNA. Fiabe fantastiche -
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angioletti, ma temeva di vedersi respinto da loro e stava | a | guardarli intenerito, ripensando a come era triste, ora, |
LE NOVELLE DELLA NONNA. Fiabe fantastiche -
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respinto da loro e stava a guardarli intenerito, ripensando | a | come era triste, ora, nel mondo, senza nessuno. Intanto il |
LE NOVELLE DELLA NONNA. Fiabe fantastiche -
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quali è concesso, una volta l'anno, di tornare in terra. | A | un tratto ser Cione scoppiò in singhiozzi. - Son dannato, - |
LE NOVELLE DELLA NONNA. Fiabe fantastiche -
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Tutti, tutti mi maledicono! La moglie del ribaldo strinse | a | sé i due bambini e alternava i baci con le parole che |
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erano sparse nel firmamento. I fantasmi, adunati intorno | a | ser Cione, non cessavano di lagnarsi di lui, ma egli non li |
LE NOVELLE DELLA NONNA. Fiabe fantastiche -
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li udiva. Aveva nascosta la testa fra le mani e continuava | a | piangere dalla vergogna dei suoi peccati. La moglie sola |
LE NOVELLE DELLA NONNA. Fiabe fantastiche -
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dei suoi peccati. La moglie sola non univa la sua voce | a | quella degli altri, non imprecava contro di lui, ma sibbene |
LE NOVELLE DELLA NONNA. Fiabe fantastiche -
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i suoi due angioletti, che erano andati messaggieri | a | Dio. Ser Cione accostò la bocca all'orecchio della moglie, |
LE NOVELLE DELLA NONNA. Fiabe fantastiche -
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pure di cancellare la mia vita. - Ma senti tu, insieme | a | questo pentimento, la forza di incominciare un'altra vita, |
LE NOVELLE DELLA NONNA. Fiabe fantastiche -
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l'hai operato tu, con la tua dolcezza. Nel vedermi guardare | a | quel modo dai nostri angioletti ho conosciuto la mia |
LE NOVELLE DELLA NONNA. Fiabe fantastiche -
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nell'etere cantando: - Osanna! Osanna! L'alba incominciava | a | imbiancare il cielo, e i defunti di ser Cione sparirono a |
LE NOVELLE DELLA NONNA. Fiabe fantastiche -
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a imbiancare il cielo, e i defunti di ser Cione sparirono | a | uno a uno, gridandogli: - Maledetto colui che non ha pietà |
LE NOVELLE DELLA NONNA. Fiabe fantastiche -
|
il cielo, e i defunti di ser Cione sparirono a uno | a | uno, gridandogli: - Maledetto colui che non ha pietà dei |
LE NOVELLE DELLA NONNA. Fiabe fantastiche -
|
dopo aggiunse: - Anche se così fosse, che bel sogno! Salì | a | Poppi, e invece di andare a casa sua e mettersi a schernire |
LE NOVELLE DELLA NONNA. Fiabe fantastiche -
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così fosse, che bel sogno! Salì a Poppi, e invece di andare | a | casa sua e mettersi a schernire i devoti dalla porta |
LE NOVELLE DELLA NONNA. Fiabe fantastiche -
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Salì a Poppi, e invece di andare a casa sua e mettersi | a | schernire i devoti dalla porta dell'osteria, entrò nella |
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chiesa di San Fedele, s'inginocchiò in un angolo e si mise | a | pregare come ogni buon cristiano. Dopo aver lungamente |
LE NOVELLE DELLA NONNA. Fiabe fantastiche -
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d'occhi, e tutti quelli che lo videro in chiesa, andarono | a | sparger la voce che ser Cione s'era ravveduto, che ser |
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terrene sono fugaci, le punizioni sono eterne! | A | Poppi tutti erano edificati di quel cambiamento repentino, |
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e pie, che prima egli aveva offese, ora si avvicinavano | a | lui e lo esortavano a perseverare nella via del pentimento, |
LE NOVELLE DELLA NONNA. Fiabe fantastiche -
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aveva offese, ora si avvicinavano a lui e lo esortavano | a | perseverare nella via del pentimento, nella via che conduce |
LE NOVELLE DELLA NONNA. Fiabe fantastiche -
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ha potuto scontare in vita, torni, nella notte dei Morti, | a | esortare i peccatori di Poppi a ravvedersi e li attenda per |
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nella notte dei Morti, a esortare i peccatori di Poppi | a | ravvedersi e li attenda per le vie. Almeno così dicono |
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sarà guarita, - aggiunse la bambinetta rivolgendosi | a | Vezzosa. - E domenica, - disse la Carola, - faremo anche i |
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in casa nostra. La massaia, come al solito, aveva parlato | a | nome di tutte le cognate. Cecco era così commosso da quelle |
