Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

UNIPIEMONTE

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I bollettini della guerra 1915-1918

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AA. VV. 18 occorrenze

Sull’altipiano di Lavarone la nostra artiglieria ha disturbato, con fuoco intenso ed efficace, truppe nemiche intente a lavori di rafforzamento.

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Frequenti attive ricognizioni per parte delle nostre truppe conducono a scontri con nuclei avversari che di fronte al risoluto contegno dei nostri cedono e si ritirano.

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Una squadriglia di velivoli nemici eseguì ieri due incursioni a breve intervallo su d’un nostro campo di aviazione nella zona del Basso Isonzo, lanciandovi 37 bombe.

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Sull’altipiano a nord–ovest di Arsiero l’artiglieria avversaria si accanì invano contro le nostre posizioni del Monte Maronia, le quali restano sempre in nostro sicuro possesso.

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Durante la seconda incursione, tra lo scoppiare delle bombe, i nostri aeroplani si levarono arditamente a volo, ma la squadriglia nemica si allontanò rapidamente.

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Scontri a noi favorevoli si ebbero anche al Passo della Sentinella alto Sexten e in valle Visdende Piave.

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Così accadde per i combattimenti segnalati sul Nagler Spitz 3248 m. nell’Alta Valtellina, a Malga Val Piana in Valle Calamento Val Sugana al Passo della Sentinella in Valle di Sexten, dove vennero espugnati appostamenti nemici e distrutto un ricovero blindato, al Passo di Monte Croce Carnico, nell’Alto But. Infine a nord–est di Stua di Ramaz nell’Alto Chiarzo.

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Nella zona di Re di Castello in Val Camonica e a Tiarno Superiore in Valle di Ledro sono segnalati piccoli successi di nostri riparti in ricognizione.

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I nostri lasciarono avvicinare l’avversario a breve distanza, indi irruppero su di esso alla baionetta, volgendolo in fuga dopo violenta mischia.

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Un velivolo nemico lasciò cadere una bomba sulla nostra stazione sanitaria di Begliano: fortunatamente non si ebbe a lamentare alcun danno.

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Nella zona di Plezzo, compiuto l’assetto difensivo delle posizioni recentemente conquistate, la nostra offensiva diretta a completare lo sbarramento degli accessi alla conca venne ripresa con rinnovato vigore.

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Nella notte sul 17, dopo intensa preparazione di fuoco, il nemico attaccò le nostre posizioni di Monte Coston a nord–ovest di Arsiero, ma fu respinto con perdite.

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È segnalata la slealtà di truppe nemiche, che simulando la resa, riuscirono a trarre in agguato un nostro piccolo reparto e ad infliggergli forti perdite.

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Tuttavia, mercè l’azione metodica e coordinata di nostre piccole colonne i nuclei nemici sono stati a mano a mano respinti in basso verso le vallate del Felizon Boite e del Seeland Rienz.

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Infine a motivo della violenza del fuoco delle opposte artiglierie, nessuno dei due avversari riuscì a stabilirsi sulla contrastata posizione.

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Nella zona del Cevedale il nemico tentò ancora qualche attacco in direzione di Capanna Cedeh, ma l’assidua vigilanza e la salda resistenza dei nostri mandarono a vuoto il tentativo.

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Sul Carso, all’estrema ala sinistra della nostra occupazione, le nostre fanterie, avanzando di sorpresa, riuscirono a compiere sensibili progressi in direzione di Peteano, rafforzandosi poi rapidamente sulle posizioni raggiunte.

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Il numero degli uomini catturati nel combattimento nella notte sul 29 nel settore di Tolmino ammonta a 88, tra i quali 3 ufficiali.

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I bollettini della guerra 1915-1918

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AA. VV. 11 occorrenze

Nella zona della Valle Adige respingemmo piccoli attacchi contro le nostre posizioni di Monte Giove e a nord–est di Serravalle.

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Un nostro a «Farman» non è rientrato dalla incursione.

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Furono anche compiuti progressi sul terreno a nord della vetta, del Pasubio e nell’Alto Posina, sulle pendici meridionali di Corno del Coston.

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Le nostre artiglierie bombardarono le posizioni nemiche a nord est del Cauriol (Valle di Fiemme) nel Vallone di Travenanzes (Boite) e colpirono più volte la linea ferrata di Valle Drava.

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Il nemico che in qualche punto era riuscito a penetrare nelle nostre trincee fu poi dai nostri immediati contrattacchi nettamente ricacciato ovunque.

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Arrestato l’impeto dell’avversario, i nostri sostenuti dalla tenace difesa di un reparto di retroguardia, ripiegarono ordinatamente sulla ferrovia da Doiran a Demir Hissar.

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Sul Carso nuclei nemici che tentavano sorprendere le nostre posizioni di Quota 208, a sud di Villanova (Nova Vas), furono prontamente ricacciati con perdite.

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In risposta a tiri nemici su Cortina di Ampezzo e nella zona di Misurina, bombardammo la stazione di Sillian e la ferrovia di Valle Drava.

