XI Legislatura – Tornata del 15 maggio 1873
presidente. Riprendiamo la discussione generale dello schema di legge per la soppressione delle corporazioni monastiche nella provincia di Roma.
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Il secondo concetto generale, che pare abbia dominato nell'opposizione fatta al progetto di legge, è questo: che, venendo noi a Roma, il nostro
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a Roma; ed io soggiungerò che sarebbe colpa indugiare senza necessità l'applicazione di queste leggi alla provincia romana ultimamente ricongiunta
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alla provincia di Roma le leggi del 1866 e 1867, le quali costituiscono il nostro diritto pubblico ecclesiastico. — 2° Necessità d'introdurre in
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Ricongiunta Roma al resto d'Italia, era non pure conveniente, ma indispensabile affratellare le sorti dei Romani a quelle delle altre popolazioni
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Ora, signori, il progetto di legge che vi sta dinanzi non fa che questo: estende puramente e semplicemente alla provincia di Roma le leggi
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Ma, se era, ed è necessario estendere a Roma ed alla provincia romana le leggi del 1866 e del 1867, si può egli sostenere che questa applicazione
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Ma venuti a Roma, in questo antico centro del cattolicismo, e venutici col proposito e con la dichiarazione di assicurarvi la dignità, il decoro e
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E per fermo, quando furono discusse e pubblicate le leggi del 1866 e 1867, Roma non era ancor nostra; esse non potettero quindi riguardare la
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di Roma?
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, convocò i comizii elettorali per la elezione della nuova, appena dopo promulgato il plebiscito, che felicemente ricongiunse Roma e la sua provincia al
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benefizi di patronato ecclesiastico della città di Roma e delle sedi suburbicarie; il concedere agli amministratori degli enti ecclesiastici conservati
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Io prego l'onorevole Mancini a considerare che la Chiesa di Roma, di cui si parlava nel progetto di legge, non è già la Chiesa universale, ma sì
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Chiesa di Roma, dicendo che egli non sapeva comprendere che cosa fosse questa Chiesa di Roma, quando non s'intendesse di designare con questo nome la
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Non ci è sembrato poi cosa rispondente ai nostro programma il dare quella parte di beni al comune di Roma, perchè se si è accolto il concetto di
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, nel progetto di legge, alla Chiesa di Roma.
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Del rimanente, o signori, che questa legge tanto calunniata e tanto combattuta sia un benefizio, ed un benefizio specialmente per la città di Roma
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Sede, aveva sicurezza di residenza in Roma, e sicurezza di mezzi per esercitare il suo ufficio, l'una e l'altra guarentite dalla stabilità propria
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Tutto il nostro problema adunque sta in ciò: trovare modo come, disciogliendo le corporazioni religiose in Roma, ed addicendone le sostanze a quegli
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Ora, signori, è qui, che non bisogna perder di vista il doppio carattere onde a noi si presenta la questione religiosa in Roma.
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generale nella città di Roma fosse conservata una casa per la sua rappresentanza presso la Santa Sede.
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quarto fondo dei beni ecclesiastici alla Chiesa di Roma; poichè qui per Chiesa di Roma s'intende evidentemente il vescovado, la mensa vescovile di
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A me non rimane, signori, che parlare della terza ed ultima eccezione introdotta nella legge, circa i benefizi della città di Roma e delle sedi
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, della città di Roma e delle sedi suburbicarie, meno quelli di patronato laicale, queste ragioni, dicevo, sono parecchie.
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Con questa disposizione, si è detto, voi, invece di abolire, conservate i conventi; ne fate rimanere in Roma 40 o 50, che saranno pel presente un
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e dell'exequatur per le provviste di tutti i benefizi maggiori e minori, ad eccezione di quelli della città di Roma e delle sedi suburbicarie.
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E in ogni modo le cospirazioni clericali non ci hanno impedito di compiere l'unità nazionale, quando vi erano a Roma due o tre cento conventi, e nel
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facoltà accordate colla legge delle guarentigie. Quando si è detto pure ieri al Pontefice, che in Roma e nelle sedi suburbicarie egli poteva provvedere a
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definitiva nessuno dei principii essenziali delle leggi del 1866 e 1867; non è, che un provvedimento richiesto dalle speciali condizioni di Roma siccome
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dimostrare che questa legge, per rispetto a Roma, è benefica ed utile per quel che riguarda la distribuzione delle proprietà; ch'essa, per la
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pienissima facoltà di nomina a benefizi maggiori e minori della città di Roma e delle sedi suburbicarie, senza alcun concorso dello Stato, e senza
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E quanto alla rivendicazione di Roma nessuno può negare quanto difficile e spinosa opera era il farla riconoscere ed approvare dall'Europa. Eppure
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Egli disse che, quanto alla politica estera, due fatti rilevantissimi si erano verificati durante l'attuale Ministero: la riunione di Roma all'Italia
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, quando, pur profittando delie condizioni dei tempi e delle circostanze speciali, compì il grande programma dell'unità nazionale, venendo a Roma e
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circolo Cavour in Roma, rassegna alla Camera una petizione firmata da nove mila trentasei cittadini, diretta ad ottenere che la legge 25 agosto 1848
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le case religiose, devono necessariamente ad esse subentrare amministrazioni laiche e, per quanto riguarda la istruzione primaria, il comune di Roma.
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ecclesiastici anche di Roma senza eccezione veruna, congregazioni, basiliche, collegiate, benefizi, tutti gli enti ecclesiastici, compresi quelli che
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richiesto dalle esigenze di quella sana politica che ci aveva condotti a Roma ed al conseguimento della unità nazionale.
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per mantenere la coerenza ai nostri principii; imperocchè, spazzate via tutte le corporazioni religiose in Italia ed anche in Roma, non ci sarebbe stata
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religiose di Roma. Credo che sia giustizia di tener conto al Governo della situazione affatto speciale in cui si è trovato quando si è venuti a Roma
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relatore. L'atto fu legittimo, perchè il potere temporale del Papa non si reggeva che coll'appoggio delie armi straniere; perchè Roma, prima di
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Il Governo italiano, per le buone ragioni che dissi, operò egregiamente venendo a Roma, ma dovette abbattere la porta Pia col cannone.
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e persuaderli che colla occupazione di Roma non sarebbe stato turbato il Pontificato nell'esercizio del suo potere spirituale.
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Credo che nessun italiano porrà in dubbio la legittimità di codesto atto. E perchè? Perchè l'occupazione di Roma era voluta dalla necessità di
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truppe da Roma, ed il Governo italiano si obbligava a non lasciare che fosse fatta una invasione violenta negli Stati romani. Ora a codesto principio non
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Perciò mi scusai più volte, anche perchè doveva allontanarmi in quella sera stessa da Roma per impegni di ufficio; ma mi piegai ad accettare
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tocca ai rapporti con altri Stati, si credesse obbligato il Ministero a ritirarsi? È lo stesso Ministero che ci ha condotti a Roma, ed a cui per questo
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questione dei locali e la questione dei beni, proponendo attribuirli alla Sede di Roma e per essa ai generali.
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dilemma: o bisogna cacciare da Roma e dal regno i generali ed i procuratori generali con una legge d'ostracismo; o, se sono liberi cittadini, è necessità
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1° Seguito della discussione del progetto di legge per l'estensione alla provincia di Roma delle leggi sulle corporazioni religiose e sulla
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