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così commosso da quelle buone parole, che uscì e si mise | a | fischiare per non far vedere i lucciconi; la Vezzosa si era |
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che le donne, per riaccompagnare le ragazze che erano state | a | veglia, e s'imbatterono nel padre di Vezzosa, che veniva di |
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e s'imbatterono nel padre di Vezzosa, che veniva di corsa | a | chiamarla. - Che è stato? - gli domandò la figlia. - Vieni |
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si vuol levare dal letto e le tre ragazze non son buone | a | trattenerla. Vezzosa disse appena buona notte a tutti e |
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son buone a trattenerla. Vezzosa disse appena buona notte | a | tutti e corse via. Cecco la seguì a distanza insieme con |
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appena buona notte a tutti e corse via. Cecco la seguì | a | distanza insieme con gli altri. E quando tutte le ragazze |
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con gli altri. E quando tutte le ragazze che erano state | a | veglia furono riaccompagnate a casa, egli, invece di |
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le ragazze che erano state a veglia furono riaccompagnate | a | casa, egli, invece di tornare insieme con i fratelli al |
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con i fratelli al podere di Farneta, se ne andò mogio mogio | a | casa di Vezzosa. Ma per non disturbarla bussando, poiché la |
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un masso di neve illuminata in pieno dalla luna, si mise | a | pensare all'avvenire. Egli si struggeva non potendo aiutare |
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nelle sue faccende, e non vedeva il momento di essere unito | a | lei per sempre e di dividerne le gioie e i dolori. A un |
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unito a lei per sempre e di dividerne le gioie e i dolori. | A | un tratto, senza riflettere, si mise a cantare una canzone |
LE NOVELLE DELLA NONNA. Fiabe fantastiche -
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le gioie e i dolori. A un tratto, senza riflettere, si mise | a | cantare una canzone del paese. Sentiva il bisogno di dire a |
LE NOVELLE DELLA NONNA. Fiabe fantastiche -
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a cantare una canzone del paese. Sentiva il bisogno di dire | a | Vezzosa che le era vicino e che vegliava anche lui. Dopo |
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e che vegliava anche lui. Dopo poco che aveva incominciato | a | cantare, sentì aprir l'uscio della cucina, e nel vano vide |
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e nel vano vide comparire la bella ragazza. Cecco corse | a | lei con uno slancio, come se non l'avesse veduta da un |
LE NOVELLE DELLA NONNA. Fiabe fantastiche -
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anno. - Grazie, - gli diss'ella, - di esser rimasto vicino | a | me. Cecco mio, la mia matrigna lotta davvero con la morte. |
LE NOVELLE DELLA NONNA. Fiabe fantastiche -
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si udì un rumore di sonagli sulla via maestra, e di lì | a | poco comparve il calesse del dottore. Momo era stato a |
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lì a poco comparve il calesse del dottore. Momo era stato | a | chiamarlo sull'imbrunire, e il dottore, scendendo, si |
LE NOVELLE DELLA NONNA. Fiabe fantastiche -
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Angelo Lanzavecchia, incaricato da monsignore di trovare | a | questa dolorosa avventura una risoluzione che accomodasse |
Giacomo l'idealista -
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e campagnuolo, colla trascuranza propria di chi sa che | a | questo mondo, voltala e rivoltala, una cosa val l'altra, |
Giacomo l'idealista -
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val l'altra, convinto per la lungapratica della vita che, | a | tirarla troppo, si rompe anche la corda del pozzo, espose |
Giacomo l'idealista -
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espose con naturale bonomia tutte le ragioni, per le quali, | a | parer suo, non si doveva respingere la mano, che i signori |
Giacomo l'idealista -
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respingere la mano, che i signori del Ronchetto stendevano | a | chiedere perdono e ad offrireuna buona riparazione. - A far |
Giacomo l'idealista -
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a chiedere perdono e ad offrireuna buona riparazione. - | A | far degli scandali si fa presto, - disse il vecchio uomo, |
Giacomo l'idealista -
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La contessa, che avrebbe tutto l'interesse ad accusarla e | a | farla passare per una civetta, vedi invece che la difende a |
Giacomo l'idealista -
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a farla passare per una civetta, vedi invece che la difende | a | spada tratta e mette la sua innocenza fuori di discussione. |
