XVII Legislatura – Tornata del 10 marzo 1891
mie parole protestato, gli è perchè non mi aspettavo da lui le fattemi osservazioni!
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Papa. Ringrazio l'onorevole ministro delle sue buone intenzioni e debbo chiedere perdono, se nelle parole da me pronunziate dianzi, ho dimenticato di
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alcune parole del ministro di allora Cantelli:
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Epperciò avevo ragione l'altro giorno quando non mi lasciai adescare dalle parole lusinghiere del ministro dell'interno, e volli udire le parole del
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chiamate stranieri, queste parole, signor ministro, non sono degne di voi.
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Ad ogni modo, dirò brevi parole intorno ad alcuni dei punti sui quali egli si ò più specialmente intrattenuto.
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Imbriani. La ringrazio delle sue osservazioni, però le parole «poco generoso» in bocca di lei veramente mi feriscono…
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Era verissimo che egli come cittadino aveva posta la sua firma sotto un manifesto elettorale, nel quale c'erano semplicemente queste parole che
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parole, che affermavano la sua fede politica, e di aver firmato un manifesto elettorale radicale.
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Imbriani. Il sindaco di Gallipoli poi venne destituito per aver assistito ad un banchetto nel quale mi trovava io. E siccome udii le sue parole così
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Come ho detto, non ripeto le parole che furono
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Imbriani. Quando dice indecenti dica quali sono queste parole.
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Le parole pronunciatevi non l'ho volute ripetere, nè le ripeterò.
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poco, ma toccano qualche cosa clic non dev'e3sere toccato, e la toccano con indecenti parole.
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Dirò soltanto che ci fu un giovinetto, molto semplice, che pronunziò alcune parole poco corrette, ma che fu immediatamente ricondotto alla
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In nome della dignità della Camera, io debbo protestare contro le suo parole.
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Imbriani. Comprende, onorevole presidente, che io ho tanta deferenza per Lei, che non rispondo alle sue parole. Ma io non scendo basso, sa, lo dico
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Nicotera ministro dell'interno. Non vorrei che l'onorevole Imbriani avesse frainteso le mie parole. Non ho detto che non permetterò ai sindaci di far
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