le straordinarie avventure di Caterina
sul naso. Era tanto piccolo, che arrivava appena al gomito di Piuma, ma il suo aspetto era spaventoso: — Che cosa desideri? — domandò. — Ti va di
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— Indovina, — disse la mamma a Paolo Pietro, — che cosa ti porto in questo canestro. — Uova e insalata. — No. — Focaccia col basilico. — No. — Carote
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non ritorni con qualche cosa, Caterí. - No, no, — disse Caterina. - Non farlo, ti prego, Rosetta. Non è vero che io abbia fame. Non parlo di
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bella bambola vera. Tu sei come uno straccio. Non sai dire altro che « sí, sí », ed anche per questo bisogna darti una spinta. Rosetta ti ha detto di
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. - Tutta di sacco, sei, e ti credi bella. È vero che ti credi bella? - Sì. - E io ti butterò nella spazzatura, con la faccia in giú. Ci si sta bene nella
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- Sì. - E ci starai, allora. Tanto non servi a niente e non sei buona a niente. Se valessi almeno un centesimo ti venderei e mi comprerei una mollica
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specie di re. E chi ti dice che io non sia ricco? Guarda, questo è argento. — No, dicevo cosí, perché il tuo giacchettino mi pareva un po' scucito
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lasceremo una lettera, e torneremo presto. — Credi che troveremo Bellissima? — Ci sono anch'io. Vedrai. — E torneremo proprio presto? - Prestissimo, ti dico
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fra i denti il pugnale e lo mostrò a Tit. — Uccidimi, — disse Tit. — Sí, uccidimi. Ma tu sai bene, e ti conviene ricordartene, che tutti i Nani del
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; allora Tit andò a prenderlo con un sorriso, e tenendo un pugnale in ciascuna mano, guardò negli occhi Pic: — Pic, — disse, — ti consiglierei, ora, di
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felice: — Sei guarito, eh, Tit? — mormorò. — Se hai fame, ti darò la minestra che ha portato il nano. Tit mangiò, e fu molto allegro, a rivedere la
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desiderato trascorrere la convalescenza. — Ho saputo di Pic e ti sono grata,— dichiarò, — è causa mia se tu sei malato. Tu sei proprio bravo —. E
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bucato ne ha guadagnati quattro nuovi, quell'omaccio, — brontolò Caterinuccia. — E ora ti vuoi sposare, Bellissima? — Il mercante dice, — spiegò Tit
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Allora Tit disse: — Principessa, la mia trombetta d'argento non suona piú, — ed ella gli disse: — Ti darò in regalo la mia chitarretta —Tit rise; i
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Caterina, le disse cortesemente: — Ti mandelò un alioplano. — Addio, addio, Tit, — gridarono. Caterí stava seduta sulla casa di legno della gallina che
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mortadella. — Ma il mio somaro è di legno. — E con un somaro di legno, ti presenti al Signor Salumaio? — E il salumaio offeso gli sbatté la porta in
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ti sembra di sentir suonare un fischietto d'oro? — Veramente, sí, Eccellenza, — rispose Negretti. — Lo sento anch'io. — E, guarda guarda. Non ti
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