Giacomo l'idealista -
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è un mestiere da beccaio, l'ammazzarsi è da asino. | A | chi gioverebbe una tragedia? a te no, a Celestina nemmeno, |
Giacomo l'idealista -
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l'ammazzarsi è da asino. A chi gioverebbe una tragedia? | a | te no, a Celestina nemmeno, meno ancora a tua madre e alla |
Giacomo l'idealista -
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è da asino. A chi gioverebbe una tragedia? a te no, | a | Celestina nemmeno, meno ancora a tua madre e alla tua casa: |
Giacomo l'idealista -
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una tragedia? a te no, a Celestina nemmeno, meno ancora | a | tua madre e alla tua casa: tutt'al piú servirebbe a far |
Giacomo l'idealista -
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ancora a tua madre e alla tua casa: tutt'al piú servirebbe | a | far sapere anche a chi non lo sa che ti hanno fatto un gran |
Giacomo l'idealista -
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e alla tua casa: tutt'al piú servirebbe a far sapere anche | a | chi non lo sa che ti hanno fatto un gran torto. Sicuro che |
Giacomo l'idealista -
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possa averne la testa malata: ma, lasciando stare che anche | a | nostro Signore ne hanno fatto dei torti, e grossi, io, se |
Giacomo l'idealista -
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mondo. Che possiamo e dobbiamo fare noi cristiani di fronte | a | questa dichiarazione di guerra? Darla vinta a berlicche? |
Giacomo l'idealista -
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di fronte a questa dichiarazione di guerra? Darla vinta | a | berlicche? Rinunciare alla battaglia per paura delle botte? |
Giacomo l'idealista -
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puoi spingerla sulla brutta strada, come purtroppo capita | a | queste povere figliuole senza protezione. E se la |
Giacomo l'idealista -
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colpe altrui su tua madre, su tua sorella, sulla tua casa, | a | cui oggi sei piú necessario di prima. L'amore sarà, anzi |
Giacomo l'idealista -
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fodera. E non si abbandona mica una povera madre vecchia | a | morire di stenti e di dolore colla scusa che un fringuello |
Giacomo l'idealista -
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dell'inchiostro ogni fedel minchione è filosofo: e se la va | a | parole, non c'è un prete che non meriti d'essere messo |
Giacomo l'idealista -
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essere. Coraggio e pazienza! Prima di morire ne avrai | a | vedere molte ancora delle corbellerie, e non c'è nulla di |
Giacomo l'idealista -
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offrí di prender lui l'iniziativa: - Vuoi dare carta bianca | a | me e a tua madre per accomodare questa faccenda? Tu non ci |
Giacomo l'idealista -
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prender lui l'iniziativa: - Vuoi dare carta bianca a me e | a | tua madre per accomodare questa faccenda? Tu non ci dovrai |
Giacomo l'idealista -
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ci dovrai entrare. Cosí potrai dire di non essere venuto | a | patti con nessuno. Lascia fare a quelli che hanno |
Giacomo l'idealista -
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dire di non essere venuto a patti con nessuno. Lascia fare | a | quelli che hanno stracciate molte paia di scarpe, e ti |
Giacomo l'idealista -
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non aver impedita la pace. Che cosa poteva opporre Giacomo | a | queste ignude argomentazioni di un senso comune cosí |
Giacomo l'idealista -
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filosofia pratica e dell'esperienza, contro cui venivano | a | battere le sue illusioni, non fossero, dure, immutabili, |
Giacomo l'idealista -
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- Niente. Ho quel che non vorrei! - Che cosa, Maestà? | A | questa domanda il Re non dava mai risposta. Scrollava il |
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il capo, si sentiva venire le lacrime agli occhi e andava | a | chiudersi in certe stanze del palazzo reale dove a nessuno |
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e andava a chiudersi in certe stanze del palazzo reale dove | a | nessuno era permesso di entrare. Tutti però sapevano che là |
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che, per superbia, non volesse far vedere il suo figliuolo | a | nessuno. Quando lei morì e il Re continuò a tener nascosto |
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suo figliuolo a nessuno. Quando lei morì e il Re continuò | a | tener nascosto il Reuccio in quelle impenetrabili stanze |
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quelle impenetrabili stanze del palazzo reale, cominciarono | a | correre attorno tante brutte voci. - Sapete? Il Reuccio ha |
