XV Legislatura − Tornata del 7 marzo 1883
L'articolo 32 poi accenna alle modalità colle quali si devono distribuire gli oneri, che derivano allo Stato ed ai comuni da quest'insegnamento
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comuni e provincie ed Opere pie e tutte le amministrazioni dello Stato, domandando impieghi. Essa fornisce ai giovinetti un titolo per entrare
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esami e sussidi a provincie ed a comuni pel mantenimento di scuole tecniche, lire 610,000.
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giovani e mediocri. L'osservazione è giusta, ma in parte soltanto, perchè in genere i comuni non fanno altro che scambiarsi fra loro vicendevolmente i
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, siccome i comuni non volevano impegnarsi a nominare i maestri per il sessennio, dopo il primo biennio li licenziavano; ed ecco per conseguenza succedere
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stipendi. E siccome questo aumento si doveva estendere anche agli insegnanti dei comuni di popolazione inferiore ai due mila abitanti, e questi comuni
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maggiore aggravio dei comuni, ce ne sgomentiamo addirittura. Imperocché siamo persuasi che lo Stato non possa fare altri sacrifizi, e che i comuni
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Ma quando poi si dice che i comuni non possono sopportare ulteriori gravezze, li consideriamo nel loro insieme, nella loro totalità, senza
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nell'articolo 320 vi dice che possono i maestri esser divisi e moltiplicati dai comuni in modo da servire ciascuno al bisogno dell'istruzione di parecchie
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I comuni nei quali l'istruzione primaria è più deficiente, sono generalmente i più piccoli, i quali si compongono di centri vari e sparsi. Or bene
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comprendo che non ci possa essere una graduazione di spese obbligatorie che valga generalmente per tutti i comuni, dovendosi tener conto delle
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La quale disposizione mirava appunto a fare sì che cotali comuni, e cioè quelli appunto che avevano ridotto il minimo degli stipendi dei maestri e
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, invece di crescere, in molti comuni si fece palese un movimento di diminuzione dei predetti minimi, tanto che nel 1875 la statistica ordinata dal
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numero dei maestri in luogo di essere maggiore fosse inferiore al bisogno, allora per legge naturale i comuni dovrebbero ridursi nell'alternativa di
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su quello della provincia né su quello dei comuni, stipendi o sussidi. Ma, o signori, coloro che hanno stipendi sopra alcuni di questi bilanci, non
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dal 1860 in poi non si fosse proposto qualche altro modo; ed ho trovato che nel 1874 l'onorevole Scialoja propose una legge per la quale i comuni di
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carico, nè dell'erario, nè dai comuni, ma hanno fondi e rendite proprie, eppure sono dipendenti dal Ministero della pubblica istruzione appunto perchè
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completa esecuzione, specialmente per le angustiò finanziarie nelle quali si trovano e lo Stato ed i comuni, si rende ancora più necessaria la
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lire 550 per i maestri, di lire 336 per le maestre! Ed ancora vi hanno comuni dove neppure questo miserabile, obolo viene pagato, e vi hanno maestri che
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verifica specialmente nei comuni rurali, nei più piccoli; il che non toglie vi siano singoli casi miserevoli anche nelle città, ma il maggior numero
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mano del ministro, il quale pensi a farne l'uso più rispondente al vero scopo; non certo per incoraggiare i comuni frodatori della legge che
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quei comuni di 1000 anime nei quali è stato raggiunto il massimo dell'imposta fondiaria.
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Cavallotti. E siccome questo numero di comuni è già precisato, così credo sia anche anticipatamente precisato l'importo dei sussidi. Invece, facendo
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stipendi dei maestri è di lire 800; e questo non può essere, poiché lo stipendio massimo è di lire 1200, mi pare, nei comuni urbani superiori, e lo stipendio
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fino a quando non si potrà portare il loro minimo stipendio a lire mille. Un tale provvedimento sarà soverchio pei maestri elementari di alcuni comuni
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agli uni od agli altri, secondo che i comuni sono più o meno larghi nello stabilire gli stipendi di questi maestri, e questa forma, per dire il vero
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