XX Legislatura – Tornata del 9 aprile 1897
Ha detto che conchiudeva! Io non posso lasciarla continuare; altrimenti Ella impiega tutto il nostro tempo per questa sola interrogazione.
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Poichè, se oggi questa dissoluzione avvenisse, avverrebbe a danno nostro ed a profitto altrui.
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La politica diretta a ritardare, come credo sia nostro interesse, la dissoluzione su vasta scala dell'impero ottomano, non implica, però, che la sua
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I rappresentanti delle potenze intervennero ed io posso dire che il nostro ambasciatore fedele alle istruzioni che aveva ricevute, interprete delle
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capitale stessa dell'impero divennero il campo di stragi, a cui si credeva che il nostro secolo non dovesse più assistere.
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, entro i limiti di questo consenso, nel dare il nostro concorso volonteroso a quelle proposte da cui ci pareva potesse uscire a favore delle
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Signori, da quando ebbero principio gli avvenimenti che ho ora riassunto, noi ci siamo domandato: quale è l'interesse del nostro paese, a quale
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influenza sulla libertà e sulla sicurezza della nostra politica, sullo sviluppo della nostra navigazione e del nostro commercio.
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forze, è che la questione d'Oriente non si riapra ora e non si imponga all'Europa e a noi con tutti i suoi temibili problemi. Il nostro interesse è che
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d'Oriente, mantenere il concerto europeo, questi erano, nella nostra convinzione, gli scopi a cui il nostro paese doveva concorrere. L'Italia aveva troppe e
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a esercitare delle difficili funzioni, seppe degnamente rappresentare la lealtà del nostro concorso al concerto europeo, e, nel tempo stesso
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, tutte le potenze sarebbero forse state costrette ad agire, perchè il fanatismo musulmano minacciava in altre città, e noi credevamo nostro dovere
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impedirlo. E poichè questi cominciò l'attacco col fuoco della fucileria e dei cannoni, il nostro comandante lo fece cessare con alcuni colpi della
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Nel nostro paese, o signori, sono vive le simpatie per la Grecia. E come potrebbe essere altrimenti? Il nome magico della Grecia risplende sulla
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pretendere che sieno impedite le conseguenze inevitabili di quelle complicazioni per prevenire le quali non abbiamo voluto dare il nostro concorso!
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europeo, ma tutti i tentativi della conciliazione ebbero sempre il nostro consiglio e il nostro concorso, noi abbiamo sempre favorito ed appoggiato tutti
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insistito presso i Governi, abbiamo dato istruzione al nostro rappresentante ad Atene perchè nella nota delle potenze alla Grecia fosse dichiarato che
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La nostra condotta ha avuto una regola costante. Abbiamo dato il nostro concorso a quanto da tutte le potenze era stato deciso, abbiamo posto per
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Non si poteva quindi, nè si può pretendere che il Governo del nostro paese assumesse la responsabilità di atti, i quali inevitabilmente avrebbero
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, nelle circostanze presenti, il nostro paese poteva e doveva proporsi.
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Questo, ha detto l'onorevole ministro, fu l'intento dal nostro Governo proseguito finora; e su questa via il Governo continuerà, anche a costo di
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questa guisa nella politica d'Oriente, il nostro Governo disconosce il diritto di quelle genti, che lottano per la loro redenzione, dimentica i
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Il nostro Governo sente di non poter aderire cordialmente al movimento delle altre Potenze, in quanto che se pur all'animo suo non parlasse il
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, ma destinato, in ogni modo, a sostituire nel comando generale l'ammiraglio nostro Canevaro.
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acquistarvela questa stima, andando in aperta contradizione con la volontà del popolo e con le origini e col fondamento del nostro diritto pubblico e della
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solennemente affermati da Vittorio Emanuele, e che sono il fondamento di tutto il nostro diritto pubblico e dell'esser nostro, voi farete precipitare
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questa generale che tocca interessi altrui più che nostri, della pace poteva giustificare i sacrifici del nostro concorso nella triplice alleanza, e non
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