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un giorno, tutt'a un tratto, appena aveva cominciato | a | staccarsi, era stato colpito da una strana malattia. Non |
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stringendolo tra le braccia, veniva spinto, con forza, | a | far lo stesso va e vieni, da averne il capogiro. Per poco |
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pur dimenandosi regolarmente, incessantemente da diritta | a | manca, da manca a diritta, ma faceva male a chi lo |
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regolarmente, incessantemente da diritta a manca, da manca | a | diritta, ma faceva male a chi lo guardava, e il Re |
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da diritta a manca, da manca a diritta, ma faceva male | a | chi lo guardava, e il Re specialmente non poteva assistere |
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chi lo guardava, e il Re specialmente non poteva assistere | a | lungo a quel triste spettacolo. Aveva chiesto segreti |
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guardava, e il Re specialmente non poteva assistere a lungo | a | quel triste spettacolo. Aveva chiesto segreti consulti a |
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a quel triste spettacolo. Aveva chiesto segreti consulti | a | medici, a maghi, a stregoni. I medici non avevano capito |
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triste spettacolo. Aveva chiesto segreti consulti a medici, | a | maghi, a stregoni. I medici non avevano capito nulla: una |
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Aveva chiesto segreti consulti a medici, a maghi, | a | stregoni. I medici non avevano capito nulla: una malattia |
SI CONTA E SI RACCONTA - Fiabe Minime -
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- Qui c'è un terribile incanto, ma noi non ci possiamo | a | disfarlo. Due stregoni avevano promesso: - Maestà, questo è |
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nello stesso stato di prima: tic-tac, tic-tac, da diritta | a | manca, da manca a diritta. Per questo la Regina gli aveva |
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di prima: tic-tac, tic-tac, da diritta a manca, da manca | a | diritta. Per questo la Regina gli aveva messo nome |
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Regina gli aveva messo nome Pendolino, e il Re continuava | a | chiamarlo così. Nessuno osava di domandare al Re: - E il |
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La Regina, morendo, gli aveva detto: - La darete soltanto | a | chi verrà a chiederla in carità. Ma finora nessuno era |
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morendo, gli aveva detto: - La darete soltanto a chi verrà | a | chiederla in carità. Ma finora nessuno era venuto, e ogni |
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si presentò una vecchia, curva e cenciosa, che si mise | a | piagnucolare: - Maestà, grazia! Maestà, grazia! - Che |
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della Regina in punto di morte, tornò addietro e andò | a | cogliere di sua mano la rosa apertasi il giorno avanti. Il |
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rugosa, con pochi capelli grigi, con quei vestiti stinti e | a | sbrendoli, si fosse improvvisamente trasfigurata in una |
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Io entro ed esco pei buchi delle serrature e anche | a | traverso i muri. - Siete una Strega o una Fata? - Strega |
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la pressione, si agitava più o meno fortemente da diritta | a | manca, da manca a diritta, e qualche volta stava fermo. - |
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agitava più o meno fortemente da diritta a manca, da manca | a | diritta, e qualche volta stava fermo. - Strega o Fata che |
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non c'è il paio ... - Ebbene, giacché lo sapete, mandatelo | a | chiamare. E la vecchina diè in un altro più vivace scoppio |
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aveva ripreso il suo movimento di pendolo, da diritta | a | manca, da manca a diritta, tic-tac, tic-tac! Il Re si voltò |
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il suo movimento di pendolo, da diritta a manca, da manca | a | diritta, tic-tac, tic-tac! Il Re si voltò e fece appena in |
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della vecchina, Strega o Fata che fosse. E da lì | a | pochi giorni, uscivano dal palazzo reale, a cavallo di |
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fosse. E da lì a pochi giorni, uscivano dal palazzo reale, | a | cavallo di cavalli bardati riccamente, i banditori con le |
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sì ... di Freccia-Frecciaio! ... Non la finivano più. Da lì | a | un mese si presentarono dieci persone, armate di freccia: - |
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sono io; mi metta alla prova. Bisognava legare il Reuccio | a | un palo, col petto scoperto. Il Freccia-Frecciaio doveva |