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Nel pomeriggio del 23 i nostri alpini espugnarono la vetta del Gardinal ergentesi a 2456 metri a nord–est di Cauriol. L’avversario oppose tenace resistenza e lasciò numerosi cadaveri sul terreno e alcuni prigionieri nelle nostre mani. Il successivo intenso bombardamento dei grossi calibri nemici non impedì ai nostri di rafforzare saldamente la posizione.

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A nord–est della conca di Laghi (torrente Zara–Posina) un nostro riparto, con ardita azione di sorpresa, occupò un’elevata posizione tra Menari e Tovo.

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In Valle Astico l’efficace incessante tiro di interdizione delle nostre artiglierie sulla vetta del Cimone mandò a vuoto ogni tentativo nemico per occupare stabilmente la posizione e rafforzarla.

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I bollettini della guerra 1915-1918

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AA. VV. 6 occorrenze

A Gabrije (est di monte San Michele) piccoli calibri nemici hanno ripetutamente battuta e colpita una sezione di sanità causando qualche perdita.

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Sul Carso i rinnovati attacchi dell’avversario a sud del Vallone di Brestovizza, si infransero contro la salda resistenza ed i pronti contrattacchi dei nostri. Prendemmo circa 200 prigionieri.

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A nord–est di Gorizia la nostra pressione continua. Tre tentativi avversari di alleggerirla in contrattacchi di fanteria vennero immediatamente repressi.

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Nella giornata di ieri continuammo nella energica nostra pressione a nord–est di Gorizia, tenendo sotto intenso fuoco di interdizione le linee e le retrovie nemiche.

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In direzione di Carzano (Val Sugana) un nostro riparto riusciva a spingersi oltre le linee nemiche del torrente Maso e vi catturava circa 200 prigionieri.

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Ieri, con improvvisa e ardita azione, svolta da una compagnia d’assalto della IIa Armata e dalle brigate Venezia (83° 84°) e Tortona (257° 258°) migliorammo la nostra occupazione verso l’orlo sud-orientale dell’altipiano di Bainsizza, strappando all’avversario alcune quote a sud di Podlaka e a sud–est di Madoni. Catturammo 49 ufficiali e 1360 uomini di truppa. Successivi violenti contrattacchi nemici, accompagnati da furiosi bombardamenti, furono respinti e le posizioni mantenute.

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I bollettini della guerra 1915-1918

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AA. VV. 15 occorrenze

Più a nord, favorito dalla nebbia, il nemico riuscì ad occupare due posti di osservazione sulla cresta Monte Mantello ‒ Punta San Matteo.

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Sul Basso Piave esploratori avversari che nella notte tentarono in barca il passaggio del fiume, vennero respinti a fucilate.

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A nord del Monfenera un forte tentativo di irruzione nelle nostre linee avanzate venne arrestato dal presidio che, con successivo contrattacco, mise in fuga il nemico infliggendogli sensibili perdite.

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A Monte Corno, in Vallarsa, un tentativo di sorpresa nemica fu sanguinosamente sventato dalla nostra artiglieria e da riparti d’«arditi» che inseguirono l’avversario, infliggendogli perdite.

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Nella regione di Dosso Casina a nord del monte Altissimo, ripetuti tentativi di attacco nemici fallirono sotto il nostro fuoco: l’avversario subì sensibili perdite.

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A sud–est di Berat nella giornata di ieri si ebbero vivaci scontri tra forze nemiche e nostre bande albanesi in occupazione avanzata.

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Riparti che tentavano avvicinarsi alle nostre posizioni ad oriente del Lago di Ledro e a nord dell’Altissimo, vennero prontamente annientati e dispersi.

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I prigionieri finora accertati ammontano a 321, fra cui 5 ufficiali. Sulla rimanente fronte saltuarie azioni d’artiglieria, ed attività di pattuglie.

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Velivoli nostri ed alleati bombardarono efficacemente impianti a Levico (Val Sugana) e campi d’aviazione avversari in Val d’Adige e nella pianura veneta.

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Albania: Nella zona a nord di Pojani (tra Fjeri e il mare) nostre pattuglie in ricognizione sostennero piccoli scontri del nemico, facendo qualche prigioniero.

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A nord di Quota 703 di Dosso Alto respingemmo un riparto nemico che tentava avvicinarsi ad un nostro posto avanzato.

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Sulla strada da Monastir a Prilep sono stati catturati altri prigionieri, materiali di artiglieria, un ospedaletto completo e grande quantità di munizioni.

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Nuclei nemici in esplorazione vennero messi in fuga da pattuglie e da posti avanzati a Bertigo (Asiago) e nella Valle dell’Ornic.

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Nella regione di Mori e a cima di Val Bella tentativi di pattuglie nemiche fallirono per la pronta ed efficace reazione della nostra difesa.

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Sulla rimanente fronte, duelli di artiglieria, di qualche maggiore intensità lungo il Piave e reciproche azioni di nuclei esploranti; a Cima Cady (Tonale) catturammo una intera pattuglia avversaria.

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