XX Legislatura – Tornata del 9 aprile 1897
Visconti-Venosta, ministro degli affari esteri 65
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Ora io desidero che questo silenzio mio e degli amici miei, poichè con 12 amici avevo presentato un'interpellanza appunto sull'argomento, non venga
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presidente me lo può insegnare, degli articoli 106 e 104 bis del regolamento, che rispettivamente li definiscono.
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Ci fu nel 1892, se non isbaglio, una circolare Luzzatti diretta a vincere le lamentate resistenze degli uffici del Genio civile a questo proposito
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presidente. Così procedendo è evidente che non si osserva il regolamento, il quale prescrive che le risposte degli interroganti non eccedano i cinque
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Agnini. Permetta, signor presidente, io sono rispettoso degli ordini suoi; ma ho dovuto spiegare la mia interrogazione, altrimenti come potrebbe
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Visconti-Venosta, ministro degli affari esteri.
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Non rifarò, o signori, tutta la storia degli avvenimenti che hanno, in questi ultimi tempi, cagionato così gravi preoccupazioni all'Europa. Ma non
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miglioramento nei vilayt, dove gli armeni formano una parte notevole degli abitanti.
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Ai discorsi degli oratori che mi hanno preceduto, risponderò esponendo in quel modo che per me si potrà il più chiaro e il più schietto le ragioni
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che ho esposto; ed è su questo punto, che io rivolgo all'onorevole ministro degli esteri formale quesito.
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È un soggetto di grave inquietudine per tutti il considerare che questo impero è ancora oggi uno degli elementi dell'equilibrio europeo, che non vi è
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Fu questo il procedimento adottato, in seguito al quale l'unione degli ambasciatori a Costantinopoli ha potuto determinare per l'isola le condizioni
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, diffidente, impaziente, si ritornò di nuovo a una situazione precaria, pericolosa, a un eccitamento degli animi, rinfocolato, non dirò dal Governo di Atene, ma
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a Costantinopoli una conferenza degli ambasciatori incaricata di esaminare la situazione della Turchia e di cercarvi i rimedi.
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, le insofferenze degli altri.
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Visconti-Venosta, ministro degli affari esteri. I risultati furono quelli che si potevano temere. Tra cristiani e musulmani ricominciarono gli
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Ora, non è nell' interesse italiano che il corso degli eventi giunga a questo risultato.
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Visconti Venosta, ministro degli affari esteri. Alcuni degli onorevoli interpellanti hanno parlato del concerto europeo con poca benevolenza. Eppure
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Visconti-Venosta, ministro degli affari esteri. … ebbene, non facciano il viso arcigno a questa forma embrionale del loro sogno.
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Visconti-Venosta, ministro degli affari esteri.Prevenire per quanto era dato all'umana volontà, differire almeno il pericolo della quistione
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Nella penisola balcanica vi sono degli Stati, la Serbia, la Bulgaria, il Montenegro,
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Se l'Italia credesse che essa non ha nelle quistioni d'Oriente degli interessi suoi proprii da tutelare, un avvenire a cui volgere le sue previsioni
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unite, meno decise a frenare le impazienze non solo degli uni, ma anche degli altri, i loro consigli, il loro linguaggio sarebbero stati meno
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Se invece gli avvenimenti saranno più forti della volontà degli uomini, noi saremmo condannati ad assistervi passivamente, perchè come vorremmo
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Visconti Venosta, ministro degli affari esteri. Ma se questa guerra non sarà evitata, se la Grecia, come le consiglia l'onorevole Imbriani, vorrà
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Governo greco, anche prima degli ultimi fatti, il linguaggio il più amichevole, di consigliarlo a non impegnarsi in una via dalla quale gli sarebbe
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Visconti-Venosta, ministro degli affari esteri, si leva in piedi.
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(Il ministro degli affari esteri volge le spalle al deputato Imbriani con atto d'impazienza)
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presidente. Allora, onorevole ministro degli affari esteri, poichè l'onorevole Imbriani ha ritirato quella parola, la prego di voler continuare il
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Il primo è l'onorevole Magliani, il quale ha facoltà di dichiarare se sia o no sodisfatto della risposta avuta del ministro degli esteri.
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Appunto, o signori, perchè, siamo conscii degli interessi dell'Italia in Oriente e nel Mediterraneo, non potevamo andare incontro all'avvenire senza
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Visconti-Venosta, ministro degli affari esteri. Associandoci dunque all'azione concorde, unanime dell'Europa per domandare alla Grecia di accettare
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rispetto alla questione d'Oriente. Le spiegazioni oggi date dall'onorevole ministro degli affari esteri sono state in verità chiare ed ampie, ed io sento
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della patria con le legittime aspirazioni degli altri popoli e col rispetto alle medesime sue tradizioni.
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Ora il Governo ha parlato, per bocca del ministro degli affari esteri, ed ha detto, che duplice è l'intento del Gabinetto italiano nel grave dissidio
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presidente. Ora viene la volta degli onorevoli interpellanti.
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Imbriani. Ricordava, re Vittorio Emanuele, ciò che avevano fatto gl'italiani per la causa della unità loro, e per l'indipendenza degli altri popoli
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«Io non vengo ad imporvi la mia volontà ma a far rispettare la vostra. Qualunque sia la gravità degli eventi, io attendo tranquillo il giudizio
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Il ministro degli esteri mi ha rimproverato di aver ieri fatto della retorica. Se i più nobili ed alti principi si chiamano retorica, se il diritto
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«La ragion di Stato pose fine alla guerra, ma non ai suoi effetti, i quali si andarono esplicando per la inflessibile logica degli avvenimenti e dei
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E badate ancora che, quando voi avrete posta questa nuova lega di prepotenti (che è stata chiamata il prodromo degli Stati Uniti d'Europa dal
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(L'onorevole ministro degli esteri si allontana dal suo banco)
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Barzilai. Il ministro degli esteri ha pronunziato un discorso singolarmente abile ed elevato; ed io non ho difficoltà a riconoscere che da molto
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Sì, o signori! Voi volete demolire tutto ciò, che è stato fondato col sangue, con la virtù degli avi. Ma, quando avrete demolito questi principi così
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Ed in base a quale dilemma il ministro degli esteri crede di poter dimenticare i principi?
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Io quindi concludo dicendo che il ministro degli esteri ha fatto bensì un discorso degno dei suoi precedenti per la elevatezza del suo linguaggio e
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Ora non è da aspettare altro, dopo queste parole mie e degli amici miei, che quella mozione che sarà conforme alle nostre dichiarazioni.
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«Il sottoscritto chiede d'interrogare il ministro della guerra se, in vista degli interessi dell'agricoltura, intenda permettere nuove costruzioni od
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degli altri membri di detto Consiglio, avrebbe commesso una irregolarità di cassa.
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