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precisamente il Reuccio. Ordinò che lo legassero | a | un palo e con un po' di tinta :in nero segnò il punto da |
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non c'è il palo? Sì, è questa. Allora il Reuccio fu legato | a | un palo, col petto scoperto; Freccia-Frecciaio tese l'arco, |
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quel che aveva prodotto al Reuccio il movimento da diritta | a | manca, da manca a diritta, tic-tic, tic-tac, come un |
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al Reuccio il movimento da diritta a manca, da manca | a | diritta, tic-tic, tic-tac, come un pendolo. Se non che, |
SI CONTA E SI RACCONTA - Fiabe Minime -
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ferita che ancora sanguinava. Ma ecco che il Re si mette | a | fare il pendolo lui, tic-tac, tic-tac, da diritta a manca, |
SI CONTA E SI RACCONTA - Fiabe Minime -
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mette a fare il pendolo lui, tic-tac, tic-tac, da diritta | a | manca, da manca a diritta, senza poter riuscire a buttar |
SI CONTA E SI RACCONTA - Fiabe Minime -
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pendolo lui, tic-tac, tic-tac, da diritta a manca, da manca | a | diritta, senza poter riuscire a buttar via l'oggetto |
SI CONTA E SI RACCONTA - Fiabe Minime -
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diritta a manca, da manca a diritta, senza poter riuscire | a | buttar via l'oggetto fatale. - Ah, Strega ... E dava a |
SI CONTA E SI RACCONTA - Fiabe Minime -
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a buttar via l'oggetto fatale. - Ah, Strega ... E dava | a | manca. - ... o Fata che siete! E dava a diritta. |
SI CONTA E SI RACCONTA - Fiabe Minime -
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Strega ... E dava a manca. - ... o Fata che siete! E dava | a | diritta. All'improvviso il Reuccio cominciò ad essere |
SI CONTA E SI RACCONTA - Fiabe Minime -
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balzo; nello stesso tempo il Re riuscì ad aprir il pugno, | a | buttar per terra la cipollina nera nera, viscida, |
SI CONTA E SI RACCONTA - Fiabe Minime -
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quel maleficio al Reuccio; ma ora, pentita, era venuta | a | riparare. Inoltre, per compenso, disse al Reuccio: - Ti |
SI CONTA E SI RACCONTA - Fiabe Minime -
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così bella che sembrava quasi luminosa! E infatti, da lì | a | tre anni, il Reuccio sposò la Reginotta di Spagna, che poco |
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di merluzzo e un'unghia di formaggio, quando entrarono | a | dirgli che il signor Tognino era in punto di morte e |
ARABELLA -
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era in punto di morte e desiderava parlargli. "Parlare | a | me? in punto di morte? il sor Tognino?" Non volle credere, |
ARABELLA -
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uscì dietro all'uomo del biglietto, mentre già incominciava | a | imbrunire. Strada facendo, sentì che trattavasi di un mezzo |
ARABELLA -
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caso grave non permetteva di trasportarlo nelle sue stanze. | A | nome dei parenti l'impresario cavalier Borrola tirò in |
ARABELLA -
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in una espressione di dispetto. Il canonico, abituato | a | strologare sui malati, capì subito che il brav'uomo aveva |
ARABELLA -
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la sua eredità. La farina del diavolo... Ma si affrettò | a | suscitare contro le insidiose suggestioni dell'orgoglio e |
ARABELLA -
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quarant'anni non segnava le ore. Si accostò al letto, provò | a | prendere e a stringere la mano dell'infermo: si chinò sul |
ARABELLA -
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non segnava le ore. Si accostò al letto, provò a prendere e | a | stringere la mano dell'infermo: si chinò sul cuscino, e |
ARABELLA -
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dell'infermo: si chinò sul cuscino, e ammorbidendo la voce | a | un tono di tenerezza, a un belato di vecchia pecora, che a |
ARABELLA -
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sul cuscino, e ammorbidendo la voce a un tono di tenerezza, | a | un belato di vecchia pecora, che a lui stesso parve una |
ARABELLA -
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a un tono di tenerezza, a un belato di vecchia pecora, che | a | lui stesso parve una canzonatura, provò a chiamare: "Sor |
ARABELLA -
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pecora, che a lui stesso parve una canzonatura, provò | a | chiamare: "Sor Tognino..." Il malato aprì stentatamente gli |
ARABELLA -
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sillaba. Anche il prete nel mezzo minuto che stette | a | guardare negli occhi il suo dannato avversario, sentì |
ARABELLA -
