XXIV Legislatura – Tornata del 20 maggio 1915
Onorevoli colleghi! Sin da quando risorse ad unità di Stato, l'Italia si affermò, nel mondo delle nazioni, quale fattore di moderazione, di concordia
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(Vivissimi, entusiastici, reiterati applausi. — La Camera, sorgendo in piedi, grida ripetutamente: “Viva il Re! Viva l'Italia!” — Quando l'onorevole
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vittoriosa in nome dell'Italia e del Re; e il paese seguirà questo grido, e quando per tutte le terre della Patria si darà ai venti la bandiera
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L'Italia, quando la parola suprema sia pronunciata, terrà sino all'ultimo la promessa di Giuseppe Mazzini.
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Solo quando l'Italia è pronta di armi, di accordi e di animi e la causa del loro riscatto si confonde con quella del riscatto della sua libertà nel
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Non chiesero, nei lunghi anni dell'abbandono, che l'Italia cimentasse in un immenso conflitto le sue fortune e la pace di Europa, e quando il
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solo imponiamo loro il silenzio è l'ignavia quando una guerra è imminente. Per ciurmerie di cotesto genere, vi sono Società per la Pace
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Perocchè essa assai male le servirebbe, quando uscisse indebolita da una guerra che, per comune consenso, indebolirà anche i vincitori, nella quale
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Perciò, quando voi ci invitaste a gridare un Viva l'Italia! che non sia l'involucro insidioso di un Viva la guerra!, nessuno vi risponderebbe con più
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È perciò che, quando parve che il Governo, sotto gli auspici del «sacro egoismo nazionale» , negoziasse la sua neutralità e quasi la ponesse
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pace e in guerra, solo quando vi si nobiliti il carattere, vi si rafforzi la disciplina, quando vi si realizzino quelle condizioni che possono essere
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