le straordinarie avventure di Caterina
sul naso. Era tanto piccolo, che arrivava appena al gomito di Piuma, ma il suo aspetto era spaventoso: — Che cosa desideri? — domandò. — Ti va di
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si udí piú nulla; solo, dopo, a Caterí parve di sentire un suono indistinto e molto triste, che veniva dal letto di Tit. Domandò piano:
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mise a piangere per far capire la sua contentezza. Tit la guardò impietosito e pieno di cortesia. — Tu sei stata sempre qui? — domandò. — Oh, sí
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che stava preparando una magnifica festa da ballo ed era un vero peccato che Tit non potesse parteciparvi. Infine gli domandò in quale luogo avrebbe
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un'enorme valigia piena di stoffe, di nastri e di tappeti: — Desiderate stoffe, signori? — domandò cortesemente. — No, non ci occorre nulla, — rispose Tit. Vi
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una bella casa col tetto rosso. — Che cosa sai fare? — domandò la Marchesa. — Tutto, signora. — Sai fare la calza? — No, signora. — Sai cucire a
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rispettabile, il bravo Negretti lo trattava sempre con grandi onori e lo chiamava Eccellenza. Cosí la sera, quando la Marchesa domandò al canino: — Come
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canino disse: — Voglio andare in quell'angolo del bosco; di lì, la luna si vede meglio. In quell'angolo del bosco, il canino domandò: — Negretti, non
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