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fatti: e il malinconico paragone della trappola tornò | a | balenargli nella fantasia. Il vecchio orologio guasto mandò |
ARABELLA -
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necessario ch'egli metta in ordine i suoi interessi" tornò | a | insistere il cavalier Borrola. "Sicuro, tutti più o meno ci |
ARABELLA -
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"Sicuro, tutti più o meno ci siamo implicati" entrò | a | dire il Botola, che, proprio quella mattina, facendo uso |
ARABELLA -
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concessagli dal Maccagno, aveva anticipato dei denari | a | Olimpia. "Don Giosuè," riprese l'impresario "coll'autorità |
ARABELLA -
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qualche preziosa confessione o dichiarazione o assentimento | a | proposito dell'eredità Ratta." "Io non sono della |
ARABELLA -
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"Allora non perdiamo tempo" disse l'impresario: "lei vada | a | parlar coll'avvocato; io corro a chiamare il confessore." |
ARABELLA -
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l'impresario: "lei vada a parlar coll'avvocato; io corro | a | chiamare il confessore." Sulla porta era raccolto un |
ARABELLA -
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come mosconi. "Una trappola, una trappola" seguitò un pezzo | a | ripetere in cuor suo il canonico, camminando tutto ricurvo, |
ARABELLA -
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un bel colpo di falce, zac, trac, che non guarda in faccia | a | nessuno, né al grasso né al magro, né al povero, né al |
ARABELLA -
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in mano. Ma siam tutti così, l'orgoglio ci inasinisce tutti | a | una maniera. Statue di fango su piedestalli di |
ARABELLA -
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coll'immagine del sor Tognino sotto gli occhi, stentò | a | dormire quella notte. "Una trappola!" Il Botola, |
ARABELLA -
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al Piccione Club, dove trovò Max, che lo condusse | a | far colazione al Cova. Mangiarono dell'orso, affogandolo |
ARABELLA -
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capo nella sala di scherma, soffermandosi prima dal Campari | a | ingoiare un assenzio; per antipasto vinse una dozzina di |
ARABELLA -
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un assenzio; per antipasto vinse una dozzina di lire | a | Max in una serie di piccole partite a scopa, finché venne |
ARABELLA -
|
una dozzina di lire a Max in una serie di piccole partite | a | scopa, finché venne l'ora di andare a pranzo. Noleggiata |
ARABELLA -
|
di piccole partite a scopa, finché venne l'ora di andare | a | pranzo. Noleggiata una vettura si fecero trascinare alla |
ARABELLA -
|
fortunato di trovarlo verso le dieci e mezzo solo, davanti | a | un bicchierino di cognac, seduto a un tavolino del caffè |
ARABELLA -
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e mezzo solo, davanti a un bicchierino di cognac, seduto | a | un tavolino del caffè Biffi, quasi nel mezzo della |
ARABELLA -
|
mezzo della Galleria, raccolto come un filosofo pessimista | a | meditare sulla caducità delle cose umane. Non fu troppo |
ARABELLA -
|
senso o per dir meglio una reminiscenza dolorosa in fondo | a | quel resto di memoria che sornotava al vino e al cognac, |
ARABELLA -
|
e per terra," disse il Botola "vieni, tuo padre sta male | a | morire." "Il padrone sono io..." declamò tragicamente |
ARABELLA -
|
momento. Tuo padre è agonizzante, muore, hai capito? vieni | a | casa." Il vecchio cercò con forti scrolli di fargli entrare |
ARABELLA -
|
pensiero di qualche cosa di strano al di fuori, non bastava | a | dargli l'idea della cosa e la forza d'aprire. "Il padrone |
ARABELLA -
|
"Sì, sì, domani sarai padrone di tutto. Adesso vieni | a | casa." E cercò di sollevarlo e di condurlo via. Lorenzo non |
ARABELLA -
|
di condurlo via. Lorenzo non fece resistenza, e continuando | a | ripetere la gran ragione che il padrone era lui, si lasciò |
ARABELLA -
|
gran ragione che il padrone era lui, si lasciò tirare fino | a | una vettura e trasportare a casa. Ai piedi delle scale |
ARABELLA -
|
era lui, si lasciò tirare fino a una vettura e trasportare | a | casa. Ai piedi delle scale parve al Botola di scorgere |
ARABELLA -
|
alla inferriata e gli disse: "Non muoverti". E lo lasciò | a | meditare al fresco, al lume delle stelle. Quando gli parve |
ARABELLA -
|
Una piccola lucerna nascosta da un paravento rompeva | a | mala pena le tenebre. Nella stretta, accoccolata sul |
ARABELLA -
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urti di rantoli. Aggrappato alla sponda del letto, Lorenzo, | a | cui l'aria della notte aveva dissipato alquanto i fumi del |
ARABELLA -
|
torbidi contorni di un sogno grave e fastidioso; e come se | a | poco a poco si accostasse a toccare la triste realtà, |
ARABELLA -
|
contorni di un sogno grave e fastidioso; e come se a poco | a | poco si accostasse a toccare la triste realtà, assalito da |
