XIII legislatura – Tornata del 4 dicembre 1878
Ogni cittadino domanda a sè stesso per qual via siamo noi entrati, e a qual fine questa via ci conduce.
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Prima: già da qualche tempo noi vedevamo un insolito concitamento di passioni, un agitarsi di uomini torbidi, un diffondersi di scritti sediziosi, un
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tampoco dai miei onorevoli avversari, che nessun vincolo ci lega, che nessuna coalizione è concertata, che nessuna intelligenza è presa, che noi non
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; io credo anzi che l'associazione possa produrre dei grandi benefizi ed abbia un avvenire molto più grande di quello che noi stessi oggi pensiamo. Ma
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Afferma l'onorevole Minghetti che non debbonsi ricercare i fatti del passato, come se noi cadessimo oggi dalle nuvole, per giudicar solo dei fatti
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Ma nei rapporti della sicurezza pubblica è d'uopo esaminare qual è presso di noi la condizione del proletario, che costituisce il più grande elemento
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Noi, quanti più siamo, rappresentanti e rappresentati, popolo e Parlamento, non abbiamo che un concorde volere, quello dell'unità, dell'indipendenza
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Noi abbiamo, o signori, un prode esercito, che, nobile parte della nazione, ne divide tutte le aspirazioni, tutti i bisogni, ed è, come ben diceva
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Noi abbiamo avuto la singolare ventura di una gloriosa dinastia la quale, facendosi interprete delle aspirazioni e dei dolori del paese, ha fatto
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Ma ci fossimo almeno fermati al solo non migliorare le condizioni del popolo. No, signori, noi pare che avessimo studiato tutti i mezzi, per rendere
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Or che cosa abbiamo noi fatto per salvare il popolo da tanta miseria? Vediamolo.
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Romano Giuseppe. Con tasse di confisca, con tasse enormi, che non hanno riscontro in nessuna parte di Europa, noi abbiamo impossibilitato il
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Noi, o signori, che abbiamo la ricchezza di una immensa quantità di sale lo facciamo pagare ai nostri concittadini 55 centesimi al chilogramma
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Il popolo era oppresso dall'usura; cosa abbiamo fatto per toglierla? Abbiamo creato il monopolio bancario, il più rovinoso; e quando noi abbiamo da
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Noi abbiamo fatto rinascere la tassa disumana del macinato stata abolita nei primordi del nostro risorgimento. Il popolo ha protestato con sommosse e
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Noi abbiamo avuto l'occasione non redditura, della vendita dei beni demaniali, della vendita dell'Asse ecclesiastico; abbiamo quattro milioni e mezzo
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Da ciò la impiegomania o il pervertimento di tutte le idee. Insomma, tutta Europa è minata dalla questione sociale; e noi la vedremo farsi pure
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Noi abbiamo, o signori, l'enfiteusi che salvò Roma dalla rovina dei latifondi, la piccola coltura e la mezzadria, che fanno la prosperità e la pace
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fonti della nostra ricchezza, non mai curato dal suo partito, e mostra così che almeno questo si potrà fare da noi.
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Non abbiamo noi tutti imparato codesti principii fino dalla nostra prima giovinezza? Io li conobbi per la prima volta, e mi è dolce il ricordarlo, in
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Noi ci troviamo innanzi ad una questione di principii, e ad una questione di fatto.
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La questione di fatto è questa. Possiamo noi confidare che gli uomini, i quali sono al timone della nave dello Stato, facciano ciò che il paese
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sostituire a quello, che i nostri padri e noi fino al giorno d'oggi abbiamo ingenuamente chiamato l'ordine sociale.
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purgata, così corretta da approvarla con tutto il convincimento dell'animo suo, e quasi quasi da rivolgere contro noi l'accusa di nemici della libertà, o di
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tempi a noi vicini; e non è stata propria dei Governi dispotici soltanto. Essa è antichissima. L'aveva anche Roma repubblicana. È cosa che tutti
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Ma noi non abbiamo bisogno di ricorrere a straniere autorità, delle quali pur faccio gran conto. I nostri maestri tutti hanno pensato così. Lo
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Ma sovra ogni altra mi piace invocare l'autorità, più venerata e più cara per noi, quella del Romagnosi, che, nella sua genesi del diritto penale
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Ma, diranno gli onorevoli ministri, noi non abbiamo mai negato che al Governo incombe l'obbligo di prevenire i reati, anzi vogliamo prevenirli con
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Accademia della crusca
