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Plico del fotografo: trattato teorico-pratico di fotografia

519901
Venanzio Giuseppe Sella 38 occorrenze
  • 1863
  • Tipografia G.B. Paravia e Comp.
  • Torino
  • Fotografia
  • UNIPIEMONTE
  • w
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Quando la luce passa dall’aria nel vetro comune il seno, ossia la lunghezza aa, paragonato col seno a’a’, starà a questo come 3 a 2, ossia come 1,5

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lente, si avrà 1/4F+1/d = 1/F oppure 1/d = 1/F-1/4F ossia d = 4F/3. La distanza dell’immagine sarà dunque i quattro terzi di quel che era quando l’oggetto

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lenti del diametro di 3 pollici (grandezza comunemente usata da' fotografi, e che corrisponde a circa 8 centimetri), il cui foco sia di 9 pollici

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circa 3 e 1/2 volte il suo raggio. Quando essa è fatta di crownglass e di acqua, la lunghezza focale è 6 volte il suo raggio. E quando essa è fatta

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Per una larga apertura il foco della lente panoramica non dovrebbe eccedere 3 e 1/2 volte il suo raggio. Allora per la bellezza della definizione la

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Il n° 3 è l’oggettivo più generalmente adottato dai fotografi, ed è quello che vuole essere raccomandato al principiante; esso chiamasi oggettivo per

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un oggettivo ordinario da ritratti con 3 pollici di apertura ed 11 pollici di foco è così nitida, che permette l’esame con un ingrandimento almeno di

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nitidezza. L’apertura di questa lente, che dà la migliore immagine, è circa 3 centimetri, ossia è circa 6 volte più grande che nella camera oscura senza

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sono molto vicini, si restringe sino a non avere più che 3 millimetri di diametro, e si allunga sino a 7 m.m. Quando la luce che l’attraversa è molto

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che questa distanza non sia nè maggiore, nè minore di quella della visione distinta, che, come dissimo prima d’ora, è di 25 centimetri circa; 3° se

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suo rispettivo equivalente non cambii neppure allora. Cosicchè in una combinazione si possono trovare 1—2—3 equivalenti di un corpo, ma non mai 1/2—1

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, deuto, trito, ecc., le quali significano 4 — 1 1/2 — 2 — 3 ecc., e l’ossido che contiene la massima quantità di ossigeno si fa precedere dalla

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Succede poi ancora che sopra 1 equivalente di acido sieno contenuti 1 1/2—2—3 equivalenti di una base. Allora dopo il nome dell’acido si pongono i

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nomi sesqui—bi—tri, ecc. secondo che sopra 1 equivalente di base si calcolano 1 1/2—2—3, ecc., equivalenti di acido. Quindi, p. e., il bitartarato di

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di ferro combinati con 3 equivalenti di ossigeno.

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grande di quello che viene prodotto da 3 parti di carbone.

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ossidazione dell’alcool. Quest’ultimo avendo una composizione di C4H6O2, nel combinarsi con O3 produce 3 atomi di acqua, ed 1 atomo di acido acetico

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sgrassata e gelatinata con colla di pesce, l’acqua trasuda lentamente, mentre l’alcool rimane nella vescica, e si concentra sino a non contenere più che 2—3

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. Si cambia in un liquido della densità di 0,76 quando si frigida sino a -40°. È composta di 1 equivalente di azoto e di 3 equivalenti di idrogeno NH3

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più grande, e l’etere lo scioglie in tutte le proporzioni. La sua densità è circa 3. Spande vapori della densità di 5,40 bolle a +47° centigradi, si

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calore: 1 parte di sale si scioglie perfettamente in 3 parti di acqua; la sua soluzione concentrata bolle alla temperatura di +110° centigradi, epperciò

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contiene; dilungando la soluzione con acqua si precipitano 3 equivalenti di iodio, e rimane in soluzione un deutoioduro di idrogeno. Le soluzioni di

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lente tutt’all’intorno con carta tinta in nero, lasciando nel centro della lente uno spazio vuoto del diametro di un centimetro circa; 3° Mettere la

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termometro. La temperatura dell’acqua nel caso di sopra si può, e si deve verificare col termometro, immergendo questo nell’acqua ed aspettando circa 3

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’etere alcolizzato. I limiti della sua solubilità, quando è discretamente ben preparato, è di 3 a 6 parti circa per 100 parti di etere mescolato con

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sè delle vene grasse. Quando ciò ha luogo si versa nel vaso ad hoc questo bagno di nitrato, che potrà essere al 3 od al 4 per 100 solamente, poichè il

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presto, p. e. in 2, 3 minuti, secondo lo stato del bagno e la natura del collodio impiegato. La lastra, che avrà perduto ogni apparenza grasso-venosa

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usa per prendere i ritratti, p. e. di soli 3 metri; si metta al foco nel mezzo del vetro smerigliato il punto O, centro del cartone, e si osservi che

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massima nitidezza. Se fosse sufficiente una approssimazione di 1/3 di millimetro, ed è sufficientissimo, basterà nel nostro caso inserire 7 medii

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pareti di essa manifesta una illuminazione proiettatavi dall’oggettivo che possa riflettersi sull’immagine; 3° Osservare le lenti dell’oggettivo

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La lastra collodionata, sensibilizzata, e lavata molto bene con acqua, si ricopre con una soluzione di tannino contenente 3 parti di tannino per 100

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ottimi risultati dilungando la soluzione sino a che questa si trovi essere soltanto al grado 3°.

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Nell'albuminare la carta usasi un'albumina contenente solo il 3 per 100 di cloruro di sodio, mentre che nel clorurare la carta semplice richiedesi il

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sopra di essa ottenuta. Il signor De La Blanchère (a) propone di immergere la carta positiva impressionata in una soluzione di cloruro di sodio al 3 per

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sufficientemente inumidito; 2° incolla con amido i margini del foglio stesso in una tavola apposita, oppure sopra un cartone ben piano; 3° con un

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3° Applicare la prova sullo strato di gelatina. — Dieci minuti dopo che la gelatina venne stesa sul vetro, introduci la prova da gelatinare in un

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. Quando si vuole posare a secco, invece di posare umido, si richiede un tempo più lungo, cioè invece di 4 — 5 secondi, bisogna posare per 2 — 3 minuti.

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/1000 di bicloruro di mercurio, si lava, e poscia si immerge in una soluzione al 3/100 di nitrato d’argento.

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