ARABELLA -
|
grave e fastidioso; e come se a poco a poco si accostasse | a | toccare la triste realtà, assalito da un violentissimo |
ARABELLA -
|
colpo di disperazione, di rimorso e di sgomento, cominciò | a | gemere, a singhiozzare, risvegliando Arabella, che s'era |
ARABELLA -
|
disperazione, di rimorso e di sgomento, cominciò a gemere, | a | singhiozzare, risvegliando Arabella, che s'era abbandonata |
ARABELLA -
|
risvegliando Arabella, che s'era abbandonata un istante | a | un lento torpore. Da tre giorni anch'essa viveva, si può |
ARABELLA -
|
confessare esplicitamente i suoi torti, pregava la nuora | a | trovare coi parenti e coll'avvocato un componimento |
ARABELLA -
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ci lascia nelle mani il suo pentimento. Nulla fa tanto bene | a | chi va al di là come una buona speranza. E perciò Arabella |
ARABELLA -
|
durante la quale la fibra forte e resistente contrastò | a | oncia a oncia il terreno alla morte. L'infermo non |
ARABELLA -
|
la quale la fibra forte e resistente contrastò a oncia | a | oncia il terreno alla morte. L'infermo non risvegliavasi |
ARABELLA -
|
il terreno alla morte. L'infermo non risvegliavasi che | a | brevi e rapidi intervalli di conoscenza: e allora l'occhio |
ARABELLA -
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e indolenzito dalle fatiche invocava il riposo, andava | a | buttarsi sul divanetto del salottino e subito il sonno la |
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che con lei vegliava l'infermo. Lorenzo si moveva intorno | a | lei, la rasentava, arrestavasi dietro di lei in un silenzio |
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e già legata in un'azione comune. Un treno in moto e spinto | a | grande velocità non urta contro un muro senza dare una |
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velocità non urta contro un muro senza dare una scossa | a | chi viaggia. Così avviene delle idee che urtano in una |
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scornati e dispiacenti, quasi che Tognino, col morire tutto | a | un tratto, avesse voluto giocare un ultimo tiro da furbo ai |
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o aveva lasciato delle disposizioni capricciose, chiamando | a | parte della sostanza Ratta qualche pia istituzione, per |
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parola, un segno di ravvedimento, una buona disposizione | a | favore dei parenti poveri. Finalmente si seppe che Arabella |
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carta e che, parlando in segreto con don Felice, aveva dato | a | capire che si sarebbe venuti a una conciliazione; insomma |
ARABELLA -
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con don Felice, aveva dato a capire che si sarebbe venuti | a | una conciliazione; insomma ci sarebbe stato qualche cosa |
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stato qualche cosa per tutti... La notizia uscita di bocca | a | don Giosuè, mentre da una parte gonfiò le speranze dei |
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questa circostanza d'una nuova carta aveva un valore, c'era | a | temere che i parenti ricchi e forti facessero la parte del |
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che i parenti ricchi e forti facessero la parte del leone | a | scapito dei parenti più poveri. Aquilino fu preso in mezzo |
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parlarne pulitamente colla buona signora, per interessarla | a | impedire qualche nuovo ladroneggio. E in mezzo a questi |
ARABELLA -
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a impedire qualche nuovo ladroneggio. E in mezzo | a | questi oscuri e sommessi intrighi, per tutto il tempo che |
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assistette con fredda mestizia e con amaro disprezzo | a | questa nuova contraddanza di interessi intorno a un letto |
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disprezzo a questa nuova contraddanza di interessi intorno | a | un letto di morte: e mentre veniva meno nel suo cuore la |
ARABELLA -
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suo cuore la stima verso gli uomini, parevale che, in mezzo | a | tante maschere, il morente fosse il più semplice e il più |
ARABELLA -
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è ancora la morte, ma già non è più il patimento, quando | a | un tratto parve ad Arabella, che vegliava sola accanto al |
ARABELLA -
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di quel confuso discorso, essa suggerì delle questioni, | a | ciascuna delle quali l'infermo rispose con una leggiera |
ARABELLA -
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estremi dibattiti, quando la nostra ragione è chiamata | a | pensare per una ragione che fugge. Il signor Tognino |
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sempre di sì; ma una parola più forte delle altre insisteva | a | ritornare e a sornotare in quel suo sconnesso monologo, che |
