XV legislatura – Tornata del 7 dicembre 1883
, accennando con parole non certamente eccessive, nè acerbe, alla politica del Ministero, fu bruscamente interrotto dal delegato di pubblica sicurezza
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pochissime parole per spiegare un poco in quali limiti io possa rispondere alla sua interrogazione.
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Depretispresidente del Consiglio, ministro dell'interno. Un altro oratore avrebbe pronunciato parole anche alquanto diverse da quelle che ha riferite
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Comincerò a dire che dai rapporti avuti non mi risulta che alcun oratore abbia cominciato con le parole: Io parlo a nome dei repubblicani. Questo non
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Ma dopo questo fatto c'è pure un'altra parte di storia sulla quale l'onorevole Aventi ha sorvolato; è quella che avvenne dopo queste parole, senza
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Depretisministro dell'interno. Ora, dato questo, è ammesso il dubbio sul significato di quelle parole socialisti rivoluzionari? Ma poi, era proprio
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delegati presenti, pare che abbia detto queste parole: ecco gli eroi dei nastri e delle corone…
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Or bene, veniamo alle parole dette: «Io parlo a nome dei socialisti.» Fu già osservato da un esimio uomo di Stato che non si può dire che vi sia un
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opinione a questo riguardo. Ne ho parlato due volte nello scorcio passato di questa Sessione. Io lo prego dunque di leggere le mie parole in proposito
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Alcuni individui che erano presenti, dopo le parole che ho citato, salirono sul palco in cui si trovavano i due delegati, e questi furono afferrati e
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E non potrei neanche essere del suo avviso quando intrattenendosi sulle parole «parlo a nome dei socialisti» e categorizzando i partiti socialisti in
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Depretisministro dell'interno. Io non raccolgo, nè risponderò a tutte le osservazioni fatte dall'onorevole Aventi in risposta alle mie parole, perchè
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Non solo; ma in occasione delle onoranze rese a Garibaldi, i socialisti erano apparsi in pubblico con ghirlande, ove le parole «I socialisti» erano
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poco alcune delle parole che gli dissi; furono queste: «Il signor ispettore ricorda il comizio pubblico che ebbe luogo in Ravenna nello scorso gennaio
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che se il delegato avesse pure creduto che vi fossero in quelle parole delle allusioni che non ci dovevano essere, domando io, che diritto aveva egli
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alla Camera, disse queste precise parole:
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Queste le precise parole ch'io dissi, ma non le aveva ancora pronunziate che 5 o 6 carabinieri si gettarono sopra di me, la circolare del Comitato
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delegato, entrarono le truppe in posizione di pronti. Fu allora che io, approfittando di un momento di silenzio, dissi queste parole precise:
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Sui fatti di Faenza sarò anche più breve di quello ch'io sia stato sui fatti del congresso socialista. Leggerò le parole dette da un oratore e una
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oratori hanno pronunziate parole che non potevano essere permesse. Io so, per esempio (adesso è inutile che io vada a cercare le pagine del rapporto), che
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Io domando se queste parole non costituivano un reato! Altro che ritirar le parole; non bisogna pronunziarle certe parole, e venir dopo a
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E non aggiungo a queste parole le altre che furono pronunziate.
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E continua con queste parole testuali: «Sebbene non ignori le disfatte toccate e che pur troppo toccheranno alla democrazia in quell'ambiente putrido
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Costa. L'onorevole ministro non si aspetta certo che io mi dichiari soddisfatto. Dirò in pochissime parole le ragioni per le quali non posso esserlo
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parole è la massima schiettezza, lo assicuro, che io non intendo che sia applicata a lei ed ai suoi correligionari altra norma, che la legge comune
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d'un comizio in cui si pronunciano le parole che ho lette per credere che veramente non c'è stato eccesso nei provvedimenti presi dall'autorità di
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Io diceva loro: affermiamo il nostro diritto, sciogliamoci; ed era molto più facile, onorevole Depretis, che il pubblico si sciogliesse alle parole
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Si dice, secondo il solito, nei rapporti, che sono state pronunziate parole che davano diritto all'ispettore, o delegato che fosse, di sciogliere il
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Signori, io userò a questo riguardo parole che non sono mie, le tolgo da una lettera giuntami da ieri l'altro soltanto dal presidente
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alla produzione nazionale, se questa classe dei fittabili avesse a scomparire. E a Lei, onorevole presidente del Consiglio, io rivolgerò le ultime parole
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mobile, potesse essere acconsentita, dubito che possa bastare; epperò, memore delle parole del senatore Jacini testò lette, rivolgo una parola alla ricca
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