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ma una parola più forte delle altre insisteva a ritornare e | a | sornotare in quel suo sconnesso monologo, che Arabella non |
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rispose con un lungo raggio di benevolenza. Poi | a | un tratto la fronte si oscurò come sotto a un nuvolo di |
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benevolenza. Poi a un tratto la fronte si oscurò come sotto | a | un nuvolo di tristezza. Con un ultimo sforzo nominò la |
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tentennone che sta sempre nella stanza d'ingresso, seduto | a | un tavolino, con lo scaldino tra le gambe, e scrive sempre, |
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copiando e ricopiando le medesime cose... Io non so come fa | a | non incretinire; ma forse dipende perché è cretino di suo. |
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d'incombenze anche difficili che non so come faccia | a | disimpegnarle, con quella faccia da Piacciaddìo che si |
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d'un po' d'istruzione e d'intelligenza, dovrebbe affidarla | a | me, e così piano piano farmi impratichire nella professione |
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tanto dì diventar come lui e d'andar nei tribunali | a | difendere i birbanti, ma quelli buoni però, cioè che son |
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circostanze nelle quali si son trovati, come è successo | a | me; e lì vorrei fare certi bei discorsi, urlando con tutto |
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come dice sempre il Maralli. Io qualche volta mi trattengo | a | discorrere con Ambrogio che è appunto il giovane di studio |
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la nicchia bell'e fatta. - Oggi intanto ho incominciato | a | impratichirmi un poco di processi e di tribunali. Mio |
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processi e di tribunali. Mio cognato era fuori; e Ambrogio | a | un certo punto ha posato lo scaldino, è uscito di dietro il |
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sì, e lui allora mi ha detto che aveva da andare un momento | a | casa sua dove aveva dimenticato certe carte |
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sicuro, sor Giannino? - L'ho rassicurato e mi son messo | a | sedere dove sta lui, con lo scaldino tra le gambe e la |
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lui, con lo scaldino tra le gambe e la penna in mano. Di lì | a | poco è entrato un contadino, un tipo buffo con un |
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il cappello tra le mani ha detto: - Che è qui che ho | a | venire? - Chi cercate? - gli ho domandato. - Del sor |
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contadino come noialtri disgraziati... Sicché i' ero venuto | a | sentire per quel processo dello sciopero con la ribellione, |
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come qualmente il giudice istruttore mi ha mandato | a | chiamare per farmi l'interrogatorio, ma io prima di andar |
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che quando noi ci si trovò di fronte ai soldati si cominciò | a | vociare, e poco dopo Gigi il Matto e Cecco di Merenda |
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e poco dopo Gigi il Matto e Cecco di Merenda cominciarono | a | tirar sassate e allora i soldati spararono. Ma che le ho a |
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a tirar sassate e allora i soldati spararono. Ma che le ho | a | dire queste cose al giudice istruttore? - S'intende esser |
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cose al giudice istruttore? - S'intende esser bestie, ma | a | questo punto non credevo mai che un contadino ci potesse |
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che un contadino ci potesse arrivare. Hanno proprio ragione | a | chiamarlo Gosto grullo Come si fa, dico io, a non sapere |
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ragione a chiamarlo Gosto grullo Come si fa, dico io, | a | non sapere che in Tribunale i testimoni devono dire la |
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e grulli come voi. Fate come vi dico io: non dite nulla | a | nessuno di quel che avete fatto, e vedrete che tutto anderà |
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nessuno di quel che avete fatto, e vedrete che tutto anderà | a | finir bene. - Gua'!... Lei non è il cognato del sor |
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non è il cognato del sor avvocato Maralli? - Sicuro. - E | a | discorrer con lei non è lo stesso che discorrer con lui? - |
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son rimasto molto soddisfatto d'aver sbrigato quest'affare | a | mio cognato... Pensare che se stessi qui sempre potrei |
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tra le gambe e la penna tra le dita, e ha ricominciato | a | scrivere sulla carta bollata... |
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